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Autore: Rick    10/07/2004    1 recensioni
Aprire gli occhi,svegliarsi,e trovarsi in un nuovo mondo...o e' lo stesso di prima,ma qualcosa e' andato per il verso sbagliato?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Le tre giovani donne, abbigliate con delle aderenti tute spaziali, erano nell'hangar da ore, tanta era l'impazienza di tornare a solcare i cieli. Ognuna di loro manifestava il suo stato d'animo in modo diverso: mentre Hikaru rimaneva seduta a guardare il casco che aveva in mano con uno sguardo vuoto, Fuu le sedeva affianco visibilmente tesa e Umi cercava nervosamente di camminare sul ponte metallico, ostacolata dall'assenza di gravità. Alla fine non riusccì a sopportare il silenzio ed esclamò:
-Ma come fate a restare così calme!?-
-Non siamo calme...- le rispose Fuu, voltandosi a guardarla e forzando un sorriso, pur lasciando intuire il suo morale dallo sguardo.-In fondo, è da un pò che io e Hikaru non mettiamo piede su un Metal Armor, e...-
-Tsk, non vi preoccupate!- esordì Umi, cercando di darsi sicurezza.- Finchè ci sarò io con voi, non correrete alcun pericolo!-
Istanti di silenzio.
-Te la stai facendo sotto dalla paura più di noi due messe insieme.- osservò Hikaru , senza neanche voltarsi a guardarla, uscendo finalmente dal suo silenzio. La ragazza dai capelli blu reagì al sarcasmo dell'amica con un:
-E cosa te lo fa pensare?-
Ma lei non fece altro che voltarsi, guardarla tremare e ridere. Fu lì che crollò:
-E' VERO! Ho una fifa tremendaaaaaaaa!!!!!!- si aggrappò alle amiche per le spalle, scuotendole e dicendo -E se poi è un avamposto nemico, e ci catturano, e ci imprigionano, e ci fanno tanti di quelli esperimenti che...-
-Calmati! -osservò la ragazza dai capelli rossi, bloccandole le braccia e cercando di tranquillizzarla con una risata.- Male che vada abbiamo un'intero esercito pronto a venire a salvarci!-
-Speriamo...ma mandare tre piloti, per quanto esperti siano, in ricognizione su un pianeta sconosciuto è pur sempre una missione pericolosa...- replicò infine, lasciando le amiche e raccogliendo il casco che stava fluttuando per la stanza.
Le tre giovani donne furono avvicinate da un tecnico che le avvertì con voce sicura:
-Dottoressa, tenenti, ci stiamo avvicinando all'obiettivo.-
Si guardarono tra di loro con sguardi pieni di tensione e andarono ognuna per la sua strada, raggiungendo i loro robot, tre prototipi personalizzati di tre diverse serie... ma Umi, incuriosita, si voltò verso il Metal Armor di Fuu ed osservò, dopo aver notato per l'ennesima volta un particolare piuttosto anomalo.
-Fuu- le chiese, sospirando -Ma come f ai a torturarti in quel modo?-
-Non è una tortura...è per ricordare, Umi.- rispose la dottoressa in modo delicato, sicura del fatto che l'amica si stesse riferendo alle ali del suo Agriv: il suo robot era il più vistoso del gruppo, colorato di un verde brillante tranne per il torace e per gli esagerati coprispalla di un grigio argentato, si riconosceva immediatamente non solo per la "pinna" dorata che svettava sulla testa, ma anche per una particolare modifica sulla quale aveva lavorato per giorni: le ali da aereo, di serie su tutti i modelli Agriv, erano state sostituite da due ali a piastre multiple argentate, che ricordavano molto le ali del suo Windam.
-Mah, fa come vuoi.-
Rispose la ragazza dai capelli blu, facendo la vaga e dirigendosi, a sua volta, verso il suo Dragoon, un robot non molto differente dalla versione di serie tranne per la moltitudine di propulsori che facevano la loro bella presenza sulla schiena, per la colorazione blu e dorata e per la corazza facciale di un colore grigio spento con decorazioni rosse sugli zigomi a mò di pittura di guerra. Dietro alla spalla destra del mech faceva la sua comparsa un cannone da 150mm, mentre sul lato opposto appariva uno scudo in kevlar.
Lo guardò intimorita, ancora nervosa per la missione, si voltò verso Hikaru sperando in un consiglio, ma la sua amica si era già allontanata ed era pronta a salire sul suo Daitetsu, un gigante meccanico di colore rosso con due vistose ali ai lati della testa, doppio visore ottico, esagerati propulsori dietro le spalle. Un prototipo senza futuro, se non fosse per le modifiche apportate direttamente dalla pilota che l'avevano trasformato in una tremenda arma da combattimento ravvicinato.

Fu proprio Hikaru la prima ad entrare nel suo Metal Armor: saltò dalla spalla del gigante rosso dritta nell'abitacolo posto sul torace, esclamando "Ikimasu~!", per poi chiuderlo manualmente e attivare il robot, facendo illuminare i visori oculari di un colore verde acceso e accendendo così i vari sistemi. Rassicurata dal trovarsi protetta da tre strati di corazza, afferrò il casco con decisione e lo indossò, attivando così la radio. Ora poteva ascoltare le voci delle sue amiche, e con loro al suo fianco si sentiva invincibile.
-Rivediamo gli ordini.- affermò Fuu, decisa.-Una volta fuori attraverseremo l'atmosfera del pianeta: non è più densa di quella terrestre, quindi la procedura di entrata standard con il modulo di rientro atmosferico dovrebbe funzionare, restate nella mia scia e non dovrebbe succedervi niente.-
-Una volta atterrate sul pianeta,- proseguì Umi con voce tremolante dal punto dove Fuu si era interrotta.-rimarremo solo il tempo necessario per effettuare le analisi del caso. Non potremo contattare la base finchè resteremo all'esterno, quindi prima finiamo meglio è.....-
Hikaru sembrava distratta da qualcos'altro, e solo quando la sua amica la chiamò per nome lei terminò il riassunto con un:
-Uh,si. Una volta terminata la missione, effettueremo la manovra di rientro, utilizzando i propulsori del modulo di rientro atmosferico per vincere la gravità del pianeta. E' chiaro che, se dovessimo incontrare resistenza da parte di eventuali popolazioni, l'operazione sarà annullata e dovremo tornare alla base il prima possibile.-
Fuu ghignò, dicendo:
-Mi fa piacere che li abbiate imparati a memoria, ragazze. Ma ce la farete a rispettarli?-
-Ci metti alla prova?- le chiese Umi, ghignando a sua volta, mentre Hikaru, rimanendo in silenzio, si lasciava sfuggire un sorriso di sicurezza. Stava per rispondere anche lei, quando le arrivò la comunicazione dell'operatore.
-Tra pochi minuti raggiungeremo l'orbita del pianeta. Dottoressa Houhouji, le sto inviando i file relativi alla missione.-
-Roger.- affermò la dottoressa, mentre su un piccolo visore sul lato destro della cabina andavano man mano comparendo le ultime informazioni sull'operazione. Un veloce sguardo sul monitor, solo per poi comunicare alle amiche:
-Abbiamo un'ora di tempo. Ora che siamo in orbita, abbiamo una finestra di rientro molto limitata: se tardiamo troppo...-
-Si, lo so!- Commentò Umi.- Rischiamo che ci finisca l'energia prima di raggiungere la nave! Ma perchè devi sempre ricordarmi quanto è bella la vita?-
Fuu scosse la testa, divertita dalla reazione dell'amica, e lasciò che a rispondere fosse Hikaru:
-Non mi dire che credi davvero che ci metteremo tutto quel tempo!-
Il suo Daitetsu venne scosso da una forza esterna, e solo in quell' attimo si accorse di trovarsi già sulla rampa di lancio.. Afferrò i comandi con leggerezza, come in sovrappensiero, e un attimo dopo ricevette una nuova trasmissione:
-Fuu... mi dici perchè hai deciso di farlo?- chiese la sua amica dai capelli blu.
Ma fu lei a risponderle, e non l'amica dai capelli biondi:
-Sono stata io a proporglielo. Scusami se non te l'ho detto, Umi.-
-E....perche?- Chiese lei di rimando, con una voce un pò smorzata dal ricevitore del casco.
-Non mi dire... non lo senti anche tu?-
-...Oh, grande. -rispose, scuotendo la testa.-Hai ricominciato con le visioni....-
-Forse...- commentò Fuu. - Fatto sta che lei sapeva di questo pianeta da molto più tempo che noi.-
-Eh?-
-Da qualche giorno, ormai. Ricordi quelle strane sensazioni che avevo?-Rispose la giovane dagli occhi rubino, ignorando completamente il conto alla rovescia che la voce sintetizzata del suo computer di bordo andava scandendo.-Ero inquieta, sospettosa.....ma piena di speranze. E solo ora che mi trovo qui, a guardare questo pianeta sul monitor del mio robot, capisco...credo...credo che questo pianeta sia...-
Ma non terminò la frase che già si trovava a sopportare la tremenda accelerazione di tutti e 16 i propulsori del suo mech, azionati tramite controllo remoto da uno degli innumerevoli tecnici vicino alla rampa di lancio. Strinse le cloche con forza, lanciandosi in un urlo di sorpresa.

Qualche istante dopo, si ritrovò sbalzata sul quadro comandi, mentre il robot rosso continuava ad avanzare verso lo spazio infinito.
-Hikaru, rallenta!- Le urlò Umi guardandola attraverso una finestra sul suo HUD,interfacciata direttamente con l'abitacolo dell'amica. Il mech scarlatto si fermò lentamente, segno che la pilota aveva acceso i retrorazzi, e quando fu completamente fermo il tenente dagli occhi azzurri chiese:
-Tutto ok?-
Hikaru, sapendo di essere osservata, annuì con la testa e si espresse in tono lamentoso, mentre tornava a sedere:
-Non ho allacciato le cinture di sicurezza...-
-Come al solito.- Le rispose Umi, accennando una risata d'incoraggiamento, fermata da un colpetto di tosse imbarazzato di Fuu, che annunciò:
-Ragazze, abbiamo una tabella di marcia da rispettare. Agganciatevi ai moduli di rientro, io mi preparo.-Mentre, dopo aver aperto un piccolo scomparto sotto la sua cloche destra, ne premeva il pulsante all'interno, attivando la configurazione A-Wing: lentamente, l'abitacolo andò spostandosi dal torace del robot verso la testa, mentre questa andava scomparendo in uno scompartimento apertosi tra le ali, le piastre delle quali si bloccarono in una posizione rigida per poi appiattirsi sulle spalle del mech dandogli la forma di un aereo da caccia. Come gli arti del robot furono in posizione dritta, la corazza che copriva la cabina di pilotaggio andò ritirandosi , mostrando un doppio vetro corazzato che permetteva a Fuu di vedere l'esterno.
La giovane donna trasse un sospiro di sollievo, dopo essersi resa conto che la trasformazione aveva avuto successo. Si voltò verso i mech delle compagne: ognuno di essi teneva tra le mani una specie di shuttle, il modulo di rientro atmosferico. Solitamente era usato per attraversare l'atmosfera senza che il Metal Armor subisse danni pesanti aumentandone l'aereodinamicità, ma quella volta serviva anche per lo scopo opposto: fornire abbastanza spinta per allontanarsi dal pianeta.
-"Resta solo da sperare che il sistema pneumatico delle ali non ceda..."- commentò mentalmente, mentre aumentava gradualmente la spinta del suo mezzo, facendogli prendere velocità. Intimò alle sue amiche di seguirla:
-Restatemi in coda!-
Mentre si tuffava nell'atmosfera del pianeta. Umi e Hikaru, accelerando tutto d'un tratto, si portarono dietro l'amica, pronte a sopportare l'entrata nell'atmosfera,ma la ragazza dagli occhi turchesi, prima di puntare verso il basso, volse lo sguardo verso il cosmo notando una specie di oggetto lucente orbitare a qualche chilometro da loro. All'inizio non si preoccupò e cominciò il rientro nell'atmosfera, ma quando sul piccolo monitor alla sua sinistra apparve l'immagine ingrandita sussultò.
-Quello è....è un satellite artificiale!-
-Dio no....ma come ha fatto a sfuggire ai sensori della Teti? Fuu! Torniamo indietro!- consigliò Hikaru..
-Non possiamo invertire la marcia proprio ora, ormai siamo entrate nella stratosfera- Rispose Fuu dopo aver ascoltato le sue amiche, stringendo i denti- cambiare direzione adesso comprometterebbe la nostra aereodinamicità, e rischieremmo di subire dei danni. Dobbiamo entrare nell'atmosfera, e da lì tornare indietro.-

-Comandante Lantis!- Esclamò l'operatore, mentre sul radar appariva una sagoma poco familiare.-Il sistema satellitare ha rilevato un'intrusione sopra Acura!-
-Intrusione?- chiese l'uomo in nero, seduto dietro la sua scrivania e affiancato da Colt, ancora insospettito dal comportamento ambiguo del suo superiore.
Il comandante era lì da neanche una ventina di minuti...e l'aveva già promosso a maggiore per "meriti speciali" ? La faccenda gli puzzava ed ebbe il sospetto che il suo superiore sapesse qualcosa che non voleva dirgli, ma non aveva tempo per pensarci: con voce decisa esclamò:
-Sui monitor!-
L'immagine sul video scioccò l'intera sala comandi: una nave spaziale di colore bianco sporco faceva la sua presenza sullo schermo.
-Secondo i satelliti- riprese l'operatore- è lunga almeno cinque chilometri.-
-Un'incrociatore dell'Alleanza?- Chiese Colt, solo per sentirsi rispondere da Lantis con un:
-Non credo. Le loro navi sono di dimensioni molto maggiori...e poi- terminò, scrutando l'oggetto attraverso i monitor- ha un aspetto troppo diverso. -
Una botola si aprì proprio al fianco destro del comandante, facendo uscire Gamma. Il ragazzo, ancora unto d'olio, si voltò verso il monitor ed esclamò:
-Cos'è quell'anticaglia?-
-Qualsiasi cosa sia, è entrata nell'orbita del Pianeta da circa... venti minuti?!- esclamò Colt, sorpreso.-Come avete fatto a lasciarvelo sfuggire!?-
Imprecò contro i tecnici, ma un semplice gesto di Lantis lo costrinse a fermarsi. Seccato, si rivolse un'altra volta agli operatori:
-C'è altro?-
-Ha sganciato tre oggetti di dimensioni moderate circa novanta secondi fa, che si sono diretti immediatamente verso Sephiro. Siamo riusciti a catturarne delle immagini.-
E, mentre diceva questo, mandava sul monitor un breve video dei tre oggetti in questione.
-Dei robot?- Chiese il meccanico dai capelli verdi, scattando sulla scrivania del comandante e interponendosi tra lui e il monitor privato.- Grandioso, guardate quello verde! Si trasforma!-
-Gamma.....- Imprecò Colt sconsolato, portandosi una mano sulla faccia per la vergogna, mentre il comandante si alzava dalla sua postazione e osservava la situazione direttamente sullo schermo principale.
-Siete riusciti a calcolarne la traiettoria?-
-La traiettoria corrente li porterà a qualche chilometro a nord di Acura.-Proseguì il tecnico.-Ma una cosa è certa: secondo i rilevatori, non fanno parte dell'Alleanza.-
-O forse si!- Esclamò Gamma, con gli occhi ancora fissi sul monitor privato del comandante. Con qualche tocco sulla tastiera trasmise l'immagine sullo schermo principale, e velocemente ingrandì sui visori ottici del robot verde:
-Guardate il contorno degli occhi, è rosso!-
-Proprio come....i Kishin dell'Alleanza....- terminò Colt, insospettito.
Il comandante rimase in silenzio, per chiedere:
-Tra quanto saremo a portata di comunicazione con la nave?-
-10 minuti.-
-E' troppo. Attivate il propulsore principale.Chiunque siano, devono dichiarare le loro intenzioni. -
-Sissignore!- esclamò un altro operatore, tirando verso di sè una leva.
La stazione Hayabusa cominciò a muoversi contro la sua orbita, avvicinandosi lentamente a quella sconosciuta nave spaziale, ed un attimo dopo Lantis si rivolgeva a Colt, dicendo:
-Maggiore, devo fare una comunicazione a terra. E date l'ordine di prepararsi allo scontro: se si rifiuteranno di risponderci o apriranno il fuoco contro di noi, risponderemo con mezzi appropriati.-

Tre comete fiammeggianti attraversarono i cieli di Sephiro con un boato assordante. Per un attimo l'intera popolazione di Acura, dopo una giornata di duro lavoro, si tappò le orecchie nell'attesa che il rumore cessasse, e senza alzare lo sguardo a guardare tre sagome allontanarsi verso l'orizzonte.
Cien scostò le mani dalle orecchie, ancora stordito, e si volse verso la sua amica dai capelli rossi:
-Hikaru?-
-Si, sto bene! A parte i timpani...spero ricrescano.- commentò lei, con un'evidente espressione di sgomento sul volto -Ma cos'erano?-
-Non lo so..- disse il ragazzo, facendola sedere sul divano- anzi, forse lo so, ma...-
-Ma?-
-Beh...prepara tu la cena, stasera...io sono stanco, vado a riposarmi un pò.-
-Ma?!-
Il ragazzo la ignorò, andò su per le scale con indifferenza ed entrò nella sua stanza, chiudendosi la porta dietro.
-Non può essere...non ora!- Si disse, aprendo l'armadio a muro con un gesto deciso e abbassando la leva nascosta tra i vestiti, rivelando una scala a pioli di metallo.
Si lanciò giù per il condotto, senza neanche prendersi la briga di calarsi. Atterrò in piedi, chinandosi per attutire l'impatto, e si ritrovò a correre in ciò che sembrava una conduttura dell'acqua.

Meno di un minuto dopo, da uno dei silos dispersi nel bosco che circondava Acura, qualcosa di enorme si librò verso il cielo...

-Era una città! Era una città!-
-L'ho vistaaaaaaaaa!!-
Mentre le sue due amiche continuavano a prodursi in esclamazioni senza senso causa shock, Fuu era sorpresa. Una città? E una cosa del genere era SFUGGITA al rilevatore della Teti?
-"Quando torno su, quell'affare si becca un check-up completo...."- Pensò, preparandosi ad attivare i freni aerodinamici con fare nervoso.-Preparatevi all'atterraggio!-
-Roger!- Esclamò Umi per prima con tono tremolante, seguita dalla sua amica dai capelli rossi.
Come Fuu tirò la leva, la "pinna" gialla che adornava la testa del suo mech in modalità robot uscì dalla parte superiore dell'A-Wing, ponendo una resistenza all'aria che cominciò a far lentamente rallentare l'aereo.
-5....4...3...-Contava la pilota, pronta a riconvertire il suo mezzo in un Metal Armor. Al termine del conteggio pigiò di nuovo il pulsante alla sua destra, invertendo la trasformazione e facendo tornare il suo Agriv allo stato di robot. Il mezzo atterrò privo di grazia rischiando di schiantarsi in mezzo alla foresta sottostante - fu solo grazie alla maestria di Fuu che venne deviato, toccando il suolo su una scogliera poco distante in un atterraggio di emergenza, fermandosi a picco sul mare. Le sue amiche la raggiunsero appena in tempo per sentirla dire:
-Dannato Ryusei! Gli avevo detto di non truccare i propulsori!-
-Che ti avevo detto? Non ti fidare ciecamente di lui!-osservò ridacchiando Umi.
Fuu sbuffò irritata, facendo rialzare il suo robot. Si diede uno sguardo attorno attraverso la telecamera del suo mech, e disse:
-Devo dire che non me l'aspettavo che ci fosse una civiltà... non abbiamo ordine di effettuare un contatto. La missione è annullata. Rientriamo alla base.
-Roger.-Rispose Umi, smanettando a sua volta con il suo terminale.-Hikaru?-
Interfacciandosi con l'abitacolo della ragazza, lo trovarono vuoto.
-Hikaru!?-
Si voltarono ad osservare il Daitetsu: la ragazza dai capelli rossi era in piedi sulla sporgente corazza pettorale del suo robot ad osservare il tramonto perdersi sul mare.
Ebbe un fremito. Si sfilò il casco con foga per guardare meglio il cielo, ignorando le sue amiche che la chiamavano via radio.
Era...era vero! Erano lì di nuovo, dopo dodici anni! Quel pianeta era cambiato....ma il tramonto era inconfondibile. Lacrime di felicità cominciarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre si lasciava andare in un incredulo sorriso.
-Hikaru! Rispondi!-
Le intimò Umi. Lei altro non fece che avvicinare il casco alla testa, e dire:
-Ragazze....ci credete adesso?-
-A cosa?-
-Questo tramonto, quest'aria.... questa sensazione....non la sentite? Questo pianeta..... è .....-
-E'?-
-Sephiro!!!-

Quel nome colpì le due ragazze come una freccia al cuore.
-Ora...ora capisco....-osservò Fuu, tremando.- Era...era davvero un wormhole quello che ci ha portato qui...-
-Ha riaperto la strada per Sephiro!?- terminò Umi, anche lei agitata come non mai. Fu proprio lei la seconda ad aprire l'abitacolo del suo robot, a scattare in piedi e a sfilarsi il casco, respirando quell'aria a pieni polmoni. Rimase qualche attimo a contemplare il tramonto ad occhi spalancati, per poi abbattersi sul sedile:
-Mio....mio dio...-
Anche Fuu, aperta la cabina di pilotaggio, fu presa dallo stesso sentimento di nostalgia, e non ebbe una reazione molto differente, cadendo in ginocchio e piangendo lacrime a metà tra gioia e disperazione.
-Non ci posso credere!- urlò la pilota dai capelli rossi alle sue amiche, ridendo.-Siamo veramente tornate!-
Ma le sue amiche non avevano voglia di ridere, tanto erano scioccate dall'accaduto...era quello il pianeta per cui avevano lottato? Quanti anni erano passati, durante la loro assenza? L'emozione di essere tornate nel loro secondo mondo lasciò ben presto posto al terrore. I loro amici che fine avevano fatto? Erano vivi? O erano passate ere, e tutto quello che si presentava loro altro non era ciò che una volta era Sephiro, un pianeta ormai trasformato, dove la magia non contava più niente?
-E'...è incredibile...- commentò Umi, abbassando il capo e stringendo i pugni. -Noi ..saremmo morte per questo!?-
Hikaru non la capì, tanto era felice del suo ritorno, ma si rese conto della situazione quando si accorse che le lacrime della sua amica dagli occhi verdi si stavano trasformando in un vero e proprio pianto dirotto.
-Sephiro è irriconoscibile!- Esclamò Umi, più irata che mai.- Ed è tutta colpa nostra, dannazione! Siamo state lontane per chissà quanto tempo.... e chissà quante guerre e catastrofi ha dovuto affrontare senza di noi! Eravamo i Magic Knights, e abbiamo fallito il nostro scopo, Hikaru... come puoi esserne contenta?!-
La ragazza dagli occhi rubino era scioccata dalle parole di rimprovero dell'amica, ma riuscì comunque a risponderle, dopo lunghi attimi di silenzio accompagnati dall'infrangersi delle onde e dal vento che le scompigliava i capelli..
-è questo il punto. Io non sono contenta per ciò che è diventato, ma per ciò che può diventare ora che siamo qui. Umi, Fuu, abbiamo sempre dimostrato di essere in grado di salvare questo mondo, anche a costo della vita... e se l'abbiamo già fatto, perchè non provarci un'altra volta?! Anche se ormai è impossibile riportarlo come prima...ora che siamo qui possiamo farlo renderlo un mondo migliore per tutti!-
Calò il silenzio tra di loro, mentre le onde del mare continuavano a cantare la loro litania. D'un tratto, fu il radar ad attrarre l'attenzione di Fuu:
-Abbiamo degli oggetti in rapido avvicinamento.- disse, tirando su con il naso e asciugandosi le lacrime.-Sembrano piuttosto grandi.....-
e Umi, guardando a sua volta il radar:
-Merda. Credo che ci stiano venendo a fare la festa....-
-Non possiamo metterci a combattere-esclamò Hikaru, ancora sulle spalle del Daitetsu- rischiamo di rimanere senza energia per la manovra di uscita dall'atmosfera.-
-Umi,Hikaru ha ragione.-rispose Fuu-Al momento la nostra priorità è di tornare alla base. Allontaniamoci il prima...-
-Oh,certo! Se veniamo abbattute- esclamò Umi nella radio, rabbiosamente ma con un certo sarcasmo -come ci torniamo, alla base? A piedi?-
-In effetti...-rispose la dottoressa dopo un attimo di silenzio, indossando il casco e chiudendo l'abitacolo - credo che ufficiosamente sia la minore delle nostre preoccupazioni.-
Attimi di silenzio accompagnarono Hikaru, mentre si chiudeva nell'abitacolo, poi la voce di Umi:
-Riesco a vederli. Sono quattro, massimo cinque robot....e sono armati fino ai denti.-
-Cosa?- Esclamò Fuu.-Ma come fai a vederli? Sono a chilometri di distanza!-
-Il mirino di un cannone di precisione può fare questo e oltre!- rispose Umi, indicando il cannone sulla sua spalla destra, che andava girandosi per volgersi nella sua direzione. La ragazza appoggiò il modulo di rientro per terra, per poi afferrare con decisione lo scudo appeso alla spalla sinistra e la mitragliatrice sul fianco destro del suo Dragoon, dicendo:
-Beh, se hanno intenzione di spararci addosso, non mi farò cogliere impreparata.-
Le due ragazze la guardarono con uno sguardo smarrito, ma un attimo dopo i loro occhi si illuminarono di una luce sinistra e anche loro misero mano all'armamento dei loro robot.
Meno di un minuto dopo quattro mech completamente neri fecero la loro comparsa all'orizzonte.
-Quel colore non mi piace...- osservò Fuu, stringendo la mitragliatrice nelle mani del suo Agriv con più forza possibile. -Mi raccomando comunque, accertatevi che abbiano intenzioni ostili prima di attaccare. Non vogliamo passare per degli invasori.-
-Uh?- continuò Umi, continuando a scrutare la situazione con il mirino a lungo raggio.- Ce ne sono altri due in coda al gruppo...probabilmente hanno dell'equipaggiamento stealth. Sembrano diversi dagli al...-
Ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che venne improvvisamente bersagliata da uno dei mech in avvicinamento. Fece appena in tempo a pararsi con lo scudo, senza neanche vedere cosa la stava colpendo.
-Armi ad energia?- Osservò Hikaru, scioccata, mentre evitava a sua volta dei colpi diretti verso di lei.
-Fuu!- Osservò Umi, vedendo la sua amica che, immobile sotto i colpi nemici, si limitava a chiudere le ali del suo Agriv davanti a lei. I raggi nemici si rifletterono sulla superficie tirata a lucido, perdendosi nel cielo.
-Hehheh...- ridacchiò la dottoressa.- Ce ne metteranno di tempo prima di perforare questa lega...è la stessa dell'armatura del Kuu....-
e poi, riponendo la mitragliatrice al suo posto ed estraendo qualcosa dal comparto sulla gamba destra, destinato all' Heat Knife:
-Vi piace giocare con i raggi laser? Vedete come ve la cavate con questa!- e poi, ad alta voce.- Hikaru, Umi, datemi copertura! Ci penso io!-
-Roger!-. Esclamarono le due.

-L'ultimo contatto?-
-L'abbiamo avuto prima che entrassero nell'atmosfera, capitano Kass.- osservò Mika.
Il capitano sospirò e si gettò sulla sua poltrona in sala comandi, tirandosi uno schiaffo sulla fronte e dicendo:
-Dio...spero solo che non abbiano incontrato resistenza. Sono stato un idiota a lasciarla fare: era troppo ovvio che su un pianeta simile ci fosse vita...quel satellite artificiale è la prova che il pianeta è abitato, avrei dovuto avvertirla..-
-Chi, la dottoressa? Ma allora ci tiene per davvero!-
Domon sobbalzò, e fissò la ragazza dai capelli biondo platino con uno sguardo sorpreso. Mika ridacchiò, osservando:
-Ormai è di dominio pubblico, l'unica a non saperlo credo che sia proprio Fuu!-
Il capitano si guardò intorno, osservando tutto il reparto ridersela sotto i baffi. Scattò in piedi esclamando:
-IL PROSSIMO CHE RIDE SI ANDRA' A FARE UNA PASSEGGIATA NELLO SPAZIO APERTO!- per poi rivolgersi a Mika -Chi è stato a dirlo in giro? Dimmelo!-
E in quella entrò Ryusei con fare baldanzoso, tenendo in mano dei non meglio identificati scatoloni. Domon lo vide e capì, ma il suo sfogo di rabbia fu interrotto da un operatore:
-Stiamo ricevendo una trasmissione, capitano!-
Lo stupore pervase l'intera sala, quando sullo schermo apparve il volto di un uomo sulla trentina, vestito completamente di nero, dietro al quale si trovava un ragazzo dai capelli bruni e dalla divisa completamente rossa. Il primo annunciò:
-Qui è Kailu Lantis ,comandante della stazione Hayabusa. Vi informo che state orbitando intorno al Pianeta senza autorizzazione. Siete pregati di identificarvi e di dichiarare le vostre intenzioni.-
Domon si rivolse immediatamente ai tecnici della nave:
-La radio di bordo è stata rip.....-
Ma la risposta fu uno scuotimento di capo generale. Si girò verso Mika, speranzoso in un consiglio, ma non la trovò più al suo fianco. Fu un'altra comunicazione di Lantis a fargli prendere una decisione - le parole del comandante Sephiriano furono infatti:
-Se non risponderete alla nostra richiesta entro i prossimi tre minuti, secondo il ventunesimo articolo della Costituzione Sephiriana ci riserviamo il diritto di aprire il fuoco.-
Come Domon ebbe sentito queste parole, ordinò immediatamente:
-Lanciate i razzi di segnalazione con un codice 3. Non credo sappiano che vuol dire pace, ma dobbiamo provare.-Poi, rivolto a Ryusei -Akai, vai a preparare il mio Shukumei, di corsa. Andrò fuori a contrattare.-
-Il suo...Shukumei!?-
A Ryusei tornò in mente la corazza facciale del robot smontata, con i cavi che pendevano da tutte le parti e delle sinistre scintille che facevano la loro comparsa di tanto in tanto.
-Ehm...non è possibile usarlo!-
-Come!?-
-Capitano!- Esclamò un operatore.- Stiamo rilevando un lancio non autorizzato nell'hangar 21!-
-Il 21? Quello dove sono tenuti i Daitetsu!?-
Domon si voltò verso la finestra solo per vedere cinque scie di colore bianco partire in direzione della stazione spaziale in lontananza, per poi aprire il fuoco e schiantarsi sull'oggetto. Il comandante conficcò le unghie con forza nella pelle della poltrona, imprecando:
-Dannazione! Chi diavolo ha autorizzato il lancio!?-

-Rapporto danni, in fretta!- Esclamò Lantis, riprendendosi dall'impatto. Colt prese il posto dell'operatore svenuto,ed esclamò, osservando il display:
-I settori 7 e 8 sono quasi completamente distrutti, e abbiamo una perdita di ossigeno nei settori 6 e 9, ma se ne stanno occupando i droidi di servizio....comandante! Cosa facciamo?-
-Sai questo che significa, maggiore.- Affermò l'uomo in nero, con uno sguardo determinato. -Dobbiamo combattere. -e poi, attivando il sistema di comunicazioni interne:
-La stazione spaziale è sotto attacco, ripeto, la stazione spaziale è sotto attacco. Tutti i piloti si rechino negli hangar dei settori 1,2,3 e 4 in assetto da battaglia. Il comando dell'operazione è affidato al maggiore Colt Mitsubishi. Questo è un ordine.-
e poi, rivolto al suo sottoposto e al meccanico:
-Adesso, muovetevi e andate fuori. Sapete cosa dovete fare.-
Colt e Gamma annuirono, letteralmente lanciandosi fuori dalla sala comandi.
-Wow! Il comando della missione è affidato a te, maggiore Mitsubishi!- lo sfottè Gamma, sarcastico.- Primo giorno da sottufficiale e già tutte queste responsabilità!-
-Zitto, Gamma Montecarlo Rally!- rispose lui, ridendosela.-Sai che significa essere un maggiore per me? Che posso finalmente prendere quell'Eisenriese che stava prendendo polvere nel settore 3!-
Li sentì correre per il corridoio e sospirò, sedendosi di nuovo alla sua postazione.
-Giovani.-
Ebbe un attimo di esitazione, prima di prendere in mano il telefono satellitare che aveva in tasca. Compose un numero, e chiese:
-Ferio, mi senti?-
-Forte e chiaro.- rispose la voce del ragazzo alla radio. Lantis riprese:
-Mi avevi promesso un aiuto speciale...Beh, spero che tu sia di parola.-

Accarezzò la gamba di un gigante meccanico nascosto nell'ombra, tenendo chiusi gli occhi. Uraki Mika, capo elettrotecnico di bordo della Teti, amica del capitano, capelli biondo platino, occhi verdi, viso da ragazzina, corpo atletico... una bella ragazza, le dicevano dietro, ma lei non dava peso ai commenti dei suoi colleghi, dei soldati e nemmeno a quelli degli ufficiali. Non le importava della Teti... lei era salita su quella nave, quel giorno di due anni prima, per una ragione precisa, ma anche solo ricordarla era troppo doloroso.
Aprì gli occhi lentamente, fissando il leone nero sulla sua mano che splendeva nell'oscurità circondata da un alone rosso. Alzò lo sguardo verso il volto del robot, e disse, con voce atona:
-Si comincia.-

  
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