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Autore: Baude    18/12/2012    7 recensioni
Raccolta scritta per la Warblers Week.
Giorno I: Il calore del camino
Giorno II:Cioccolata in tazza.
Giorno III: Pattinare sul ghiaccio.
Giorno IV:Neve.
Giorno V:Baci sotto al vischio.
Giorno VI: Ricordi di Natale.
Giorno VII: Prepararsi alla notte di Natale.
Giorno VIII: Mezzanotte.
Giorno IX :Giorno facoltativo.
Dal giorno I:
Sebastian Smythe odiava il freddo.
Una temperatura bassa significava: ridicoli cappelli, virus, gente nei bar che tossiva, la neve e le mani congelate.
Odiava esser costretto ad utilizzare i mezzi pubblici, a causa del maltempo, e ritrovarsi in una calca umana. Tra odori sgradevoli, mani in posti indesiderati, c’era da diventar matti. O commettere un omicidio.
-Perché stiamo facendo questa cosa tanto ridicola?- domandò con tono annoiato.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Warblers/Usignoli | Coppie: Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Dalton Academy in : << Intolleranti anche a Natale >> , quando le festività non fanno altro che aumentare la cattiveria di certi individui.

 

 

 

 

 

Al mio Thad,

del quale sono fottutamente orgogliosa.

E innamorata.

 

Note dell’autore: Eccoci, ANCHE QUI. Sì, so che devo scrivere una long, ma ho delle valide motivazioni. Riporto qui un discorso fatto ad una lettrice : “Alla fine, spinta dalla voglia di fare una sorpresa alla mia meravigliosa metà ho deciso di partecipare. Sapevo quanto lei ci tenesse ed eccomi qui. Come vedi, l'intera raccolta è dedicata a lei.” Il mio Thad, già. Colpa sua e dell’effetto catastrofico che ha su i miei neuroni\ormoni\sentimenti. Provvederò a rispondere a tutte le recensioni il prima possibile. Sono felice che la prima os vi sia piaciuta e siete davvero incredibili.

 

Note betaggio: Lady_Thalia. Il suo supporto e lavoro mi è davvero mancato ieri. Ma adesso è tornata da me, YEHA! E nulla, come al solito, è meravigliosamente utile ed io non posso far altro che ringraziarla. Per le correzioni, per il supporto e per avermi invogliato a scrivere. Sì, dichiarazione poetica, ma è lei il mio grande modello, capite quindi l’orgoglio di averla come beta.

 

 

 

 

 

 

Giorno II

Cioccolata in tazza

*

 

 

 

 

-Montgomery.- Sebastian intercettò Wes nel corridoio principale della Dalton. -Hai visto Harwood?-

 

Il capo-consigliò si voltò nella direzione del proprio interlocutore e gli rivolse un’occhiata sarcastica. -Starà cercando di mettere più chilometri di distanza tra voi.-

 

-Non ti ho chiesto un parere, asiatico.- gli ringhiò contro Sebastian.

 

-E come biasimarlo, in fondo?- continuò le proprie osservazioni. -Hai dato fuoco al suo migliore amico.-

 

Sebastian fece roteare gli occhi: ci mancava soltanto la predica da parte di papà-Wes.

 

-Sai dove posso trovarlo?- ripeté, cercando di non saltargli alla gola e tingere di rosso le pareti della Dalton. Il colore del Natale era simile al sangue, no?

 

-In cortile.- rispose, infine Wes, incamminandosi in direzione delle scale. -E, fossi in te, mi preparerei delle scuse che reggano e convincenti.-

 

 

 

*

 

Sebastian odiava il freddo eppure, in quel momento, si trovava in almeno venti centimetri di neve e con un’andatura barcollante ed ebete.

 

Odiava la neve.

 

E non poteva nemmeno infilare le mani in tasca per evitare la perdita delle dita: aveva le mani occupate.

 

Oltre ad odiare l’inverno, cosa che capitava una sola volta all’anno, odiava per 365 giorni le cose cretine che Thad Harwood gli faceva fare.

Stava infatti attraversando il cortile della Dalton con in mano una tazza di cioccolata.

 

La situazione era paradossale e stupida, ma sapeva quanto Thad amasse quei gesti e poteva essere un buon modo per fare pace, uscirne vivi e andare a fare tanto sesso in un luogo caldo.

 

Si incamminò verso il recinto in pietra, dove solitamente Harwood andava quando aveva bisogno di stare da solo.

 

Era inquietato da tutti quei “sapeva” e “solitamente”: implicavano una profonda conoscenza di quel ragazzo e Sebastian non era il tipo di persona che facesse molto caso agli altri.

 

Ma Thad era Thad.

 

Thad era suo.

 

Rischiò di finire faccia a terra a causa di una radice semi-nascosta dalla neve, imprecò contro il tempo, la natura, i fenomeni atmosferici ed Harwood, per poi rendersi conto che l’ultima propria sventura fosse di fatto a qualche metro da lui.

 

Tirò su le spalle, alzò l’angolo sinistro della bocca e si avvicinò.

 

-Ehi.- gli sussurrò a pochi centimetri dall’orecchio.

 

Thad, preso di sorpresa, fece un piccolo balzo, si voltò e lo vide.

 

-Ehi.- rispose, poco interessato.

 

Sebastian scavalcò il muretto con una gamba e ci si sedette su.

 

Strinse tra le mani la tazza: faceva talmente freddo che la cioccolata era diventata tiepida in poco tempo.

-Sei qui per scusarti?- domandò Thad, guardando ostinatamente dritto davanti a sé.

 

-Scusarmi…?- iniziò Smythe. -Non proprio.- ammise, ferito nell’orgoglio. - In fondo era esattamente ciò che volevo fare.- spiegò.

 

-Dar fuoco a Jeff?- chiese, basito, Harwood.

 

-Non gli ho fatto niente.- disse Smythe, avvicinandosi a Thad.

 

Harwood era sempre così caldo.

 

-Sei un piromane.- rise Thad, circondandogli le spalle con un braccio.

 

Sapeva quanto patisse il freddo.

 

-Odio l’inverno.- mormorò Sebastian, seppellendo il viso tra il collo e la spalla di Harwood.

 

-Lo so.- rispose il moro, mentre strofinava la punta del naso contro i capelli dell’altro.

 

Tutta quella situazione era patetica e ridicola, ma Thad era caldo.

 

-Cos’hai tra le mani?- domandò Harwood, rendendosi conto dell’oggetto in ceramica che Sebastian aveva portato con sé.

 

-Ah, questa.- se ne ricordò, alzando la testa. -E’ per te- bofonchiò, imbarazzato.

 

Thad prese la tazza, sfiorando la mano dell’altro e sorridendogli.

 

La portò alla bocca.

Smythe esultò tra sé : ancora poco e Harwood avrebbe preso a fare le fusa e a quel punto se lo sarebbe caricato in spalla, portato in camera e scopato.

 

Piano geniale.

 

-Tu avevi freddo, però.- mormorò, languido, Thad.

 

Visto? Questione di minuti.

 

-Sarà il caso di scaldarti….-

 

Non chiedeva di meglio.

 

Sebastian socchiuse gli occhi, pregustandosi la vittoria e l’epocale scopat_

 

Venne investito da un getto tiepido e viscoso.

 

-Cosa cazz_?- imprecò.

 

La cioccolata imbrattava per la maggior parte il suo costosissimo giubbotto, mentre Harwood, ancora con la tazza in mano, ghignava soddisfatto.

 

Gli aveva versato addosso la cioccolata, quel maledetto…!

 

-Harwood.- sibilò e scandì lentamente. -Scappa.-

 

-Dovevo vendicarmi.._-

 

-Sto per malmenarti: scappa.-

 

-Oh, ma dai. No, Sebastian. SebastiAH_-

 

 

 

   
 
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