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Autore: robiii    19/12/2012    3 recensioni
La stanza era buia, l'unico barlume di luce veniva dallo stipite e dalla soglia della porta, ma non bastava comunque ad irradiarla. Una ragazza era sdraiata sul pavimento a pancia in giù; respirava faticosamente, ma questo non le impediva di sentire l'odore acre del luogo. L'aria era malsana, sapeva di putredine, muffa, morte e di...sangue.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Quando l'Agnello aprì il secondo sigillo, udii il secondo essere vivente che gridava: “vieni”. Allora uscì un altro cavallo, rosso fuoco. A colui che lo cavalcava fu dato il potere di togliere la pace dalla terra perché si sgozzassero a vicenda e gli fu consegnata una grande spada.

[Apocalisse-capitolo 6, 5-6]

 

Erano mesi che i fratelli Winchester stavano cercando di fermare l'Apocalisse e l'intera distruzione del genere umano. Uno strano caso però li aveva condotti in un piccolo paesino del North Dakota, lì le persone si comportavano come se fossero sotto l'influsso di una pazzia collettiva ed avevano iniziato ad uccidersi a vicenda. Tutto era cominciato con un aumento delle discussioni accese, ma successivamente la situazione era degenerata portando ad un incremento dei crimini violenti del 50% nel giro di due settimane.

Come sempre, dopo aver sistemato il loro campo base in una delle stanze di un motel abbastanza appartato, avevano iniziato ad indagare. Avevano portato con loro anche Castiel, il quale da diverso tempo era diventato parte integrante della squadra e spesso li soccorreva grazie alla sua natura angelica.

Erano arrivati ad un parco quando delle grida attirarono l'attenzione del gruppo. Subito accorsero e non poterono fare altro che assistere ad un macabro spettacolo. Un uomo era a terra immerso in una pozza di sangue mentre un ragazzo, che doveva avere poco più di venti anni, stava estraendo dal corpo il pugnale con il quale lo aveva sventrato. Aveva un sorriso beffardo stampato sul viso. Poco distante da loro vi erano altre due persone: una giovane ragazza visibilmente spaventata ed un ragazzo alle sue spalle. Lui l'aveva immobilizzata e le aveva puntato un coltello alla gola, stava cercando si farla stare zitta, ma, siccome la ragazza continuava a gridare, lui le tagliò la gola recidendole di netto la carotide e la spinse a terra.

Dean, Sam e Castiel non sapevano se si trattasse di demoni, ma decisero di intervenire.

-Ehy Jack lo squartatore e company non vi sembra un po' presto per il consueto omicidio di mezzanotte?- domandò ironicamente Dean per attirare l'attenzione su di loro.

I due ragazzi lanciarono un urlo disumano e corsero verso i due cacciatori ed il loro angelo come se fossero drogati di sangue ed adrenalina.

Sembravano posseduti perciò, dopo averne atterrato uno, Sam provò ad esorcizzarlo, ma niente; questo si alzò e riprese ad attaccare.

-Non funziona Dean...che facciamo?- Sam era preoccupato.

-Oh, magari con una dose di zucchero si calmano. Sai ho visto una pasticceria proprio qui dietro. Dai Sammy che cazzo di domande sono? Usa il fucile e spara!- rispose Dean al fratello mentre spingeva lontano l'altro ragazzo per prendere il fucile.

-Ma non sono demoni, sono umani!-

-O noi o loro Sam. E io ho già deciso- Dean puntò e fece fuoco, un colpo perfetto che centrò il malcapitato in piena faccia.

Sam fece lo stesso. -Noi-

-Bravo Samm...- Dean non fece in tempo a terminare la frase che altre persone armate sbucarono da ogni parte.

-Merda!- esclamò Sam.

-Pronto ad aprire le danze Sammy?-

Sam detestava quando il fratello lo chiamava in quel modo, non aveva più dodici anni; però quello non era il momento adatto per recriminare quindi lasciò correre.

Annuì e i due iniziarono a combattere contro quegli psicopatici che avevano deciso di riunirsi proprio in quel parco. Dean e Sam però erano un po' in difficoltà visto il numero maggiore degli avversari, quindi il più grande dei due cercò l'aiuto di Castiel che stava tardando ad intervenire.

-Castiel- Dean lo chiamò, ma non vi fu nessuna reazione.

-CASTIEL- urlò sperando che l'angelo sentisse.

-È sparito- lo avvisò Sam appena si trovò appoggiato con la schiena a quella del fratello.

Gli uomini li avevano circondati.

-FIGLIO DI PUTTANA!- Dean questa volta era proprio incazzato: il loro angelo li aveva abbandonati.

Lui si sbagliava; Castiel non era fuggito, si era semplicemente allontanato. Prima che i due fratelli iniziassero a combattere, l'angelo aveva percepito le preghiere di qualcuno che lo stava invocando e si era trasportato da quel fedele.

Si ritrovò in una cella buia e puzzolente; guardandosi attorno notò una ragazza sdraiata sul pavimento. Era conciata davvero male: era ricoperta di sangue e respirava a fatica. Sentiva un sibilo nel suo respiro. Le si sedette accanto ed aspettò che riaprisse gli occhi.

Poco dopo lei sospirò e lo fissò.

-Sei tu che mi hai invocato?- domandò l'angelo.

-È stato Gabriele a dirmi di farlo affermando che eri l'unico in grado di aiutarmi- mentre pronunciava quella frase lei aveva cercato di mettersi a sedere nonostante la cosa le costasse molta fatica.

Castiel era perplesso; lui e Gabriele non erano in buoni rapporti quindi non capiva perché avesse consigliato ad una sua discepola di invocarlo, ma ascoltare la storia della ragazza lo aiutò a sciarirsi le idee.

-Pronta?- domandò dopo averla aiutata ad alzarsi.

Ebony annuì sorreggendosi a lui visto che si sentiva poco stabile e le pareti avevano iniziato a girare.

-Bene allora andiamo-

Il viaggio durò poco più di un secondo e quando Ebony respirò di nuovo sentì il profumo dell'erba e dell'asfalto. Era libera, finalmente fuori da quello schifo di prigione dove i demoni la tenevano rinchiusa da due anni.

Alzò gli occhi al cielo stellato, aveva dimenticato quanto potevano brillare di notte le stelle; sembravano dei piccoli diamanti.

Castiel invece non aveva smesso di osservarla. Alla luce pallida della luna aveva potuto cogliere meglio alcuni dettagli della sua figura. I vestiti di lei erano logori e, in alcuni punti, stracciati; la sua pelle era percossa anche da numerosi lividi oltre che dal sangue.

Sentì una stretta al cuore, provava pietà per lei.

-Tieni- Castiel le stava offrendo il suo trench beige per coprirsi.

-Grazie- Ebony sorrise.

Solo all'ora notò la fisionomia dell'angelo che l'aveva salvata. Doveva essere alto un metro e settantacinque visto che era costretta ad alzare leggermente la testa per poterlo guardare in viso; la sua carnagione era chiara, i capelli erano neri e non eccessivamente corti.

Quello che l'aveva colpita, oltre la tenuta da contabile, era il colore dei suoi occhi: un azzurro intenso che dava una sensazione di estrema profondità.

-E ora?-

Quella domanda non era rivolta solo a Castiel, ma anche a se stessa.

-Ti porto in un posto sicuro, ma...- l'angelo fece una breve pausa, poi continuò -permettimi di curarti-

Ebony annuì e lui le si avvicinò; posò una mano su di lei, dalla quale si sprigionò una grande luce; quando svanì Castiel allontano la mano da Ebony. La ragazza provò a muoversi per vedere se avesse funzionato, sorrise quasi meravigliata quando non sentì più il dolore provenire da ogni parte del suo corpo. Lei ringraziò nuovamente Castiel prima di essere condotta da lui nel posto sicuro che le aveva nominato.

Arrivati al motel lui si diresse velocemente alla stanza dei ragazzi e bussò. Subito Sam aprì la porta lasciando entrare i due.

-Castel- disse con un tono molto distaccato.

Anche lui era un po' seccato per la defilata dell'amico in un momento critico, ma non si sarebbe messo ad urlare. A quello, Sam ne era sicuro, avrebbe pensato Dean.

-Oh guarda chi è tornato- Dean aveva appoggiato il diario del padre sul tavolo.

-Scusate ragazzi, ho ricevuto una chiamata e sono dovuto andare- Castiel sperava che i due capissero, o meglio sperava che Dean capisse.

-Fottiti-

-Cosa?- l'angelo sgranò gli occhi.

-Ci hanno quasi ucciso perchè tu te la sei filata, perciò l'unica cosa che ti dirò è: fottiti- spiegò sinteticamente Dean che si era portato davanti all'amico Castiel.

Ogni muscolo del corpo del cacciatore era contratto e dal suo sguardo si capiva che era furioso. Entrambi erano tesi, sarebbe bastata una sola parola sbagliata per far esplodere la situazione in un risvolto a dir poco spiacevole.

-Ti prego non te la prendere con lui, sono stata io ad invocarlo- intervenne Ebony.

-E tu chi saresti?- Dean aveva fatto un passo verso la ragazza che istintivamente era indietreggiata.

-Lei è Ebony, la fedele che ha pregato per il mio, il nostro aiuto-

Nel pronunciare la frase Castiel si era posizionato tra i due per fare da scudo alla ragazza.

Dean si era portato al fianco del fratello. - Non facciamo da babysitter ai tuoi fedeli-

Sapeva che erano fratelli, glielo aveva accennato l'angelo; ma ora che i due erano vicini Ebony poté osservare alcune delle loro differenze.

Uno era alto, l'altro un po' più basso; uno aveva i capelli abbastanza lunghi e castani, l'altro corti e biondi; uno aveva gli occhi verdi, l'altro di un colore che non riusciva a definire da lì; uno era piuttosto calmo, l'altro incazzato nero. Entrambi però avevano le spalle larghe, irrobustite e temprate sicuramente da diversi anni di caccia ai demoni.

Lei aveva capito subito che erano due cacciatori di demoni, ma si trattava di una capacità comune agli addetti del mestiere. Ogni cacciatore era in grado di riconoscere i suoi simili anche in un oceano di persone.

-Almeno ascolta la sua storia!- quella di Castiel era una supplica.

Dean riportò lo sguardo su di lei. I suoi vestiti erano rovinati, i capelli sporchi di sangue ed il labbro inferiore tagliato. Aveva il tipico aspetto di chi le aveva prese di santa ragione senza battere ciglio.

-Sentiamo un po'-

Ebony lasciò a Castiel il compito di raccontare la sua storia, non voleva rivivere ancora i drammi e l'orrore che aveva sperimentato con mano. Sapeva benissimo che la sua vita, almeno fino a quel momento, era ben lontano da essere definita idilliaca, anzi era proprio l'esatto contrario.

I suoi genitori erano cacciatori di demoni e avevano cresciuto i propri figli in quell'ottica; in realtà la madre desiderava per la sua unica figlia femmina una vita normale, ma dopo la sua morte, avvenuta quando Ebony aveva solo nove anni, il padre decise che anche la bambina si sarebbe dedicata all'attività di famiglia. Iniziò così il suo addestramento e pochi mesi dopo affiancò la famiglia.

Lei era una bambina, ma conosceva già bene il lato oscuro del mondo e, soprattutto, sapeva che i mostri erano reali.

All'età di tredici anni perse anche il padre così lei e i suoi fratelli iniziarono ad occuparsi da soli di tutto, compresi i demoni. Al tempo quello le sembrava così naturale, almeno fino al giorno in cui perse ogni cosa: ciò che le rimaneva della sua famiglia e la libertà.

A diciassette anni mentre era a caccia con gli altri, il gruppo fu attaccato e, dopo un lungo e massacrante scontro fu catturata dai demoni. Lei era l'unica sopravvissuta, i suoi tre fratelli non c'e l'avevano fatta.

Da quel giorno erano ormai passati due anni durante i quali lei aveva subito ogni genere di tortura.

Finito di ascoltare le parole di Castiel Sam si alzò e si avvicinò al minifrigo. Prese una birra per sé e qualcosa di più alcolico per il fratello, sapeva che tra poco gli avrebbe chiesto da bere.

-Quanti anni avevi quando ti hanno catturato?- Dean voleva essere sicuro di aver capito bene.

-Diciassette- rispose lei.

-Sammy, c'è qualcosa di...-

-Forte? Si, tieni- Sam aveva allungato il bicchiere di whisky al fratello.

Entrambi avevano lo sguardo fisso su Ebony. Era così giovane, ma loro sapevano che nel modo dei cacciatori non era richiesta un'età minima per l'accesso.

Improvvisamente un uomo giovane biondo e dagli occhi scuri era comparso alle spalle della ragazza che non si accorse di nulla.

-E tu che diavolo ci fai qui?- Dean aveva aggrottato la fronte mentre velocemente avanzava verso il nuovo arrivato.

 

 

 

 

 

 

Cantuccio dell'autrice

Hello everyone!! Finalmente riesco a pubblicare primo capitolo di questa ff, chiedo scusa per il ritardo a chi aspettava il seguito. Ho però una buona giustificazione: un esame di linguistica da preparare. Comunque sono sicura che chiuderete un occhio XP

Volevo poi ringraziare le fantastiche persone che hanno commentato il prologo e chi ha deciso di seguire questa ff. Spero che il seguito sia di vostro gradimento ed abbia soddisfatto le vostre aspettative. Se così non fosse farò meglio nel prossimo capitolo.

Infine dedico questo nuovo capitolo a: Yuki_o, mia beta-reader ufficiale, PSSC e Uriell.

Vi voglio bene ragazze.

Detto ciò mi eclisso, prima però voglio rinnovare l'invito a commentare il capitolo.

robiii

  
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