Film > Lorax - Il guardiano della foresta
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Autore: Elelovett    13/12/2012    2 recensioni
E se oltre al rimorso di aver distrutto la Valle Once-ler avesse anche quello di aver perso la ragazza dei suoi sogni? Forse non ha raccontato proprio tutto a Ted...
Questa è la storia di come Once-ler ha incontrato Ellie e la sua vita è cambiata. Ma basterà l'amore della ragazza a farlo desistere dal tagliare gli alberi? E fino a che punto i protagonisti sono disposti a seguire i propri sogni? Amore, avventura, divertimento e lacrime, solo per chi ha voglia di addentrarsi in questa storia e conoscere un lato di Once-ler che il film non mostra. :)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Once-ler, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap.21

Solo

Once-ler congedò il geometra, che aveva preso il posto dell'avvocato almeno due ore prima. Era stato talmente impegnato che non era riuscito ad andare a cercare Ellie per chiederle scusa, ma ora era decisamente il momento. Stava per uscire quando sentì una nota voce provenire da uno dei balconi dell'ufficio:
«Stavolta l'hai combinata grossa.»
Once-ler vide Lorax seduto sulla balaustra del terrazzo, intento a fissare quello che rimaneva della foresta.
«Che ci fai qui? » gli chiese il ragazzo scontroso.
Il guardiano si voltò verso di lui:
«È troppo tardi per andarti a scusare con lei. »
Once-ler si irrigidì sentendo Lorax parlare di Ellie:
«Stai fuori da questa storia. Anzi, vattene proprio, non hai nessun motivo di stare qui! »
«Perché? Ti metto in imbarazzo? Ti ricordo le tue promesse? »
«Lasciami in pace! Se per te è un problema quello che faccio perché non hai usato i tuoi incredibili poteri per fermarmi? »
«Te l'ho sempre detto: non funziona così. »
«Già...Sei una fregatura...Non hai mai mosso un dito per ostacolarmi. »
«Non sei più quello di prima Once-ler, e lei se n'è accorta. Hai fatto la tua scelta. »
Il ragazzo non ci vide più dalla rabbia e cominciò ad avanzare verso il guardiano, costringendolo ad arretrare lungo la ripida scala esterna:
«Sai che ti dico? Tappati la bocca con i tuoi baffi! Ho la coscienza pulita, non ho fatto niente di illegale, ho i miei diritti e intendo continuare ad espandermi e a trasformare alberi di Truffula in thneed! »
Lorax cadde a terra con un gemito, mentre Once-ler gli tuonava sopra:
«E niente potrà fermarmi! »
In quel momento un suono sordo e terribile squarciò l'aria: una delle macchine taglia-truffule aveva abbattuto l'ultimo albero, che lento cadde al suolo con un tonfo lasciando la valle in un cupo silenzio. Lorax mormorò:
«Ecco fatto, era l'ultimo. Forse ora ti fermerai. »
Once-ler fissava sconvolto l'albero a terra, e per un attimo fu come se il tempo si fosse fermato. Mentre si guardava intorno scorgendo solo il nulla che aveva creato la verità gli piombò addosso come una lama: tutto ciò che aveva sempre saputo ma aveva cercato di non vedere, tutte le parole di Ellie, gli ammonimenti di Lorax, gli vorticavano intorno aprendogli gli occhi per la prima vera volta. Aveva distrutto tutto, non aveva pensato alle conseguenze, tutta la sua impresa era finita. L'azienda sarebbe fallita e caduta come un castello di carte. Era stata tutta un'illusione, ed era tutta colpa sua. Ingenuo, borioso e cieco. Tutto era finito.
 
Dopo che tutti gli operai se ne furono andati e la fabbrica fu ufficialmente chiusa, anche i manifesti scomparvero. Nell'aria grigia su cui da tempo non ci si poteva basare per distinguere il giorno dalla notte, un camper sfilava silenzioso verso l'uscita della valle. Once-ler lo aspettava poco lontano dalla fabbrica, e quando la vettura si fermò di fronte a lui -ancora vestito della sua sgargiante mise verde ma stranamente patetico e afflitto- il finestrino si abbassò lentamente rivelando il profilo severo della madre del ragazzo. La donna gli gettò uno sguardo di disprezzo:
«Figlio, tu mi hai delusa molto! »
Il cuore di Once-ler si spezzò ancora una volta, sebbene Ellie l'avesse sempre messo in guardia contro l'amore fasullo di sua madre.
«Brett» esclamò la donna rivolta all'altro figlio «sei tu il mio preferito ora! »
Il gemello sembrava parecchio confuso, ma non replicò. Senza aggiungere una parola la donna mise in moto e il camper sgommò via portandosi via per sempre tutto ciò che rimaneva della famiglia di Once-ler. Il ragazzo tossì per il polverone sollevato dalla vettura, e osservò il puntino nero che si allontanava. E così era vero, una volta finito di usarlo l'avevano abbandonato. Senza tanti convenevoli, senza finzioni per una volta. Aveva sempre voluto rendere orgogliosa sua madre, e adesso probabilmente non l'avrebbe vista mai più.
Lentamente Once-ler si voltò, e si ritrovò faccia a faccia con Lorax e tutti gli animali della foresta.
«Senti, io non voglio problemi. » disse indietreggiando, temendo la punizione che effettivamente si meritava.
Invece la risposta di Lorax lo stupì:
«E non ne avrai...Non da loro. Grazie a te e alla tua ascia, al tuo smog, non possono più vivere qui! Perciò li mando via, spero che trovino un posto migliore da qualche parte... »
Il ragazzo osservò disperato e impotente il fiume animale che si riversava nella valle, diretto chissà dove: camminavano lenti e tristi, una sorta di immensa marcia funebre. Tra barbalotti, pescetti e citrigni Once-ler riconobbe il suo vecchio mulo:
«Melvin! »
Ma l'animale sbuffò e continuò a camminare.
«Quisquilia...Ehi... »tentò di chiamare il ragazzo, mostrando un marshmellow.
Il piccolo barbalotto aveva gli occhi pieni di lacrime, e lanciato uno sguardo deluso proseguì insieme agli altri. A quel punto Once-ler si tolse il cappello e si voltò verso il guardiano, che se ne stava in piedi su una pietra. Non poteva abbandonarlo anche lui, non adesso!
E poi all'improvviso la vide, in piedi dietro Lorax: Ellie. Da quando era caduta l'ultima Truffula non l'aveva più vista, e temeva se ne fosse andata. Invece era ancora lì: non indossava più la sua mise rossa ma i vecchi abiti di sempre, e lo fissava con gli occhi lucidi e l'aria delusa.
«Ellie... » disse il ragazzo guardandola con sguardo implorante.
La ragazza gli si avvicinò, la voce le tremava:
«Once-ler... »
Non c'era bisogno di parlare, i due si erano capiti benissimo. Adesso erano talmente vicini da potersi sentire anche sussurrando.
«Non mi lasciare anche tu, ti prego... » la implorò con un fil di voce il ragazzo.
Le strinse le mani, e lei lo guardò negli occhi: i suoi occhi azzurri, acquosi e più grandi perché sul punto di piangere, fecero venire a Once-ler un tuffo al cuore.
«Devo andare...Ho trovato il mio sogno...E tu hai fatto la tua scelta. »
«No Ellie, non dire così...Ti prego! Sono un mostro, ho sbagliato, ti ho trattata male e ignorata, ma ti scongiuro, adesso non lasciarmi! Ho bisogno di te! Mi hanno abbandonato tutti! »
«Dovevi pensarci prima. »
La ragazza lo superò e fece per andarsene. All'improvviso, non sapendo più come trattenerla, Once-ler si ricordò dell'anello.
«Ellie! » la chiamò.
Mentre lei si voltava, Once-ler tirò fuori la scatolina, l'aprì e gliela mostrò allungando il braccio, come aveva mostrato il marshmellow a Quisquilia. Il suo sguardo traboccava speranza e disperazione, mentre Ellie lo guardava colpita, tra le lacrime.
«Vuoi sposarmi? »
A quel punto Once-ler realizzò quanto fosse ridicolo lì in piedi con la sua giacca verde, ricordo di una vita finita, nel bel mezzo del nulla che lui stesso aveva creato. Ridicolo mentre chiedeva di sposarlo alla donna che lui stesso aveva trattato come carta straccia, e che gli aveva predetto che tutti l'avrebbero abbandonato e che lui avrebbe rovinato tutto. Era troppo tardi per rimediare, era addirittura offensivo e patetico. Ellie emise un singhiozzo che pareva una risatina nervosa per l'esasperazione:
«Mi stai chiedendo di sposarti? »
Once-ler ripose la scatolina e tornò a guardarla triste. A quel punto la ragazza tornò verso di lui e gli prese il viso tra le mani:
«Oncie, è troppo tardi, lo capisci? Ti avevo avvertito in tutti i modi. Io ho scelto la mia strada, è necessario che tu capisca da solo dove hai sbagliato. »
Once-ler piantò le sue pupille in quelle di lei:
«Io ti amo, Ellie. »
Lacrime bagnavano le guance della ragazza:
«Ti amo anch'io, amore mio. E ti amerò per sempre. Ma hai scelto una strada che dovrai percorrere da solo. »
E lentamente appoggiò le labbra a quelle di lui. Once-ler chiuse gli occhi e assaporò quello che sapeva sarebbe stato il suo ultimo bacio. A quel punto Ellie si avvicinò a Lorax e, prima lui e poi lei, come d'incanto, si alzarono nell'aria e volarono via in una colonna di luce. Once-ler rimase a guardarli affranto finché non scomparvero. Ellie era diventata una guardiana della foresta.
Il ragazzo pianse in silenzio constatando che era rimasto veramente solo. Aveva fatto terra bruciata intorno a sé e doveva pagarne le conseguenze...Aveva respinto tutti...E tutti erano scomparsi...Anche Lorax...Anche lei.
Voltandosi vide che c'era una scritta sulla pietra che prima occupava il guardiano: a meno che. Era quella la soluzione? Lorax ed Ellie gli avevano lasciato quell'enigma come chiave della propria espiazione? Once-ler continuò a fissarla. A meno che...Cosa?
Di una sola cosa era certo mentre rientrava nella fabbrica abbandonata: avrebbe trascorso tutta la vita a pentirsi e a riflettere su ciò che aveva fatto, e avrebbe fissato la frase finché non avesse capito come far tornare tutti gli alberi, le creature, Lorax e lei. Il ricordo e il rimorso avrebbero dominato i suoi giorni e le sue notti, finché non fosse riuscito ad ottenere il perdono della natura e dei due guardiani. E mentre chiudeva il portone della fabbrica gli tornò in mente quella canzone che tanto i due ragazzi amavano cantare quando la valle era ancora coperta di Truffule e il mondo sembrava sorridergli. Gli venne spontaneo cambiare il verso:
Pebbles don't forgive me, the trees don't forgive me, so why should you forgive me?



  
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