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Autore: AnotherStranger    18/12/2012    0 recensioni
Presi le mie solite cuffie ormai consumate e le portai alle orecchie. Il mio iPod fidato riproduceva la solita musica che mi faceva sognare. Mi impazziva lo spirito mentre pensavo.. non a lei, ma al suo sorriso. Dio quanto lo amavo, era uno spettacolo della natura.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Anteprima di un qualcosa che vorrei continuare a scrivere.. Have fun ;)


Quella mano che si allontanava dalla mia mi stava facendo rabbrividire. Sentivo il suo palmo scivolare via dal mio e le punte delle sue dita entrare in contatto con le mie. La sua pelle si fondeva con la mia e un prolungamento astratto delle nostre identità si stava creando. Era come sentire il suo cuore.
Un ultimo tocco prima di andare via. I suoi occhi si incrociarono ancora una volta con i miei per un ultimo saluto e poi via, via lontano da tutto quello che aveva reso bello un solo istante di infinito amore.
Non sapevo bene cosa pensare una volta lontana, ma i suoi occhi mi erano rimasti bene in mente. Di che colore erano? Non l'avevo mai capito. Un colore cosi bello ed interessante che servivano parole inesistenti per descriverli. Non avevano bisogno di essere classificati sotto qualche colore o qualche codice strano. Erano unici e avevano un mondo tutto loro e l'idea che li avrei rivisto chissà quando mi mandava fuori testa. Cosa mi faceva impazzire? Che le persone li guardassero non conoscendo il loro vero significato, ma che li consumassero involontariamente. Erano la cosa più bella che avessi mai visto e non mi sarei mai permessa che venissero cosi buttati in questo Mondo cosi strano.
La vedevo allontanarsi mentre quell'ammasso di ferro prendeva velocità. Sempre più veloce, e più veloce ancora, come il mio cuore. Come quello stupido cuore che batteva sempre più veloce ad ogni metro appena percorso. L'aria ci stava dividendo, la velocità, il suono, la luce, tutto ci stava dividendo. E avrei voluto ancora una volta dormire accanto a quel corpicino che tanto amavo. Mi sembrava di sentire ancora il suo buon profumo sulla pelle e sui vestiti; i miei capelli al vento sprigionavano elettricità che si propagava in tutto il piccolo ambiente di due metri in cui ero rinchiusa. Quel piccolo spazio in cui tutte le mie sensazioni iniziavano a prendere vita e ad impossessarsi dei miei occhi, come le lacrime che scendevano calde e morbide sulle mie gote arrossate. Sapevo che quello era soltanto uno dei tanti momenti in cui ci saremmo divise per qualche periodo, ma che di li a poco ci sarebbe stata un'altra data per la quale fare festa.
Le mie mani non erano vuote. Sudavano e si stringevano tra di loro lasciando dei solchi che prendevano la forma delle unghie che premevano sulla pelle. Guardavo fuori come per chiedere aiuto agli alberi o al cielo, ma nessuno rispondeva. Un piccolo uccellino correva alla velocità di quella macchina e sembrava volermi fare compagnia. Sorrisi, mentre una lacrima deviava la sua direzione e mi finiva dritta dietro alla guancia destra. Distolsi per un attimo lo sguardo per posarlo su quel cellulare che tanto veneravo, si, perchè era l'unico modo per sentirla vicina. Un messaggio.. e un "Ti amo" mi rimbombava nelle orecchie nonostante non avesse suono, ma ciononostante, produceva un rumore cosi assordante da penetrarmi l'anima.
Presi le mie solite cuffie ormai consumate e le portai alle orecchie. Il mio iPod fidato riproduceva la solita musica che mi faceva sognare. Mi impazziva lo spirito mentre pensavo.. non a lei, ma al suo sorriso. Dio quanto lo amavo, era uno spettacolo della natura. Quelle pieghe che si creavano ai lati della sua bellissima bocca, quei suoi occhi che andavano a rimpicciolirsi all'avvicinarsi delle guance che si inarcavano verso su e quella luce che usciva dai suoi occhi spettacolari, rendevano il tutto cosi surreale.
Non riuscivo a capacitarmi. Perchè quell'angelo dagli occhi di seta era arrivata per me? Perchè era li per me? Provavo ad immaginare una vita senza la sua voce, senza le sue carezze e senza il calore del suo corpo cosi profumato, ma mi sentivo mancare l'aria. Provavo un senso di vuoto che nulla al Mondo avrebbe potuto colmare. Era il mio incubo peggiore. E pregavo che non sarebbe accaduto mai.
Perchè pensare a quelle cose? Forse quel senso di lontananza che avvertivo stava iniziando ad appropriarsi del mio organismo per uccidermi, ma dovevo prendere in mano la situazione. Il cellulare, un messaggio: "Il tuo cuore, lo hai dimenticato qui nelle mie mani." . Una risposta "Non l'ho dimenticato, te l'ho affidato affinchè tu possa custodirlo dentro di te!"
  
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