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Autore: OliviaP_    12/12/2012    3 recensioni
 
Crac.
L'inconfondibile rumore di una smaterializzazione lo fece svegliare di scatto. 
Chi mai poteva essere a quell'ora della notte? 
Fred scese sbadigliando dal divano logoro e per poco non si ruppe una gamba scivolando su una bottiglia vuota di Burrobirra. Imprecando tra i denti, aprì le imposte della finestra cigolante e si affacciò, riconoscendo nell'ombra una familiare figura dai capelli crespi. 
-Ehi Granger, già sentivi la mia mancanza?- urlò, senza curarsi del fatto che fossero le due passate. 
Hermione veniva verso casa con un'andatura barcollante che Fred conosceva fin troppo bene, ma che mai e poi mai si sarebbe sognato di vedere nell'ex Prefetto-Perfetto di Grifondoro, nonché acclamata salvatrice del mondo magico, donna in carriera e sua futura cognata. 
Si precipitò ad aprirle la porta, trovandosi di fronte uno spettacolo a dir poco agghiacciante. 
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Sconfitta.

Si accorse che qualcosa non andava nell’istante esatto in cui varcò la soglia di casa. 
Lo stereo, uno dei pochi aggeggi babbani che si era portata dietro dalla vecchia casa dei suoi genitori e che di solito se ne stava spento su uno scaffale della loro camera da letto a prendere la polvere, quella sera era inspiegabilmente acceso su una stazione radio che trasmetteva melense canzoni d’amore, ben udibili dal piano di sotto dove lei si trovava. 
Per qualche glorioso minuto Hermione pensò che Ron le avesse organizzato una sorpresa romantica, magari nel tentativo di distrarla dal pensiero di Grattastinchi assiderato.
La sua teoria trovò fondamento qualche metro più in là, sul tavolo della cucina, dove faceva bella mostra di sé una bottiglia di pregiato champagne francese stappata e piena solo per metà. 
Sorridendo compiaciuta al pensiero della notte che l’aspettava, si tolse i rumorosi stivaletti col tacco e si avviò in punta di piedi su per le scale. Un profumo intenso e dolciastro aleggiava per tutto il corridoio. Hermione era sicura di averlo già sentito da qualche parte, ma non riusciva a ricordare dove. Un campanello d’allarme in qualche angolo remoto del suo cervello prese a suonare debolmente. 
Quando arrivò di fronte alla porta della camera da letto che divideva con Ron si bloccò: dall’interno della stanza provenivano gemiti e sospiri. 
Il suo primo, ingenuo pensiero, fu che Ron avesse acceso il vecchio televisore, altro cimelio della sua infanzia, e avesse messo su uno di quei filmini porno con cui tante volte nei primissimi mesi della loro storia aveva cercato di eccitarla nella speranza di risvegliare in lei chissà quali perversi desideri, senza peraltro trarne risultati apprezzabili…chissà, si disse, quella forse sarebbe stata la volta buona, erano secoli ormai che non facevano sesso.  
Peccato che, ascoltandola con più attenzione, la voce del “pornoattore” in questione suonasse fin troppo familiare. 
-Che c’è?- chiese Ron da dietro la porta. I gemiti erano cessati. 
-Ho sentito un rumore- rispose una voce di ragazza dall’inconfondibile accento francese. 
-Sciocchezze…vedrai, non tornerà prima di un’altra ora…quel gatto era davvero conciato male e conoscendola non leverà le tende finché non gliel’avranno rimesso in sesto- 
-Stavolta hai proprio esasgerato però…prondersela con un povero miscio!- ridacchiò la ragazza. 
Ron emise un grugnito compiaciuto. 
-Non sapevo più che scusa inventarmi, ho usato davvero tutte le migliori del mio repertorio…e comunque, non l’ho mai potuto vedere-. 
Hermione era pietrificata, la mano ancora appoggiata sulla maniglia.
Doveva essere un incubo, presto si sarebbe svegliata e si sarebbe ritrovata accanto a Ron che dormiva a bocca aperta e mormorava parole senza senso.
Senza volerlo, si lasciò sfuggire un rumoroso singhiozzo. 
-Che cos’era?- chiese la voce femminile. 
-Non lo so, vado a controllare-. 
I passi di Ron si avvicinarono cautamente alla porta, che si spalancò rivelandogli un’amara sorpresa. 
Hermione piangeva in silenzio, il volto rosso e gli occhi umidi animati da fiamme di rabbia e delusione.
Aveva estratto la bacchetta e la stava puntando contro il pallido petto nudo di Ron, che la fissava ad occhi sbarrati. 
-He…Hermione…amore…posso…non è come sem…-
-TU LURIDO PORCO SCHIFOSO, DAMMI SOLO UNA RAGIONE, SOLO UNA PER CUI NON DOVREI CRUCIARTI ALL’ISTANTE! SEI UN VILE, VISCIDO VERME!- tuonò Hermione totalmente fuori di sé. 
Ron provò a balbettare qualcosa, ma la ragazza affondò ancora più violentemente la bacchetta nella sua carne. 
-OH, ASPETTA CHE RACCONTI TUTTO A TUA MADRE…CON LA MOGLIE DI TUO FRATELLO…VERGO…-
Ma Hermione non finì la frase. 
L’altra fece capolino da dietro le spalle di Ron, completamente nuda se non per il lenzuolo che a malapena le copriva le cosce. I lunghi capelli biondo argenteo le ricadevano leggermente arruffati sulle spalle e quando si avvicinò Hermione potè constatare ancora più inorridita che non si trattava affatto di Fleur. 
-Ga…Gabrielle?- boccheggiò, prima di riprendere ad urlare come un’ossessa. 
-OH MIO DIO…RONALD WEASLEY…SEI L’ESSERE PIU’ DISGUSTOSO, PIU’ VOMITEVOLE CHE ABBIA MAI CONOSCIUTO IN TUTTA LA MIA VITA…NON E’ NEMMENO MAGGIORENNE!-. 
Gabrielle Delacour allontanò Ron dalla portata di Hermione e guardò la ragazza con aria di sfida. 
-Non sarò masgiorenne, ma almeno non sono una frisgida comme toi- la canzonò. Hermione non ci vide più. 
-CHIUDI IL BECCO!- ringhiò, ed un secondo dopo un lampo di luce rossa scaturì dalla punta della sua bacchetta, mandando Gabrielle a schiantarsi sul letto priva di sensi. 
-Da quanto, Ronald, da quanto va avanti questa storia?-
-Dal…dal matrimonio di George e Angelina…ma Hermione, ti posso spiegare…non volevo…- rispose Ron in un sussurro appena percettibile che tradiva tutta la sua paura nei confronti dell’ormai ex fidanzata.  
-Taci- sibilò lei con un tono falsamente calmo -e se non intendi fare la stessa fine della tua puttana, farai meglio a prendere le tue cose e sparire dalla faccia della Terra!-. 
Ron, pallido come un cencio, non se lo fece ripetere due volte. 
In fretta e furia, continuando ad osservare preoccupato la bacchetta di Hermione che tremolava puntata contro di lui, si rivestì, infilò qualche vestito preso a caso in un vecchio zainetto e, cinto il polso di Gabrielle, si smaterializzò alla velocità della luce. 
Hermione si lasciò cadere a terra, sconfitta. 
Voleva urlare, strapparsi i capelli in quel modo assurdo e teatrale di cui solo gli attori di scadenti filmetti erano capaci, voleva affondare la faccia in un cuscino e piangere tutte le sue lacrime, eppure non fece nulla di tutte queste cose. 
Barcollando come un automa, afferrò dal comodino una cornice che ritraeva lei e Ron abbracciati e sorridenti e la scagliò con tutta la forza che aveva in corpo contro la parete opposta. 
Il vetro si frantumò in mille pezzi che presero a volare da tutte le parti, colpendola e graffiandola sulle guance e sulle braccia, ma non le importava. 
Voleva distruggere tutto ciò che lo riguardava, non doveva rimanere più niente in quella casa che suggerisse l’idea che lì dentro una coppia di innamorati avesse vissuto per più di quattro anni e che, soprattutto, il soggetto maschile della stessa fosse Ronald Bilius Weasley. 
Desiderò ardentemente che qualcuno le facesse un potente incantesimo di memoria e lo cancellasse per sempre dalla sua mente, come se non fosse mai esistito…ma più demoliva le stanze, gli oggetti, i ricordi, e più si rendeva conto che era la casa stessa a sapere di lui, di loro, in ogni suo angolo.
Non poteva restare lì un secondo di più. 
Afferrò la borsa e si richiuse la porta alle spalle piangendo. 
  
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