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Autore: Aki_93    11/12/2012    1 recensioni
"Le era stata data una vita che non voleva e per recuperare ciò che avrebbe voluto avere continuava a guardasi indietro,nella vana speranza che questo potesse riempire il vuoto della sua anima nera."
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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2° Capitolo: Memories. 

New York 1870, era una fredda mattina della metà di ottobre e in casa White aleggiava l'odore di cioccolato e vaniglia, alcune domestiche stavano canticchiando un tipico motivetto locale, mentre si dedicavano alla creazione di biscotti e torte per la piccola festa che si sarebbe tenuta quella sera, in onore del ritorno del padrone di casa, il conte Adam White. 
Tutti in quella casa erano ormai svegli da un pezzo,sebbene fossero ancora le sei del mattino, ognuno correva a destra e sinistra cercando di prepararsi, chi scendeva le scale con ancora la sottoveste e chi cercava di scegliere quale vestito indossare, tutto per il ritorno del padre che mancava da sei mesi e che non vedevano l'ora di rivedere. 
Toby e Christian i due figli maggiori del conte si stavano dedicando con pazienza al giardino, togliendo via qualche erbaccia che era rimasta e sistemando ciò che c'era da sistemare. 
I due fratelli si somigliavano in una maniera incredibile, avevano piccole fossette sul viso e folti capelli neri ad incorniciare quest'ultimo e grandi profondi occhi azzurri, erano famosi per la loro bellezza e per i loro modi gentili di porsi con qualcuno che ancora non conoscevano a differenza del padre, sapevano distinguere ciò che era giusto e rispettabile da ciò che era sbagliato e ripugnante. 
Delle grida isteriche e stanche uscirono dalla finestra, lasciata aperta dalla camera delle due gemelle, Lucy e Cristal amavano far impazzire le domestiche e in quel preciso momento si stavano dimenando perchè volevano scendere di sotto a giocare, erano il sorriso e l'allegria di quella casa, sapevano distinguersi dal resto della gente era una virtù a detta della madre, Isobel, che pochi possedevano.  
Se c'era una persona in quella casa, che era in grado di distinguersi veramente quella era di certo Sophia, aveva un aspetto incantevole, lunghi capelli biondi le scivolavano in onde sinuose sulle spalle e i suoi occhi color del mare facevano risplendere il suo viso. 
Era brava a distinguersi ad attirare l'attenzione su di lei e questo lei lo sapeva ed era felice che quel dono le appartenesse, era felice di essere considerata la ragazza più bella di New York. 
 
Sophia lasciò andare un sospiro carico di malinconia, si chiese perchè stesse ricordando quei giorni felici, quel giorno particolare della sua vita proprio adesso, l'aveva completamente rimosso, sepolto in un angolo della sua testa così che potesse andare avanti e vivere una vita senza dolore. 
Ma adesso li intrappolata in quelle mura che trasudavano ricordi, facevano riaffiorare tutto con violenza e sentiva ogni cosa ed era un dolore immenso,non riusciva neanche a fermare l'afflusso di ricordi che le squarciavano la mente e se avesse potuto piangere l'avrebbe fatto, avrebbe pianto i suoi ricordi più dolorosi così che essi scivolassero via da lei.. 
Era strano avrebbe preferito piangere per l'eternità che provare un simile dolore..la sua mente non le diede scampo l'attirava a se..doveva ricordare. 
 
 
"Sei felice Sophia?" 
La voce indistinta di sua madre la scosse dai pensieri che affollavano nella sua mente e raddrizzando le spalle sollevò il capo guardando il volto corrucciato di Isobel che la guardava aspettando una risposta. 
 
"Perchè non dovrei esserlo madre? Sono veramente felice che nostro padre torni a casa e poi ho una buona occasione per farmi bella oggi." 
 
"Da quando tu hai bisogno una scusa per farti bella Sophia? E comunque la tua non può definirsi una risposta." Isobel sollevò un sopracciglio mentre pettinava i capelli della figlia
 
"Perchè madre?" Chiese con stupore Sophia, con un pizzico di curiosità nella voce. 
 
"Un giorno capirai cos'è veramente la felicità Sophia e di certo non è un ballo."
 
 
Sophia aveva appena compiuto 17 anni, per lei la felicità non era altro che una favola, scritta nei libri dove amava tuffarsi all'ombra del suo albero preferito. 
Ancora non riusciva a capire cosa sua madre voleva dirle, non avrebbe mai potuto immaginare cosa l'aspettava e cosa avrebbe dovuto vivere per cercare di riavere la possibilità di essere felice, che le era stata strappata con violenza dalle mani.
 
"Quindi voi siete amico di mio padre?" 
 
La voce di Sophia squarciò il silenzio notturno, che avvolgeva la villa in un tumulto di luci e musica, come ogni volta che tornava il padre la casa si colorava di risate e balli, era felice di potersi di nuovo sentire al sicuro dentro quell'enorme tenuta di campagna ed era felice di aver trovato un ottimo compagno di chiacchiere quella sera. 
I suoi occhi sfrecciarono verso il volto dello sconosciuto che era arrivato insieme al padre quel pomeriggio, aveva un aspetto a dir poco stupefacente, non aveva mai visto un uomo così bello in vita sua ed era ammaliata dai suoi modi di fare così galanti, dovette nascondere il rossore delle sue guance sotto il buio della notte per ben due volte al solo udire la sua voce, si sentiva attratta da lui come una calamita e per qualche, strano motivo aveva paura di questo. 
 
"Conosco suo padre in maniera piuttosto dettagliata Miss White, ma mi trovo qui per affari a dir il vero." La voce di Daniel giunse alle orecchie di Sophia come cioccolata fusa,scuotendole la spina dorsale mandandola in estasi.
 
"Affari di che tipo..se..se posso domandarlo."
 
"Sapete Miss White,voi mi avete lasciato senza fiato la vostra bellezza mi incuriosisce..molto." 
 
"Vi incuriosisce?" 
 
"Si..non posso resistervi." 
 
Alla luce della luna gli occhi di Daniel si trasformarono, il blu dei suoi occhi lasciò il posto al nero della notte e delle rughe profonde scavarono la pelle del suo viso che cambiò in modo così brutale. 
Sophia fece un passo indietro, il suo cuore batteva all'impazzata era spaventata da ciò che vedeva da ciò che le stava pericolosamente vicino, si sentiva come un animale in gabbia, adesso non riusciva più a riconoscere l'uomo affascinante che aveva accanto un attimo prima..
I suoi occhi erano profondi, profondi come l'anima che non possedeva più da secoli..la felicità si macchiò di sangue e il calore fu scacciato via dal corpo delicato di Sophia..
 
"Sarete mia per sempre.." 
 
Le labbra di Daniel affondarono con delicatezza nella pelle di Sophia,privando le sue rosee guance del sangue che le irrorava, spazzandone via il  futuro e la vita che ormai apparteneva solo a lui. 
  
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