“Eravamo
così entusiasti perchè le vacanze di Natale
erano iniziate in anticipo. Ci siamo incontrati al campo
martedì, pensavamo di
passare tre settimane insieme. Sarebbe stato fantastico.”
–Annabeth
Chase, The Lost Hero.
{l’incontro}
Vivere
nella stessa città non voleva dire vedersi
ogni giorno, se vivevi a New York.
Non
vedeva Percy da circa una settimana, perché
entrambi erano stati impegnati a studiare per gli esami di fine
trimestre, così
quando arrivò al Campo martedì, non vedeva
l’ora di incontrare il suo ragazzo.
Annabeth
era arrivata nel primo pomeriggio, ma
sapeva che lui non ci sarebbe stato ancora per un paio d’ore,
il che le dava il
tempo di salutare tutti i suoi amici e per riambientarsi.
Abbracciò
Chirone, il centauro che aveva ricoperto
il suo ruolo paterno per così tanti anni, e lui le diede un
bacio sulla fronte,
dicendole quanto era felice di avere sia lei che Percy lì
per le vacanze di
Natale. Poi Annabeth si fermò alla Cabina 5 per salutare una
delle sue più care
amiche del Campo Mezzosangue.
Contrariamente
a come pensavano molti, Clarisse La
Rue non era un’insensibile. Provava affetto, solo che non lo
mostrava spesso.
Loro due erano presto diventate amiche quando Clarisse era arrivata al
Campo,
solo qualche anno dopo di Annabeth. Forse la loro affinità
era data dal fatto
che i loro genitori divini erano entrambi dei guerrieri.
“Tutto
bene, Principessa?” chiese la figlia di Ares,
utilizzando il suo nomignolo.
“Sono
così felice di essere a casa, Clarisse! E
Percy sta arrivando, quindi vado a controllare come vanno le cose alla
mia cabina
e poi mi preparo… ci vediamo a cena!”
Uscì
e oltrepassò la cabina di Poseidone–ancora
vuota–dirigendosi alla propria.
Due
ore dopo, Annabeth aspettava il suo ragazzo al
confine, vicino l’albero di Thalia.
Quando
vide la macchina prese a correre verso la
strada, e un sentimento di anticipazione
le riempì lo stomaco. Gli si gettò
addosso, abbracciandolo forte per
qualche secondo, e poi si avvicinò a sua madre. Adorava
Sally Jackson. C’era
qualcosa in quel suo permanente sorriso che Annabeth desiderava ci
fosse anche
in sua madre, o almeno nella sua matrigna.
“Ciao,
Sally. Come stai?”
“Hey
tesoro, tutto apposto, grazie. Mi dispiace solo
di non poterlo tenere tutto per me durante le vacanze, ma credo che
Percy abbia
il diritto di passare il Natale dovunque voglia,” disse
ancora sorridendo.
“Tienilo
al sicuro, Annabeth, come fai sempre,”
aggiunse. Poi si voltò verso suo figlio, “e tu,
comportati bene. Almeno cerca di
non cacciarti nei guai...”
La
risposta di Percy fu ironica come al solito: “Non
preoccuparti, mamma. Ora che
abbiamo sconfitto Crono non credo sarà difficile stare
lontano dai guai.”
Abbracciò
Sally e poi la salutò con la mano finchè la
macchina non fu più visibile. A
quel punto si girò verso Annabeth e afferrò la
sua mano. Improvvisamente le sue
labbra erano su quelle di lei.
Finalmente,
pensò lei mentre con le mani
arruffava quei capelli che amava tanto. Lui la strinse più
vicina e le
accarezzò la schiena con le dita.
“Ciao,”
disse appena si furono staccati. “Da quanto tempo
era?”
“Otto
giorni,” rispose lei prontamente. “Mi sei
mancato,” ammise.
“Anche
tu.
Fammi disfare le valigie, e poi possiamo andare sulla
spiaggia,” aggiunse con
un sorriso.
“Percy,
siamo a dicembre! Non puoi pretendere che mi tuffi nell’acqua
come se fosse–“
“Hey,
non ho detto nulla sul tuffarsi. Volevo solo
fare un romantico picnic sulla spiaggia o qualcosa del genere, ma se
non vu–“
“Ok.”
Il
suo sorriso divenne più ampio e Annabeth riuscì
finalmente a guardarlo negli occhi. Quegli occhi verdi e profondi dei
quali non
aveva potuto fare a meno di innamorarsi.
“Andiamo,”
disse lui, prendendole la mano nella
propria destra e spostando la propria valigia sulla spalla sinistra.
Inutile
a dirsi, che non arrivarono alla spiaggia.
Appena
si
avvicinarono alla Casa Grande furono assaliti da un branco di semidei
che
volevano salutare Percy, e altrettanti nuovi campeggiatori che volevano
incontrarlo per la prima volta, avendo sentito molto parlare di lui, il
Salvatore dell’Olimpo e tutte quelle stronzate che la Casa di
Afrodite
inventava.
Vecchi
amici e giovani semidei li tennero occupati per quasi un’ora
e quando il corno
della cena suonò, Percy e Annabeth non avevano nemmeno
finito di disfare la
valigia, e la Cabina 3 era un disastro.
“Andiamo,
finiremo dopo,” propose lei alzandosi e prendendo la mano del
suo ragazzo.
Appena
furono usciti dalla casa di lui, Annabeth si alzò sulle
punte e gli diede un
veloce bacio sulle labbra. Un bacio che Percy fu più che
felice di
approfondire.
Arrivarono
tardi e scompigliati e ovviamente, tutti nel padiglione sorrisero nel
vederli
insieme e felici.
{il
falò}
“Poi
dopo il falò, mi–mi
ha dato il bacio della buonanotte, è tornato alla sua
casa, e la mattina era scomparso.”
–Annabeth
Chase, The Lost Hero
Era
tutto
perfetto. Avevano passato tutto il tempo assieme–apparte
la cena, ovviamente–e avevano anche cantato una canzone. Era
una pop hit che i
loro amici li avevano costretti a cantare. Si chiamava A
Year Without Rain di questa cantante mortale, Selena Gomez.
Nessuno dei due la conosceva perfettamente, Annabeth l’aveva
sentita un paio di
volte alla radio, ma ora cantandola lì con Percy, tutto a un
tratto aveva un
profondo significato. Era come si sentiva quando lui non le era
intorno.
I
loro sguardi si incontrarono e Annabeth dovette
sforzarsi di non ridere di Percy quando lui stonava costantemente.
Dopo
che la canzone fu finita e l’attenzione di
tutti non era più concentrata su loro due, Annabeth si
ritrovò a sorridere al
suo ragazzo come un’idiota, finchè lui non la
notò e ricambiò lo sguardo.
Sarebbe stato proprio un bel momento per un bacio, se non fosse stato
per il
loro piccolo pubblico, quindi continuarono a stringersi l’un
l’altra. La figlia
di Atena era troppo timida e riservata per mostrare un certo tipo di
affezioni
in pubblico.
“Sono
felice che passiamo le vacanze qui insieme.
Non credevo che tuo padre te l’avrebbe lasciato fare,
onestamente. Non ti vede
da.. quanto? Tre mesi? Non credevo di essere così
importante…”
“Sembra
che qualcuno si sia montato la testa qui,” sorrise lei.
“Guarda,
sono felice di essermi trasferita a New York. Lo sai che non era solo
per
l’Olimpo. E mi dispiace se riusciamo a vederci solo nei
finesettimana comunque.
Beh, la maggior parte dei finesettimana…”
“Non
importa. A patto che stiamo insieme alla fine,”
arrossì.
Che
carino,
pensò lei.
Nel
giro
di una settimana sarebbe stato il loro quarto mesiversario.
Annabeth
non poteva fare a meno di fantasticare su cosa Percy le stesse
preparando. Si
era completamente scordato del loro primo mese passato da coppia–Hermes aveva affidato loro una
missione–c’erano stati tanti
baci coperti di scarico (lunga storia!) –ma alla fine era
riuscito a salvarsi
il culo e l’aveva portata a Parigi, la
città dell’amore.
Abbastanza romantico. Il 18 novembre (il ragazzo aveva cominciato a
pianificare
settimane prima stavolta) le aveva riempito la stanza al collegio di
rose
bianche–ringraziamento speciale alle Case di Demetra e
Persefone–e l’aveva
portata in un costoso ristorante a Manhattan. In
quell’occasione la stessa
Afrodite aveva fatto una comparsa: però non aveva incasinato
tutto, grazie agli
dei. Annabeth l’aveva notata che passava, semplicemente
ammiccando come per
dire “perfetto”.
Ora
erano al Campo. Percy avrebbe potuto avere tutto
l’aiuto di cui aveva bisogno.
Sarà
completamente fantastico,
ripetè a se stessa per la
milionesima volta.
Dopo
che
tutti erano tornati alle proprie case, loro due rimasero seduti
lì, a fissare
il falò fino allo scattare del coprifuoco. Poi Percy
l’accompagnò alla Cabina di
Atena in silenzio. Non avevano bisogno di parole per sentirsi a proprio
agio
tra di loro.
“Buonanotte,
Testa d’Alghe.”
Lui
si
avvicinò per baciarla dolcemente sulle labbra e poi
sussurrò:
“Buonanotte
a te, Annabeth. A domani.”
Angolo
autrice:
*Inutile
dire che questo “a domani” è un completo
atto di masochismo verso me stessa e cattiveria verso di voi. Sappiamo
che
“domani” Percy e Annabeth non si vedranno.*
Rieccomi
ad intasare questo fandom, ma questa è la
prima volta che comincio una cosa a capitoli. Non ho ancora scritto i
successivi, ma ho un’idea generale, e vi dico subito che
questa ff potrebbe
durare dai 5 ai 10 capitoli.
Che
dire, contavo di postarlo prima. In realtà ci ho
messo tempo perché questo primo capitolo lo avevo scritto
direttamente in
inglese e postato su fanfiction.net.
Ho
aspettato di ricevere delle recensioni positive
lì per poi tradurlo e postarlo qui xD
Spero
vi sia piaciuto, e mi impegno per postare la
prossima parte al massimo entro una settimana! I capitoli successivi saranno molto più lunghi, questo era una specie di prologo.
Grazie
della lettura e delle -eventuali- recensioni J
Ginny_theQueen
♥
PS:
mi ero scordata di spammarvi con il mio account
Twitter, https://twitter.com/Ginny_theQueen
seguitemi se vi va!