La
Dalton Academy in
: << Intolleranti anche a Natale >> ,
quando le festività non fanno
altro che aumentare la cattiveria di certi individui.
Al mio
Thad,
del quale
sono fottutamente orgogliosa.
E
innamorata.
Note
dell’autore: Eccoci,
ANCHE QUI. Sì, so che devo scrivere una long, ma ho delle
valide motivazioni.
Riporto qui un discorso fatto ad una lettrice : “Alla fine,
spinta dalla voglia
di fare una sorpresa alla mia meravigliosa metà ho deciso di
partecipare.
Sapevo quanto lei ci tenesse ed eccomi qui. Come vedi, l'intera
raccolta è
dedicata a lei.” Il mio Thad, già. Colpa sua e
dell’effetto catastrofico che ha
su i miei neuroni\ormoni\sentimenti. Provvederò a rispondere
a tutte le
recensioni il prima possibile. Sono felice che la prima os vi sia
piaciuta e
siete davvero incredibili.
Note
betaggio:
Lady_Thalia. Il suo supporto e lavoro mi è davvero
mancato ieri. Ma adesso
è tornata da me, YEHA! E nulla, come al solito, è
meravigliosamente utile ed io
non posso far altro che ringraziarla. Per le correzioni, per il
supporto e per
avermi invogliato a scrivere. Sì, dichiarazione poetica, ma
è lei il mio grande
modello, capite quindi l’orgoglio di averla come beta.
Giorno II
Cioccolata in tazza
*
-Montgomery.- Sebastian
intercettò Wes nel corridoio
principale della Dalton. -Hai visto Harwood?-
Il
capo-consigliò si voltò nella direzione del
proprio
interlocutore e gli rivolse un’occhiata sarcastica.
-Starà cercando di mettere
più chilometri di distanza tra voi.-
-Non
ti ho chiesto un
parere, asiatico.- gli ringhiò contro Sebastian.
-E come biasimarlo, in
fondo?- continuò le proprie
osservazioni. -Hai dato fuoco al suo
migliore amico.-
Sebastian fece roteare gli
occhi: ci mancava soltanto la predica da
parte di papà-Wes.
-Sai
dove posso
trovarlo?- ripeté, cercando di non saltargli alla
gola e tingere di rosso
le pareti della Dalton. Il colore del Natale era simile al sangue, no?
-In cortile.- rispose,
infine Wes, incamminandosi in direzione
delle scale. -E, fossi in te, mi preparerei delle scuse
che reggano e convincenti.-
*
Sebastian odiava il freddo
eppure, in quel momento, si trovava
in almeno venti centimetri di neve e con un’andatura
barcollante ed ebete.
Odiava la neve.
E non poteva nemmeno
infilare le mani in tasca per evitare
la perdita delle dita: aveva le mani
occupate.
Oltre
ad odiare
l’inverno, cosa che capitava una sola volta
all’anno, odiava per 365 giorni le
cose cretine che Thad Harwood gli faceva fare.
Stava infatti
attraversando il cortile della Dalton con in
mano una tazza di cioccolata.
La situazione era
paradossale e stupida, ma sapeva quanto
Thad amasse quei gesti e poteva essere un buon modo per fare pace,
uscirne vivi
e andare a fare tanto sesso in un luogo
caldo.
Si incamminò
verso il recinto in pietra, dove solitamente
Harwood andava quando aveva bisogno di stare da solo.
Era inquietato da tutti
quei “sapeva” e “solitamente”:
implicavano una profonda conoscenza di quel ragazzo e Sebastian non era
il tipo
di persona che facesse molto caso agli altri.
Ma
Thad era Thad.
Thad
era suo.
Rischiò di
finire faccia a terra a causa di una radice
semi-nascosta dalla neve, imprecò
contro
il tempo, la natura, i fenomeni atmosferici ed Harwood, per
poi rendersi
conto che l’ultima propria sventura fosse di fatto a qualche
metro da lui.
Tirò su le
spalle, alzò l’angolo sinistro della bocca e si
avvicinò.
-Ehi.- gli
sussurrò a pochi centimetri dall’orecchio.
Thad, preso di sorpresa,
fece un piccolo balzo, si voltò e
lo vide.
-Ehi.- rispose, poco
interessato.
Sebastian
scavalcò il muretto con una gamba e ci si sedette
su.
Strinse tra le mani la
tazza: faceva talmente freddo che la
cioccolata era diventata tiepida in poco tempo.
-Sei qui per scusarti?-
domandò Thad, guardando
ostinatamente dritto davanti a sé.
-Scusarmi…?-
iniziò Smythe. -Non proprio.- ammise, ferito
nell’orgoglio. - In fondo era esattamente ciò che
volevo fare.- spiegò.
-Dar
fuoco a Jeff?-
chiese, basito, Harwood.
-Non gli ho fatto niente.-
disse Smythe, avvicinandosi a
Thad.
Harwood
era sempre
così caldo.
-Sei un piromane.- rise
Thad, circondandogli le spalle con
un braccio.
Sapeva
quanto patisse
il freddo.
-Odio
l’inverno.- mormorò Sebastian, seppellendo il viso
tra
il collo e la spalla di Harwood.
-Lo so.- rispose il moro,
mentre strofinava la punta del
naso contro i capelli dell’altro.
Tutta
quella
situazione era patetica e ridicola, ma Thad era caldo.
-Cos’hai tra le
mani?- domandò Harwood, rendendosi conto
dell’oggetto in ceramica che Sebastian aveva portato con
sé.
-Ah, questa.- se ne
ricordò, alzando la testa. -E’ per te-
bofonchiò, imbarazzato.
Thad prese la tazza,
sfiorando la mano dell’altro e sorridendogli.
La portò alla
bocca.
Smythe esultò
tra sé : ancora poco e Harwood avrebbe preso a
fare le fusa e a quel punto se lo sarebbe caricato in spalla, portato
in camera
e scopato.
Piano
geniale.
-Tu avevi freddo,
però.- mormorò, languido, Thad.
Visto?
Questione di
minuti.
-Sarà il caso
di scaldarti….-
Non
chiedeva di
meglio.
Sebastian socchiuse gli
occhi, pregustandosi la vittoria e
l’epocale scopat_
Venne investito da un
getto tiepido e viscoso.
-Cosa cazz_?-
imprecò.
La cioccolata imbrattava
per la maggior parte il suo
costosissimo giubbotto, mentre Harwood, ancora con la tazza in mano,
ghignava
soddisfatto.
Gli
aveva versato
addosso la cioccolata, quel maledetto…!
-Harwood.-
sibilò e scandì lentamente.
-Scappa.-
-Dovevo vendicarmi.._-
-Sto
per malmenarti:
scappa.-
-Oh,
ma dai. No,
Sebastian. SebastiAH_-