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Autore: xaruto    16/12/2012    2 recensioni
Applebloom resta vittima di un grave incidente, e da quel giorno Applejack è tormentata da orribili incubi,
che le stanno distruggendo lentamente la sua sanità mentale. Twilight però non potrà aiutarla al momento.
Dovrà chiedere aiuto a Zecora che però l'avverte che avrà due scelte: affrontare i propri demoni o morire.
P.s
Gli eventi di questa fanfiction, avvengono dopo Silent Ponyville 2, ed e connessa a Study of the Mind Delve
Non è necessario leggerli per capire questa trama.
Genere: Dark, Horror, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Apple Bloom, Applejack
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Inizio di un incubo: parte 2

Applejack stava raccogliendo le mele, al campo sud.
Era molto stanca, i suoi occhi erano gonfi e rossi, il suo manto aveva perso colore e la sua criniera era disordinata.

Era cosi stanca, che non si accorse che suo fratello era dietro di lei.

“Applejack, forse dovresti smettere” disse Big Macintosh.
“Ma che stai dicendo ? Sto facendo un ottimo lavoro”
“davvero ? Guarda meglio”.

Big Macintosh portò sua sorella a vedere gli alberi, che lei aveva raccolto.
Gran parte era ancora pieno di mele.

“Va bene, vado a finirli” disse Applejack dopo aver sospirato
“no, finisco io il lavoro, tu dovresti riposare”
“NO, io non voglio riposarmi”

Big Macintosh fece un lungo respiro. Poi gli venne in mente, quello che successo quella mattina.

“Non capisci, che stai peggiorando. I tuoi spasmi erano più forti, mi hai dato un calcio e se non ti ricordi, hai anche bagnato il letto”.

Applejack arrossì di vergogna, non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare, cosi cominciò a singhiozzare.

“Forse questi incubi, sono la mia punizione, per quello che è successo ad Apple Bloom” esclamo AppleJack

“Non è colpa tua”
“sì che è colpa mia, dovevo stare più attenta”.

Applejack cominciò ricordare, i fatti accaduti cinque giorni fa, come se fossero accaduti un minuto fa.

Apple Bloom non aveva avuto niente da fare, Scootaloo si era allenata con Rainbow Dash, mentre Sweetie Belle stava facendo compere con Rarity. Cosi Applejack l’aveva chiamata a costruire un fienile, insieme ai suoi cugini. I lavori erano andanti benissimo,

però il fienile aveva cominciato, a fare uno strano rumore, Applejack aveva controllato, dove provenisse quel rumore e, aveva scoperto che la trave portante della copertura, era  pieno di termiti ma, quando l’aveva capito, era stato troppo tardi.

Il peso del tetto l’aveva spezzato in due e, l’interro fienile era crollato. Per fortuna Applejack e gli altri erano riusciti a scappare, meno fortunata fu Apple Bloom.
Il lato del muro le era crollato addosso, provocandole un’emorragia celebrale.

Erano riusciti a portarla in tempo all’ospedale ma, il trauma al cranio l’aveva portata in coma. I medici avevano fatto il possibile.

Applejack non si perdonò mai, per quello che successo. Big Macintosh la scosse, facendola tornare alla realtà.

“Apple Bloom è in ospedale, io non ce la farei, se accadesse qualcosa anche a te”
“Lo so Big Macintosh, ma che si può fare, l’unico pony che mi può aiutare è Twilight ma, è a Canterlot e tornerà tra due giorni”
“Puoi chiedere aiuto a Zecora, forse ha qualche pozione, che ti aiuti a scacciare gli incubi”.

Applejack riflesse, non si fidava molto della magia di Zecora e a volte non riusciva a capire cosa diceva ma, non aveva altra scelta.  

“va bene, ci andrò ora ma, riuscirai a fare tutto solo ?”
“Non m’importa niente del lavoro, a me importa che le mie sorelle stiano bene” mentre lo disse, la abbracciò. Era l’unica cosa utile, che poteva fare per aiutarla.
Darle un po’ di conforto.

“Ora vado ma, prima di andare da Zecora, faccio una visita ad Apple Bloom” Disse Applejack, mentre si sciolse dall’abbraccio
“va bene, prendi tutto tempo che vuoi”
Applejack si allontanò dalla fattoria ma, poi si girò e disse qualcosa.

“Promettimi che quando tornerò, avrai finito ?”
“Eeyup”
Applejack sorrise e, poi corse via.

Granny Smith si avvicinò a Big Macintosh, con un’aria triste e deprimente.
“pensi che dovremo dirglielo ?”
“Nop, ha già troppi problemi e, credo che se lo facessimo, peggioreremo la situazione”
"Vorrei tanto dirle la verità"
"Anch'io ma, lo stiamo facendo per il suo bene”.


Applejack raggiunse l’ospedale, andò subito nella camera di sua sorella. Era sul letto sotto le coperte, con la testa bendata e, attaccata ad alcuni tubi alle braccia e sul naso.
Si avvicinò a lei e, diede un leggero bacio sulla fronte. Si sedette vicino a lei e, cominciò a parlare della sua mattinata, degli incubi, sul fatto di aver fatto la pipi a letto, sperando per un secondo, che Apple Bloom si alzasse e, la prendesse in giro. Sperò tanto che quello succedesse, poi disse che doveva andare da Zecora per prendere una pozione magica contro gli incubi.

Aspettò qualche minuto, come se aspettasse una risposta, infine si alzò prese il suo capello e lo mise sul comodino, dove c’era anche l’inconfondibile fioco rosso.
“Ti lascio il mio capello, quando ti sveglierai, promettimi che me lo ridarai indietro ?”
Poi uscì dalla stanza, trattenendo le lacrime.


Non ci mise molto per arrivare alla casa di Zecora. Entrò e, la vide bere una bevanda calda

“Ciao Zecora, disturbo per caso?”
Bevette un sorso prima di rispondere “No, mia cara, Applejack, sei sempre benvenuta”
“Grazie per l’ospitalità, volevo chiederti un favore ?”
“Qualcosa ti turba ? Non hai un bell’aspetto”
“Sì, ho un problema”
“vieni, siediti accanto a me e, lascia che ti prepari un infuso”
“no grazie, avrei un po’ di fretta” mentre lo disse, si è avvicinò al tavolo e, si sedette.
“Tu sai che Apple Bloom è in ospedale ?"
"Sì lo so e, mi dispiace molto ma, sei venuta a chiedermi un rimedio, per il suo sonno profondo, io non posso aiutarti"
"Non è per questo che sono venuta. E che da quando e successo, ho degli incubi"
"Dato la situazione, mi sembra normale"
"lo so ma, sono orribili e, sembrano cosi veri. Avvolte ho paura di addormentarmi"
"Gli incubi sono portatori di verità nascoste, forse l'incidente di tua sorella, ha risvegliato ricordi importanti"
"Non credo, non ho ricordi, che sono collegati a quello che è successo ad Apple Boom”.

Zecora riflesse, poi si alzò e, prese una scodella di legno e, la mise sul tavolo, infine prese due fiale e, versò il contenuto dentro la scodella.

"Che cosa stai facendo ? " chiese Applejack
"Questo è un antico metodo, per rilevare quanto è grave l'incubo. Devi immergere delicatamente il tuo zoccolo all'interno del liquido, poi chiudere gli occhi, rilassarti e concentrati su i tuoi incubi. Il liquido comincerà a vibrare, in base a ciò, sapremo la gravità”.

Applejack, fece quello che aveva detto. Immerse lo zoccolo all'interno di quella sostanza, poi chiuse gli occhi, fece un lungo respiro, e iniziò a ricordare del suo ultimo incubo.

Pensò a quello strano infermiere che le aveva cucito la bocca, poi a quel mostruoso unicorno. Cominciò a sentire fastidio al collo, infine a quando aveva visto, il volto sfigurato di sua sorella e, quelle urla orribili. Ripensò intensamente, e per un secondo capì che non era la prima volta che le aveva sentite, cercò di ricordarsi dove e quando le aveva sentite ma, l'improvviso sentì un fortissimo bruciore allo zoccolo.

Urlò dal dolore e vide che il liquido sulla scodella stava bollendo.
"Sei pazza ? Mi hai ustionato"
"Io non ho fatto assolutamente niente ma, è la prima volta che vedo il rilevatore bollire"
"Questo che significa ?"

Zecora non rispose, andò ad aprire il suo baule, prese la sua borsa e un libro nero, poi prese un piccolo contenitore dal suo scaffale e, lo mise sul tavolo, davanti a Applejack.

"È una pomata, spalmala sullo zoccolo, ti allevierà il dolore" Disse Zecora, poi si diresse verso l'uscita ma Applejack la fermò.
"Dove stai andando ?"
"Aspetta qui, non ci metterò molto" rispose, poi uscì.
Passarono circa trenta minuti, Zecora tornò con la borsa piena.
"Dove eri andata ?" Disse Applejack un po’ seccata

Zecora non la rispose. Mise la borsa sul suo tavolo da lavoro e, tirò fuori molte piante dai fiori bianchi e dalle foglie allungate, alte circa quindici centimetri, le prese e, cominciò preparare una pozione. Quando ebbe finito, verso il contenuto in una fiala e, lo mise dentro la borsa.
"Vieni con me"

Applejack era più confusa di prima, ma la seguì senza dire niente.
Dopo cinque minuti di cammino, raggiunsero una piccola pianura in mezzo al bosco. Applejack notò subito, un enorme disegno fatto sulla terra.
Raffigurava da due cerchi esterni, in mezzo ai due cerchi c'erano scritture rurali, e in cima un grande occhio, e all'interno dei due cerchi c'erano altri tre cerchi disposti a triangolo.


"Che cosa è questo ?" Chiese Applejack
"Un antico simbolo dimenticato, nato prima che vostro regno fosse fondato. Ora ascoltami attentamene, i tuoi ricordi nascosti cercano di svegliarsi ma, lo fanno con una tale violenza, che come incubi appaiano”.
"Che cosa vuoi dire ?"
"Come se un enorme elefante, cercasse di entrare nella tua casa, ma facendolo, rischierebbe di distruggerla”.
Applejack non sapeva, cosa era un elefante ma almeno capì cosa voleva dire.

"Applejack, il rituale che farò, ti permetterà di affrontare i tuoi demoni, sarà un viaggio solo andata e, non potrai ritornare indietro. Se riuscirai nel tuo intento, mai più incubi avrai ma se fallirai, perirai con essi”.

Applejack capì veramente poco, di quello che aveva detto Zecora, ma non le importava le conseguenze, solo i risultati.
"Bene, cosa devo fare ?" Chiese Applejack con un tono deciso.
"Vedo che hai coraggio, vai in mezzo ai tre cerchi e, attenta a non calpestare il disegno”.
Applejack con attenzione, andò in mezzo ai tre cerchi e, Zecora la segui, tirò fuori la fiala di prima e, la consegnò a lei.
"Tieni bevi in un solo sorso e, buona fortuna”.

Applejack lo prese e lo bevve, all'improvviso provò un enorme mal di testa e confusione crollo a terra ma,
prima di chiudere gli occhi Zecora disse qualcosa a voce alta.


"Appena ti svegli, vai a casa mia"

Dopo averla sentita perse coscienza.

Applejack si sentì cadere, come se cadesse un’enorme e fredda voragine, non sentiva più nulla, come se fosse in uno spazio vuoto senza vita, ma lievemente percepì della nebbia e infine vide una luce sul fondo è appena lo raggiunse si svegliò.

Alzò la testa e, la scosse leggermente, poi aprire lentamente gli occhi. Si trovo in mezzo a una nebbia fittissima è fredda, il suo copro cominciò a tremare. Avvolte Everfree Forest, era invasa dalla nebbia ma, questa era insolita. Si guardo intorno, riuscì a vedere soltanto le foglie degli alberi ma non trovò Zecora.
“Zecora dove sei ?” chiamò, ma nessuno rispose.
Fece qualche passo avanti e vide che davanti a se, c’era qualcosa.
Trovo la borsa che Zecora aveva utilizzato, forse la lasciato per lei.
Applejack aprì la borsa e, trovò per primo una lanterna ad olio. Apri il tappo e vide che era pieno e, c'era una manopola sul lato, pensò che serviva per accendere la lanterna.

La rimise al suo posto e, trovò anche qualcos’altro d’insolito. Era un piccolo dispositivo rettangolare, su un fondo c’era una finestra di plastica trasparente, accanto molti buchi che formano un rettangolo. Hai bordi c’erano due tasti, sotto uno c’era scritto Play, l’altro Open, gli altri erano stati rimossi.

Ricordò di aver visto questo strumento in mano a qualche reporter, serviva per registrare le voci, si chiese come mai Zecora avesse uno strumento del genere.
Rimise lo strumento, dove era e si mise la borsa sulla schiena.


Applejack pensò che forse Zecora dovesse tornare a casa e aveva lasciato la borsa per aiutarla a tornare da lei. Capiva la lanterna ma perché quel registratore vocale.

Non diede caso e, si diresse verso la casa di Zecora, per fortuna grazie al simbolo sapeva la direzione di dove era venuta.

Dopo qualche minuto riuscì vedere in lontananza la casa. Ma all'improvviso sentì uno strano suono statico proveniente dalla borsa. Era il registratore ma, non l’aveva neanche toccato. Forse era più rovinato di quello che pensasse poi, accanto alla casa vide una sagoma nella nebbia.
"Hey! Zecora, perché mi hai lasciato da sola ? " Chiese Applejack, pero non ricevete nessuna risposata.
Lei rapidamente corse verso la figura.
Mentre si avvicinava il suono del registratore si fece più forte.
"Zecora puoi dirmi come spegnere questo maledetto affare?"
Si fermò quando riuscì vedere che non era Zecora, ma un orribile pony.

Il suo mantello era tumefatto, non aveva più la criniera, il viso completamente rovinato, lasciando scoperto una parte di teschio. Non aveva tutte due zampe anteriori, c’erano solo ossa di cui era appoggiato, l'occhio destro era stato cavato. Emanava un tanfo di cadavere.

"Chi sei tu? Che cosa hai fatto a Zecora ?" disse Applejack, facendo un passo indietro. Aveva paura di quel  mostro, aveva l'aspetto di un pony ma, non poteva esserlo, nessun pony sopravvivrebbe a ferite del genere.

Il mostro corse in un modo strano e disordinato ma deciso. Fece un balzo, alzò la zampa sinistra pronto per colpire, la punta dell’ossa era affilata. Applejack fu colta alla sprovvista ma riuscì  a spostarsi ed evitare il colpo, ma il mostro si girò di scattò e con l’altra ossa affilata ferì il suo volto.

Applejack sentì un dolore sotto l’occhio sinistro, che cominciò a sanguinare. Doveva stare attenta, quella creatura aveva intenzione di ucciderla, ma perché, non ha mai visto una cosa del genere nell’Everfree Forest, tanto meno cosi vicino a Ponyville.
Si allontanò ma la creatura la rincorse con un urlo raccapricciante.
Applejack si paralizzo, non riusciva più a muoversi ma, prima che la creatura affondasse le ossa, nella sua schiena, sentì una voce.

“Applejack, Stai attenta”

Appena lo sentì, evitò il colpo e, lo colpi, con un calcio.
Il mostro fu scagliato circa due metri di distanza.

"Chi ha parlato ?"

Si guardo in torno, non vide nulla a parte il mostro che si rialza. Capì che quella cosa aveva  un punto debole, non era certa, ma aspettò che attaccasse. Il mostro caricò di nuovo e,   Applejack aspettò che colpisse e rapidamente si spostò a destra, si piegò mettendo tutto il peso sulle gambe posteriori, e diede un potentissimo doppio calcio in faccia, con le zampe anteriori. Il mostro fu scaraventato e, si sentì un fortissimo tonfo. Applejack capì che quella cosa, non avendo l'occhio destro, era vulnerabile.
Il suono del registratore si fermò, il mostro non si muoveva più.

Applejack andò lentamente a controllare, ma quando lo vide, le sue budella si sono attorcigliate. L'osso che lui usava come arma, li si era conficcato dal setto nasale fino trapassarli il cranio. La testa di quel mostro era ricoperto dal suo stesso sangue e nella punta dell'osso si poteva vedere frammenti di cervello.

Applejack si piegò a terra e vomitò. La puzza del sangue, emanava un odore di putrefazione. Applejack tremò come non aveva mai tremato in vità sua.
"Che cosa ho fatto....l'ho ucciso...."  non voleva ucciderlo, non pensava che sarebbe caduto in quel modo ma, non aveva scelta, doveva fermarlo.

Applejack si sedette, si sentiva come quel mostro.

“No forse è stato giusto, che quel mostro morisse, ha provato a uccidermi e, ce l’avrebbe fatta se non stavo attenta e, poi Apple Bloom spesso viene qui, quella creatura avrebbe uccisa. Si quella creatura doveva morire, le mie amiche non penseranno che io sia un’assassina giusto ? Giusto ?”

La mente di Applejack cominciò a vacillare e, quando la sua adrenalina calò la ferita sul volto, cominciò a bruciare. Si alzò ed entrò nella casa di Zecora.
Era molto buio, così tirò fuori, la lampada la accese e, la tenne con la bocca.
L'ambiente era diverso, c'erano molte ragnatele, polvere e muffa. Sembrava che nessuno abitasse lì da anni.

“Per quanto tempo ho dormito ?” si chiese
Cerco qualcosa di utile per, pulirsi la ferita e, riuscì trovare una brocca piena d'acqua. Si puli la ferita, poi si asciugo con un panno, che era accanto alla brocca.

Non riuscì a trovare, tracce di Zecora ma, notò da quando era entrata, una scatola sul tavolo.

Doveva lasciarlo lì e, tornare a Ponyville ma qualcosa nella mente diceva di aprirla, che non era stata messa lì per niente. Apri il contenuto e vide che c’era un foglio, lo controllò sotto la luce della lampada e capì, era la mappa di Ponyville dove era indicato, la sua posizione con un piccolo punto rosso. Mise da parte la mappa sul tavolo e vide dentro la scatola una piccolissima scatola rettangolare all’interno, due bobine di cui una era arrotolato un sottile nastro, la prese e dopo aver controllato bene, capì che serviva per il registratore.

Prese il registratore dalla borsa, lo aprì, ci mise la cassetta, poi lo chiuse, e infine cliccò play.
Si sentì uno strano suono statico poi una voce.
“Applejack, ti prego aiutami, Lui, Lui, sta arrivando, vieni alla fattoria, ti prego non lasciare che Lui mi prenda, Aiutam.....” poi si sentì suono forte, come se qualcuno corresse infine più niente.

Applejack era piertificata, non ci credeva, non poteva essere lei.

La voce sul nastro era di Apple Bloom.

  
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