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Autore: Martu89    02/07/2007    2 recensioni
Raelene non è la protagonista di questa storia, ma ben altro. Questo è il viaggio oltre i confini della nostra realtà di sei ragazzi, che affrontando prove di ogni sorta, comprenderanno la fondamentale importanza di essere sè stessi.
"Fu un attimo. Nello stesso momento in cui aveva aperto la pagina, fu come se un paio di mani l’avessero afferrata le spalle e l’avessero tirata avanti con una forza tale da farla sparire all’interno del libro. "
Genere: Commedia, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due

Scarlett impiegò qualche secondo per mettere ben a fuoco il luogo in cui era piombata. Era una stanza rettangolare, dalla grande vastità, accentuata dal fatto che era quasi completamente senza mobilio. Il soffitto era di un color oro talmente tanto chiaro che sembrava emanasse luce propria, ed era talmente tanto alto, che non si sarebbe potuto dire quanto effettivamente lo fosse. Tre delle quattro pareti erano occupate da gigantesche librerie di legno, che centinaia di volumi riempivano fino al soffitto, molto probabilmente Nathan Proudfoot si sarebbe preso un colpo vedendo tanti libri tutti insieme. Non c’erano porte né finestre, e l’unica fonte di luce, oltre al soffitto dorato, era un immenso camino, posto nell’unica parete non occupata da librerie, dove alte fiamme tremolanti stavano danzando illuminando tutto l’ambiente. Davanti al camino c’era l’unico mobile della stanza, una grande poltrona in pelle rosso scuro dall’alto schienale, che aveva un aspetto alquanto sinistro.

All’improvviso Scarlett sembrò destarsi dalla sua confusione, e prese a correre a perdifiato per tutta la stanza in cerca di qualcosa, ma non sapeva nemmeno lei cosa stesse realmente cercando, molto probabilmente una via d’uscita.

“È inutile che cerchi, non troverai alcuna via per scappare”. Disse una voce solenne e profonda alle spalle di Scarlett, mentre stava cercando vanamente di spostare una libreria.

“Chi ha parlato?” chiese con voce tremante, iniziandosi a guardare intorno molto spaventata.

Lentamente la poltrona davanti al fuoco si girò, e quando fu completamente voltata, la donna che vi era seduta, si alzò con calma. Non esistono altre parole per descriverla: era bellissima e perfetta. Era molto più alta di qualsiasi altra donna al mondo, e la sua statura era ancor più messa in evidenza dal lungo ed elaborato vestito rosso e oro, che aderiva al suo corpo perfetto. Ma il suo volto era decisamente più bello. Aveva dei capelli neri e mossi che dolcemente le coprivano tutta la schiena; i suoi occhi erano di un nero talmente profondo che a malapena si riusciva a distinguere la pupilla dall’iride e le sue labbra carnose erano di un rosso fuoco così acceso che nessun rossetto avrebbe mai potuto competere.

Ma nonostante la sua bellezza, lo sguardo di chiunque sarebbe stato catturato magicamente da ciò che portava al collo: una lunga collana di piccole pietre vermiglie che reggeva alla sua estremità un grosso ciondolo d’oro a forma di triangolo.

Scarlett s’incantò a fissare quel pendente, era di una lucentezza incredibile, e quella sua forma triangolare così strana, lo rendeva magico e irresistibile. Fissandolo, ogni preoccupazione o paura parve sparire dalla sua mente. Quella donna con la sua bellezza e quella magnifica collana aveva qualcosa di speciale, pensò Scarlett ancora ipnotizzata dal ciondolo dorato, doveva essere qualcosa di divino. Già, quella donna doveva essere senz’altro una dea.

***

“Esatto, sono una dea” disse la donna leggendo nei pensieri di Scarlett, che continuava a fissare la collana, ma appena sentì la sua affermazione, la ragazza si scosse di colpo, come se le avessero dato all’improvviso una botta in testa, e la guardò con gli occhi sbarrati.

“Co-Cosa?!” mormorò scioccata e spaventata, tutte le preoccupazioni che erano sparite guardando il ciondolo, erano d’un tratto riapparse, anzi, erano perfino raddoppiate.

La dea le sorrise apertamente, di un sorriso comprensivo e rassicurante. “Immagino che tu sia spaventata, – disse, anche la voce sembrava addolcita – però non avere paura. Non ti farò del male. Ti sto aspettando da trenta lunghi anni, Scarlett. Mi permetteresti di dirti ciò che vorrei?”

Scarlett, non seppe bene perché, ma le sue parole, o il tono della sua voce, la calmarono immediatamente, ma ci pensò un attimo se acconsentire o meno alla sua richiesta. In realtà, oltre a quella, mille domande affollavano la sua mente: chi era quella donna? Una dea, ma oltre a quello? Dove si trovava? Cosa voleva? Cosa ci faceva lei lì? Ci mise ben poco per capire che per trovare le risposte a tutte le sue domande, doveva semplicemente farla parlare. Ancora spaventata, Scarlett annuì lievemente e la dea le fece un cenno di ringraziamento.

“Grazie, Scarlett, davvero. Innanzitutto mi presento, sono la dea Kezia, so che magari ti potrebbe sembrare fin troppo fantasiosa, ma è la realtà. Questo luogo, o forse è meglio dire stanza, è la mia dimora, dove ho passato la maggior parte della mia esistenza, aspettando la persona che mi potrà aiutare. Come vedi, non ho molte possibilità di svago, se non la lettura, qui vi sono conservati milioni di libri, tutti quelli che siano mai stati scritti, anche opere che a voi terrestri sono andate perdute. Ma non è del mio patrimonio librario che ho intenzione di parlarti.”

La dea Kezia si avvicinò di qualche passo a Scarlett, e fece qualcosa che mai e poi mai ci si sarebbe aspettati da lei, una dea, una persona così fiera e orgogliosa: si prostrò in ginocchio davanti alla ragazza, iniziando a singhiozzare sommessamente.

“Scarlett, ti prego, aiutami. – gemette, alzando il volto rigato di lacrime – Ho davvero bisogno del tuo aiuto. È da quando, trent'anni fa, sono venuta a conoscenza che saresti giunta al mondo tredici anni dopo, che non ho fatto altro che contare i giorni che separavano il nostro incontro; quando finalmente saresti stata abbastanza matura da potermi aiutare.  E ora, sono sicura che lo sei, poiché hai sentito il mio grido d’aiuto. Ovviamente, puoi rifiutare di aiutarmi, ma chissà quanti anni dovrò aspettare per trovare un’altra persona come te, forse secoli, magari millenni. Ho seguito la tua vita sin da quand’eri nella culla, conosco tutto di te, i tuoi sogni, i tuoi desideri, le tue passioni; ti conosco bene, so com’è il tuo carattere, faresti di tutto, anche morire se necessario, per le persone alle quali vuoi bene. Non mi conosci, non mi devi nulla, ma per favore aiutami. Ti prego.”

Scarlett provò pena per quella donna che fino a qualche minuto prima era lì in piedi davanti a lei con il suo vestito rosso, con il suo ciondolo d’oro e con tutta la sua fierezza, ma che in quel momento era in ginocchio tremante tra i singhiozzi che la fissava implorante. Scarlett era però indecisa sul da farsi, non se la sentiva di dire di no a quella donna supplichevole dinanzi a lei; ma allo stesso tempo non poteva non sentirsi a disagio e inquieta, se davvero, come aveva detto poco prima, l’aveva spiata da quand’era piccola e conosceva tutto di lei. Ma ora che ci pensava, anche prima, quando aveva pensato che potesse avere qualcosa di divino, subito la dea glielo aveva confermato, come se le avesse letto nel pensiero, e arrivata a quel punto, non metteva più in dubbio che lo facesse davvero.

“Scarlett, ti giuro, non ho mai voluto davvero spiarti né tanto meno leggerti nel pensiero, ma mi si è rivelato necessario per seguire le tue sorti. Ti prometto che da quando uscirai da questa stanza, qualunque sia la risposta che mi darai, non farò mai più niente del genere. Anzi, sappi, che da quando hai accettato di ascoltarmi, non sono più entrata dentro alla tua mente.” Disse improvvisamente la dea Kezia, afferrando un braccio di Scarlett con entrambe le mani e continuando a fissarla negli occhi con aria disperata. Il suo tocco era incredibilmente caldo, quasi incandescente, a Scarlett parve di sentire la pelle bruciare sotto le mani della dea, e si divincolò subito dalla stretta, guardando inorridita la donna davanti a lei, ma quest’ultima continuava a fissarla con gli occhi pieni di lacrime. Scarlett non poté più sopportare quella vista straziante, e decise di accettare di aiutarla anche se malincuore. Non sapeva cosa avrebbe dovuto fare, ma se glielo aveva chiesto, voleva dire che la riteneva che in grado di farlo, sennò perché glielo avrebbe domandato? Stava per dare la sua risposta, quando all’improvviso le venne un dubbio.

“Come facevi allora, a sapere che pensavo a quelle cose? “ domandò, sospettosa.

“Non c’era bisogno di leggere nella tua mente per capire. I tuoi occhi dicevano già tutto. Gli umani non sanno che spesso il loro sguardo dice molto più di quanto stanno pensando. Ma ora ho bisogno della tua risposta, qualunque essa sia.” Disse risoluta, asciugandosi le lacrime.

Scarlett rimase colpita dalle sue parole, e senza pensarci ancora, annuì lievemente.

“Si, ti aiuterò. Ma io ci guadagnerò qualcosa?”

La dea si alzò in piedi, di nuovo in tutta la sua maestosità, facendo un grande sorriso di ringraziamento, e si diresse verso la sua poltrona.

“Certo. Ovviamente ci guadagnerai qualcosa. Credi davvero che ti avrei fatto lavorare senza poi darti niente? Se porterai a termine la tua missione, esaudirò un tuo desiderio, qualunque desiderio. Ti sembra abbastanza?” La dea si sedette sulla sua poltrona, appoggiando il mento sul palmo di una mano, iniziò a fissare di nuovo Scarlett.

“Dipende da ciò che dovrò fare. Si tratta di qualcosa di pericoloso?”

“Sì, abbastanza.”

“Appunto, cosa mi servirebbe un desiderio se non portassi a termine il mio compito? O se qualcosa andasse storto?”

“Credevo fosse la tua amica Emma quella riflessiva, ma a quanto pare mi sbagliavo. Ad ogni modo, la scelta è tua, cambia la tua risposta se desideri. Vorrei scusarmi per la reazione esagerata di prima, ma vedi, tu sei l’unica che può compiere questa missione, non ti avrei mai chiamato se non fossi assolutamente certa di questo. Tu, Scarlett, se colei che cerco, sei nata sotto la buona stella del coraggio.” 

Mentre la dea pronunciava quelle parole, Scarlett non seppe trattenersi dal guardare ancora il ciondolo a triangolo, e a quel punto non poté più dire di no.

“Va bene. Accetto. Ma voglio che mi sia spiegato esattamente ciò che dovrò fare.”

“Grazie, Scarlett. Non sai quanto questo sia importante. Ma, siediti qui. – disse, agitando con noncuranza una mano davanti a sé, facendo apparire una sedia – Ora ti racconterò tutto, ascoltami attentamente, e se non capissi qualcosa, chiedimi pure. Tanti anni or sono, prima che la Terra  fosse creato, il Dio Supremo, che stava pianificando l’universo, chiamò due dee al suo cospetto per affidargli il compito di plasmare sei mondi nel Sistema di Eos, quello al quale appartiene la Terra, e così fecero. Ma il Dio Supremo, poiché non infallibile, commise un errore: una delle dee che aveva chiamato, si rivelò in seguito malvagia. Però, arrivati a quel punto, era impossibile togliere dal suo possesso ciò che aveva creato; si creò così una frattura profonda in Eos ed una profonda rivalità tra le due dee. Fortunatamente si trovò una soluzione, per evitare che l’equilibrio dell’universo fosse messo a repentaglio dalle infinite guerre inutili che si sarebbero fatte, inutili poiché gli dei non possono uccidersi tra loro. La soluzione era che le due dee avrebbero convissuto in pace in un settimo pianeta, la Terra, e si sarebbero affrontate in una battaglia finale, grazie all’aiuto di due ragazzi, due Predestinati, uno nato sotto la stella di Marte e uno sotto quella di Venere. Tu, Scarlett, sei nata sotto la buona stella di Venere, e contemporaneamente a te c’è un altro ragazzo, che invece è nato sotto Marte. Ecco perché ti ho scelto, tu sei la Predestinata, l’unica che può affrontare questa prova.”

“Ma, io qui non vedo nessun altro ragazzo. Dove sarebbe?”

“No, no, non hai capito. Il ragazzo nato sotto Marte non combatte con te, ma contro di te. L’altra dea Shanika, questo il suo nome, lo avrà senz’altro già chiamato, come ho fatto io con te, e gli avrà raccontato tante menzogne per far in modo che gli creda. Tu sei il Bene, Scarlett. Venere, è simbolo per eccellenza dell’amore, perciò del Bene. Lui, invece, è Marte, odio e guerra, e quindi Male. Per quanto ti possa sembrare la trama di un libro di fantasy in stile Lewis, tu non devi  farlo per aiutare me, nelle tue mani c’è il destino di tutto l’universo, devi salvarlo dal Male.”

“Come?! Battaglia finale?! Guerre?! Io non so combattere e non ho alcuna intenzione di imparare!”

“Tu sei coraggiosa e intelligente, e questo fa di te la perfezione. Non avrai niente a che fare con spade e combattimenti, sono altre le qualità che ti permetteranno di vincere. Ma non ti domandi come faremo a sconfiggere l’altra dea?”

“Come faremo?”

“Il Dio Supremo aveva subito pensato a questo; appena sancimmo quel patto, creò un’arma tanto potente che poteva uccidere perfino un dio, era talmente pericolosa che preferì dividerla in sei pezzi, e metterne uno in ogni mondo creato dalle due dee. Questo è il tuo compito: recuperare tutti i pezzi di Realene, l’arma, attraverso i sei mondi. Non è una cosa che posso fare io, poiché non mi è permesso entrare in un mondo di Shanika. Mentre tu, che sei la Predestinata, hai questo privilegio.”

“Si, ma perché non è il Dio Supremo ad uccidere quell’altra dea? Insomma, se ha creato l’arma Realene, perché non uccide Shanika lui stesso?”

“Non è una questione di potenza. Ti ho già detto che due dei non possono uccidersi tra loro, non importa quale sia la loro posizione o il loro potere, è qualcosa che non si può fare, è una legge universale. Ma, Realene, non è un dio, ma un’arma, quindi, può effettivamente uccidere una divinità.”

“Ma, allora dovrò affrontare questo viaggio da sola?! Come farò?! Che prove dovrò fronteggiare?! Come…?”

“Calmati. Se aspetti un instante, ti spiegherò quanto devi sapere. Innanzitutto, la prima cosa che dovrai sempre fare, appena arrivata in un nuovo mondo, è andare dalla regina, lei t’indicherà la prova che dovrai sostenere per riuscire ad ottenere una parte di Realene. Si tratteranno di prove di ogni sorta, magari fisiche, altre d’intelligenza, altre ancora in cui la sola furbizia e un po’ di praticità saranno la chiave della vittoria. Ma non avere paura, perché non sarai sola. Ti sarà concesso di portare due compagni di viaggio, e credo che i tuoi migliori amici, Daniel ed Emma, potranno esserti di grande sostegno. Ma, soprattutto, voi tre uniti potrete senza nessun problema, affrontare qualsiasi tipo di prova. Perché ricordati, inoltre, che Shanika manderà contro di voi il suo Predestinato, e visto che è nato sotto la stella di Marte, quindi sarà di certo un grande combattente, ma sarà anche furbo e intelligente? Sicuramente non sarà facile, ma io credo in te, Scarlett, so che ce la farai.  Hai qualcosa da chiedermi, prima che ti dia l’Orologio e ci congediamo?”

“Ehm, io avrei qualche domanda sul pratico… – disse Scarlett, titubante, torturandosi nervosamente le mani – Del tipo, cosa dico ai miei genitori? Che parto per una missione di salvataggio? Ma soprattutto, come convinco Emma e Daniel a partire con me? Li costringo? Cioè, se glielo provo a chiedere, mi prenderanno per pazza! Poi cosa diavolo è l’Orologio?”

La dea Kezia iniziò a ridacchiare, poi facendosi più seria disse “Per prima cosa, dal momento in cui tu uscirai da questo pianeta, il tempo sulla terra si fermerà, quindi i tuoi genitori non se ne accorgeranno. Non che avrebbero avuto qualcosa in contrario, eh? Per i tuoi amici, credo che la cosa migliore sia una dimostrazione pratica, capisci cosa intendo? Ovviamente no, visto che ancora non ti ho detto come farai a viaggiare di mondo in mondo.”

Dopodiché si alzò e si diresse verso una delle immense librerie, dove prese un grosso volume rosso, molto somigliante a quello con il quale Scarlett era arrivata al cospetto della dea Kezia, che porse il libro alla ragazza, quest’ultima la guardò con uno sguardo sospettoso e interrogativo allo stesso tempo, attendendo una spiegazione.

“Apri il libro.” Le ordinò la Dea tornando a sedersi sulla poltrona.

Scarlett con fare diffidente aprì il volume, e fu enormemente sorpresa nello scoprire che non si trattava propriamente di un libro, quanto di una scatola foderata di velluto rosso, sopra al quale erano delicatamente adagiati un orologio e due braccialetti.

L’orologio era molto particolare, il cinturino era di un color porpora, ma era il quadrante che era davvero insolito, sembrava d’oro con al centro una “K” finemente incisa, ma la cosa più strana era che non vi erano tre lancette ma bensì solo una, e al posto dei dodici numeri, nove piccoli diamantini. Mentre i braccialetti, erano decisamente più semplici, erano delle strisce di pelle dello stesso colore del cinturino dell’orologio, e nella parte superiore vi era stampata una “K” dorata.

Scarlett intuì vagamente come fosse da usare, ma preferì che glielo spiegasse la dea chiaramente.

“Questo è l’”Orologio dei Sette Mondi”, tu lo devi indossare, mentre i tuoi amici dovranno mettere ciascuno un braccialetto. Ogniqualvolta tu voglia cambiare mondo non dovrai fare altro che girare il piccolo diamante posto a lato del quadrante e muovere la lancetta verso il diamante che rappresenta il regno dentro al quale volete andare, e così tutti e tre verrete trasportati via. Ecco cosa intendo con “dimostrazione pratica”, fai indossare i braccialetti ai tuoi amici con una scusa, e poi spingi immediatamente il diamante del quadrante, e sarà fatta, non potranno più tornare indietro. Potrai spiegare loro tutti i particolari alla prima tappa obbligata del vostro viaggio: la dimora del Dio Supremo. Qui vi incontrate con lui, il Predestinato di Marte e i suoi Combattenti. Mi dispiace, ma è il volere del Dio parlarvi, ma non ho idea riguardo a cosa, però sarà utile scoprire subito il volto del nemico e cosi vi potrete guardare bene da loro. Hai capito, Scarlett?”

La ragazza annuì decisa, così Kezia sorridendo compiaciuta si alzò nuovamente, Scarlett la imitò, e si avvicinarono l’una all’altra.

“Bene, questo è questo tutto. Credo che ci vedremo molto presto, e spero ancora tu riesca a portare al successo questa missione. Ancora grazie mille, Scarlett.” Disse la dea guardando negli occhi Scarlett, quest’ultima fece un buffo e goffo inchino per congedarsi, Kezia ridacchiò ancora.

“No, no, non inchinarti, dovrei farlo io in realtà. Ma ora mettiti l’Orologio, torna a casa e parti il prima possibile, i tuoi amici arriveranno da un momento all’altro a casa tua.”

“Okay, allora arrivederci, non ti deluderò, dea Kezia”

La dea le sorrise dolcemente e, commossa, le accarezzò una guancia, il suo tocco era ancora più incandescente del fuoco, ma Scarlett non volle spostarsi. Infine Kezia, scostandosi dalla sua Predestinata, mormorò qualche parola sottovoce, e Scarlett scomparve. Ricadde nel medesimo punto doveva aveva trovato il libro nella biblioteca del padre, si era appena alzata quando sentì l’eco del campanello risuonare al piano di sopra. Stringendo i due braccialetti tra le mani, salì a perdifiato le scale con unico pensiero in testa: non aveva tempo da perdere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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