Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Rowan936    14/12/2012    3 recensioni
Due maghi innamorati.
Un antico maleficio.
Un padre legato alle tradizioni.
Un figlio che lotta per amore.
Due ragazzi in una grande città, senza memoria di quello che è il loro passato insieme.
Riusciranno a ritrovarsi?
Potranno due semplici maghi abbattere dei pregiudizi nati secoli prima?
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
DAL PRIMO CAPITOLO:
«Ehi, chi è quel biondino che ti fissa? È carino!» esclamò Ally e Hermione si voltò verso il ragazzo a cui l’amica alludeva, con scarso interesse.
Quando incrociò lo sguardo di lui ebbe una fitta alla testa e per un attimo vide tutto nero.
In quell'attimo sentì la voce di un bambino dire: «Io sono Malfoy. Draco Malfoy.» con il sottofondo dello sferragliare di un treno, vide una chioma bionda bagnata dalla neve e due occhi color del ghiaccio fissarla con… amore?
Poi tornò alla realtà.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(Non tiene conto degli eventi dal sesto libro in poi)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Remember Us'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Create your own banner at mybannermaker.com!
Make your own banner at MyBannerMaker.com!
Capitolo 1: Perfetti sconosciuti
 

Draco Malfoy si sedette sulla sedia della sala d’attesa dell’ospedale.
Non gli piacevano le sale bianche, sembravano risucchiare il tempo e impedirgli di pensare lucidamente.
Estrasse il cellulare e inserì la modalità silenzioso, per poi prepararsi ad ore ed ore di coda. Era sempre così quando doveva fare qualche visita: passava almeno un paio d’ore in sala d’attesa con gli altri presenti come unica distrazione.
A Draco era sempre piaciuto osservare chi gli stava attorno, guardare degli sconosciuti affrontare la sua stessa attesa, ognuno a modo suo.
Un’anziana signora con una stretta crocchia a legare i capelli candidi leggeva un romanzo dalla copertina consunta, un uomo con la barba incolta stava seduto scomposto e si passava continuamente la mano tra i capelli, una ragazza con una gomma da masticare in bocca si truccava con l’aiuto di uno specchietto, un’altra ragazza sui vent’anni cercava di ravvivare i capelli biondi schiacciati dal casco del motorino, una mamma faceva il solletico al figlio che giocava con una macchinina…
 
E lui li osservava.
Ognuno aveva la sua maniera di ingannare il tempo, lui osservava i presenti e a volte riusciva a ricostruire un po’ il loro carattere se li trovava interessanti e li osservava per un bel po’ di tempo.
 
In quel momento fece capolino una donna in camice bianco che lanciò un’occhiata alla lista che teneva in mano, per poi chiamare a gran voce: «Hermione Granger!»
 
Draco avvertì una forte fitta alla testa e per un attimo vide tutto nero.
In quell’attimo sentì la voce di una bambina dire: «Io sono Hermione Granger. E… tu sei?» con il sottofondo dello sferragliare di un treno, vide una chioma cespugliosa, vide due occhi castani fissarlo con… amore?
Poi tornò alla realtà.
 
Con un sottile mal di testa e una strana sensazione addosso, alzò lo sguardo per vedere la donna in questione. Era una ragazza dai capelli castani e cespugliosi legati in una coda di cavallo, sembrava avere all’incirca diciassette anni, come lui, vestiva in modo piuttosto semplice ed era accompagnata da una ragazza bionda sui diciassette anni anche lei, ma molto più modaiola.
Prese a fissare le due chiedendosi il perché di quella strana sensazione.
 

۩

 
«Hermione Granger!» disse una donna in camice bianco e Ally le colpì gentilmente il braccio. «Ehi, tocca a te!»
Ally era la sua migliore amica da praticamente un secolo, si erano conosciute in prima media quando la bionda si era traferita da Boston a Londra. Ciononostante era sicuramente più espansiva di Hermione, che in quegli anni si era fatta guidare dall’amica, dedicandosi principalmente allo studio. La appassionava conoscere cose nuove, scoprire ciò che le era estraneo, le sembrava che così la vita avesse tutto un altro sapore. Non era mai stata interessata ai ragazzi o alle uscite con le amiche, il cinema o le pizzerie l’annoiavano e per questo era un po’ “emarginata” da tutti. Tranne che da Ally.
 
Le due si alzarono incamminandosi verso l’entrata dal dottore quando ad un certo punto Ally la fermò.
«Ehi, chi è quel biondino che ti fissa? È carino!» esclamò la bionda e Hermione si voltò verso il ragazzo a cui l’amica alludeva, con scarso interesse.
 
Quando incrociò lo sguardo di lui ebbe una fitta alla testa e per un attimo vide tutto nero.
In quell’attimo sentì la voce di un bambino dire: «Io sono Malfoy. Draco Malfoy.» con il sottofondo dello sferragliare di un treno, vide una chioma bionda bagnata dalla neve e due occhi color del ghiaccio fissarla con… amore?
Poi tornò alla realtà.
 
Si impose di distogliere lo sguardo dal biondo e si portò una mano alla testa con evidente disagio.
«Ehi, tutto bene?» le chiese Ally accorgendosene. Hermione annuì lentamente, ancora scossa.
«Allora lo conosci?» chiese ancora la bionda e la ragazza fece per scuotere la testa, ma si fece forza per dare una risposta più consistente che non preoccupasse l’amica come invece avrebbe fatto un altro cenno silenzioso.
«No… mai visto prima, direi.» rispose accennando ad un lieve sorriso.
Eppure quella sensazione di conoscerlo non voleva abbandonarla.
 

۩

 
«Draco Malfoy!» disse la donna, venti minuti dopo.
Draco si alzò continuando a pensare alla ragazza di prima, mentre la sensazione di conoscerla persisteva. Eppure era quasi certo di non averla mai vista prima di quel giorno.
Imboccò un lungo corridoio e la vide: stava venendo nella sua direzione, ridendo assieme all’amica. Non aveva mai visto una ragazza più bella. Non perché fosse truccata o si atteggiasse da diva, era una bellezza naturale che probabilmente lei non credeva nemmeno di possedere.
Quando la ragazza si voltò verso di lui, si bloccò e spalancò gli occhi che, ora ne era certo, erano gli stessi che gli erano apparsi nella sala d’attesa.
 

۩

 
Hermione si bloccò non appena si accorse del ragazzo biondo della sala d’attesa.
La stava fissando e lei prese a fissarlo di rimando, persa in una moltitudine di sensazioni che non riusciva a spiegarsi.
Vide come in un flash-back un paesaggio innevato, sentì una risata cristallina, il sapore della neve sulle labbra, sentì una voce sibilare: «Sporca Mezzosangue.»
Batté le palpebre e il biondino era di nuovo lì, davanti a lei.
 
Lo vide avvicinarsi lentamente, quasi ogni passo gli costasse fatica e tenderle la mano.
«Ciao.» le disse.
Lei lo fissò come imbambolata, poi riuscì a sorridere.
«Ciao. Io sono Hermione Granger. E… tu sei?» disse stringendogli la mano e lo vide ammutolire, senza capire il perché.
Il ragazzo la fissò stupito per qualche istante, mentre negli occhi color del ghiaccio uguali a quelli che le erano apparsi in sala d’attesa si mescolavano in egual quantità la sorpresa e l’inquietudine. Poi si riprese e su quelle magnifiche iridi calò un velo che schermò i sentimenti del biondo.
 
«Io sono Malfoy. Draco Malfoy.» disse allora e questa volta fu Hermione ad ammutolire. Le stesse parole che le erano risuonate in testa prima. Solo con una voce un po’ più matura.
«P-piacere…» riuscì a borbottare.
Sentiva che gli occhi di Draco cercavano i suoi, infatti, quando finalmente alzò finalmente lo sguardo il castano si mescolò al grigio in una danza invisibile che la lasciò senza fiato.
Un lieve tepore si propagò nel suo petto e sentì di nuovo il sapore della neve sulle labbra.
 
«Ehm, io sono Ally.»
Si era quasi dimenticata della presenza dell’amica.
«Piacere, Draco.» disse il biondo senza smettere di fissare Hermione negli occhi.
Ally parve capire di essere di troppo, così disse: «Sono in ritardo, devo andare, ci sentiamo sta sera, Herm.» E se andò con grande disappunto di Hermione. Non voleva stare da sola con lui, avrebbe fatto un disastro! Era Ally quella socievole non lei!
 
«Ti… va di fare una passeggiata?» chiese lui.
«Ma tu non hai appuntamento qui?»
Lui si strinse nelle spalle. «Non ne ho voglia.»
Lei sorrise. «Vai, ti aspetto in sala d’attesa.»
«Ma…» fece per protestare lui, quando furono interrotti dall’infermiera.
 
«Signor Malfoy…?» disse interrogativa ma con una nota di rimprovero.
Hermione gli fece un cenno con la mano per invitarlo ad andare e si diresse verso la sala d’attesa.
Draco sorrise.
 

۩

 
Hermione si sedette nuovamente in sala d’attesa.
Che stava facendo?
Stava aspettando un perfetto sconosciuto in una sala d’attesa, pronta a fare una passeggiata con lui… perché poi? Da quando si interessava ai ragazzi? E perché aveva la netta sensazione di conoscerlo?
Avvertì una fitta alla testa.
 
«Che cosa stiamo facendo?» disse una voce divertita terribilmente simile a quella di Draco «Se mio padre lo scoprisse…»
Hermione si sentì avvolgere da uno strano tepore e sentì profumo di pioggia.
 
Batté due volte le palpebre e respirò profondamente. Stavano succedendo un po’ troppe cose strane.
 
Dopo all’incirca mezz’ora, Draco tornò.
Si guardò intorno come per assicurarsi che Hermione fosse ancora lì ad aspettarlo poi si avvicinò alla ragazza con passo sicuro. Lei sorrise.
«Andiamo?» chiese il biondo e lei si alzò. Si passò una mano sulla felpa come per aggiustarla e Draco ghignò.
«Fai sempre così quando sei in imbarazzo.» disse divertito, senza pensarci. Lei strabuzzò gli occhi: non era una domanda, ma un’affermazione, come se l’avesse vista altre volte compiere quel gesto.
«Come hai detto?»
«Cosa ho detto di male?»
«Niente, niente… andiamo?»
«Ok.»
 
Quell’osservazione l’aveva lasciata parecchio stupita: già aveva la sensazione di conoscere quel ragazzo, se poi si metteva a fare osservazioni del genere…
 
«Dove andiamo?» chiese Draco ad un tratto. Hermione ci pensò un po’ su.
«Al parco?» propose infine e lo vide annuire.
Erano i primi giorni di Gennaio, ma nonostante il freddo e la neve c’erano molte mamme che accompagnavano i loro bambini a giocare.
La ragazza sbirciò il suo accompagnatore: camminava con le mani in tasca, le iridi di ghiaccio che fissavano la neve, il volto contratto in una specie di sorrisetto molto simile ad un ghigno. Notando lo sguardo di Hermione, Draco si voltò verso quest’ultima e le disse, a mo’ di spiegazione: «Mi piace la neve.»
«Perché?»
«Non lo so… è come se coprisse tutto quello che conosco e lo cambiasse, lo rendesse nuovo. Nonostante sia qualcosa di freddo mi scalda, mi fa venire voglia di scaldare le persone a cui voglio bene con un abbraccio.»
«Non sapevo che fossi un poeta.»
«Non lo sono.»
 
Cadde il silenzio e Hermione ebbe uno strano senso di déjà-vu, come se avessero già affrontato quel discorso, sensazione che scacciò subito per osservare dei bambini che facevano un pupazzo.
Aveva una voglia matta di mettersi a giocare con la neve come loro, come faceva quando era bambina, ma era sicura che Draco, con quel portamento così fiero, non si sarebbe mai abbassato ad un gioco così infantile. Abbassò lo sguardo e affondò la punta della scarpa nel terreno candido. Quando rialzò lo sguardo, il ragazzo era sparito.
 
«Draco?» chiamò.
Silenzio, solo le risate dei bambini e i richiami delle madri apprensive, uniti ai soliti rumori di Londra.
«Draco…?» ritentò.
Si voltò a destra, a sinistra, poi guardò dietro di sé e quando si rigirò una palla di neve la colpì in faccia.
Sentì il freddo pungerle il viso, scostò la neve con rabbia e quello che vide la stupì all’inverosimile: Draco le veniva incontro con le mani bagnate di neve. Come faceva a sapere che voleva giocare?
«Giochiamo, Granger?»
 
Una fitta alla testa.
«Giochiamo Granger?»Malfoy si avvicinava lentamente, quasi con aria minacciosa, una palla di neve in mano, grande quanto quella che le aveva lanciato poco prima. «Non credevo che un Malfoy si abbassasse a giocare con una Mezzosangue.» Lui non le rispose, ma lanciò la palla di neve, prontamente schivata dalla ragazza. Iniziarono una battaglia senza esclusione di colpi, finché Hermione non cadde a faccia in giù nella coltre bianca. Vide il biondo correrle incontro per tenderle la mano, che lei afferrò trascinandolo a terra.
Hermione batté le palpebre tornando alla realtà appena in tempo per evitare la seconda palla di neve.
 
La ragazza si chinò a raccogliere a sua volta un po’ di neve, mentre i primi fiocchi ricominciavano a cadere, caricò e lanciò la sua arma con tutta la forza che aveva. Preso in pieno. Vide l’espressione contrariata ma divertita del biondo, che si nascose dietro ad un albero.
«Draco!» lo chiamò lei «Facciamo un pupazzo?» la domanda le era uscita spontanea, non solo perché stavano già giocando con la neve quindi c’era una buona probabilità che lui accettasse, ma perché sentiva una strana intimità con lui, come se non fosse un completo sconosciuto.
Lo vide uscire dal suo nascondiglio e accucciarsi nella neve, invitandola con un cenno a fare lo stesso.
Hermione si avvicinò e si inginocchiò accanto a lui.
I due ragazzi presero ad ammucchiare la neve per formare quello che sarebbe stato il corpo del pupazzo, in silenzio. Non era un silenzio pesante, era uno di quei silenzi che non si vogliono spezzare perché contribuiscono a creare un’atmosfera di gioia e intimità.
 
Hermione osservò le mani mezze congelate di lui accarezzare quella che stava diventando una sfera per renderla perfetta, lo faceva quasi con amore e la ragazza non poté trattenersi dal sorridere.
 
Draco si sentiva lo sguardo di Hermione addosso, era come se quella ragazza riuscisse a leggergli dentro. Come aveva fatto a convincerlo a giocare con la neve? Glielo aveva semplicemente chiesto. No, non è vero, non glielo aveva chiesto, lui aveva visto il desiderio di divertirsi come una bambina nei suoi occhi e aveva voluto accontentarla. Tutto pur di vedere quel sorriso che ora era certo le increspasse le labbra.
Alzò lentamente lo sguardo e incrociò gli occhi nocciola di lei, continuando a plasmare il corpo del pupazzo così come lei continuava a dar forma alla testa. Draco sorrideva poco. Non sapeva perché, era nella sua personalità, al limite ghignava ma si concedeva pochi veri sorrisi. Pochissimi. Eppure in quel momento sentiva la felicità guidare gli angoli della bocca, sentiva la voglia di sorridere bruciare sulla pelle.
Autocontrollo, Draco.
Questo era l’insegnamento impartitogli sin da bambino e che lui, volente o nolente, aveva sempre rispettato. Autocontrollo. Si appellò ad esso anche in quel momento, impedendosi di sorridere.
 
«A cosa stai pensando?» chiese Hermione sempre sorridendo, anche se un po’ delusa dalla mancanza di risposa espressiva da parte di lui. Neanche un sorrisetto.
«Vuoi farti gli affari miei, Granger?» Rispose lui ghignando. Strano che la chiamasse per cognome, neanche andassero a scuola insieme.
«Perché no, Malfoy?»
Silenzio. Hermione decise di lasciarlo stare e prese tra le mani la testa del pupazzo, posizionandolo sopra al lavoro di Draco. Osservò il loro lavoro e ripensò a quando da piccola si divertiva a costruire pupazzi con suo cugino Ted e involontariamente sorrise.
 
«Sembri immersa nei tuoi pensieri, a cosa pensi?» chiese Draco, notando la mente assente della ragazza.
Lei si voltò verso il biondo e gli regalò un’imitazione piuttosto convincente del suo ghigno abituale.
«Vuoi farti gli affari miei, Malfoy?»
Lui si strinse nelle spalle.
«Sì.»
Pausa.
«Dove li troviamo degli occhi per il pupazzo?» chiese ancora lui.
Hermione staccò un paio di bottoni alla camicia che portava sotto la giaccia.
«Questi dovrebbero andare bene.» e li posizionò sulla testa.
Draco si tolse la sciarpa e la legò al collo della loro creazione.
«Dove troviamo una carota per il naso?» chiese Hermione e Draco le fece cenno di aspettare, avviandosi verso un fruttivendolo lì vicino.
La ragazza li vide confabulare e infine il biondo ottenne una carota gratis.
Tornò indietro e la posizionò.
«Che facciamo per la bocca?» chiese il biondo, osservando il pupazzo incompleto.
«Boh, deve essere qualcosa di sorridente.»
Pausa. Cosa potevano usare?
Hermione si guardò intorno e vide una mamma distribuire bucce d’arancia ai figli che le aggiungevano ai loro pupazzi. Si alzò e si vi avviò dalla donna, sfoderando il migliore dei sorrisi.
 
Draco la vide alzarsi, non capiva dove volesse andare. Come poteva una ragazza essere tanto perfetta in ogni suo più piccolo movimento?
La vide avviarsi verso una mamma che distribuiva bucce di arancia ai figli e ai loro amici. Gli venne quasi da ridere: chissà come avrebbe reagito la donna vedendo arrivare una diciassettenne che aveva bisogno di una bocca per il suo pupazzo.
 
«Scusi…» disse timidamente Hermione per attirare l’attenzione della donna, che si voltò sorridendo.
«Sì?» chiese cordiale.
«Potrebbe darne una anche a me?» chiese la ragazza sentendosi avvampare nonostante il freddo pungente.
Al contrario di quanto si aspettava, la donna non rise.
«Certo. Sei molto fortunata a trovare un ragazzo disposto a fare certe cose per amore.» disse porgendole una delle bucce.
A quell’affermazione, Hermione avvampò ancora di più e prese a balbettare: «No, no, si sbaglia, lui… cioè… non è… ecco…»
«Non importa, non volevo metterti in imbarazzo o essere indiscreta. Ma è palese quello che provate.»
Poi si diresse verso i bambini che si erano allontanati, lasciando la ragazza attonita a fissarla.
 
Quando finalmente ebbero completato il pupazzo, i due ragazzi si alzarono per ammirare la loro opera.
«Adesso che si fa?» chiese Hermione e Draco si strinse nelle spalle.
«Potremmo dargli un nome! Come chiameresti tuo figlio?»
«Mmh… Scorpius!»
Hermione lo fissò per capire se fosse serio e scoppiò a ridere.
«Ahahahah, povero bambino! Scorpione Malafede! Ahahah, credo che si suiciderà!»
«Scorpius è un nome bellissimo!» replicò Draco risentito «E tu come lo chiameresti, sentiamo?»
«Mmh… Harry! Mi piace molto il nome Harry!»
«Mi sa di capelli neri, occhi verdi e occhialetti da nerd…»
 
Hermione sentì una fitta alla testa.
«Bravissimo Harry!»esultò la ragazza guardando l’amico smontare da una strana creatura alata. Harry le sorrise. «Grazie, Herm.» Si scambiarono uno sguardo colmo di affetto e poco dopo un ragazzo biondo si avvicinò con aria di superiorità alla creatura. «Ma per favore!» diceva «Tu non sei pericoloso, vero? Brutta bestiaccia…!» Era sempre più vicino e la bestia era sempre più agitata. «Malfoy!» lo chiamò Hermione, ma era troppo tardi.
Batté le palpebre e rivide Malfoy in piedi di fianco a lei, tutto intero, senza ferite.
Senza neanche accorgersene, sospirò di sollievo.
 
«Dai…» disse poi «Chiamiamolo Harry…»
Draco la guardò e non poté fare a meno di leggere la speranza in quegli occhi nocciola, a cui non sapeva dire di no.
«Va bene…» sospirò infine «Harry.»
Hermione sorrise e lo abbracciò.
Quando si accorse di ciò che aveva fatto si allontanò di colpo, rosa in viso.
 
«E ora?» chiese.
«Lo distruggiamo?»
«Ma che dici?! È bellissimo, non voglio distruggerlo!»
«O lo facciamo noi o lo farà qualcun altro.»
«Almeno fotografiamolo prima!»
«Ok…»
Hermione estrasse il cellulare e fermò un signore dalla lunga barba argentea che passava di lì.
«Scusi, potrebbe farci un paio di foto?»
Lui sorrise bonariamente attraverso gli occhiali a mezzaluna.
«Certo.»
 
Hermione prese Draco per un braccio e lo portò dietro al pupazzo, con lei. Lo sbirciò per un istante e lo rimproverò: «Sorridi, dai!» Lui si limitò ad una specie di ghigno. L’uomo scattò un paio di volte, ma non se ne andò, sapendo che non era finita.
«Dai, Malfoy, sorridi!»
«Questo è il mio sorriso, Granger!»
«Ma è un ghigno!»
«Ottimo spirito di osservazione.»
Hermione lo guardò, poi un’idea assurda le balenò in testa.
Allungò le braccia e iniziò a fargli il solletico.
Draco non riuscì a trattenere le risate e la ragazza, soddisfatta, continuò a torturarlo finché il biondo non allungò a sua volta le braccia per restituirgli il favore. Stavano ridendo come pazzi e non si sarebbero bloccati se non avessero sentito il rumore del flash.
I due ragazzi guardarono l’uomo dagli occhiali a mezzaluna, il quale sorrise. «Stavate ridendo tutti e due.» disse e si avvicinò porgendo il cellulare a Hermione, che aveva ancora le braccia intrecciate con quelle di Draco.
I due si staccarono e la ragazza recuperò il telefono.
«Grazie.» disse e l’uomo sorrise nuovamente, mentre gli occhi azzurri la scrutavano con una scintilla di intelligenza e furbizia. «Non esiste forza più potente dell’amore.» disse e se ne andò silenziosamente.
 

۩

 
Albus Silente si smaterializzò nel suo ufficio, dove lo attendeva Severus Piton.
«Severus!» lo salutò «A cosa devo la tua visita?»
«Ho saputo di Draco e della Granger.»
«Sì, il vecchio Lucius è agli arresti domiciliari. Perché sei venuto qui?»
«Volevo saperne di più.»
«Non c’è molto da dire, Severus. I ragazzi ora sono babbani e potranno tornare ad essere maghi solo se riusciranno a recuperare i loro ricordi. Da soli.»
«Ma come faranno a trovarsi in tutta Londra?!»
«Oh, tu sottovaluti il potere dell’amore, Severus. Si sono già incontrati.»
Severus cercò di nascondere lo stupore, con poco successo.
«Come… come sarebbe? Sono passati pochi giorni!»
«Io so solo che li ho trovati in un parco a giocare con la neve.»
«Con la neve? Draco Malfoy che gioca con la neve? Sicuro?»
«Sicurissimo. L’amore cambia le persone, Severus, lo sai benissimo.»
Il professore di pozioni si bloccò, ripensando a Lily e a come l’amore l’avesse cambiato. Quei due ragazzi avevano una possibilità per stare insieme, loro avevano lottato per il loro amore, Draco aveva lottato per tenersi la Granger, al contrario di lui che aveva scelto le promesse di potere del Signore Oscuro, lasciandosi sfuggire Lily. Forse perché pensava che ottenendo la gloria promessa dal suo Signore Lily l’avrebbe considerato superiore a Potter e avrebbe scelto lui. Invece le aveva solo fatto del male.
 
«Come possiamo aiutarli?» chiese Severus riscuotendosi dai suoi pensieri.
«Non possiamo aiutarli a ricordare o la maledizione non si spezzerà mai, ma possiamo vegliare su di loro. Io lo sto già facendo, ti va di aiutarmi?»




 

Angolo autrice:
 

Allora, ecco a voi il primo capitolo dove troviamo Draco e Hermione babbani!
Innanzitutto, preciso che ho mantenuto i loro cognomi -per favorire il ritorno dei ricordi- ma le famiglie sono diverse: c'è una famiglia Malfoy babbana -molto agiata- e una famiglia Granger che non è la stessa della storia della Rowling, i veri genitori di Hermione hanno la memoria modificata come tutti i babbani che avevano a che fare con la ragazza.
Nel mondo magico, invece, non è stata modificata la memoria di nessuno, quindi tutti si chiedono che fine abbiano fatto i due maghi e nel prossimo capitolo vedremo le reazioni di Harry, Blaise e degli altri amici dei due.
A proposito del secondo capitolo, credo che arriverà un po' più tardi rispetto a questo, perché mi trovo un po' dubbiosa sulla vita famigliare dei due protagonisti... vedremo, farò del mio meglio!
Ho cercato di non modificare troppo il carattere dei personaggi, ma un po' di OOC è inevitabile.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto -ho aggiornato questa mattina perché non sono andata a scuola a causa della neve xD- e che mi facciate sapere cosa ne pensiate, accetto volentieri anche critiche costruttive :)
Al prossimo capitolo!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rowan936