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Autore: Ginny_theQueen    18/12/2012    7 recensioni
~ Percy e Annabeth credevano che avrebbero trascorso insieme tre settimane fantastiche, ma gli dei avevano altri piani.
Come sono andati davvero quegli otto lunghi mesi della vita di Annabeth senza Percy...
Personaggi: Annabeth/Percy, Piper/Jason, Leo, Rachel, Thalia, Clarisse, Sally e tutti i ragazzi del Campo Mezzosangue.
{Percabeth♥}
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'OTP: seaweed brain'
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“Eravamo così entusiasti perchè le vacanze di Natale erano iniziate in anticipo. Ci siamo incontrati al campo martedì, pensavamo di passare tre settimane insieme. Sarebbe stato fantastico.”

–Annabeth Chase, The Lost Hero.

 

 

{l’incontro}

 

Vivere nella stessa città non voleva dire vedersi ogni giorno, se vivevi a New York.

Non vedeva Percy da circa una settimana, perché entrambi erano stati impegnati a studiare per gli esami di fine trimestre, così quando arrivò al Campo martedì, non vedeva l’ora di incontrare il suo ragazzo.

Annabeth era arrivata nel primo pomeriggio, ma sapeva che lui non ci sarebbe stato ancora per un paio d’ore, il che le dava il tempo di salutare tutti i suoi amici e per riambientarsi.

Abbracciò Chirone, il centauro che aveva ricoperto il suo ruolo paterno per così tanti anni, e lui le diede un bacio sulla fronte, dicendole quanto era felice di avere sia lei che Percy lì per le vacanze di Natale. Poi Annabeth si fermò alla Cabina 5 per salutare una delle sue più care amiche del Campo Mezzosangue.

Contrariamente a come pensavano molti, Clarisse La Rue non era un’insensibile. Provava affetto, solo che non lo mostrava spesso. Loro due erano presto diventate amiche quando Clarisse era arrivata al Campo, solo qualche anno dopo di Annabeth. Forse la loro affinità era data dal fatto che i loro genitori divini erano entrambi dei guerrieri.

“Tutto bene, Principessa?” chiese la figlia di Ares, utilizzando il suo nomignolo.

“Sono così felice di essere a casa, Clarisse! E Percy sta arrivando, quindi vado a controllare come vanno le cose alla mia cabina e poi mi preparo… ci vediamo a cena!”

Uscì e oltrepassò la cabina di Poseidone–ancora vuota–dirigendosi alla propria.

 

 

Due ore dopo, Annabeth aspettava il suo ragazzo al confine, vicino l’albero di Thalia.

Quando vide la macchina prese a correre verso la strada, e un sentimento di anticipazione  le riempì lo stomaco. Gli si gettò addosso, abbracciandolo forte per qualche secondo, e poi si avvicinò a sua madre. Adorava Sally Jackson. C’era qualcosa in quel suo permanente sorriso che Annabeth desiderava ci fosse anche in sua madre, o almeno nella sua matrigna.

“Ciao, Sally. Come stai?”

“Hey tesoro, tutto apposto, grazie. Mi dispiace solo di non poterlo tenere tutto per me durante le vacanze, ma credo che Percy abbia il diritto di passare il Natale dovunque voglia,” disse ancora sorridendo.

“Tienilo al sicuro, Annabeth, come fai sempre,” aggiunse. Poi si voltò verso suo figlio, “e tu, comportati bene. Almeno cerca di non cacciarti nei guai...”

La risposta di Percy fu ironica come al solito: “Non preoccuparti, mamma. Ora che abbiamo sconfitto Crono non credo sarà difficile stare lontano dai guai.”

Abbracciò Sally e poi la salutò con la mano finchè la macchina non fu più visibile. A quel punto si girò verso Annabeth e afferrò la sua mano. Improvvisamente le sue labbra erano su quelle di lei.

Finalmente, pensò lei mentre con le mani arruffava quei capelli che amava tanto. Lui la strinse più vicina e le accarezzò la schiena con le dita.

“Ciao,” disse appena si furono staccati. “Da quanto tempo era?”

“Otto giorni,” rispose lei prontamente. “Mi sei mancato,” ammise.

“Anche tu. Fammi disfare le valigie, e poi possiamo andare sulla spiaggia,” aggiunse con un sorriso.

“Percy, siamo a dicembre! Non puoi pretendere che mi tuffi nell’acqua come se fosse–“

“Hey, non ho detto nulla sul tuffarsi. Volevo solo fare un romantico picnic sulla spiaggia o qualcosa del genere, ma se non vu–“

“Ok.”

Il suo sorriso divenne più ampio e Annabeth riuscì finalmente a guardarlo negli occhi. Quegli occhi verdi e profondi dei quali non aveva potuto fare a meno di innamorarsi.

“Andiamo,” disse lui, prendendole la mano nella propria destra e spostando la propria valigia sulla spalla sinistra.

 

Inutile a dirsi, che non arrivarono alla spiaggia.

 

Appena si avvicinarono alla Casa Grande furono assaliti da un branco di semidei che volevano salutare Percy, e altrettanti nuovi campeggiatori che volevano incontrarlo per la prima volta, avendo sentito molto parlare di lui, il Salvatore dell’Olimpo e tutte quelle stronzate che la Casa di Afrodite inventava.

Vecchi amici e giovani semidei li tennero occupati per quasi un’ora e quando il corno della cena suonò, Percy e Annabeth non avevano nemmeno finito di disfare la valigia, e la Cabina 3 era un disastro.

“Andiamo, finiremo dopo,” propose lei alzandosi e prendendo la mano del suo ragazzo.

Appena furono usciti dalla casa di lui, Annabeth si alzò sulle punte e gli diede un veloce bacio sulle labbra. Un bacio che Percy fu più che felice di approfondire.

 

Arrivarono tardi e scompigliati e ovviamente, tutti nel padiglione sorrisero nel vederli insieme e felici.

 

 

{il falò}

 

“Poi dopo il falò, mi–mi ha dato il bacio della buonanotte, è tornato alla sua casa, e la mattina era scomparso.”

–Annabeth Chase, The Lost Hero

 

 

Era tutto perfetto. Avevano passato tutto il tempo assieme–apparte la cena, ovviamente–e avevano anche cantato una canzone. Era una pop hit che i loro amici li avevano costretti a cantare. Si chiamava A Year Without Rain di questa cantante mortale, Selena Gomez. Nessuno dei due la conosceva perfettamente, Annabeth l’aveva sentita un paio di volte alla radio, ma ora cantandola lì con Percy, tutto a un tratto aveva un profondo significato. Era come si sentiva quando lui non le era intorno.

I loro sguardi si incontrarono e Annabeth dovette sforzarsi di non ridere di Percy quando lui stonava costantemente.

Dopo che la canzone fu finita e l’attenzione di tutti non era più concentrata su loro due, Annabeth si ritrovò a sorridere al suo ragazzo come un’idiota, finchè lui non la notò e ricambiò lo sguardo. Sarebbe stato proprio un bel momento per un bacio, se non fosse stato per il loro piccolo pubblico, quindi continuarono a stringersi l’un l’altra. La figlia di Atena era troppo timida e riservata per mostrare un certo tipo di affezioni in pubblico.

“Sono felice che passiamo le vacanze qui insieme. Non credevo che tuo padre te l’avrebbe lasciato fare, onestamente. Non ti vede da.. quanto? Tre mesi? Non credevo di essere così importante…”

“Sembra che qualcuno si sia montato la testa qui,” sorrise lei.

“Guarda, sono felice di essermi trasferita a New York. Lo sai che non era solo per l’Olimpo. E mi dispiace se riusciamo a vederci solo nei finesettimana comunque. Beh, la maggior parte dei finesettimana…”

“Non importa. A patto che stiamo insieme alla fine,” arrossì.

Che carino, pensò lei.

 

 

Nel giro di una settimana sarebbe stato il loro quarto mesiversario.

Annabeth non poteva fare a meno di fantasticare su cosa Percy le stesse preparando. Si era completamente scordato del loro primo mese passato da coppia–Hermes aveva affidato loro una missione–c’erano stati tanti baci coperti di scarico (lunga storia!) –ma alla fine era riuscito a salvarsi il culo e l’aveva portata a Parigi, la città dell’amore. Abbastanza romantico. Il 18 novembre (il ragazzo aveva cominciato a pianificare settimane prima stavolta) le aveva riempito la stanza al collegio di rose bianche–ringraziamento speciale alle Case di Demetra e Persefone–e l’aveva portata in un costoso ristorante a Manhattan. In quell’occasione la stessa Afrodite aveva fatto una comparsa: però non aveva incasinato tutto, grazie agli dei. Annabeth l’aveva notata che passava, semplicemente ammiccando come per dire “perfetto”.

Ora erano al Campo. Percy avrebbe potuto avere tutto l’aiuto di cui aveva bisogno.

Sarà completamente fantastico, ripetè a se stessa per la milionesima volta.

 

Dopo che tutti erano tornati alle proprie case, loro due rimasero seduti lì, a fissare il falò fino allo scattare del coprifuoco. Poi Percy l’accompagnò alla Cabina di Atena in silenzio. Non avevano bisogno di parole per sentirsi a proprio agio tra di loro.

 

“Buonanotte, Testa d’Alghe.”

Lui si avvicinò per baciarla dolcemente sulle labbra e poi sussurrò:

“Buonanotte a te, Annabeth. A domani.”

 

 

 

Angolo autrice:

*Inutile dire che questo “a domani” è un completo atto di masochismo verso me stessa e cattiveria verso di voi. Sappiamo che “domani” Percy e Annabeth non si vedranno.*

Rieccomi ad intasare questo fandom, ma questa è la prima volta che comincio una cosa a capitoli. Non ho ancora scritto i successivi, ma ho un’idea generale, e vi dico subito che questa ff potrebbe durare dai 5 ai 10 capitoli.

Che dire, contavo di postarlo prima. In realtà ci ho messo tempo perché questo primo capitolo lo avevo scritto direttamente in inglese e postato su fanfiction.net.

Ho aspettato di ricevere delle recensioni positive lì per poi tradurlo e postarlo qui xD

 

Spero vi sia piaciuto, e mi impegno per postare la prossima parte al massimo entro una settimana! I capitoli successivi saranno molto più lunghi, questo era una specie di prologo.

 

Grazie della lettura e delle -eventuali- recensioni J

Ginny_theQueen ♥

 

PS: mi ero scordata di spammarvi con il mio account Twitter, https://twitter.com/Ginny_theQueen  seguitemi se vi va!

   
 
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