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Autore: _Fy    21/12/2012    2 recensioni
Edward la fissava nascosto dietro la parete del grande corridoio centrale, come fosse un bambino sceso contro la volontà dei genitori per guardare un programma che gli era stato proibito.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Quella mattina Edward era impegnato con l'università; il professor Jhonson, insegnante di fisica medica, stava parlando ininterrottamente da ormai 30 minuti suscitando il fastidio di molti studenti.

Edward prendeva appunti interessato; ascoltare per lui non era un peso, sapeva quanta responsabilità richiedeva quel cammino che stava intraprendendo, quanta soddisfazione poteva dare e quanti dolori avrebbe dovuto sopportare.

Un sorriso si stagliò sulle sue labbra sottili quando gli venne in mente il giorno in cui decise che sarebbe diventato un dottore come suo padre.

 

Inizio Flashback

Quel giorno stava giocando nel vialetto con il figlio del vicino, Lucas.

Lucas aveva circa sei anni, un anno in meno di Edward, biondo, dagli occhi vispi e scuri.

- Eddy, ci arrampichiamo su quell'albero?!

Il bimbo sorrise scoprendo la dentatura bianca, quasi perfetta se non fosse stato per quel dente da latte mancante, e indicò l'albero di fico poco più distante da loro.

- Fin lassù?!

Gracchiò Edward con tono meravigliato.

-Ma la mamma non vuole!

Continuò poi.

- Uffa, sei proprio un cocco di mamma! Io ci vado, guardami!

Edward rimase in silenzio osservando il suo amichetto dirigersi sicuro verso il grande albero.

Lucas si fermò ad un passo dal fico e la osservò studiandolo per una decina di secondi, poi mise un piede su una piccola sporgenza, con le mano afferrò un ramo mentre si dava una piccola spinta con l'altro piede.

- Guarda che puoi cadere!

Aveva gridato Edward.

- Non cadrò!

Il tono sicuro di Lucas confortò di poco il bambino che osservava la scena con gli occhi verdi spalancati.

Lucas continuava ad arrampicarsi, lo sguardo concentrato e la lingua tra le labbra; si mise a penzoloni su un ramo, dondolandosi come fosse su un'altalena mentre dalle sue labbra fuoriuscivano dei versi entusiasti, di chi si stava divertendo molto.

- Guarda cosa so fare Eddy!

Purtroppo però quell'allegria non durò molto; l'albero cedette e Lucas cadde a terra.

Fine Flashback

 

Edward scosse la testa con un lieve sorriso dipinto sul volto; quel giorno Lucas era finito in ospedale per un taglio al ginocchio; ricordava perfettamente le sensazioni che aveva provato, la paura e l'angoscia nell'averlo visto piangere, la preoccupazione della mamma, il senso di colpa per non averla avvisata prima.

Poi arrivò suo padre; era rincasato dopo il turno notturno all'ospedale e ancora vestito del suo camice bianco, con in mano la sua valigetta con gli strumenti da lavoro, si era avvicinato al piccolo Lucas.

Edward ricordava il sorriso disteso sul volto tranquillo; emanava calore, era di conforto.

Vide Lucas più sereno e rimase accanto al padre quando questo gli pulì le ferite prima di portarlo con sé in ospedale per mettergli qualche punto.

Quel giorno scelse.

Anche lui voleva riportare il sorriso a coloro che piangevano.

Con il tempo aveva compreso meglio le difficoltà che nascondeva quella sua decisione, ma non cambiò mai idea.

La lezione finì ed Edward si accorse con rammarico che troppo preso dai suoi ricordi non aveva più preso appunti.

Si maledì silenziosamente e con fare scocciato raccattò il suo quadernetto e la sua penna infilandoli nella piccola tracolla color verde scuro.

I suoi compagni di corso, veloci come se stessero scappando da chissà quale disastro naturale, si accalcavano difronte alla porta spintonandosi tra di loro per uscire.

Edward osserva la scena con sguardo rassegnato, ormai ci aveva fatto il callo.

Così, rimase immobile vicino al suo posto aspettando che tutti fossero usciti; si passò una mano tra la folta capigliatura color rame e strizzo qualche ciocca tirandosela verso l'alto, reclinò il capo all'indietro emettendo un sospiro di frustrazione, infastidito da quella prigione o da chissà cos'altro.

Cosa poteva andare ancora storto quel giorno?

Come a voler infilare il dito nella piaga, una voce a lui familiare risuonò nell'aula semi vuota.

- Fratellinoooo!

Emmet, il fratello più grande di casa Cullen, era entrato nella classe stagliandosi tra la gente a colpi di gomito.

Edward osservava la scena allibito, non che fosse la prima volta che vedeva il fratello in quella circostanza, il vero problema era che lui non riusciva mai ad abituarsi alle sue uscite imbarazzanti.

Sentì le guance imporporarsi e desiderò con tutte le sue forze che una voragine si aprisse sotto di lui e lo inghiottisse.

Edward lo guardò con rimproverò e questo non sfuggi al fratello maggiore che non ne capì il motivo.

- Ehi, perchè mi guardi così?! Ma guarda, sei diventato rosso! Non sapevo ti emozionassi tanto nel vedermi.

Aveva gridato il ragazzo ancora intrappolato tra gli ultimi studenti.

- Che sei venuto a fare qui?!

Mormorò Edward con tono alterato quando il fratello riuscì a liberarsi.

- Sono passato a farti una visitina, non sei contento?

- Puff, non si vede?

Emmet si accorse del tono sarcastico del fratello ma preferì ignorarlo.

- Tieni, queste sono le chiavi della mia macchina ti do un passaggio! Mi raccomando, non rimanere a guardarla come un baccalà!

Emmet gli strizzò l'occhio e con una pacca che di leggero non aveva nulla, lo spintonò in avanti di qualche passo.

- Ahia!

Si lamentò Edward.

Afferrò le chiavi dell'auto che Emmet gli porgeva e con sguardo confuso si apprestò ad uscire dall'aula; aveva preferito non fare domande, tanto non ci avrebbe capito nulla ugualmente.

Una volta fuori dall'università e nei pressi dell'alfa romeo Brera Coupè rossa del fratello, Edward capì perfettamente a cosa si riferiva Emmet.

Lì, seduta sul sedile posteriore della vettura, Bella osservava con sguardo assorto il giardino dell'università.

I capelli scuri le ricadevano lisci sulle spalle, il pollice era sensualmente appoggiato sul labbro inferiore e piano si muoveva accarezzandone la superficie leggermente screpolata.

Edward inghiotti un fiotto di saliva e rigidamente si avvicinò alla macchina; la aprì piano, sperando forse che lei non si accorgesse della sua presenza e lui potesse osservarla ancora mentre assorta si godeva il paesaggio protetta dal finestrino.

Purtroppo però non andò esattamente come lui aveva sperato.

Bella girò di scatto la testa spaventata ma una volta che i suoi occhi castani incontrarono quelli verdi di Edward, la ragazza sorrise tra l'imbarazzato e il sollevato.

- Ciao!

Mormorò Edward prima di prendere posto sul sedile anteriore.

- Ciao

Mormorò Bella prima di riprendere a guardare il giardino.

- Come mai sei qui senza Alice?

Bella distolse nuovamente lo sguardo dal finestrino e lo puntò sul volto del ragazzo che aveva parlato.

- Stavo andando a casa vostra, ho incontrato Emmet e mi ha offerto un passaggio. Ho provato a rifiutare ma mi ha caricata in macchina come fossi un sacco di patate ed eccomi qua.

- Ah

- Già

Bella puntò gli occhi sulle mani posate sul grembo, le aveva strette tra loro per allentare la tensione che si era creata nell'abitacolo, poi alzò il viso e sorrise timidamente.

- Vi sono mancato?

Emmet entrò nell'auto con l'aria di chi la sapeva lunga; Bella si ritrovò ad arrossire come fosse stata colta in chissà quale misfatto, Edward si limitò a fulminare il fratello con lo sguardo.

L'incanto era ormai spezzato.

 

 

   
 
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