Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Neuilly    14/12/2012    2 recensioni
Catherine dopo una lunga permanenza in un collegio di suore torna a casa da suo padre. Desiderosa di dimenticarsi del suo solitario passato e pronta a conoscere il mondo con occhi diversi. La sua vita è destinata a una svolta, una giovane donna che non vede l'ora di crescere, scoprendo, a sue spese, che le tentazioni posso rivelarsi pericolose!
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Seduta, osservando fuori dal finestrino del treno, pensavo a quello che finalmente stavo lasciandomi alle spalle. 
Gli anni di solitudine al collegio non erano stati facili, finalmente potevo andare a vivere con mio padre, dopo quello che avevo considerato come la mia prigionia, il periodo trascorso nel rigido collegio delle suore. 
Rinchiusa dall'età di 4 anni, senza aver mai avuto la possibilità di visitare nient'altro che il giardino circostante e lo squallido paesino adiacente e, ora maggiorenne, ero stata richiamata a casa.
Mio padre si era risposato con una vedova. Non conoscevo la mia matrigna, sapevo solo che era molto ricca e aveva un figlio poco piú grande di me.
Mi auguravo che questo viaggio durasse per sempre, un treno che mi portasse a conoscere il mondo, posti nuovi, questa era la mia sciocca illusione, dovuta probabilmente all'aria di libertà che stavo respirando, dopo tanti anni di reclusione e questa, era per me un'esperienza nuova e inebriante.
In realtà non mi interessava compiacere mio padre, quindi, al mio arrivo di certo non gli avrei gettato le braccia al collo.
Sapevo bene che era un uomo freddo e duro, le rare volte che mi aveva fatto visita al collegio a mala pena mi aveva rivolto la parola, quasi con forzata cortesia.
Differentemente da quello che si può credere, la cosa non mi importava, per me era un estraneo, un uomo che a Natale mi inviava un libro di preghiere e ogni tanto una lettera.

Il treno procedeva spedito, distrattamente guardavo fuori dal finestrino, e ogni tanto lanciavo un'occhiata veloce ai miei compagni di viaggio.
Non erano interessanti, ma per una ragazza rinchiusa per tanti anni in un triste collegio di montagna, tutto era una novitá e una scoperta.
Gi abiti delle donne raffinate suscitavano in me grande ammirazione, mentre io, con questo castigato abito nero, quanto avrei desiderato scambiarlo con la signora seduta accanto a me!
Questi frivoli pensieri mi accompagnarono durante il viaggio, ogni tanto riuscì ad appisolarmi, ma la frenesia si era impossessata di me e tutto ciò che accadeva mi teneva sveglia e attiva.

Arrivai in tarda serata, spaesata scesi dal treno e mi diressi fuori dalla stazione. Non sapevo chi mi sarebbe venuto a prendere, non mi illudevo ovviamente che sarebbe potuto venire mio padre.
Aspettai lì sola per qualche ora, la fame stava crescendo e cominciavo a sentire la fatica di questo lungo viaggio. 
Avevo sempre odiato aspettare e il tempo non sembrava passare mai, purtroppo la città mi era sconosciuta e non me la sentivo di avventurarmi da sola, per paura che finalmente qualcuno si sarebbe degnato di venirmi a prendere.
Intanto il buio si stava mangiando la notte, quando all'improvviso fui investita dai fari di una macchina.
"È lei la signorina Catherine?"
"Sí, sono io."
"Sono l'autista di suo padre. Sono venuta a prenderla."
Salì nell'auto, sperando solo che il tragitto fosse breve e non vedevo l'ora di dormire in un letto caldo e morbido.

La casa si ergeva maestosa, circondata da un fitto bosco, sembrava un misto tra un'immagine di un libro di fiabe, ma allo stesso tempo conservava quell'alone misterioso degno del più macabro romanzo gotico.
Venne ad aprirmi la cameriera, per mia sfortuna era tutto buio, tutti stavano dormendo e non riuscì a scorgere quasi nulla con la timida luce della candela che la domestica mi aveva consegnato. Probabilmente si era appena svegliata, perché mi sembrò poco incline ad accogliermi con la dovuta cortesia.
"É molto tardi, la sua stanza é la terza a destra salendo per questa scalinata."- mi disse burbera.
Confusa, salì le scale, senza sapere dove ero diretta.
Avevo fame, non avevo toccato cibo dalla mattina, ma la stanchezza stava prevalendo e non avevo il  coraggio di avventurarmi in questa casa buia, senza sapere dove fosse la cucina.
L'indomani avrei curiosato, con la luce del giorno, ma non adesso.
Le indicazioni della cameriera erano state poco precise, non riuscivo a orientarmi in quest'oscurità, avrei voluto che mi avesse accompagnato.
Davanti a me c'erano diverse porte, quale poteva condurmi al letto tanto desiderato ?
Contai 1,2,3 era la terza a sinistra o a destra?
Aprì una porta e fui pervasa da un buon profumo di lavanda, la camera sembrava pulita e appena sistemata.
Di sicuro era la mia, non c'erano dubbi ed ero così stanca, che spensi la candela e mi addormentai quasi subito, sopraffatta dalle emozioni della giornata.

"E tu chi sei?"
Una voce decisa mi svegliò di colpo.
Era giá mattina, potevo scorgere la luce dalle finestre e vidi il volto di un giovane divertito e stupito. 
"Non credevo che mia madre, per prorogare la mia permanenza in questa casa, sarebbe arrivata a infilarmi delle donne nel letto"
Ero piena di vergogna, non sapevo cosa rispondere. Era tutto un equivoco!
"Catherine cosa stai facendo in camera di James?"- la voce di mio padre mi riscosse dalla vergogna.











  
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Neuilly