Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: Iris_R_Chaucer    11/12/2012    2 recensioni
Dean Winchester, 27 anni, meccanico.
Il 25 Marzo decise di trasferirsi, di andare a vivere a Seattle.
Il 25 Marzo conobbe il suo coinquilino.
Il 25 Marzo cambiò completamente la sua vita.
Genere: Angst, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Continuò a guardarsi intorno per qualche istante fino a quando il forte rumore della porta chiusa alle sue spalle lo fece sobbalzare. Si voltò di scatto ritrovandosi Castiel a pochi centimetri di distanza sempre con un enorme sorriso stampato sul viso. 
Spazio personale, allarme invasione spazio personale!
Indietreggiò di qualche passo, quasi inciampandosi su quel tappeto osceno presente nel salotto, tentando a sua volta un sorriso che, a giudicare dall’espressione nata sul volto dell’altro, doveva essere uscito fin troppo bene dato che sembrava sprizzar gioia da tutti i pori «Non è una casa troppo grande ma la trovo molto accogliente» affermò Castiel riprendendo a camminare e superandolo fino a raggiungere una porta posta esattamente dietro il divano «Questa è camera tua» disse abbassando la maniglia e mostrandogli la camera da letto. 
Dean si avvicinò, varcando la soglia e rimanendo stupito per le dimensioni della stanza, non pensava assolutamente potesse essere così spaziosa. 
Era già arredata. Un grosso letto a due piazze troneggiava nel centro della camera, un armadio nero percorreva interamente la parete a sinistra, mentre alla destra vi era una finestra con lunghe tende blu. Nell’angolo di fronte al letto vi era una scrivania di legno nera e qualche mensola sopra di essa. 
Non male, doveva ammetterlo. 
«Wow, e dire che dal il prezzo mi aspettavo uno sgabuzzino largo 3x2» ironizzò il ragazzo, andando a posare le proprie scatole sulla scrivania. 
«Sono una persona generosa, che ci posso fare?» scherzò l’altro. «Ti lascio un po’ di tempo per sistemarti. Quando hai finito ti aspetto di là. Vorrei conoscerti un po’ meglio dato che da oggi dovremo vivere insieme, caro coinquilino» sorrise, gli fece l’occhiolino e poi lasciò la stanza tirandosi dietro la porta, chiudendola, diversamente dalla porta d’ingresso, in modo decisamente più gentile. 
Non appena rimase solo, Dean si fece cadere sul letto portandosi una mano alla fronte e massaggiandola. 
Era finito a vivere con un hippie, o qualcosa di molto simile. 
Fece un profondo respiro prima di alzarsi ed iniziare ad aprire gli scatoloni, tirando fuori quelle poche cose che si era portato dietro. 
I minuti passarono veloci, e nel giro di mezz’ora aveva già riordinato tutto. 
Decise quindi di uscire e di affrontare l’uomo che stava seduto in salotto. 
Aprì la porta, e si diede una veloce occhiata in giro cercando l’altro. 
No, non era nel piccolo salottino. 
Mosse qualche passo avvicinandosi al divano e capì di essersi sbagliato. 
Il suo nuovo coinquilino era poco più in là, seduto su un tappetino color cachi, con le gambe incrociate e gli occhi chiusi, intento a meditare. 
Dean rimase a fissarlo con gli occhi spalancati, incapace di dire o fare qualsiasi cosa. 
Non solo era un hippie fallito che, a giudicare dall’odore che aleggiava in quella stanza, collezionava incenso, era anche una sottospecie di santone che passava probabilmente le sue giornate a sparare cazzate sull’essere, sull’anima e su qualche strana divinità dalle molteplici braccia o dalle mille teste. 
Forse era meglio l’assassino. 
Si schiarì la voce con un colpo di tosse, tanto per attirare l’attenzione dell’altro, cosa che riuscì alla perfezione poiché Castiel aprì gli occhi e si voltò verso di lui, sorridendo «Hai fatto presto» affermò, alzandosi e stiracchiandosi facendo scrocchiare le ossa. 
«Si, non ho portato molta roba» rispose Dean leggermente a disagio.
E ora? Come doveva comportarsi? Cosa doveva dire e cosa doveva non dire? In quel momento avrebbe venduto l’anima per una bella birra ghiacciata.
Castiel sembrò leggergli nella mente poiché schizzò verso la cucina e ne uscì qualche secondo dopo con due birre fresche fresche di frigo. 
Oltre ad essere un hippie santone ora sapeva anche leggere la mente? 
Tornò accanto a lui e gliene porse una andandosi poi a sedere sul divano. 
«Allora, Dean, raccontami qualcosa di te».
Dean lo imitò, sedendosi accanto a lui e prendendo un lungo sorso di bevanda fredda «Qualcosa del tipo?» Perché doveva cominciare lui a parlare? Raccontare di se non era tra le cose che preferiva in assoluto. 
Castiel rimase qualche secondo in silenzio a pensare, una mano sotto il mento e gli occhi alzati verso il soffitto «Ad esempio quanti anni hai? Che lavoro fai? Perché hai deciso di trasferirti proprio qui a Seattle? Sei fidanzato, sposato, divorziato, vedovo?» domandò infine puntando quelle pozze azzurre e profonde verso l’interpellato. 
Di rimando Dean prese un altro sorso di birra prima di rispondere «Ho 27 anni, faccio il meccanico, sono affari miei e non sono fidanzato, sposato, divorziato o vedovo» fece per porre le stesse domande all’altro quando incrociò quegli occhi che parevano decisamente stupiti per delle risposte tanto coincise e semplici «Che c’è?» domandò quindi. 
Castiel lo fissò per qualche altro secondo con la bocca leggermente aperta e gli occhi spalancati, poi diede vita ai suoi pensieri «Fai il meccanico? E sei venuto a Seattle? Vuoi forse dirmi che ci sono meccanici a Seattle?»
Questa volta quello stupito tra i due fu Dean. Aveva capito bene? Gliel’aveva veramente chiesto oppure si era immaginato tutto? 
«Stavi scherzando vero?» domandò l’altro ridacchiando.
E con questo Dean capì che quel ragazzo, oltre all’erba, si era fumato anche il cervello. 
«No, non stavo scherzando. Faccio il meccanico e si, a Seattle ci sono i meccanici» prese un altro sorso di birra sperando di trovare la forza per poter continuare quella conversazione. 
«Ma dai, si scoprono cose nuove ogni giorno. Comunque, io faccio il massaggiatore, sono felicemente single e vivo qui ormai da due anni» tornò a fissare davanti a se, sempre con quell’espressione enigmatica dipinta sul volto, sembrava sorridere ma non era proprio un sorriso, non trasmetteva felicità, anzi, tutt’altro. 
«Due anni? Non è poco. Come mai hai deciso di cercarti un coinquilino proprio adesso?» chiese Dean non riuscendo a trattenere la propria curiosità. 
«In verità un coinquilino lo cerco da quando mi sono trasferito qui, tu sei stato il primo che ha risposto al mio annuncio e ha accettato senza nemmeno voler vedere l’appartamento» rispose in tutta sincerità. 
Strano, un appartamento con un affitto così basso nel bel mezzo della città e nessuno che abbia accettato l’offerta? Dove stava la truffa? 
Una leggera risata lo riportò sulla terra, facendogli portare nuovamente l’attenzione su Castiel «Non c’è nessuna truffa, stai tranquillo. Sai, penso che la colpa sia principalmente mia. Non sono proprio una persona che gli altri definirebbero normale, come avrai potuto constatare tu stesso».
Dean si stupì nuovamente. Va bene, o aveva parlato ad alta voce e non se n’era accorto, oppure quel ragazzo sapeva veramente leggergli la mente, il che sarebbe stato parecchio imbarazzante. 
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere che Castiel poggiò la birra, ancora mezza piena, sul tavolino di fronte, si alzò e si voltò verso di lui tendendogli la mano «Sembri una persona interessante Dean Winchester. Sarà un piacere vivere con te». 
Dean si alzò a sua volta, stringendo la mano che l’altro gli porgeva e sfoggiando uno dei suoi miglior sorrisi «Tu invece sei una persona decisamente strana Castiel Novak, ma credo mi divertirò a stare qui». 
E fu così che quella lunga convivenza ebbe inizio.



  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: Iris_R_Chaucer