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Autore: Violet Tyrell    19/12/2012    2 recensioni
Un anno dopo la grande battaglia di Manhattan, viene ritrovata una ciocca bionda che appartiene a Kirsten Beaumont, la figlia di Ermes di cui poche persone conservano il ricordo.
Da sempre molto evanescente, della giovane ragazza si sono perse le tracce ormai da molto tempo e tutto sembra pronto per considerare conclusa la faccenda; ma in questa storia c'è un colpevole che si cela nell'ombra e sa qualcosa che potrebbe cambiare tutto.
E nella stessa ombra si cela anche Apollo, che nasconde un segreto mai rivelato e che potrebbe bruscamente venire a galla e sconvolgere tutto l'Olimpo.
Genere: Angst, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Gli Dèi, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio raggio di Sole Angolo di benvenuto: Salve! Del fandom sono nuovissima - ho finito solo da alcuni giorni di leggere la prima serie della saga - ma sono sempre piena di idee e spero di deliziarvi con questa storia :=)
Qualunque commento/critica costruttiva è ben accetto. Buona lettura
!




Il mio raggio di Sole


Nel silenzio dell'alba mi hai stregato
e nella luce del tramonto abbandonato tu mi hai...



Chapter 1 - La ciocca


Al Campo Mezzosangue ben pochi avevano idea di chi fosse Kirsten Beaumont.
Di certo c'era solo che - come tanti prima di lei - aveva soggiornato per un paio di estati nella casa di Ermes; con l'affluenza di semidei in quel periodo, una ragazzina bionda dagli occhi ambrati e l'aria non particolarmente portata per la guerra non era certo la persona di cui ricordarsi.
Sedeva solitaria in un angolo, si intrecciava piccoli gigli tra i capelli - anche quando era spettinata - e seguiva le lezioni. Era particolarmente dotata con l'arco ma quando l'insegnante la elogiava, lei si faceva piccola e timida e cercava di defilarsi.  Gli unici a sapere qualcosa di lei erano i satiri e le creature dei boschi: Kirsten amava la natura e cercava rifugio lì quando era sola o derisa dai suoi compagni.
Un altro che la conosceva meglio di quanto non credesse lei stessa era il signor D. Nonostante fosse sempre pronto a metterla in ridicolo, in realtà la teneva particolarmente d'occhio: non la riteneva adatta a stare in mezzo a tutti quei ragazzini-eroi pieno di convinzioni, ma allo stesso tempo non era al sicuro neppure a casa propria. In un certo senso le era affezionato ma non l'avrebbe mai rivelato. Meglio altri cinque secoli di Diet Coke piuttosto. Il nome di Kirsten, comunque, venne dimenticato in fretta quando non tornò più al Campo e non diede nessuna notizia di sé.


Percy Jackson lo sentì associare a un drappo. La battaglia contro Chrono era terminata da un anno ormai e si era recato all'Olimpo dietro richiesta di suo padre, Poseidone. Giunto in cima lo aveva visto discutere a bassa voce con Ermes: non si era azzardato ad avvicinarsi troppo - non voleva certo dare l'idea di origliare, cosa che neppure lo interessava -, tuttavia qualche parola era trapelata. Il Messaggero degli Dei aveva però troncato la conversazione non appena si era accorto della presenza di Percy, limitandosi a un asciutto saluto prima di allontanarsi.
"A cosa vi può servire un drappo?" Il ragazzo azzardò la domanda solo alla fine dell'incontro con Poseidone: in realtà tutti conoscevano l'uso dei drappi ma non gli era giunta voce di una nuova morte. Quelle dell'anno precedente erano state sufficenti per parecchi decenni secondo lui: adesso le imprese erano più rare, tuttavia non mancavano. I mostri non erano stati sterminati e ogni tanto spuntavano, specie se sentivano puzza di semidio da qualche parte.
Il Dio del mare aspettò di essere certo che nessuno li osservasse o ascoltasse prima di rispondere; in verità avrebbe potuto anche tacere, o cambiare argomento, ma sapeva che prima o poi si sarebbe  saputo tutto. O almeno una parte di quanto accaduto. Sospirò profondamente.

"Ermes? Ho trovato questo... oh, ciao George, Martha!" Poseidone si rivolse ai due serpenti, ricordando che si facevano beffe anche di lui quando venivano ignorati oppure considerati solamente dopo il Dio. Non c'era nessuno in quel momento nella sala del trono ed Ermes si stava occupando di alcuni pacchi da inviare: il mittente erano i genitori divini e i destinatari i loro figli mezzosangue.
"Scusa, sono impegnato, puoi passare più tardi? Se devi inviare un pacco abbi pazienza: Ares mi sta riempiendo di lavoro, non ho un attimo di tregua, e persino Zeus ha..." Ermes aveva alzato lo sguardo solo nel preciso momento in cui uno scintillio dorato aveva attirato la sua attenzione più delle parole di Poseidone; si aspettava di vedere un gioiello oppure un prezioso amuleto, invece tra le dita del Signore dei Mari c'era una ciocca di capelli bionda. Rimase a fissarla per alcuni istanti: non erano semplici capelli biondi, parevano talmente fini e perfetti da sembrare puro oro. Ermes, del tutto dimentico dei pacchi, allungò una mano e con le dita li sfiorò; al tatto erano morbidi.
"Li ho trovati ieri sera sul fondale marino, ho pensato di aspettare a farti visita... Sai che appartengono a K..." Poseidone non riuscì a finire quello che stava dicendo perchè Ermes era impallidito e lui non aveva avuto il coraggio di terminare la frase, timoroso di sferrare una ferita dolorosa. Lo aveva immaginato che sarebbe stato uno shock e non si stupida del silenzio del suo interlocutore.
"Non è l'unica ragazza con i capelli biondi..." La voce di Ermes era solo apparentemente sicura, Poseidone ne intuì la forte fragilità ma non pensò di esprimere ad alta voce il suo pensiero. "No, hai ragione. Vuoi che cerchi a chi appartengono?" Ma era un tentativo sciocco e lo sapeva: Kirsten si era sempre distinta per la particolare tonalità di biondo, così simile a oro da renderla una preda persino per i comuni mortali. Una volta aveva sentito dire che dei ladruncoli l'avevano bloccata e picchiata proprio per la sua chioma, e questo in piena Manhattan; se non le avevano portato via i capelli per venderli e specularci sopra era stato merito dell'intervento tempestivo di Zoe, che non aveva esitato a farli allontanare. Un po' bruscamente ma senza ferirli.
"No." La risposta di Ermes giunse secca ma decisa; adesso il suo sguardo sembrava assente, lontano nel tempo, perso in ricordi che poteva vedere solo lui. Il silenzio tra i due durò a lungo finchè Poseidone decise che era giunto il momento di andarsene e lasciare Ermes al suo dolore. Doveva provarne tanto. Proprio mentre si voltava l'altro parlò.
"Dovrei farle un drappo..." La voce era incrinata al punto che sembrava sul punto di spezzarsi; il Signore dei Mari osservò Ermes che era girato e mostrava la schiena. Gli sembrava che stesse tremando e si chiese quanto terribile fosse perdere dei figli, specialmente a così breve distanza. E in un modo tanto misterioso... "Possiamo aspettare, non è obbligatorio... In fondo non hai neppure il corpo, sarebbe..."
Squallido? Poco rispettoso nei confronti della defunta o magari dello stesso Ermes? Poseidone non espresse a parole ciò che pensava, facendo mentalmente nota di scandagliare il fondale marino e i relitti naufragati in cerca di qualunque indizio.
"Non sembra che sia poi così bravo con i figli... Prima Luke, adesso Kirsten... Mi abbandonano tutti, proprio come sono costretto a fare quando nascono..." Martha e George non avevano ancora commentato ma parevano tristi anche loro: si erano arrotolati parte della ciocca attorno ai loro corpi, un po' come a voler dimostrare a Ermes che non era solo. Poseidone non fu colpito dal senso di colpa che trasudava da quelle parole anzi, si sarebbe meravigliato del contrario,tuttavia pensò che non fosse il caso nè di infierire e neppure di negare. In fondo tutti loro non si prendevano abbastanza cura dei loro figli, lui compreso. Appoggiò una mano sulla spalla del Dio e amico per provare a tirarlo su di morale.
"Non essere troppo severo, ora... Si potrebbe parlare con Ade, sai, magari per evitarle delle sofferenze... e poi fare la cerimonia al Campo. Sono sicuro che le piacerebbe e..." Ma Ermes stava scrollando la testa. A Kirsten non piaceva il Campo Mezzosangue, aveva più volte fatto capire di non gradire andarci... anche se poi lo aveva fatto, per un paio di anni, finchè era scomparsa. Nel nulla, senza lasciare traccia, per ricomparire solo alla morte di sua madre.
Ermes sapeva che Alicia Beaumont era troppo apprensiva nei confronti di Kirsten: avrebbe fatto qualunque cosa per tenerla nella bambagia e per un certo periodo ci era anche riuscita. L'isola di Saint George, in Florida, era un piccolo luogo abitato soprattutto da inglesi residenti in America, poco adatto a una bambina che rischiava di restare sempre da sola. Non era servito a nulla convincerla a trasferirsi a New York ed Ermes si era dovuto accontentare di vedere la piccola un paio di volte durante un anno. Ma anche crescendo Kirsten non era diventata socievole anzi, sembrava perfettamente felice nel suo piccolo mondo etereo: giocava, disegnava e danzava con molta grazia, pur senza essere perfetta. Era un piccolo angelo biondo sceso in Terra e anche se non era portata per la guerra, lui l'aveva ugualmente portata al Campo. Era il suo posto, o così credeva.
Alla scomparsa di Kirsten, Alicia Beaumont era praticamente uscita di senno: lo aveva costretto a seguire piste assurde, sentirla parlare di rapimenti, stupri e chissà quali catastrofi. Ermes l'aveva sopportata solo perchè pure lui era preoccupato: caso strano però nessuno ne aveva avuto più notizia, e dopo un paio di anni di inutile attesa, Alicia era stata trovata morta. Mentre la polizia brancolava ancora alla ricerca di un movente, Ermes sapeva che si era suicidata e lui aveva intensificato le ricerche. Improvvisamente era comparsa, più grande e matura, quasi quindicenne, ed era tornata a vivere a Saint George, rifiutando qualunque contatto con i semidei e anche con lui.
E poi più nulla, fino a quel momento... fino all'anno prima, quando qualcuno lo aveva informato di averla vista imbarcata sulla Princess Andromeda. Lo aveva molto colpito che fosse assieme a Luke ma in un certo senso aveva sperato che ciò servisse a suo figlio per capire; invece la nave era esplosa, portando con sè innocenti... e anche lei.
Osservando quella ciocca, si disse che avrebbe dovuto immaginare un epilogo del genere... ma quanto faceva male? Almeno aveva potuto dire addio a Luke,invece gli sembrava che il suo piccolo angelo fosse volato via troppo presto, senza la possibilità di spiegare.
"No...  la porterò a Saint George. Quella è casa sua...grazie per l'aiuto, comunque."
Poseidone osservò Ermes allontanarsi in fretta, provando anche lui un senso di vuoto incolmabile.


"Ma nessuno la conosceva?" Percy stava discutendo con Annabeth dell'accaduto o meglio, di quello che suo padre gli aveva detto alcune ore prima. La ragazza scrollò la testa incerta. "Non lo so, però è sicuro che nessuno sapeva che era sua figlia: sai, prima stavano tutti da Ermes, si faticava a distinguere i suoi figli dagli ospiti."
Lo sapevano entrambi, in fondo le cose erano cambiate da poco; Annabeth sembrava pensierosa e silenziosa.
"In realtà io le ho parlato... sai, non è tanto strano che nessuno sapesse che era figlia di Ermes. Può essere che l'abbia portata di persona, oppure che l'abbia riconosciuta solo in presenza di Chirone, o del signor D. E poi", la ragazza osservò un momento il giovane prima di parlare di nuovo "... non ha mai parlato. Era muta, e può darsi che questo sia sempre dispiaciuto a suo padre. Insomma, non poteva neanche chiamarlo papà. Non è tremendo?"



"Stai bene?"La voce gentile di Apollo era  rivolta a Rachel; la ragazza teneva lo sguardo fisso - e vitreo - rivolto al soffitto, persa in pensieri da molto tempo. Di solito Apollo non si recava in visita al suo Oracolo molto spesso, tuttavia aveva avuto un sentore strano ed era arrivato: la sua Maserati era parcheggiata fuori e aveva la sua aria da modello come sempre, allegro e gioviale.
Rachel annuì meccanicamente ma i suoi occhi erano assenti e il Dio fece spallucce: probabilmente l'Oracolo stava per pronunciare un'altra delle sue profezie e la cosa neppure lo sorprendeva. Se fosse stato per lui sarebbe andato in un localino chic a divertirsi e guardando l'orologio vide che effettivamente non era ancora tardi anzi, c'era ancora molto tempo. Squadrò Rachel che stava disegnando freneticamente, mossa da un impulso involontario e decise di rimanere: quando si comportava così c'era qualcosa che lo induceva a non abbassare la guardia, e poi poteva sempre ascoltare qualcosa di importante anche se avrebbe preferito che non ci fossero spargimenti di sangue per un bel po'.
"Ecco, questo è per voi, divino Apollo." Rachel ora parlava con voce normale mentre gli porgeva il foglio: lui lo guardò e il sorriso scomparve rapidissimo. Alzò di nuovo lo sguardo sull'Oracolo. "Mi ha chiesto di metterla in contatto con voi e l'ho fatto. Penso che stia chiedendo aiuto."
Il disegno di Rachel, notò sgomento Apollo, era una raffigurazione talmente perfetta di Kirsten da lasciarlo senza fiato. Dai capelli color oro agli occhi ambrati, gli sembrava di avere di nuovo di fronte la ragazza. Come avrebbe voluto che fosse vero... E, proprio come diceva Rachel, la sua espressione era sofferente e tipica di una persona in difficoltà.
Cosa ti è accaduto mio piccolo raggio di sole? Aveva l'impressione che il suo pensiero non fosse più solo un suo segreto e che davvero quel disegno gli chiedesse aiuto.



Angolo Autrice_

Bene, piacere a tutti di conoscervi :=) come ho già detto sono nuova del fandom ma spero di trovarmici molto bene u.u
Ho diviso il capitolo per darvi molte informazioni in modo - spero - non noioso ^^ Kirsten Beaumont è una OC e, come avrete capito, è una figlia di Ermes. Personalmente lo adoro dalla sua prima apparizione, forse anche per via dei serpenti XDDD, e caso ha voluto che gli appioppassi una figliola u.u
Kirsten è un po' diversa dai mezzosangue che ci sono al Campo, difatti non a caso lei non si sente a suo agio^^ Sua madre è una pazzoide .__. sapete quelle tutte apprensive che non fan uscire i figli di casa per paura che si faccian male?ecco u.u difatti lei ha preso dal papino anche se ora non si vede xd
Ho scelto di usare Poseidone perchè mi piace molto pure lui e poi si collegava all'idea dell'esplosione della nave^^ cioè indirettamente XD
Luke indubbiamente è morto - fans, me ne dispiace, ma di solito rispetto queste cose degli autori - ma comparirà tra flashback, allusioni e quant altro u.u inoltre ho calcolato l'età e lei è più piccina rispetto a lui ma vi darò tutto esatto nel prossimo capitolo :=)
Apollo... muaahahahahah non dico niente ma FORSE avete capito qualcosa?
La storia è ambientata circa un anno dopo la sconfitta di Chrono... beh spero che vi piaccia^^ fatemi sapere, ok? :=) Un bacione!
Ah, ho inserito un'immagine di Kirsten qua sotto: più o meno è così u.u

Kirsten - immagine scelta per rappresentarla  


   
 
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