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Autore: Jessica Fletcher    21/12/2012    1 recensioni
Uno studente cade giù dal tetto della scuola: semplice suicido o c'è dell'altro? Mentre la scientifica indaga Nick e Anna scoprono qualcosa che condizionerà la loro vita futura.
Sostanzialmente è il seguito di "La cura", ma si può leggere anche da solo.
Attenzione: si fa riferimento ad uno stupro, non scende in par
ticolari scabrosi, però c'è. Mi sembra doveroso avvertirvi
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Catherine Willows, Jim Brass, Nick Stokes
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Una ragazza per Nick'
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nessun uomo è un'isola

Nessun uomo è un'isola


capitolo 1


L'ultima cosa che Monty Romano vide, quella mattina, furono le montagne innevate, all'orizzonte. Le salutò, come aveva già fatto col cielo azzurro e con i grattacieli; rivolse un ultimo pensiero a sua madre che, quella stessa mattina, gli aveva raccomandato di "stare attento" e di  "non fare tardi"; si fece  il  segno della croce e si lanciò giù dal tetto della scuola.

Per l'ennesima volta Anna Alexander, insegnante di  letteratura inglese alla Las Vegas High school, aveva tentato di  portare a buon termine la spiegazione e la parafrasi della famosa poesia di John Dunne "Nessun uomo è un'isola"; ma, vuoi perché lei non si sentiva affatto in forma, vuoi perché gli alunni sembravano più irrequieti e nervosi del solito, anche questo tentativo sembrava destinato all'insuccesso. Anna sospirò, si voltò a guardare fuori dalla finestra e.....vide qualcosa cadere giù, seguito da un tonfo clamoroso. Corse alla finestra, guardò giù e...."Dio mio!" esclamò facendo alcuni passi indietro e coprendosi gli occhi e la bocca con le mani. D'improvviso tutti i ragazzi corsero alla finestra, guardarono da basso, le ragazze cominciarono a gridare e i ragazzi cominciarono ad imprecare.
Steso, sfracellato al suolo, c'era il corpo di un uomo, anzi di un ragazzo.
Nella confusione generale qualcuno riuscì ad avvertire la Preside, mentre qualcun altro chiamò il 911.

Non appena la notizia che era successo qualcosa alla Las Vegas High School e che bisognava accorrere fece il giro della Centrale di Polizia, Nick Stokes si allarmò immediatamente. Pensò subito ad Anna, la sua compagna, il grande amore della sua vita, che insegnava proprio in quella scuola (Signore, fa' che non le sia successo niente);  
"Vado io, Catherine" disse alla collega e supervisore;
"Non da solo" fu la risposta "vengo con te, sono anch'io in pensiero"; Anna e Catherine Willows erano care amiche da tempo.

Il corpo del ragazzo giaceva al suolo, Anna era lì di fianco, pallidissima e con gli occhi gonfi e arrossati, non appena vide Nick gli corse incontro piangendo.
 "Lo conoscevi?" chiese lui
 "Sì"  fu la risposta. "Montgomery Romano, quarto anno, uno dei miei migliori alunni" uno dei pochi che la seguivano, avrebbe voluto dire, ma preferì tacere questo particolare;
 "Conosci i suoi genitori?" chiese ancora Nick ;
 "Ha solo la madre, Margareth, non ha fratelli.  La madre è un avvocato piuttosto bravo. Montgomery, Monty, è un ragazzo tranquillo, pacifico, molto studioso, nessuna bega, nessuna lite, nessun casino, niente di niente. Mai avrei potuto immaginare......immaginare questo", Anna indicò il corpo maciullato al suolo.
 "Vi dobbiamo interrogare" intervenne Catherine "C'è un posto tranquillo, dove possiamo andare?";
 "C'è la sala professori" rispose Anna; "Non credo che la preside farà problemi, non in questo caso" Anna diede un'ultima occhiata al cadavere mentre David, il medico legale, incominciava a fare i primi accertamenti.

Erano in corso  gli interrogatori già da un po', Anna aveva aspettato a lungo il suo turno, dapprima sostando in piedi nel corridoio, poi era stata ammessa nella stanzetta dove Jim Brass, Catherine e  Nick  menavano le danze interrogando un po' tutti:   alunni, docenti, personale tecnico. Ad un certo punto Anna sentì mancarle l'aria, respirò a fondo ma sentì una sensazione come di compressione fra la pancia e lo stomaco. Fece appena in tempo a dire "Scusate, non mi sento tanto bene, dovrei andare in bagno" che una forte nausea la invase. Si diresse verso la porta e fu lasciata uscire. Mentre Brass diceva un qualcosa come "Non lasci l'edificio e torni subito!" e poi, più piano, "non possiamo lasciarla andare da sola", Nick se ne venne fuori con  un "Ci penso io" e fece per seguirla in corridoio, ma  già  Anna non si vedeva più.

Inginocchiata davanti al water, nel gabinetto dei professori, Anna Alexander stava vomitando anche l'anima senza riuscire a fermarsi, anzi i conati diventavano sempre più forti mescolandosi ai suoi singhiozzi, togliendole il fiato, distruggendole le gola. All'improvviso sentì una mano posarsi lieve sulla sua fronte e qualcuno cingerle le spalle "Ssshh, tranquilla, ci sono io. Tranquilla, ssshh!". Nick l'aveva raggiunta, era riuscito a trovarla ed ora era lì, in ginocchio di fianco a lei, a consolarla, ad aiutarla.  Anna ebbe appena il tempo di dire "Nicky, che cosa è successo? che cosa diavolo è successo?" che i conati di vomito ripresero ancora più forti e lei pensò di stare per morire. Lui  continuava a tenerle una mano sulla fronte mentre con l'altra mano le massaggiava la schiena e questo, dopo un po', servì a calmarla. Anna cessò di vomitare, anche perché non avrebbe avuto più niente da buttare fuori e si accasciò su se stessa, spossata e senza più forze. Nick la prese fra le braccia, se la strinse al petto e appoggiò le labbra sul capo di lei "Va tutto bene" le sussurrava "va tutto bene"
"No che non va bene!" fu la risposta, "Non va bene affatto! Io l'ho visto, Nicky, l'ho visto cadere giù! L'ho visto sfracellato al suolo! E non era una persona qualsiasi. Io lo conoscevo, lo apprezzavo! Conosco sua madre, so i sacrifici che ha fatto per tirarlo su da sola, so che per lei Monty era il mondo intero. Ed ora è morto!  e ora non c'è più e......" un singhiozzo interruppe le parole di Anna ed ella cominciò a piangere, piangere intensamente, il corpo squassato dai singhiozzi, le lacrime che scendevano copiose sul suo viso. Nick la teneva stretta, cullandola; provava una grande pena a vederla così disperata e avrebbe dato la vita per poterle alleviare almeno un pochino il dolore.  Lasciò che le lacrime si esaurissero, poi la  aiutò ad alzarsi, la portò davanti al lavabo, la aiutò a sciacquarsi il viso, la bocca, le accarezzò la guancia e le chiese "Va un po' meglio?"
"Sì" fu la poco convinta risposta.
"Te la senti di continuare?"
"Ci provo; però, una volta finito, ti prego, portami a casa"
"Va bene"

L'interrogatorio non durò troppo, si vedeva che Anna non stava bene, e più di una volta, mentre parlava, si era fermata per deglutire, quando la nausea tornava, di tanto in tanto, a fare capolino.
"Basta così, Anna" disse Catherine ad un certo punto notando il viso pallido e gli occhi gonfi dell'amica, e poi, rivolta a Nick "Portala a casa e prenditi cura di lei; ci rivediamo domani in centrale".
Mentre Nick e Anna uscivano, Jim si rivolse a Catherine "Ma è lei?" le chiese "E' la ragazza di Nick?"; la Willows annuì; "Mmmhh, mica male, ha del buon gusto il texano!" e Brass ridacchiò appena.

Non appena entrata in casa, Anna  si lasciò cadere sul divano, posò le braccia sulle ginocchia e affondò il viso fra le mani,  il suo uomo le si sedette accanto, si appoggiò contro lo schienale e fece come per portarsela in grembo; ma il movimento troppo improvviso le causò un capogiro mentre le budella cominciavano a torcersi di nuovo.
"Fermo Nicky, fermo! Devo andare di nuovo in bagno". 
Anche questa volta lui la seguì e anche questa volta le mise una mano sulla fronte e le accarezzò la schiena, poi, passato il malessere, le disse, piano, "Ti porto al Pronto Soccorso. Non puoi andare avanti così"
Ella non replicò, non aveva nemmeno la forza di dire qualcosa. Si lasciò prendere, portare verso la macchina, condurre al Pronto Soccorso senza dire parola.

Li fecero aspettare parecchio, poi arrivò un infermiere, le fece un prelievo, le diede qualcosa contro la nausea e fece accomodare entrambi in una stanzetta spoglia ad aspettare l'esito delle analisi.
Dopo quella che a loro parve un'eternità arrivò un giovane medico "La signora Alexander?" chiese
 "Sono io" fu la risposta
"E lui chi è?"
"E' il mio compagno"
"Allora state insieme, suppongo"
(Ma che? è scemo questo?) pensò Nick, già pronto a chiarire le cose a modo suo;
"Beh, sì" rispose, invece Anna
"E da quanto tempo?" proseguì il medico;
"E, scusi, a lei cosa cavolo gliene frega?" sbottò Nick , alquanto esasperato;
"Me ne frega eccome! Perché dalle analisi del sangue risulta che la signora è incinta, di qualche settimana presumo. E mi sa tanto che lei è il padre"
Incinta? Il padre? il padre....la madre! Oddio, aspettiamo un bambino!!!
Anna lasciò uscire un piccolo strillo di sorpresa poi guardò Nick. Lui, gli occhi sbarrati, il respiro corto, sgranò tanto di occhi: "Sarò padre" riuscì appena a sussurrare, la voce rotta dell'emozione "Mio Dio! è una cosa stupenda!"
Si voltò verso Anna, lei aveva gli occhi pieni di lacrime ma un'espressione dolcissima, mentre si  portava la mano sul ventre,  ....."non ci posso credere!" fu tutto quello che ella  fu in grado di dire.

Ed eccomi qui di nuovo!!! Dopo le tre recensioni tre tutte positive  (grazie ragazze) e il desiderio espresso da Annamarielurd di leggere un seguito, ecco appunto il seguito di La Cura in una fanfic con ben due capitoli. Attenzione ragazze  (e ragazzi) perché è una storia molto "forte" soprattutto nel secondo capitolo, quindi non leggetela se siete particolarmente sensibili. Anche se chi segue le serie di CSI è abituato un po' a tutto, ormai.  Non so da quale strano anfratto della mia mente sia uscita una storia tanto violenta ma era un po' che mi frullava per la tesa. Ah, mi sono permessa di mettere Nick, Catherine e Jim Brass al turno di giorno perché mi tornava meglio; del resto anche nei telefilm capita che lavorino di giorno. La storia è comunque (come la precedente) ambientata nella decima/undicesima stagione.
Buona lettura e recensite, prego.



  
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