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Autore: Rowena    21/12/2012    8 recensioni
Tra gli urti della folla, Harry seguì il signor Weasley oltre i cancelli, nell'ingresso più piccolo, dove almeno venti ascensori si aprivano dietro elaborate griglie dorate. Harry e il signor Weasley si unirono alla folla attorno a uno di essi. Vicino a loro un grosso mago barbuto reggeva uno scatolone di cartone che emetteva rumori rasposi.
"Tutto bene, Arthur?" disse il mago facend un cenno al signor Weasley.
"Che cosa hai lì, Bob?" chiese il signor Weasley guardando la scatola.
"Non lo sappiamo bene," rispose il mago serio. "Credevamo che fosse un normalissimo pollo finché non ha cominciato a sputar fuoco. Sembrerebbe una grave violazione del Bando dell'Allevamento Sperimentale." (HP5, Cap 7, pag 131)
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Personaggi senza nome e affini'
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- Unicorni – borbottò Bob Scrancton uscendo dall’ufficio per l’ennesimo sopralluogo. – Dovevano essere Unicorni.
I suoi colleghi c’erano ormai abituati, poiché era la tiritera che il mago attaccava ogni volta che arrivava una segnalazione scomoda e toccava a lui occuparsi del problema.
Era un sentimento comune nell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche: quasi tutti erano stati invogliati, ai tempi di Hogwarts, a fare domanda per quel lavoro con racconti di Unicorni e altre specie dall’aspetto tenero e soprattutto dalle caratteristiche poco pericolose. Molti si erano aspettati di fare ricerca, di seguire Newt Scamandro nei suoi viaggi di magizoologo in giro per il mondo a cercare nuovi animali ancora sconosciuti.
Intendiamoci, nessuno aveva assicurato che quelle sarebbero state le mansioni dei neoassunti, ma i diciassettenni amavano viaggiare con la fantasia e nessuno si era scomodato a contraddirli. Servivano volti nuovi al Ministero, e se era necessario illuderli un po’ per convincerli ad impiegarsi lì… Nessuno si sarebbe scomposto.
Bob avrebbe solo voluto vedere un Unicorno, nei suoi venticinque anni di carriera. Era un mago corpulento, poco adatto alle missioni sul campo che richiedessero destrezza e agilità, e per questo spesso relegato in ufficio a svolgere compiti noiosi e amministrativi. E quando veniva incaricato per risolvere una segnalazione, Bob sapeva che significava una cosa sola: rogne. Ma siccome anche alla sua scrivania lo aspettavano pratiche su Gnomi molesti e Kneazle da vaccinare, preferiva passare qualche ora all’aperto, se non altro per distrarsi un po’ dalle solite noie.
Il caso in questione, quella mattina di agosto, sembrava inoltre una rogna di poco conto: un allevamento di polli dai colori abbastanza innaturali – la lettera che riportava la questione parlava di un esemplare rosa confetto e blaterava di chissà quali altre diavolerie fossero in corso nel capanno del vicino. Tinti, ma pur sempre polli, per cui niente di eccezionale.
Bob ricordava ancora con orrore i controlli di qualche mese prima a Hogwarts per tenere d’occhio le care bestioline, come le chiamava il guardiacaccia della scuola, ibridi mostruosi che sarebbero costati al responsabile diversi anni ad Azkaban, in altre circostanze. Ma la protezione di Silente e l’impiego nel Torneo di creature che richiedessero improvvisazione e coraggio da parte dei quattro campioni avevano assicurato la totale impunità a Rubeus Hagrid.
Il problema, pensò Bob prendendo l’ascensore, era che l’artefice ora non aveva idea, a suo dire, di dove fossero finiti i suoi animaletti da compagnia. Erano scappati, diceva, ma nessuno al Ministero aveva dubbi che l’enorme guardiano avesse casualmente lasciato aperte le gabbie sperando che quei mostri prendessero la via della Foresta Proibita. Con il Preside dalla parte di quell’irresponsabile non si era potuto fare nulla per accusarlo ufficialmente, ma conoscendo il tipo probabilmente sarebbero capitate molte altre occasioni per recuperare.
Non era quello il suo scopo, però, un incarico molto più semplice lo aspettava quel giorno: la parte peggiore di certo sarebbe stata rassicurare la persona che aveva mandato la segnalazione, dall’esperienza di Bob sicuramente una vecchia strega brontolona che non aveva niente di meglio da fare che spiare i vicini e annotare ogni loro passo sospetto per tentare di denunciarli. La Gran Bretagna magica purtroppo era piena di gente così e gli agenti del Ministero dovevano assicurarsi che i vari uffici non fossero inondate di messaggi allarmanti o ridicoli.
Quando il mago raggiunse il livello della fontana, trovò due Auror pronti ad attenderlo. Era pratica che gli addetti specializzati del Ministero fossero sempre accompagnati da un collega del primo piano, che garantisse per la sua sicurezza e facesse da supporto in situazioni di pericolo.
- Siete addirittura in coppia? – li canzonò salutando Bob. – È una missione semplice, polli colorati con la magia…
- Da quanto non esci dal tuo ufficio, Scrancton? – replicò uno dei due con lo stesso tono.
Edward Rosco era un mago un po’ scontroso sul lavoro, ma il suo addestramento con Malocchio Moody giustificava come trattasse con distacco e sospetto chiunque. Era l’uomo ideale per fare l’Auror, aveva un aspetto così normale e ordinario che lo rendeva adattissimo per le missioni sotto copertura o la protezione in borghese del Ministro, quando la si richiedeva.
Era il meno felice dei tre a dover controllare dei polli, ma non era abituato a discutere gli ordini. Non con un capufficio intransigente come Rufus Scrimgeour.
- Stanno avvenendo strani incidenti negli ultimi giorni, ieri uno del terzo piano è finito al San Mungo per una maledizione nascosta in un animale di pezza – spiegò Jonas Spencer, il suo collega sulla trentina. Era un ragazzo molto più affabile del suo collega e solitamente piaceva a tutti, soprattutto alle streghe, per il suo bel sorriso e i suoi occhi luminosi. – Da questo momento ogni missione deve includere una scorta, ordini di Scrimgeour.
- Non siete abbastanza per seguirci tutti, però – continuò Bob sorpreso da quella notizia.
- Occasione per far esercitare le reclute e gli ultimi entrati – Con gli eventi della finale del Torneo Tremaghi, c’era poco da stare allegri. Il Ministro si era premurato di passare la notizia che la morte di Cedric Diggory fosse stata solo un deplorevole incidente, ma Amos era un amico e un collega, e se lui non era convinto di quella versione c’era da chiedersi cosa fosse avvenuto. Che avesse ragione Harry Potter, malgrado l’inquietante ritratto che ne dipingeva la Gazzetta del Profeta da qualche settimana?
Era una domanda che non aveva senso porsi in quel momento, ad ogni modo: Bob avrebbe ispezionato l’allevamento di polli, verificato se l’accusante avesse qualche ragione a dubitare del vicino e stilato il suo rapporto. Non ci sarebbero stati incantesimi oscuri travestiti da orsetti di pezza, per lui.
Così, accompagnato dai due Auror, il mago prese il primo camino libero e in una manciata di Metropolvere comparve nel salotto della signora Hatchins, come previsto una strega di mezza età che si fregava nervosamente le mani.
- Beh, era ora che arrivasse, giovanotto! Qui la faccenda è gravissima, quanto credeva di farmi attendere ancora?
Bob per un attimo pensò che avrebbe potuto rispondere che in effetti era ridicolo impiegare le menti più brillanti del Ministero per capire quanto di vero ci fosse nel racconto di Harry Potter, quando c’era un allevamento di polli sospetto nel Derbyshire, ma bastò un’occhiata truce della donna per capire che il sarcasmo in quella casa non era ammesso né tollerato.
Patricia Hatchins era dura quanto le consonanti del suo nome: vedova e con i due figli che lavoravano all’estero, i vicini erano la sua unica distrazione dalle faccende domestiche e dalle frivole riviste femminili che si faceva inviare via gufo una volta al mese.
- Abbiamo fatto il prima possibile, signora Hatchins, ma le assicuro che abbiamo preso la sua segnalazione con tutta la serietà che meritava.
Ovvero pochissima, visto che hanno mandato me, ma questo il mago lo tenne per sé.
Bob si tolse il soprabito e si presentò, in attesa che i suoi compagni comparissero nella stanza alle sue spalle. – Questi sono gli Auror di sostegno.
- Due Auror? Allora dev’essere una cosa più grave di quanto pensassi! – esclamò sbalordita la donna spostando lo sguardo da uno dei due arrivati all’altro con aria sempre più spaventata.
- Sono solo precauzioni aggiuntive, signora, non si allarmi – rispose educatamente Spencer, che dei due era decisamente il più socievole. – Stando alla segnalazione, dovremmo solo stare a guardare mentre il signor Scrancton attuerà qualche incantesimo Decolorante per riportare la situazione alla normalità.
Il tono gioviale e amichevole dell’Auror e, soprattutto, la facilità con cui esponeva la questione non raccolsero i consensi sperati.
La signora Hatchins, infatti, lo squadrò attentamente e fece una smorfia di disapprovazione: - Lei non mi piace, giovanotto. Spero che non tutti i nostri giovani maghi siano poco attenti come lei, o il futuro della Gran Bretagna è meramente segnato.
Spencer rimase interdetto senza sapere cosa dire, quando il suo partner, scuotendo il capo, si affrettò a rassicurare la donna prima che le cose si complicassero: dieci anni di esperienza in più del suo collega gli insegnavano che inimicarsi i civili era sempre una complicazione insopportabile.
- Perché non ci spiega meglio cosa ha notato di sospetto nell’allevamento del suo vicino, signora? – propose Bob cercando di mantenersi serio. Voleva rientrare per pranzo, alla mensa del Ministero quel giorno erano previste le braciole…
Era la domanda che Patricia aspettava da ore: - Quei polli sono strani, io non faccio che ripeterlo! Non è solo il colore, ma si sentono strani rumori… Io non ho mai sentito una gallina ruggire, non so lei.
Effettivamente un normale volatile da cortile doveva limitarsi a chiocciare senza troppe stranezze, convenne Bob, che tuttavia era ancora poco convinto. Dopo un cigno infuriato, ne aveva viste troppo per allarmarsi prima del tempo.
- Non ha mai visto altri animali, oltre ai due di cui parlava nella lettera?
La padrona di casa si avvicinò alla finestra indicando un capannone poco distante: - Oh, io non mi avvicino mai più di tanto. Quell’uomo è molto inquietante, temo per la mia sicurezza e non solo. Poco distante c’è un villaggio Babbano, se si accorgessero di qualche stranezza…
Quello era un dato da tenere presente, in effetti: c’erano già tanti problemi per far rispettare lo Statuto di Sicurezza, non servivano dei gallinacci arcobaleno a peggiorare le cose.
- D’accordo, facciamo il nostro sopralluogo e risolviamo il problema. Lei rimanga qui, signora, le assicuro che svolgeremo il nostro compito al meglio – concluse Bob lisciandosi i baffi neri.
Anche se i capelli avevano ormai cominciato a cadergli da tempo, la peluria sotto il suo naso e sul mento era rimasta scura e folta come quand’era ventenne e li curava con attenzione ogni mattina per assicurarsi che rimanessero tali ancora per lungo tempo.
Insieme a Spencer e Rosco, dunque, il mago uscì dall’abitazione e si diresse verso il capannone indicato dalla signora Hatchins.
- Hai visto? È rimasta alla finestra a controllarci – notò il più giovane dei due Auror ancora spiazzato per come era stato messo a tacere qualche minuto prima.
La strega in effetti faceva capolino dalle tendine all’uncinetto con un’aria arcigna, come se non si fidasse dei tre uomini.
Rosco scosse il capo: - E questa non è niente, una volta una vecchia pazza ci offrì un tè e poi ci disse che l’aveva avvelenato e che era molto delusa dalla nostra mancanza di attenzione. Sembrava la versione con i bigodini e la vestaglia rosa di Malocchio, e vi assicuro che non era un bello spettacolo… Si rifiutò di darci l’antidoto finché non minacciammo di portarla ad Azkaban, quella vecchia megera!
Bob non disse nulla, ridacchiando sotto i baffi qualche passo più avanti.
Della contea del Derbyshire, la valle di Edale era uno dei posti più deliziosi, un verde scampolo di campi e boschetti tra le colline inglesi. Uno splendido luogo per una gita a spezzare la mattinata, si disse: nonostante le ansie della segnalatrice, era abbastanza sicuro che sarebbe riuscito a godersi quelle due ore di libertà dall’ufficio… E magari avrebbe convinto anche quell’intransigente di Rosco a fare una sosta al pub più vicino, per gustare una buona birra Babbana.
Quando arrivarono al fabbricato, un vecchio fienile dall’aspetto malridotto vicino a una casetta che a sua volta aveva bisogno di riparazioni, Bob decise di non allarmare il proprietario e andò a bussare alla porta.
- Signor… Ketteridge? – domandò ricontrollando il nome sulla segnalazione ricevuta. – È in casa? Siamo del Ministero, dobbiamo fare un controllo sui suoi animali da cortile.
Neanche un rumore dall’interno. Il proprietario poteva essere semplicemente assente… Ma poteva anche aver approfittato della porta chiusa per Smaterializzarsi chissà dove.
- Ehi, Scrancton, ecco il famigerato pollo rosa – lo richiamò Rosco notando il pennuto che razzolava poco distante.
Le piume decisamente erano di un colore insolito, ma per il resto l’animale sembrava a posto… Un gioco da ragazzi. Bob si avvicinò e si preparò a prendere la bacchetta per risolvere il problema come aveva preventivato, quando l’uccello si erse il più possibile sulle zampe, spiegò le tozze ali e sotto gli occhi increduli dei tre maghi emise una vampata di fuoco degna di un drago di sei mesi.
L’uomo si ritrasse giusto in tempo per non venire bruciato, proteggendosi il volto con un movimento della mano.
- Cosa diavolo è quella cosa? – gridò Spencer con un tono leggermente isterico.
- Un pollo che ha mangiato pesante, ragazzo, non farti prendere dal panico – lo riprese il collega estraendo a sua volta la bacchetta, nel caso in cui la bestia avesse tirato fuori qualche altro tiro mancino. – Che ne dici, Bob, violazione del Bando di Scamandro?
- Quanto meno… Ma dobbiamo prenderlo, prima, e portarlo al Ministero per degli accertamenti. Dannazione, la vecchia sarà entusiasta di questa notizia.
L’atto a cui faceva riferimento Rosco era la legge che impediva la creazione di nuove specie di Creature Magiche, stesa dopo anni di discussioni e migliaia di strani ibridi più o meno pericolosi. Era vietato modificare le caratteristiche naturali di qualsiasi animale, che avesse poteri magici o meno, e decisamente non esistevano specie di galline dotate di ghiandole piroclastiche di cui si avesse memoria.
Come se avesse capito le parole del mago, il pollo soffiò gorgogliando minacciosamente come neanche il peggiore dei tacchini e si diede alla fuga.
- Dannazione, non lasciatelo scappare!
I tre uomini si lanciarono all’inseguimento, allargandosi quanto bastava per tagliare la strada al volatile nel caso avesse cambiato direzione.
Spencer, convinto di essersi avvicinato abbastanza, provò a lanciarsi in un placcaggio degno di un giocatore di rugby, ma dovette coprirsi il volto per non farsi bruciacchiare le sopracciglia dal pennuto, che parve quasi ridacchiare per il tentativo fallito.
- Spingiamolo verso il capannone, lì sarà più facile bloccarlo… – suggerì Bob già ansimante. Maledizione, lui era un uomo d’ufficio, che aveva fatto di male per correre dietro alle galline come un qualunque contadino? Si sentiva la fronte madida di sudore, ma non c’era tempo per tergerla con il fazzoletto.
La dannata bestiaccia fece due giri intorno al fienile, prima di lasciarsi accerchiare con la coda al muro. E anche a quel punto non rese le cose semplici ai maghi e riprese a soffiare fuoco dal becco con violenza per impedire che i tre si avvicinassero.
- Oh basta, adesso! – gridò Spencer agitando la bacchetta. Il pollo venne sollevato in aria e bloccato dal suo incantesimo non verbale.
Fiero di aver ripreso il controllo della situazione, l’Auror si voltò a guardare con un’espressione fiera i colleghi, che s’impegnarono a non ridere. Il giovane aveva il volto sporco di terra e quello che, purtroppo, sembrava cacca di gallina, ma era meglio non rovinare il suo momento di gloria.
- Ben fatto, Jonas – ammise Rosco dandogli una pacca sulla spalla. – Allora, come lo portiamo al Ministero?
Il pennuto poteva essere bloccato a mezz’aria, ma questo non significava che avesse deciso di arrendersi: sbatteva le ali freneticamente e continuava con i suoi attacchi di fiamma, il che era un vero problema perché ora era all’altezza dei volti dei suoi nemici e poteva fare ben più gravi che bruciacchiare l’orlo dei loro pantaloni.
- Là ci sono delle scatole – suggerì Bob piegandosi e appoggiando le mani sulle ginocchia. Era davvero sfinito, con la corsa e quella sorpresa poco piacevole.
Ma l’Auror scosse il capo, scettico: - Vuoi davvero mettere un affare che sputa fuoco in una scatola di cartone? E poi chi la porta fino a Londra?
- Un incantesimo Freddafiamma? – suggerì Spencer senza perdere il controllo del suo bizzarro prigioniero.
- Quello serve per creare delle fiammelle che non brucino…
- Ci sarà qualche incantesimo per impedire che i draghi friggano i loro custodi, no? – continuò il giovane Auror guardando in direzione di Bob, che stava riprendendo fiato.
- Io andrei per un Incarcerous – rispose lui muovendo la propria bacchetta, e due spesse funi strinsero il becco e le ali del pollo – ma, se preferite rimanere a discutere del metodo migliore per portarlo con noi, fate pure.
Spencer ridacchiò ma annuì e depositò il pennuto in una delle scatole che aveva indicato prima Bob. Un altro incantesimo per rafforzare il contenitore, e il pacco era pronto. Chissà che ne avrebbero detto quelli del Dipartimento…
Anche con il chiasso che avevano combinato, dalla casa non apparve nessuno. Se Ketteridge era mai stato lì, ormai poteva essere dall’altro capo del Paese.
- Ma secondo voi che ci può fare qualcuno con un pollo del genere?
Bob scosse il capo: ne aveva viste tante nella sua carriera e non era altrettanto - Alcuni Babbani amano vedere i combattimenti clandestini tra galli, sono capaci di scommettere cifre folli alle bische clandestine: forse questo pazzo voleva proporre un divertimento simile nel mondo dei maghi… Ovviamente con esemplari potenziati.
- Che barbarie… Ma se è così, probabilmente ce ne sono altri, o sbaglio?
No, la riflessione di Spencer era corretta e i tre maghi decisero di affacciarsi sull’interno del fienile. Come avevano temuto, il pavimento del capannone era coperto da piccole gabbie da cui provenivano sibili analoghi a quelli dell’esemplare che avevano catturato.
- Merlino benedetto, e ora che ne dobbiamo fare di tutte queste galline? – domandò l’Auror passandosi una mano sul viso. Solo allora si rese conto di essere sporco e si pulì con una manica.
- Dividiamoci: qualcuno è meglio che stia di guardia e impedisca che il colpevole torni a cancellare le prove. Uno di voi due, io nei momenti d’azione sono inutile – ammise Bob senza vergogna. – L’altro potrebbe per prima cosa andare a spiegare la situazione alla Hatchins, in modo che non commetta sciocchezze, e poi tornerà a Londra per emettere un mandato di cattura per Ketteridge. Io porterò la scatola in ufficio, così potremo cominciare subito a capire quanto siano gravi le violazioni del bando… E se è possibile far tornare alla normalità quella povera bestia.
- Povera bestia? – ripeté offeso Spencer. – Ci ha preso subito gusto, quel demonio!
Dalla scatola provenne un sibilo inquietante, il che fece supporre che il pollo fosse anche troppo intelligente per gli standard, e mise a tutti e tre i brividi.
Sebbene normalmente gli Auror non amassero prendere ordini dai loro colleghi burocrati, il piano di Bob era sensato e permetteva di sfruttare al meglio le rispettive risorse.
Il mago esperto di Creature Magiche prese la scatola tra le braccia e salutò Spencer, che si sarebbe occupato di piantonare la casa e il fienile.
Gli altri due risalirono la strada fino alla casa della signora Hatchins, in modo da poter usare di nuovo il camino per tornare a Londra.
- Scrancton, che di questa storia non si sappia nulla. In questo momento non possiamo permetterci che la stampa sbeffeggi due Auror e un ufficiale del Ministero per aver inseguito un pollo – borbottò Rosco, sempre più di cattivo umore.
- Non hai neanche bisogno di dirmelo – replicò l’altro scuotendo il capo.
Quella che sulla carta doveva essere una missione stupidissima si era rivelata una grossa gatta da pelare, che probabilmente avrebbe tenuto occupato Bob e il suo Dipartimento per mesi… E aveva anche rischiato di rimetterci barba e baffi! Anche se la Gazzetta, presa com’era da Harry Potter, non avrebbe saputo che farsene dell’accaduto, era meglio assicurarsi che il recupero fosse avvenuto con facilità e destrezza.
Suonarono alla porta e Rosco si preoccupò di impegnare la padrona di casa nelle dovute spiegazioni in modo che il collega potesse prendere la via per il Ministero senza dover mostrare la loro preda e dare così il via a chissà che altri incidenti.
- Dovevano essere Unicorni – borbottò prima sparire tra le fiamme verdi con la scatola di cartone che si agitava tra le sue braccia.




Angoletto dell'Autrice: Buonasera a tutti! Sono riuscita anch'io a finire la mia storia per la seconda parte della Missing Moment Quest. Ossia, abbiamo tutti pescato un numero e un corrispondente bigliettino su un missing moment della saga, di quelli insoliti e strani che in genere nessuno considera. È stata un'idea a coronazione di una meravigliosa giornata tra fanwriter in giro per Firenze a parlare di libri, film (LOOOOKI'D) e un sacco di altre belle cose e ci siamo lasciati con l'accordo di pubblicare tutti i missing moments contemporaneamente. Detesto farmi aspettare, ma come al solito l'ispirazione è venuta all'ultimissimo momento. =.=
Che dire, spero che vi sia piaciuta, è una storia un po' strana però io mi sono divertita... Anche se come al solito sono riuscita a prendere la storia alla larghissima! XD
Come citazioni... Boh, ecco, se qualcuno sapesse spiegarmi perché nella mia mente c'è un'associazione di idee Scrancton-Scrabble-Simpsons, sarebbe molto gentile. Sono tre giorni che mi scervello ma proprio non mi ricordo perché ce l'ho in mente.
Qui di seguito i link alle altre storie scritte per l'occasione, fateci una capatina perché di certo visti i partecipanti meritano tutti:

Kreacher è a Hogwarts. E Kreacher non vuole. Ma Pix sì! di Charme.
Lealtà in dubbio di Iurin.
How to train your nephew di Ferao.
Il Gramo e i suoi colleghi di dierrevi.
Una mano lava l'altra di ladyhawke.
Il momento della verità di Laelia.
Un'occasione da non perdere di Elos.

Grazie per essere passati e alla prossima! :)
Rowi

   
 
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