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Autore: Aetherios    10/12/2012    1 recensioni
James ha perso ciò che ha di più caro, ha perso se stesso.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quanto tempo era passato?

Aetherios non lo sapeva con certezza, sentiva il suo cambiamento, percepiva il suo corpo modificarsi in un breve tempo trasformandolo in un uomo non più un piccolo ragazzo di sedici anni.

Si era arreso al potere.

Cosa poteva fare? Come poteva bloccare il cambiamento?

Non poteva, lui era quello e doveva solo accettarlo.

La morte si era impadronita della sua mente e lo aveva fatto diventare parte di lei.

Senza una meta precisa, il Dio iniziò a vagare per la sua stessa terra, fino ad allora sconosciuta, attirato solo dalla sofferenza degli umani.

Dentro di se portava alcuni dei sentimenti più dolorosi del mondo.

La solitudine era la sua unica compagna, non aveva una casa e la morte era ciò che lo faceva andare avanti.

 

Dopo una lunga sosta ad Atene dopo una faida fra due famiglie (Aetherios aveva dovuto ''Disfarsi'' dei resti di quei corpi oramai senza vita).

Pur non possedendo un anima era di essa che lui si nutriva, in qualche modo ogni volta che lui portava via quelle anime dai contenitori materiali, si sentiva VIVO.

 

Aetherios aveva avuto sempre una passione, scriveva dappertutto, da quando la sua balia gli aveva insegnato a leggere e scrivere, lui non faceva altro.

Da quando aveva capito che la sua vita sarebbe stata eterna aveva iniziato un diario.

 

Ultimamente non aveva molta voglia, piccole guerre di conquista imperavano nella Grecia antica e aveva molto da fare nel raccogliere i frutti di questi strani banchetti.

 

Aetherios si era seduto sulla riva di un fiume, il tramonto era vicino e trasformava le limpide acque cristalline in un lungo corso di lava rosso.

Il suo adorato diario era aperto di fronte a lui.

Una piccola penna di aquila appoggiata vicino ma immobile.

Aetherios non riusciva a scrivere, le pagine bianche erano macchiate da un po' di inchiostro lasciato cadere distrattamente sui bordi.

Ma niente di sensato.

 

Una piccola folata di vento, un vento freddo e quasi fastidioso, impediva a Aetherios di pensare, di riflettere sul cammino.

Doveva solo scrivere.

Prese la penna fra le mani e inizio a riempire quelle pagine bianche di colore, parole e soprattutto di vita, ciò che lui non era.

Scrisse tanto, preso da una frenesia incontrollabile, non sapeva da dove uscivano quelle parole così poco usate, così ricercate, ma raccontavano in pieno ciò che lui voleva esprimere.

Il vento cessò e lui chiuse il diario.

Quella magia era sparita ma ora Aetherios si chiedeva da dove proveniva.

Il suo carattere curioso lo spingeva alla ricerca di una risposta.

Una piccola luce circondata dall'oscurità faceva capolino in mezzo al bosco.

Aetherios ne rimase affascinato tanto da avvicinarsi senza neanche pensare alle conseguenze.

Come poteva una luce così piccola illuminare un' oscurità così intensa?

Passo dopo passo il Dio si avvicinò al centro del bosco, un piccolo tronco spezzato e ripiegato su se stesso, ospitava una splendida creatura.

La donna emanava luce fredda, quasi lui rabbrividì nell'avvicinarsi.

-Cosa sei?

Furono le uniche parole che uscirono dalle labbra di Aetherios.

La bellezza della donna era indescrivibile, indossava un lungo vestito bianco stretto in vita ma morbido verso il basso, si manteneva su una spalla grazie ad una preziosa spilla di rubini che conferiva alla donna ancora più lucentezza.

Il suo viso era incorniciato da grandi boccoli neri e il suo sorriso era così impercettibile da sembrare una smorfia di tristezza.

-Cosa sei?

Lei non parlava, si guardava i piedi come in imbarazzo di fronte al Dio.

Eppure Aetherios sapeva che era lei la causa di quel fervore nello scrivere.

-Una musa.

Non poteva essere diversamente, ne aveva sempre sentito parlare dalla sua balia, gli aveva raccontato che ispiravano le persone nel loro talento e ora lui aveva avuto questa fortuna di conoscerne una.

-Sei una Musa vero?

Io sono Aetherios.

Si fece avanti lentamente, non voleva spaventarla con il suo stesso essere.

Lei annui sorridendo, stavolta il sorriso era marcato e bellissimo e pronunciò solo una parola.

-Ariadne.

Era il suo nome e Aetherios lo impresse a fuoco nella sua mente.

Lentamente si avvicinò a lei, più si avvicinava e più la luce si faceva intensa ma riuscì a sedersi sul quel tronco spaccato.

Il silenzio regnava tra di loro, Aetherios aveva mille domande ma non riusciva a pronunciarle.

Non riusciva a proferire parola spaventato dal fatto che fosse tutto un sogno.

-Mi hai aiutato tu prima?

Chiese cortesemente guardandola negli occhi.

Lei annui senza dire niente, il Dio rimase un po' deluso dal silenzio della donna ma non disse nulla finché Ariadne iniziò a parlare.

-Eri così sfiduciato, non riuscivi a pensare chiaramente, la solitudine e la sofferenza che ti porti dietro erano un blocco.

Io mi sono permessa solo di spostarlo per un po' ma è un macigno troppo pesante per me.

Il Dio sapeva bene cosa significavano quelle parole ma non poteva far altro che accettare la sua condizione.

-Ti ringrazio di avermi dato un attimo di pace.

Disse abbozzando un sorriso, da quando si era '' trasformato'' non era più bravo in queste cose.

Lentamente iniziarono al parlare, parlarono per ore e ore senza rendersi conto del tempo che passava.

Aetherios scoprì tutte le sue carte, per la prima volta dopo il cambiamento stava parlando con qualcuno di ciò che era diventato.

Ciò che non riusciva a comprendere e come quella donna potesse leggergli dentro così in profondità.

La sofferenza di Aetherios era quasi tangibile tanto che Ariadne adagiò la mano sul petto del uomo e una piccola lacrima scese sul suo viso.

Lui sapeva che era solo colpa sua, il mostro che era avrebbe solo fatto del male alle persone.

Doveva allontanarsi da questa' anima pura e scomparire ai suoi occhi.

-Solo un dono....

Disse a se stesso e lentamente si avvicinò al viso della donna, le sue labbra fredde si sporsero verso quelle di Ariadne, un bacio.

Un bacio di quelli intensi, le loro labbra si erano cercate per una notte intera e solo all'alba si erano incontrate.

Aetherios schiuse con la sua lingua le labbra di Ariadne per cercare la gemella in una piccola danza di passione.

Le mani del Dio si infilarono nei capelli della donna in una carezza infinita, ma Aetherios sapeva quanto dolore le stava trasmettendo.

-Oh mia Musa...

Sorrise e scomparve alla vista della donna, sulle sue labbra solo il suo sapore, sul suo corpo il suo profumo che gli sarebbe rimasto addosso per sempre.

La speranza di incontrarla di nuovo ma la consapevolezza che era impossibile.

   
 
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