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Autore: zacra    15/12/2012    2 recensioni
salve a tutti/e questa è l'ultima produzione del mio cervello malato....
la storia è semplice, ma i personaggi non lo sono, sarà anche a causa del periodo poco felice che sto affrontando.
c'è una ragazza....ma non la classica ragazza bella perfetta, poi ci sono loro Jared e Shannon...
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Aza parcheggiò davanti a casa e scese dall’auto con un bel sorriso stampato in faccia, quell’egocentrico di Jared le aveva dato lo spunto per suo prossimo protagonista maschile, era esattamente tutto quello che lei si era sempre aspettata e immaginata di un attore, cantante, e cazzone Hollywoodiano, era egocentrico e scontato nonostante si vedesse che non era affatto uno stupido, Shannon al contrario aveva conservato quel barlume di persona normale che le aveva permesso di parlarci per quasi tutta la sera, erano fratelli ma erano tremendamente diversi Shannon era una persona all’apparenza riservata ma Aza aveva notato che superato l’imbarazzo iniziale metteva chiunque a suo agio con battute e sorrisi sinceri, Jared non lo aveva ben inquadrato ma non era sicura di averne voglia non fosse altro che per il suo libro, era convinta che la facciata dell’edonista sicuro di se non fosse molto facciata.
Erano passati alcuni giorni da quando Shannon aveva incontrato Aza e ancora si ritrovava a scorrere la rubrica fino al suo numero per poi restare fermo a pensare a come iniziare una possibile conversazione, Jared lo colse alla sprovvista prendendogli il cellulare e premendo l’avvio chiamata, si sedette in attesa che lei rispondesse guardando Shannon sfregarsi il mento nervoso.
-          Si?- disse Aza rispondendo.
-          Ciao, Aza sono Jared-
-          Jared…..strano, non mi sembrava proprio di averti dato il mio numero- disse lei.
-          Infatti non l’hai fatto e mi hai ferito molto, ma non parliamo di me-
-          Sarebbe strano….- disse lei con un velo di ironia che lo fece sorridere.
-          Ti passo Shannon- disse Jared allungando il telefono al fratello e uscendo dalla stanza.
Shannon si sistemò sul divano e rispose.
-          Ciao- le disse.
-          Pensavo avessi trovato una nuova scrittrice preferita e il mio cuore si stava spezzando- disse lei.
-          Cosa?-
-          Sto scherzando Shannon-
-          Giusto, allora come va? Che stai facendo?-
-          So che potrà sembrarti assurdo ma sto scrivendo, avanguardia pura per uno scrittore- disse sarcastica facendolo sorridere.
-          Scherzi a parte conosci un canile vicino a Malibù?- chiese Aza.
-          Vuoi prendere un cane?-
-          Sempre quattro zampe ma più piccolo e pulito- disse lei.
-          Un gatto?-
-          Bravo, allora qualche posto da consigliarmi?-
-          Si ne conosco un paio, se vuoi ti accompagno- disse lui.
-          Non essere appiccicoso Shannon non ci conosciamo da neanche una decina di giorni e già vuoi aiutarmi a scegliere il gatto? È un passo molto importante nella nostra così giovane relazione – disse Aza.
-          Sei proprio stronza, te l’hanno mai detto?- chiese lui avendo intuito che lei voleva solo scherzare.
-          Si me lo hanno detto, sarebbe carino da parte tua accompagnarmi – aggiunse.
Restarono a parlare al telefono per parecchio poi prima di riattaccare Shannon si fece lasciare l’indirizzo di Aza e decisero di vedersi il giorno seguente nel pomeriggio.
Shannon uscì in giardino richiamato da Tomo dopo aver concluso la chiamata con Aza, Jared era sulla porta con il cellulare in mano, notò sul divano il foglietto sul quale il fratello aveva segnato l’indirizzo di Aza ,e fu felice di notare che anche lei vivesse a Malibù e neanche troppo lontano da dove stava lui.
Jared vide che Shannon e Tomo erano pronti ad andare, li accompagnò alla porta e dopo essersi infilato la tuta che usava per uscire a passeggiare decise di fare due passi verso casa di  Aza.
Aza stava rientrando in casa dopo aver gettato la spazzatura quando vide Jared dall’altro lato della strada.
La raggiunse sorridendo.
-          Bel quartiere- le disse.
-          Normale, che ci fai qui?-
-          Abito a 15 minuti da qui, facevo due passi non sapevo abitassi qui- mentì lui.
-          Jared io vivo qui da quasi un mese e non ti ho mai visto in questa strada-
-          Sarai stata distratta- disse lui.
-          Si…..- rispose Aza andando verso la porta, stava per infilare la chiave nella toppa ma si voltò a guardarlo.
-          Non continui la tua passeggiata?- gli domandò.
-          Certo- disse Jared riprendendo a camminare e salutandola con la mano mentre si allontanava.
Aza sospirò e rientrò in casa.
Si era messa a scrivere e non si era nemmeno accorta che era iniziato a piovere, sollevò lo sguardo verso la finestra che dava sul giardino, le mancava la pioggia, il vento freddo, la neve, le mancava l’Europa, erano a metà febbraio e le sembrava di essere in aprile, si rimise a scrivere al pc, ma il suono del campanello interruppe di nuovo il suo lavoro.
Quando aprì la porta si trovò davanti Jared che le sorrideva.
-          Ha iniziato a piovere mentre tornavo indietro- le disse.
-          E allora?-
-          Non ho l’ombrello e…-
-          Ecco ora ce l’hai- disse Aza prendendone uno a caso dal suo portaombrelli accanto  alla porta.
-          Buon ritorno a casa- aggiunse con un sorriso falso chiudendo la porta.
Jared rimase qualche istante a fissare la porta chiusa davanti a lui, poi aprì l’ombrello e tornò a casa sua.
Aza si risedette sul divano, Jared era arrivato in un momento pessimo, stava scrivendo una parte importante e ora aveva perso gran parte dell’ispirazione, decise di non continuare per evitare di rovinare quello che tanto faticosamente aveva tirato fuori dalla sua testa quel giorno.
Jared rincasò l’ombrello di Aza lo aveva aiutato a non bagnarsi, lo posò accanto alla porta e andò a togliersi i vestiti leggermente umidi, non piaceva a quella ragazza ne era ormai certo, ma non doveva piacergli per forza gli bastava che finissero a letto prima o poi, amava le sfide e lei era una sfida, era parecchio che non gliene capitava una così, si infilò la maglia asciutta e chiamò Annabelle, quella sera aveva molto da sfogare.
  
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