Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    21/12/2012    4 recensioni
E se i componenti di una band si interessassero a una ragazza incinta incontrata a un loro meeting dopo un concerto?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattro anni dopo

 

Quella mattina mi svegliai sotto effetto di una voce maschile e da bambino di quasi quattro anni.

-With knives and pens, we've made our plight! Mamma! Alzati! Oggi torna papà!

Io mi rivoltai nel letto.

-Oliver... lasciami dormire. Papà torna stasera...- qualcuno mi scoprì completamente la faccia dalle coperte che mi ero appena portata sul viso.

-Mamma! Devo andare a scuola! E mio fratello non si decide a fare colazione! Di questo passo farò tardi!- esclamò Nadia, che ormai aveva otto anni.

-Olli... vai a fare colazione...

-Ma mamma! Non mi piace il latte!

-Tesoro, bevine almeno metà... ora lasciatemi dormire, vi prego!

-Ma che dormire e dormire, mamma! Devo andare a scuola!!- strillò Nadia.

-E va bene, va bene!- sospirai alzandomi e trovando davanti il visino dei miei figli.

Già. Ora ne avevo due. Oliver era nato circa quattro anni prima, ed era identico a suo padre, Andy. Aveva i suoi occhi azzurri e la sua capigliatura corvina, anche se corta, ma nella maggior parte dei lineamenti mi somigliava in una maniera unica. Nadia invece era cresciuta, andava a scuola e aveva una media brillante. Io ed Andy avevamo deciso di convivere insieme nella mia casa, ma tutto sommato, a parte i periodi dei concerti e dei tour, passavamo molto tempo nell'altra casa, con il bisogno di non stare troppo lontani dai nostri amici. Nello stesso anno in cui Andy mi aveva messa incinta, mi propose di sposarci, ed io, a ripensarci a distanza di quei quattro anni, potevo semplicemente dire che non ero mai stata più felice. Il matrimonio era stato spettacolare e lo coronammo con un concerto e con una luna di miele in Russia, che per chissà quale motivo ci ispirava entrambi. Evidentemente avevamo voglia di prendere freddo.

Anche Jinxx ed Alesha si avviavano verso le nozze, ormai, con la differenza che quando lui aveva preso per la prima volta l'argomento, lei non era incinta di tre mesi.

Nell'alzarmi, notai che Oliver mi scrutava con occhi quasi da cucciolo, che imploravano di non fargli bere la tazza di latte che lo aspettava in cucina. Sospirai, e gli consentii di mangiare qualcosa di migliore che gli avrebbe preparato Nadia nel tempo in cui io mi sarei vestita. Lui fece un salto di gioia, e saltellò verso la cucina trascinando la sorella esasperata per la mia lentezza nel vestirmi.

Poco dopo, mentre li accompagnavo rispettivamente a scuola e all'asilo, Oliver ricominciò a farmi domande sul ritorno di Andy, che era partito per un tour di un mese. Ormai non faceva altro che tormentarmi da una settimana.

-Mamma, papà torna stasera vero?

Nadia sospirò esasperata da quella domanda ripetitiva. -Si, Olli. Torna stasera. Lo sai meglio di tutti noi!

-Nadia, sii gentile con tuo fratello.- la richiamai io dolcemente. -Olli, tua sorella ha ragione. Tornerà stasera dal tour.

-Cos'è un tour?

-Il tour è un periodo in cui dei musicisti, come tuo padre, viaggiano per suonare in vari paesi.- dissi io svoltando l'angolo. Mi sembrava di tornare a quattro anni prima, quando Nadia mi chiedeva cosa fosse un concerto poco prima di andare a conoscere i Black Veil Brides di persona.

-Capito.- disse lui allegramente.

 

Quando arrivò la sera, Oliver cominciò ad analizzare ogni singolo testo delle canzoni del padre insieme a Nadia che gli spiegava che “The Mortician's Daughter” era una canzone d'amore e non triste. “Anche se veramente un tocco di malinconia ce l'ha” pensai io divertita ascoltandoli dall'angolo opposto della cucina, mentre preparavo la cena per tutti, compresa la band che stava per venire a farci visita dopo quella trentina di giorni che ci erano parsi un'eternità.

Mentre scolavo la pasta, qualcuno girò la chiave nella toppa del portone d'entrata ed io mi affrettai ad andare in contro a chi stava per entrare. Passai davanti una serie di foto appese al muro. Alcune ci ritraevano tutti insieme al concerto che avevano dato alle nostre nozze, poi c'era quella in cui Andy mi aveva dato per la prima volta il biglietto col suo indirizzo, e infine alcune in cui Nadia ci disegnava i visi e poi ci riunivamo tutti insieme per fotografarli.

Neanche il tempo di arrivare davanti la porta che mi trovai subito la faccia di Andy sorridente davanti. Non resistetti, gli gettai le braccia al collo e lo baciai, eliminando la distanza che c'era stata tra noi. Lui mi strinse forte, e quando ci staccammo io passai a salutare gli altri ragazzi abbracciandoli, mentre i bambini correvano ad abbracciare il padre quasi urlando dalla felicità. Oliver corse verso il padre, che lo prese al volo e lo sollevò abbracciandolo a sua volta.

-Olli! Come sei cresciuto!

-Papà, papà! Ho imparato Knives and Pens!- esclamò pieno di gioia. Poi vedendo che dietro di lui c'erano gli altri ragazzi si intimidì, e incassò il viso tra i vestiti di Andy.

-Hai ancora paura di loro?- si girò lui. -Dai, non fanno nulla! Saluta lo zio Jake.- Oliver staccò di poco il viso gettando un'occhiata al chitarrista che gli sorrideva divertito.

-C...Ciao..- mormorò, per poi tornare a nascondersi.

Quando Andy lo rimise a terra lui si nascose dietro le sua gambe, suscitando in tutti una tenerezza unica.

Nel frattempo Nadia era corsa ad abbracciare il suo bassista preferito.

-Zio Ash!- gli saltò addosso spiccando un salto, e lui la prese in braccia quasi tornando al periodo in cui lei aveva quattro anni stentati.

-Ehi, piccola pulce! Ti sono mancato?

-Certo, zio Ash! E ti ricordo che devi ancora insegnarmi il basso! Possibile che te lo scordi sempre?- rise lei, mentre lui la rimetteva per terra.

-E a noi non ci saluti?- chiesero in coro CC, Jake e Jinxx.

-Certo!- esclamò lei andandogli in contro.

-E non saluti il tuo vecchio?- chiese ridendo Andy, che ora mi cingeva un fianco.

Dopo un po' Nadia si girò e corse ad abbracciare anche il padre che la prese in braccio allo stesso modo in cui aveva fatto il bassista.

-Ehi, che profumino. Sam, che hai cucinato?- chiese CC curiosando in cucina.

-Ora vedi, ora vedi.- dissi io riportandolo in sala da pranzo. -Stasera si mangia alla grande!

 

Era bellissimo. Sembravamo una famiglia. Tutti insieme, seduti al tavolo, a mangiare, scherzare e ad ascoltare i racconti di viaggio dei ragazzi, a quella tavola si era per davvero diffusa un'aria familiare. Mi sentivo completa con loro, non c'era ombra di alcuna preoccupazione, dubbio o brutto ricordo. Eravamo... si, eravamo felici.

  
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