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Autore: bibabiba91    08/12/2012    1 recensioni
Due fratelli di una famiglia reale che si perdono per tanto tempo, e si riuniranno per salvare il loro regno, dove il loro destino è unito da un'antica leggenda
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Scusatemi per il ritardo ma ho avuto impegni con l'uni, e altri problemi, e non ho potuto scrivere un nuovo capitolo di questa e dell'altra storia, ma non appena mi sarò ripresa lo farò. Ma siccome non sono una sprovveduta... avevo già scritto questo capitolo XD. Buona Immacolata a tutti e buona lettura.



Per essere primavera, l’aria era troppo fredda. Bella si strinse nelle coperte per ripararsi dal freddo, ma i brutti sogni e i cattivi pensieri opprimevano la sua mente. Si alzò dal letto, infilo le sue scarpe di raso e la vesta dello stesso tessuto e colore. Prese una candela e l’accese iniziando a vagare per i corridoi del palazzo. Era tutto nero intorno a lei, non riusciva a vedere i quadri sui muri, le medaglie della famiglia, il tappeto rosso con i bordi d’orati. Fuori era buio, la luna non c’era. Bella rimase sorpresa, quella sera doveva essere notte di luna piena, notte della fioritura dei ciliegi, ma tutto taceva, tutto sembrava morto. Con l’aiuto di una seconda candela scese le scale e andò nella scuderia, dalla sua cavalla Ginevra. Posò le candele e prese la spazzola, ma entrò nella stalla di Artù, un cavallo identico a Ginevra se non per il colore, infatti aveva il manto di un marrone chiaro tendente al biondo, quasi camoscio, tranne per gli zoccoli, una macchia sul muso e la criniera e la coda che erano bianchi. Artù e Ginevra, due cavalli gemelli ma diversi, come gemelli ma tanto diversi i loro padroni. Artù e Ginevra, come quel re e quella regina legati da un destino crudele, come crudele è stato quel giorno. Iniziò a rastrellare Artù canticchiando un motivetto improvvisato sul momento, quando qualcuno le posò una mano sulla spalla. Sussultò e fece cadere la spazzola.
<< Scusami non volevo spaventarti>>
Si voltò e vide Ben.
<< Cosa ci fai qui?>>
Uscì dalla stalla ed iniziò a spingerlo fuori dalle scuderie, ma il ragazzo  riuscì a liberarsi.
<< Martina ci ha detto come entrare … e poi preoccupati di Tim che è in giro non so dove >>
Sorrise da ebete. Bella si portò una mano sulla fronte come un gesto disperato. Ben guardò alle sue spalle e notò Artù.
<< Quel cavallo è fantastico>>
La superò per raggiungerlo.
<< Fai attenzione>>
Artù non viene cavalcato da ormai dieci anni ed è diventato un cavallo aggressivo, che non si fa cavalcare e ne avvicinare da nessuno se non da Bella. La ragazza si girò e con meraviglia notò Artù che strofinava il muso sul petto di Ben.
<< Strano … è come se ti conoscesse >>
Ben fece spallucce.
<< Facciamo una cavalcata? L’alba è perfetta per le cavalcata >>
<< Scegli un cavallo >>
Bella iniziò a mettere la sella a Ginevra.
<< Lui >>
Ben indicò Artù.
<< Sicuro?>>
Annuì. Lo sellò accuratamente, un accortezza rara per un semplice contadino.
<< Possiamo andare>>
Le disse Ben accennando ad un sorriso.
Uscirono dalle scuderie arrivando fino al cancello dell’uscita secondaria. Una guardia si avvicinò a loro.
<< Thomas vado a fare una cavalcata con un amico, acqua in bocca con mio padre>>
La guardia annuì semplicemente e continuò il suo giro di ronda.
<< Hey non volete lasciarmi mica qui>>
Tim spuntò da dietro un cespuglio poiché si stava nascondendo dalla guardia.
<< Sai Sali sul cavallo>>
Lo incitò il fratello, ma Artù si allontanò da Tim.
<< oh oh qualcuno non ti vuole >>
Lo canzonò Ben ridendo.
<< Aspetta, vai da quella guardia e fatti dare un cavallo>>
Bella indicò la guardia Thomas. Tim andò da lui e insieme si persero nelle scuderie. Tornò dopo qualche minuto in sella a un cavallo purosangue di colore marrone.
Uscirono dal cancello ed iniziarono a cavalcare verso un promontorio sulla spiaggia. Ben e Artù insieme riuscivano a tenere la cavalcata veloce della ragazza, stando alla pari, mentre il povero Tim rimase indietro anche perché il cavallo che aveva scelto non aveva voglia di camminare.
 
Alle prime luci dell’alba re Thor e suo fratello Igor erano riuniti nella sala delle riunioni insieme al re del mare del sud, per accordi politici ed economici. Thor era di fronte alla finestra ad osservare il mare. Doveva prendere una decisione importante. Il fratello pose una mano sulla spalla.
<< Vedrai che capirà>>
Il re di Asgard annuì e si voltò verso il giovane re del sud.
<< Tra un mese, tra un mese potete sposare mia figlia>>
Il giovane re con dei ricci rossi annui soddisfatto e si ritirò nelle sue stanze per poi ripartire per il suo regno. Thor si sedette affranto sulla sedia, sapendo già la reazione che avrebbe avuto Isabella.
<< Igor … >>
Chiamò l’attenzione del fratello, che in quel momento era in sovrappensiero.
<< Dimmi fratello>>
Igor si sedette al suo posto, alla destra del fratello.
<< Non ho nessun figlio a cui affidare un regno, Isabella è stata promessa sposa al re del mare del sud … in questo momento l’unico erede di Asgard è tuo figlio Trevor>>
Igor spalancò gli occhi, sorpreso da quella dichiarazione di Thor.
<< Si posso capire … vedrai che porterà avanti il nome dei Malory con orgoglio>>
Thor sorrise e si strinsero le mani.
Igor uscì dalla stanza e raggiunse la camera dei due figli. Aprì le pesanti tende rosse ed una luce violenta fece svegliare i due ragazzi.
<< Padre io non centro niente>>
Trevor si rigirò nel letto nascondendo la testa sotto al cuscino.
<< Svegliati Trevor … tuo zio ha deciso che sei l’erede al trono di Asgard>>
I due fratelli sobbalzarono dal letto.
<< Cosa? >>
Il giovane guardava incredulo il padre.
<< Non fare storie, non puoi opporti. Questo pomeriggio ci sarà l’ufficializzazione del matrimonio di tua cugina Isabella e in quella occasione re Thor dirà chi è il suo erede>>
Detto questo andò via  lasciando i due fratelli sconvolti.
<< E bravo il mio fratellino zitto zitto diventerà il re di Asgard>>
Lo prese in giro Demon lanciandogli il cuscino, che lo colpi in pieno viso.
<< Lasciami stare, sono in una crisi esistenziale >>
Cadde sul letto e si coprì con le coperte.
<< Trevor >>
La voce urlante del padre nel corridoio era talmente forte, che le finestre sembrarono vibrare. Il giovane si alzò dal letto di scatto mentre il fratello maggiore rideva.
 
Bella, Tim e Ben, dopo aver passato tutta la notte sul promontorio a vedere l’alba. Avevano parlato e scherzato come tre fratelli, come se fossero legati dal filo sottile della fratellanza.
<< Come sapevate della leggenda della montagna?>>
Domandò Bella mentre giocava con dei petali di ciliegio che erano sull’erba.
<< Nostra madre ci ha raccontato che un giorno un uomo è riuscito a passarle che non è più tornato, e che ha dato origine ad un regno pacifico e vigoroso >>
Rispose Ben.
<< Noi siamo dei semplici contadini, siamo cresciuti lavorando tra i campi aiutando nostro padre, volevamo fare qualcosa di coraggioso, volevamo dire “l’abbiamo fatto anche noi” … ed eccoci qua>>
Concluse Tim.
<< E adesso che siete qui cosa volete fare?>>
Domandò Bella alzandosi stizzita.
<< Sai pensavo che l’idea di Tim fosse una pazzia ma … adoro questo posto. Adoro i ciliegi, i colori che offrono le distese di lavande e di rose, l’arcobaleno , l’odore di cannella e … >>
<< Ben >>
Bella chiamò la sua attenzione.
<< Sono dieci anni ormai che non fioriscono le rose, le lavande sono quasi rare e l’arcobaleno non appare più … come fanno a piacerti se non le hai mai viste?>>
Ben la guardò spaesato. Non sapeva cosa rispondere, per lui tutto quello che aveva elencato era bello, eppure a pensarci bene Ben si accorse che da quando era li non aveva mai visto di tutto questo fisicamente, eppure era tutto nei suoi ricordi, come se fosse cresciuto li.
Bella legò Artù a Ginevra e sali in sella al suo cavallo.
<< Solo chi è nato e cresciuto qui può ricordarsi di tutto questo … voi non venite da Isidor. Isidor non esiste è un nome fittizio di un regno che avete inventato, siete  i soliti che cercano un po’ di fortuna diventando amici della principessa>>
<< No Bella aspetta … >>
Ben si avvicinò a lei ma lei andò via.
<< Ben >>
Lo chiamò il fratello.
<< Lo so ho combinato un pasticcio. Adesso dirà a tutti che veniamo da Isidor, ci faranno arrestare e rimarremo qui per sempre.>>
Il ragazzo iniziò a scoraggiarsi e a parlare di brutti presagi per la loro vita.
<< Ben>>
Questa volta Tim alzò la voce.
<< Anche io ricordo di quelle cose che non abbiamo mai visto>>
 
Isabella arrivò subito nelle scuderie, il suo umore era cambiato, si sentiva presa in giro da quei ragazzi della quale si era fidata. Non potevano essere stranieri, si ricordavano di cose che non avevano mai visto, di cose cosi dettagliate che solo un abitate di Asgard può ricordarsi o parlare. Le hanno mentito dicendo di venire da un regno alle spalle delle montagne, si sono presi gioco di lei approfittando di una vecchia leggenda. Sistemò i due cavalli nelle stalle e fu raggiunta da Thomas.
<< Principessa vostro padre vi aspetta nella sala del trono>>
Isabella annuì senza fiatare. La guardia notò che era ancora in veste da notte.
<< Forse è meglio che vi lavate e cambiate prima>>
La ragazza annuì nuovamente ed entrò nel castello. Entrò nella sua camera e si fece preparare dalla sua dama un bagno di acqua calda. Si immerse in quella tinozza di acqua dove aggiunse dei fiori di pesco. La sua dama le portò una vesta con cui coprirsi e le iniziò a pettinarle i lunghi capelli biondi. Indossò un vestito viola come i suoi occhi, con un corpetto decorato con dei nastri d’orati , come il pizzo sulle maniche, un vestito da vera principessa che si usava solo nelle occasioni speciali. Raccolse i capelli in una semicoda che divenne poi una treccia decorata con dei fiori. Si mise al collo il medaglione che era del fratello. Poi raggiunse il padre.
<< Sei bellissima figlia mia >>
Bella sorrise appena. Sapeva perfettamente perché era li.
<< Spero che un giorno mi perdonerai …>>
Diede un bacio sulla guancia e poi lo abbracciò.
<< Ti voglio bene>>
Thor le accarezzò i capelli, poi la prese per mano ed entrarono nella sala del trono dove ad attenderla c’era quello che sarebbe diventato il suo futuro marito e il futuro re di Asgard. Re Thor annunciò prima il matrimonio della figlia. Il giovane re del sud si pose al centro della sala e si inginocchiò, la classica proposta. Bella guardò quei ricci rossi cadere sulla fronte, sorrise appena perché gli sembrava buffo un uomo con dei capelli rossi. Poi guardò l’anello, chiuse gli occhi e sospirò. Porse la mano sinistre al giovane, accettando cosi quella proposta. Tutti nella applaudirono. Poi re Thor annunciò che il giovane Trevor, figlio minore del fratello sarebbe diventato re dopo di lui. Bella guardò il cugino che sembrava spaesato. Ciò che accumunava Isabella e Trevor era il senso di libertà da tutti quei doveri reali dalla quale volevano scappare, si sentivano fortunati ad essere nati in condizioni agiate, ma spesso la famiglia faceva pressione e loro non potevano liberarsi, come oggi. Una piccola lacrima le rigò il viso pensando al fratello, pensando al fatto se anche lui era in imbarazzo come al solito, o se col passare degli anni era diventato un ragazzo disinvolto.
 
Alla fine della cerimonia Igor uscì dal castello di nascosto. Indossava abiti umili e un grande mantello nero. Attraversò il villaggio senza farsi notare a passo svelto. Iniziò a seguire il sentiero che porta verso la cascata, ma ad un certo punto deviò il tragitto, tagliando la strada a destra e proseguendo verso un buco nella montagna. Entrò in quella grotta nascosta da dei alti cespugli e seguì quelle fiaccole sul muro accese. Scese una scala a chiocciola molto ripida e stretta, fino ad arrivare davanti ad una signora anziana che osservava un fuoco sul tavolo davanti a lei.
<< Tutto è fatto mia cara maga … mio figlio sarà re di questo regno>>
L’anziana prese del sale che buttò nel fuoco che si avvampò per qualche secondo.
<< Mio caro re ti ricordo che i due ragazzi sono tornati e iniziano a ricordare della loro vita qui ad Asgard e stanno tornando ad essere quelli che erano … può essere un problema>>
Igor aggrottò la fronte e fece una faccia di disgusto.
<< Dove sono?>>
<< No … io ho fatto quello che mi hai chiesto. Trovarli spetta a te>>
Disse l’anziana donna. Il re le lanciò un’occhiataccia e tornò al castello.
 
Isabella dopo la cerimonia tornò nella sua camera e si cambiò d’abito, ma non indossò i soliti abiti da uomo che usa per andare a cavallo, ormai era una principessa, futura regina, e voleva comportarsi da tale. Voleva cavalcare, godersi tutti i posti che adora del suo regno, prima di partire e tornare chissà quando. Passò da Martina, ma la sua amica non c’era, aiutava come al solito il padre giù al porto. Cosi decise di andare alla cascata. Legò Ginevra ad un albero e si tolse i vestiti rimanendo solo con la sottana rosa pallido ed entrò in acqua, facendosi un bagno in quel laghetto sotto il getto della cascata.
 


  
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