Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: elyxyz    05/07/2007    27 recensioni
Un’interpretazione alternativa al finale dell’episodio n°13, ‘Fuoco contro Acciaio’.
“Cos’è?! Oggi piovono cani e gatti?” ipotizzò, tra il polemico e il divertito. “E’ la Giornata del Randagio e nessuno me l’ha detto?!”
(Roy x Ed)
Storia partecipante al Contest 100 Prompts! indetto da Fanfiction Contest ~ {Collection of Starlight since 01.06.08}
Dopo quasi 5 mesi d’attesa, ecco postato il nuovo capitolo. Avviso comunque i lettori che i futuri aggiornamenti saranno più frequenti ma ancora irregolari.
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Allora

Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti yaoi.

Per ulteriori spiegazioni, vi rimando alla conclusione della fic.

 

 

Dedicato ad Ale,

perché il suo portatile mi ha permesso di non andare in astinenza.

 

E a chi ha commentato i precedenti capitoli della raccolta.
Con immensa gratitudine.

 

 

 

Cani dellesercito in guerra: azioni di disturbo

 

 

by elyxyz

 

 

 

 

 

Edward attese di ottenere il permesso, prima di varcare la soglia dell’ufficio di Mustang.

Gli consegnò il resoconto pressoché inesistente dell’ultimo incarico svolto. Aspettò che il suo superiore lo sfogliasse velocemente, e che rivolgesse di nuovo l’attenzione su di lui.

“Direi che va bene. Come sempre, hai il dono della sintesi, eh?” lo canzonò, divertito.

 

Fullmetal sorrise sornione, stando al gioco. “Così le evito di affaticarsi gli occhi in lunghe letture noiose. Tanto so che sa già tutto.”

 

L’altro annuì, controfirmando distrattamente il rapporto.

“Puoi andare.” Lo congedò, riprendendo annoiato il proprio lavoro.

 

“Colonnello?

Tora sta bene?”

 

“Direi che ha sentito la tua mancanza…” e anche io, ammise. Ma non glielo disse. “Ha passato le prime tre sere a fare la posta all’entrata, aspettando che arrivassi… poi si è rassegnato.

 

Ed annuì, l’espressione sul viso dispiaciuta, ma anche un pochino lusingata.

 

“Allora... posso venire da lei, domani sera?” chiese, speranzoso.

 

“E scommetto che non ha nulla a che fare con quel settimo capitolo lasciato in sospeso prima della missione, eh?” insinuò malizioso.

 

“Io riesco a coccolare il gatto anche mentre leggo!” si difese Edo, colto in flagrante.

 

Roy sorrise bonariamente. Non era carino da parte sua infierire. Anzi. Poteva anche ritorcerglisi contro.

“Certo che puoi venire. Alla solita ora.” Si accordò. Gioendo interiormente di quel fuori programma che esulava dai loro lunedì, mercoledì e venerdì canonici.

 

Ma quando Acciaio aveva già quasi varcato la soglia, l’occhio gli cadde sul promemoria che spuntava dal fermacarte.

 

Dannazione! L’indomani era previsto, nel tardo pomeriggio, un Consiglio di Stato a cui doveva presenziare per forza, e non aveva la più pallida idea di che ora avrebbero fatto…

Del resto, era un privilegio esservi stato invitato, e aver forse la possibilità di conoscere in anticipo certi giochi di astuzia da sfruttare, prima o poi, nella sua scalata al Potere. Inutile dire che mancare sarebbe stata una follia.

 

Edward!” Lo richiamò, rovistando nel primo cassetto della sua scrivania. “Io mi fermerò al Quartier Generale fino a tardi… Tieni! Questa è una copia delle mie chiavi di casa.

 

L’Alchimista d’Acciaio l’afferrò al volo e fece girare il portachiavi nell’indice metallico.

“Perché  tiene un duplicato in ufficio?”

 

“Perché io non ho un fratello che mi apre la porta quando me la dimentico!” lo rimbeccò.

 

E l’altro si limitò ad annuire, salutandolo.

 

“Dai da mangiare a Tora, quando arrivi.” Gli raccomandò Roy, con solerzia. “Se vuoi portare Al con te, può giocare col gatto, mentre studi.” Gli suggerì, gentilmente.

 

Ed lo ringraziò della proposta, ma si capiva che non aveva nessuna intenzione di parlarne al fratello.

Mustang si era fatto un’idea in proposito. Probabilmente Edward stava compiendo studi particolari per riavere quanto perso, e – sempre per sua ipotesi - Alphonse non ne condivideva del tutto i mezzi, o forse non voleva dargli false speranze.

Probabilmente era per questo che non lo seguiva mai a casa sua; lui, che era la sua seconda ombra.

 

Quei loro strani rendez-vous erano cominciati pochi giorni dopo la fuga amorosa di Tora sul tetto, in quella sera di fine estate.

Edo iniziò a far visita regolarmente a casa Mustang, dapprima chiudendosi per delle ore nello studio, senza metter neppure il naso fuori dalla porta, se non per congedarsi.

Talvolta Roy lo sorprendeva sul tetto, che era sgattaiolato fuori, per distrarsi un attimo, per svagarsi.

Raramente lo raggiungeva, un po’ per non disturbarlo, e un po’ perché quel tetto lo metteva ancora in soggezione.

A volte lo trovava chino sulla sua scrivania, addormentato, crollato sotto il peso dello studio con Tora in grembo che fuseggiava, e ancora con un libro aperto a fargli da cuscino.

E capitava allora che rimanesse lì, accanto a loro, semplicemente guardandolo dormire.

Ore e ore, talvolta notti intere.

Notti fatte di sguardi rubati e silenzi quieti.

Passate a chiedersi se non potesse avere di più.

Poi Roy aveva casualmente fatto scomparire la morbida poltrona dello studio, sostituendola con una scomoda sedia, ma non sembrò sortire l’effetto sperato.

Acciaio poteva leggere per infinite ore anche in piedi, o steso sul freddo pavimento per dei tempi indefiniti, oppure rannicchiato in pose scomode, che gli erano del tutto indifferenti.

Ogni tanto lo trovava raggomitolato per terra, un testo in mano. Con o senza tappeto, faceva poca differenza. E lui si divertiva a ricordargli che era sì un cane dell’esercito, ma non c’era bisogno di comportarsi da tale, anche quando non era in servizio.

Ma solo di rado le sue frecciatine andavano a segno.

E ciò non era dovuto ad un improvviso innalzamento della soglia di sopportazione del giovane e irruente Elric; quanto più, - in gran parte - al fatto che, quando leggeva, Ed si estraniava completamente dal mondo. Con immensa, angustiata insoddisfazione del Colonnello innamorato.

Averlo così vicino, e nel contempo così inarrivabile, non aveva un buon effetto sui suoi nervi provati.

 

L’approssimarsi della stagione delle piogge gli aveva offerto il pretesto per rendere l’aria dello studio più stantia e insalubre.

Nella sua mente geniale di stratega di guerra, l’Eroe di Ishbar si aspettava di stanare il suo Fagiolino da lì.

Tuttavia, l’unica persona che sembrava non gradire questa sua bizzarra iniziativa era stata la sua donna delle pulizie.

Acciaio, anche con l’odore viziato di chiuso, non aveva battuto ciglio, da ammuffito topo di biblioteca qual era.

Anzi. Mentre il pulviscolo s’andava accumulandosi sugli scaffali della sua libreria, Taisa fu colto dal dubbio, diventato via via certezza, che Fullmetal amasse quella puzza di carta vecchia e polvere.

Forse era un odore che aveva imparato a riconoscere come familiare, come gradevole.

 

Con l’arrivo dei primi freddi, e con buona pace dei suoi sensi di colpa, Mustang aveva giocato sporco, arrivando ad abbassare la temperatura di quella stanza – solo di quella stanza – con la speranza di ottenere un qualche risultato.

Effettivamente, dopo qualche giorno, una risposta c’era stata da parte del suo giovane ospite, che tuttavia non si era mai lamentato della penuria di calore e degli spifferi particolari di quella camera. 

Molto più autonomamente, s’era equipaggiato con un maglione più grosso, di lana calda e grezza, e una sciarpa che gli scaldava il naso gelato, con smisurato rincrescimento del padrone di casa, che s’era visto boicottato il piano e s’era anche scontrato con la sua coscienza, che raramente gli faceva sconti.

 

Alla fine la cosa venne da sé. Inaspettata. Come la prima neve.
Una sera di fine autunno, Edward uscì dallo studio con un volume in mano, e si accomodò sul divano accanto a lui.

“La disturbo?”

 

“No. Certo che no.” Si sorprese a farfugliare, stupito.

 

“Si è bruciata la lampadina, di là. E poi la luce è migliore, qui.”


Da allora, per tacito accordo, sedevano uno accanto all’altro, senza parlare, ciascuno immerso nella propria lettura.

La situazione aveva preso da sola una piega imprevista, piacevolmente imprevista. E, senza particolari accordi formali, era divenuta quotidianità.

 

Roy non aveva cambiato la luce guasta, se non parecchi mesi dopo. Un po’ per scaramanzia, e un po’ perché in fondo non serviva più. Nessuno si andava a rintanare ancora là dentro.

Adesso c’era un caldo divano comodo. Un gatto che ronfava. Due tazze di cioccolata calda da sorseggiare, girando pagina. Ognuno col proprio libro. Ognuno col proprio spazio.

E un silenzio diverso.

Vissuto. Condiviso.

Intimo e accogliente.

Un passo alla volta, come quel delirio nato per caso.

Quello di confrontarsi su un manuale appena finito. O sullo stralcio particolarmente ostico di una qualche teoria astrusa.

Ed era bello.

Anche litigare, anche mettersi alla prova.

Roy lo ascoltava paziente e attento, e poi esponeva il proprio pensiero al riguardo, o i propri dubbi, talvolta i ricordi.

Ed Edward s’animava genuinamente e partecipava coinvolto; e intanto imparava, piano piano, che da quel borioso, arrogante Colonnello potevano uscire considerazioni simili alle sue, o diametralmente opposte, ma comunque interessanti.

Scontri e diatribe esaltanti. E il tempo volava. Il tempo sembrava non bastare mai.

E allora correva a perdifiato per le vie di East, oppure telefonava ad Alphonse, per tranquillizzarlo, e rimanevano lì a parlare, anche fino all’alba.

Quando Ed si accorse di quanto queste conversazioni fossero diventate importanti per lui, realizzò anche che, ormai, non poteva più farne a meno.

 

 

Fine



Disclaimers: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

Nota tecnica: sono tornata! avete sentito la mia mancanza? ^__^
Il mio pc è ancora in convalescenza, ma questo capitolo era pronto da tempo, quindi ho potuto postarlo.
Mi rendo conto che lo stile è un po’ diverso dai precedenti, ma narra un momento di transizione, e spero vi piaccia comunque. E grazie per le recensioni al cap VI ‘My name is... Tigercat’!



Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.

Grazie (_ _)

elyxyz


Storia partecipante al Contest 100 Prompts
   
 
Leggi le 27 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: elyxyz