CAPITOLO
2:Nuove emozioni
Ormai erano
passati 4 mesi dal primo giorno di scuola e la mia situazione col resto della
gente non era cambiata. A causa del continuo scappare delle persone attorno a
me avevo perso col tempo la capacità di relazionarmi.
C’è l’ho messa tutta in questi 4 mesi, ma sembra che
l’unica persona disposta a darmi il “buon giorno” è
Monkey. Lui è sempre stato l’unico che non mi ha mai emarginata,
facendomi sentire parte di qualcosa. Eppure neanche la sua influenza ha portato
la gente ad avvicinarsi a me.
Si avvicinarono
le vacanze estive, e la cerimonia di chiusura era ormai alle porte. Rufy, il
nostro rappresentante di classe, propose una prova di coraggio prima della fine
delle lezioni.
“Affiggerò
il foglio su cui potete iscrivervi sulla lavagna. Spero che partecipiate
tutti” disse alla classe, e molti si girarono verso di me, confabulando
col compagno di banco su quanto la mia presenza quel giorno poteva significare
una vera prova di coraggio, vista la mia aria tetra e cupa, ma questo non mi
infastidì, anzi pensai ad un modo per non deludere le loro aspettative;
così facendo forse sarei stata un minimo accettata.
“Ragazzi
ricordate che le vacanze estive significano anche corsi di recupero, e quindi
avrò bisogno di qualcuno che mi aiuti prima delle lezioni…chi
si offre volontario?” disse il professore dopo il discorso di Monkey. Mi
guardai intorno e vidi le facce terrorizzate dei miei compagni all’idea
di passare parte dell’estate a scuola e mi resi conto che tanto io non
avrei avuto niente da fare, anzi rimanere a scuola significava dedicare
più tempo allo studio che amavo tanto.
“Professore
mi offro io se per lei va bene”
“Va bene…allora è deci…”
fece per finire il professore, quando venne interrotto
“Professore!
Ma non è sempre Nico a fare questo genere di cose? Non mi sembra giusto!”
fu proprio lui a parlare, Monkey! Non avrei mai pensato che avesse notato
questo genere di cose; io non l’avevo mai fatto notare a nessuno…
“allora
Monkey ti proponi tu?” gli rispose il professore.
“uff…va bene, non ho scelta” sbuffò ma
accettò il compito.
“NO!
No professore lo faccia fare a me, mi fa piacere fare queste cose, e poi non ho
niente da fare io durante le vacanze” mi imposi io, non volevo avesse lui
questo compito, sicuramente con tutti gli amici che aveva, aveva ben altro da
fare durante le vacanze
“va
bene va bene, vada per Nico” dichiarò il professore, e la lezione
finì.
Era la fine
delle lezione, pausa pranzo, così decisi di
andare a dare un’occhiata ai fiori che avevo piantato. La storia e il
passato non erano l’unico mio passatempo, i fiori erano, a mio avviso,
una cosa meravigliosa, e il poterli curare mi faceva sentire meno sola.
“eeeehi Robiiin” mi sentii
chiamare. Era Olvia, forse l’unica persona al
mondo che potevo definire mia amica; eravamo state insieme alle elementari e
alle medie, fu stata proprio lei alle elementari a nominarmi “piccolo
mostro”, solo che il suo era un modo affettuoso di dirlo, ma la gente a
lungo andare lo cominciò ad usare in modo dispregiativo.
“ciao”
risposi io mentre annaffiavo i fiori nell’aiuola della scuola
“con
te è capitato qualcuno delle nostre vecchie classi?” mi
domandò lei
“uhm..veramente
no…però, c’è un ragazzo,
Monkey, che…” feci per dire io
“ah
quello carino con la cicatrice sotto l’occhio?”
“uh!
Trovo che non sia semplicemente carino, è anche solare e buffo a
volte” dissi un po’ assorta tra le nuvole, non accorgendomi che
giusto Monkey stava passando dal corridoio davanti l’aiuola e
probabilmente aveva ascoltato tutto, visto che s’era fermato a guardarmi
con aria interrogativa “e questo come lo dovrei prendere?”
Aveva
sentito davvero tutto, ma non volevo pensasse cose strane di me, come gli
altri, quindi risposi con sincerità e tranquillità “un
complimento!” e lui scoppiò a ridere e disse “sai non
c’è mai stata l’opportunità di parlare con te,
aspettami lì!”
“oh,
avrai l’opportunità di parlare con lui, allora io vado,
bye!!” disse Olvia scappando dalla parte
opposta a quella da cui stava arrivando Monkey.
“ahah, sai pensavo mi odiassi, questo è un sollievo
per me” disse lui non appena arrivato, e mi sorrise di nuovo
“no…non ti odio, non potrei, anzi, vorrei essere
spontanea come te…” dissi, pentendomi
subito di averlo fatto
“uuhm…non sono poi così speciale io,
sai?!” disse lui grattandosi la guancia “comunque Nico Robin
giusto? Posso chiamarti Robin?” mi chiese molto tranquillamente sempre
sorridendo.
Nessuno era
mai stato così gentile con me, nessuno s’era mai preso la briga di
chiedermi come chiamarmi; la maggior parte delle persone mi chiamavano col mio
soprannome, mentre le altre non mi chiamavano proprio; sentirmi dire quelle
parole da lui mi rese immensamente felice.
“certo”
gli risposi stupita
“verrai
vero alla prova di coraggio…ci conto
eh?!”
“uh!”
annuì io.
Ed ecco il secondo
capitolo!! :D Ringrazio tanto tutti quelli che hanno letto e soprattutto
ringrazio stefirobin, Mai Valentine
e EclipseOfHeart
che mi hanno lasciato un commentino
*-*
Alla prossima
NicoRobin92