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Autore: Emerald Serpensortia    13/12/2012    1 recensioni
Ogni giorno, migliaia di innocenti venivano uccisi perché ritenuti indegni di vivere; erano bastardi che dovevano essere sterminati.
Succedeva, a volte, per chi poteva definirsi "fortunato" che venivano risparmiati per poi finire a fare da servi ai Grandi.
Chi erano i Grandi? Semplice. Coloro che dovevano compiere questo compito, il lavoro sporco di stanare i bastardi ed ucciderli, i Mangiamorte.
Genere: Guerra, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti, Voldemort | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Ronald Weasley, dopo la fatidica perdita di suo fratello Fred, aveva passato alcuni mesi alla Tana per stare accanto alla sua famiglia.

Gli mancava.

Gli mancava da morire.

Avrebbe dato di tutto, pur di riavere indietro suo fratello.

Gli mancavano le sue risate.

Gli mancava quando i gemelli lo prendevano in giro perché mangiava come un maiale o perché era innamorato della sua amica di sempre e non riusciva a dirlo.

Gli mancava, tutto.

Un giorno di pioggia, il giorno più triste, accadde una sciagura, l'inevitabile ormai di quei tempi.

Un gruppo di Mangiamorte fece un attacco a sorpresa alla Tana.

Distrussero tutto.

Fu il panico.

Erano pronti da mesi a quel giorno, non vollero sprecare le ore spese ad allenarsi, non vollero lasciare niente al caso.

Per Fred.

Volarono maledizioni e schiantesimi.

La famiglia si divise e ognuno prese una scopa per fuggire.

Ron viaggiò molto in mezzo alle bufere di quel mondo così cupo.

Ma qualcosa andò storto, Ron lo sentì nel suo cuore, qualcosa era andato storto.

Ginevra era stata catturata da un Mangiamorte e di lei, nessuno ebbe più notizie.

Ron pianse. Pianse per sua sorella.

Per la sua famiglia.

Pianse perché sapeva, nel suo cuore, di essere rimasto solo.

Non volendo farsi catturare ed uccidere, continuò la sua fuga.

Quattro ore dopo, decise di scendere verso un bosco e fu in quel momento che vide in mezzo a un campo vuoto, un recinto malridotto e un'insegna.

Si avvicinò titubante e sfiorò con le dita quel cartello, che al suo contatto brillò di una luce azzurra e comparve una scritta.

"Vecchia dimora dei fratelli Wood, che alla loro morte, decisero che solo il tocco di un anima buona e in cerca d'aiuto sarebbe riuscito ad attraversare questo cancello e poterci vivere"

Pochi secondi dopo, infatti, comparvero le mura di una casa apparentemente abbandonata.

Ron decise di fidarsi degli strani fratelli Wood e spingendo il cancello, decise che quella sarebbe stata la sua nuova casa.
 

† † † † †
 

In quello stesso momento, a qualche chilometro di distanza, un ragazzo malridotto e piuttosto noto, stava strisciando in un bosco cercando di non farsi scoprire.

Era riuscito, sebbene con qualche fatica, ad agguantare un pezzo di pane dalla finestra di una panetteria di Londra.

Era prezioso per lui, perché era forse il primo pasto caldo che riusciva a mangiare in due mesi.

Era quasi pelle ossa, e benché era uno dei pochi che ancora possedesse la bacchetta, non la usava mai.

Aveva paura che con qualche incantesimo di intercettazione sarebbero riusciti a trovarlo e ad ucciderlo.

E lui questo non poteva permetterselo. 

Viveva in una grotta maleodorante, come un animale.

Era la prima volta che ci pensava, ma rimpiangeva gli anni passati con gli zii.

Non parlava con qualcuno da tanto tempo e ogni tanto si chiedeva se sapesse ancora parlare.

Insomma, non era proprio una gran vita.

Ogni sera, guardava il cielo e pregava per lui, per Ron e per Hermione.

Ognuno era scappato per vie diverse e non si erano più visti ne sentiti.

Gli mancavano da morire i suoi migliori amici e la domanda che aleggiava sulla sua testa perennemente era se erano ancora vivi e se stavano bene.

Avrebbe dato qualsiasi cosa per riabbracciarli e sperava che almeno loro non erano costretti a vivere nel letame.


† † † † †
 

Era ferita.

Aveva incontrato un Mangiamorte mentre tornava a casa, nella Londra Babbana.

Aveva scoperto che la casa dei suoi genitori non era stata toccata e quindi dopo la guerra si era rintanata li, nella cantina, sperando che nessuno la trovasse.

Quella mattina era andata in perlustrazione, a soccorrere i pochi babbani e mezzosangue rimasti e a cercare qualcosa da mangiare in qualche negozio distrutto dall'orrore e dalla guerra.

Girato l'angolo non si era accorta dell'uomo incappucciato che la fissava.

Aveva continuato imperterrita e proprio davanti alla porta d'entrata quell'ignobile uomo le aveva scagliato uno stupeficium.

Per fortuna non era abbastanza potente ed é riuscita a rialzarsi e scappare dietro la casa, ma cadendo si era ferita ad un fianco ed ora le faceva male.

Maledetti Mangiamorte. 

Era scappata in mezzo al bosco, così se quell'essere schifoso avesse cercato di seguirla, lei avrebbe avuto un po' di vantaggio e poteva nascondersi dietro i cespugli.

Si era girata a controllare e non aveva visto quella radice che avanzava dal terreno.

Era caduta come un sacco di patate e subito dopo é rotolata giù da una discesa piena di sassi e foglie scivolose.

Aveva battuto la testa e forse era svenuta per qualche ora, perché al suo risveglio stava comodamente sdraiata su un letto profumato in una stanza rossa e sicuramente, non era stata rapita da nessun Mangiamorte, dato che era ancora viva.

  
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