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Autore: LouVelessy    13/12/2012    2 recensioni
2023.
"Ogni giorno, per me, diventa sempre più assurdo pensare a come siamo arrivati qui... Forse perchè non è stato per niente facile. Però rifarei tutto."
{ Ricordi degli OneDirection - a Larry Stylinson's story - Storia di un'amicizia - Spero vi piaccia, almeno la metà di quanto mi piace scriverla. Vivo per loro. Spero possiate comprendermi senza reputarmi una pazza. }
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PRIMO CAPITOLO - Hearings are scary




 
2010. Provini xFactor, Regno Unito.
 
Quello che più colpisce in avvenimenti di questo genere, sono le code. Le lunghe code, ordinate a tratti mentre in altri a dir poco confusionali, composte da gente di diverso genere, età, stile. C'è un universo concentrato in un unico luogo. Un pò come quando vai a vedere un concerto, con la differenza che lì tutti sono più o meno accomunati, quanto meno dalla passione dello stesso tipo di musica. 
Lì no. C'era davvero un universo di varietà. Sotto al sole, armati di ogni modo possibile per difendersi dal caldo che ad una certa ora, per forza di cose, comincia a picchiare. E non sarebbe l'unica cosa che potrebbe farti andare fuori di testa. Ci si mette l'ansia, la tensione, la strizza. 
 
Tra il migliaio di persone, c'era anche chi, in maniera del tutto anonima, faceva la fila chiuso nella propria ansia, guardandosi intorno di tanto in tanto, senza far troppo caso alla gente che aveva intorno, perchè farlo avrebbe significato aumentare lo stato di preoccupazione.
< Tanto non mi prendono.. > continuava a ripetere Harry. Pessimista fino al midollo o semplicemente talmente impaurito da un'eventuale delusione, da preferire così. Era meglio partire preparati, piuttosto che restare male a quei "no".
< Me ne torno a cantare con i ragazzi ai matrimoni! > così scherzava, sempre per scaricare la tensione. I White Eskimo, il gruppo che aveva messo su con qualche amico, con cui si dilettava a cantare in giro. Niente di impegnativo, ma almeno faceva quello che gli piaceva. Si riteneva parecchio fortunato già per quello, non aveva bisogno di essere preso ad xFactor. Era lì per provare, per accontentare la madre.
< Harry, hai talento! Vedrai che se ne accorgeranno... hanno orecchio, sai? > la madre, Anne, al contrario del figlio era sempre ottimista al riguardo. Ma il riccio non sembrava dare parecchie attenzioni a quelle che erano le sensazioni della madre.
 
Tutti quelli che facevano la fila intorno a lui sembravano essere pronti per una sfilata di moda, o cose di quel genere. Avevano scelto il vestito migliore, la pettinatura giusta, il trucco adatto alle luci di uno studio televisivo. Il piccolo Styles aveva rifiutato qualsiasi cosa di quel genere. E Anne non aveva nemmeno provato a chiederglielo una seconda volta. Harry è così, semplice. E quella mattina era sveglio dalle tre, quindi la voglia di sistemarsi per le audizioni era pari a zero. Indossava abiti semplici, come avrebbe fatto per uscire con gli amici. Un jeans, una maglietta bianca, un leggero pullover grigio ed una sciarpetta al collo, per bellezza più che per necessità. I soliti braccialetti al polso sinistro, con annesso orologio. L'unico accessiorio che indossava sempre, ad ogni occasione, era un orologio. Oltre ovviamente ai suoi riccioli. Quelli, per natura, doveva portarli per forza!
 
L'ansia e la paura, ad ogni metro in cui la fila avanzava, crescevano sempre più. Ed Anne se ne rendeva conto perchè Harry era sempre più agitato, si guardava intorno più spesso, cercando chissà cosa - forse una via d'uscita - e si faceva aria in faccia con le mani, classica mossa di quando era in uno stato d'ansia acuta. Ha sempre sofferto di crisi d'ansia il piccolo Styles.
< Harry, c'è un bagno lì... > il dito della madre indicava la porta di una struttura di fianco all'arena < perchè non vai a darti una sistemata al ciuffo?> 
C'era da sistemare il ciuffo? Erano il suo biglietto d'ingresso quei ricci! < Vado... > anche se non era per nulla entusiasto dell'idea. Insomma, non aveva voglia di star lì, sistemarsi... < Ti teniamo il posto, fai con comodo! > almeno un pò di lontananza da tutta quella gente gli avrebbe giovato di sicuro. Anne lo sapeva.
 
Con le mani in tasca, lentamente, il sedicenne abbandonò il suo posto in fila, e si avviò ai bagni. E più camminava, più realizzava il gran quantitativo di gente che era lì, ad inseguire un sogno come lui. Quindi più l'ansia saliva, di conseguenza. 
 
Il bagno degli uomini ha sempre quel che di poco igienico, ma quello di xFactor invece profumava. Non aveva mai "visitato" un bagno con quel profumo. Profumava di successo quasi. Chissà chi c'aveva espletato i propri bisogni prima di lui. Qualcuno di famoso magari! 
Quell'idea lo fece sorridere, mentre si specchiava. Non lo faceva con aria gongolante, non si sentiva di certo un bel figo. Insomma, un sedicenne nella norma, niente di particolare. Solo i suoi ricci.. i suoi ricci lo esaltavano. Tirò la testa in giù, prima la scosse un pò, muovendo appena le spalle, e poi ci passo in mezzo le dita della mano destra, dandogli una rimestata. Quindi ritirò su di scatto la testa, dandosi un'altra specchiata. Erano perfetti. Avevano quel modo morbido di stare gli uni addosso agli altri. Adorabile. 
 
E così preso com'era, solo qualche secondo dopo si rese conto che qualcuno, alle sue spalle, lo stava osservando. 
 
Si accigliò parecchio nel trovare quella figura lì, con le mani in tasca, che lo fissava. E alzò gli occhi nel cercare la sua faccia, riflessa nello specchio.
< Ops... > sorrise lui, arrossendo appena, forse per l'imbarazzo nell'essere stato scoperto a guardarlo.
< Hi! > { ho lasciato il saluto in inglese, per essere più fedele alla realtà! - note dell'autrice - } così lo salutò Harry, ritornando di nuovo ai suoi riccioli mentre l'altro rgagazzo gli si affiancò, bagnandosi le mani e passandosele sul volto, per rinfrescarsi. 
 
< Tanta gente... > 
< Mai vista così tanta in vita mia... > non si guardavano, ognuno impegnato a prestare attenzione al motivo per cui erano in bagno < a Doncaster, dove vivo, non penso ce ne siano nemmeno così tanti! > 
Harry sorrise, scrollando le spalle in maniera naturale. 
Lui indossava un paio di jeans, una camicia chiara ed una cravatta nera. 
< Non ti danno fastidio tutti quei capelli? > gli chiese Harry, ignorando il fatto che ne aveva anche di più, volendo.
< Beh, a te danno fastidio i tuoi? > 
Facepalm per Harry, e i due cominciarono a ridere. Forse un modo semplice, per entrambi, di scaricare la tensione.
E senza pensare, entrambi, si allontanarono dai lavabi ed uscirono insieme, continuando a parlare. 
< Tu di dove sei? > < Di  Holmes Chapel, nel Cheshire... > < Oh, cittadina niente male... > < Ci sei mai stato? > < No, ma ha un bel nome! > 
Lo faceva sorridere. Sorridevano entrambi, e sembravano più rilassati. 
Anche Anne, quando Harry ritornò ad occupare il proprio posto, se ne rese conto. 
E l'altro ragazzo non si era diretto al proprio posto, ma restava lì, affianco ad Harry, a parlare e prendere in giro qualcuno messo proprio male lì intorno. 
< Come crede potrebbero prenderlo? Sembra un albero di natale! > 
< In effetti... > 
Subito in sintonia, senza sforzarsi più di tanto.
 
In bella compagnia il tempo passa più velocemente. E così non si resero conto che oramai c'erano. Era il turno di Harry. E la strizza? Dov'era finita l'ansia? Un pò ce n'era, ma tutta quella con cui era partito? 
 
Trovarsi di fronte a così tanta gente che ti guarda... era una sensazione nuova, ma che gli piaceva. Con un microfono in mano si sentiva a suo agio, rilassato. Un paio di domande di rito dai giudici, giusto per saperne qualche cosa di più su quel numero che gli era stato affibiato, e poi cominciò a fare quello per cui era nato. Cantare.
 
Isn't she lovely di Steve Wonder poteva essere definito il suo cavallo di battaglia, uno dei pezzi che gli veniva bene, uno di quelli a cui era affezionato. Lo cantava ai matrimoni, con i White. Gli avrebbe portato fortuna, secondo Anne, che dietro alle quinte incrociava le dita, emozionata. 
 
Mentre cantava il pubblico sembrava essere rapito. Qualcuno urlava già, apprezzando il modo di cantare del sedicenne, il suo timbro. Alla fine del breve estratto, accennò un inchino, imbarazzato dagli applausi. 
 
< Per avere sedici anni, hai davvero una bella voce! > era un SI, di sicuro. Il primo ostacolo, passato. Harry a stento ci credeva. 
< Penso tu sia ancora troppo giovane, e che non abbia ancora abbastanza esperienza e sicurezza. > un NO. Bene, lo sapeva. Non era nulla di nuovo alla fine.. era lì per la madre. Non si aspettava nulla.
< Non importa se hai 15, 16, 17 anni. Se sei bravo, sei bravo. > Era un SI. Era un SI! 
 
Era passato. Harry Styles era passato al prossimo livello. Era dentro. Aveva il fattore x secondo i giudici. 
Dietro le quinte, Anne lo aspettava a braccia aperte. 
< Che ti dicevo? Che ti dicevo! > era al settimo cielo, e Harry incredulo. Davvero incredulo. 
< Andiamo... c'è da festeggiare! > 
Ma c'era qualche cosa che lo fermava. < No aspetta... il ragazzo che era con me il fila... aspettiamo la sua audizione! > 
Solo adesso, dopo aver passato diverse ore di coda con lui, si rese conto di non avergli chiesto nemmeno il nome. 
 
Passò un'altra ora prima che fu il suo turno, ed Harry era lì, dietro le quinte, con le braccia conserte, in attesa. Non aveva modo di parlargli, perchè essendo già stato provinato non poteva reinfilarsi nella fila. Ma lui era lì. E quando il ragazzo passò per accedere al palco, essendo il suo turno, sorrise ad Harry che era lì. 
< Allora, com'è andata? > gli chiese velocemente. Aveva fretta, l'aspettavano.
< Sono dentro! > gli rispose, incrociando le dita per lui.
 
Una rimandata ai capelli e il ragazzo dei bagni fu dentro, sul palco, avanti ai giudici. 
< Come ti chiami? > 
< Louis Tomlinson> Ecco come si chiamava. Così conobbe il suo nome, senza nessuna presentazione ufficiale tra di loro.
Altro giro di domande per conoscere qualche particolare del ragazzo, e poi la canzone. 
Hey there Dhelila. Un pezzo tranquillo, nulla di impegnativo, abbastanza romantico. 
Aveva una bella voce. Era emozionato, ed Harry si emozionò nel sentirlo. Aveva la pelle d'oca. 
 
Ricevette tre si. Tre si. Era dentro! Erano dentro insieme.
 
Ritornando dietro alle quinte, prima di passare a festeggiare con i suoi che erano lì per lui, si fermò da Harry. I due si abbracciarono, saltando sul posto insieme e urlandosi nelle orecchie. Erano dentro insieme, ce l'avevano fatta in due! 
 
< Te l'avevo detto che l'albero di natale non passava! > Louis aveva sempre l'ultima parola!
Risero, ancora. Si conoscevano da poche ore, e già ridevano tanto insieme.
 
< Io comunque sono Harry Styles... Piacere Louis Tomlinson... > si strinsero la mano, dopo essersi abbracciati. Una scena parecchio atipica, ma questo erano. Atipici.
< Ora ci tocca il bootcamp! > 
< Passeremo Styles... passeremo. > 
 
Se lo sentiva. Sarebbe andato tutto per il meglio. 
E quella fu la prima volta in cui Harry si sentì tranquillo solo perchè c'era qualcuno che gli diceva di farlo.






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Ciao, sono sempre Giulia ( aka @LouVelessy su twitter e tumblr ). Ho postato già il secondo capitolo, più lungo del primo perchè più corposo. 
Spero vi piacerà e l'apprezzerete come avete apprezzato il primo. 
Il ragazzo che era nel prologo sarà lo stesso che è qui? Chi lo sa. Secondo voi? Mandatemi le vostre opinioni!
Mi sono attenuta alla veria storia per alcune cose, perchè trovo che sia un modo carino per ricordare della loro storia tutte insieme.
Vi è piaciuta? Vi prego di lasciare commenti, anche mandandomi messaggi privati, o scrivendomi su twitter o tumblr. 
Mi basterebbe solo sapere che a qualcuno piace C= 
Se passate, non so... lasciatemi un segno, qualche cosa che possa permettermi di ringraziarvi per l'attenzione! Ci conto <3
Grazie ancora a tutte, 
vostra LouVelessy.
  
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