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Autore: Belieberinfinity_    22/12/2012    0 recensioni
A tante cose rinuncio', eppure continuava ad essere vittima di etichettature che non le si addicevano, cos' altro poteva fare? Era pronta a tutto, tranne a rinunciare ad ascoltare il suo idolo.
Sapeva che c'era qualcuno a guardarla da un bel po', ma non aveva voglia di alzare gli occhi, era super intimorita, non voleva incontrare lo sguardo divertito di qualcuno che godeva nel vederla ridotta in quello stato, non sarebbe stato d'aiuto.
**La ff avra' pochi capitoli.**
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Writer's corner.
Heyeeeeeeeeee beautiful ladieeeeeeeees. 
Gia', sono ancora io. hgkdf Ho scritto questa ff di getto,  e vi confesso che mi piace un casino com'e' venuta, ed e' la prima volta, quindi, trattemela bene. çwç Inizio col dirvi che avra' pochi capitoli,  e che aggiornero' in date precise,  perche' e' gia' tutto scritto. Non vi fermate al primo capitolo,  vi prego. çwç Mh, ho gia' detto troppo, me ne vado.
PS; inondatemi di recensioni, anche se sono negative, non importa.
Buona lettura. <3
Ale'.
@aleeessia_JJJJJ on twittah. :3

 
1.
Camminava pensieroso per le strade del Canada, a Stratford, la sua citta' natale. Si era fermato li' per alcune tappe nelle vicinanze e ci sarebbe rimasto per le vacanze di Natale, come ogni anno. Non c'era nessuno quella sera, fortunatamente; era solo, aveva chiesto a Kenny e Moshe di farlo uscire da solo, non aveva voglia di stare con qualcuno, per una volta voleva restare in compagnia solo della sua mente, senza fan urlanti, giornalisti che facevano domande scontate o inappropriate e paparazzi che rompevano i coglioni con quel maledetto flash. Erano le quattro di mattino e faceva abbastanza freddo, cosa che non gli preouccapava affatto: era abituato alle basse temperature del Canada, e poi quelle non erano niente a confronto delle forti nevicate che facevano a Gennaio. A dirla tutta amava quel forte vento che gli tagliava la pelle,.gli ricordavano tanto le giornate passate con Ryan, Chaz e Christian, i suoi migliori amici. Gia', Butler, Sommers e Beadles, era da un po' che non li sentiva e si chiedeva cosa stessero combinado quelle tre teste di rapa. 


Senti' qualcunno singhiozzare e tirare su col naso; si guardava intorno cercando di percorrere le orme che il suono lasciva in aria, soffermandosi poi ad una sagoma accovacciata ai piedi di una panchina di marmo. Gli sembrava strano che non ci fosse nessuno, Stratford e' una piccola cittadina, e' vero, ma di notte non era cosi' morta, almeno per quanto se la ricordava.
Rimase impotente avanti a quella debole figura: non sapeva se andarle vicino e farle ritornare il sorriso o fare finta di niente e continuare a camminare, senza disturbare il legame che si era formato tra lui e la sua mente. Indeciso sul da farsi, rimase bloccato a guardarla, come se potesse dargli la risposta ai tormenti.


Continuava a versare lacrime amare, era convinta di aver sbagliato, di essere lei l'errore, ma tutti sentendo la storia si srebbero convinti del contrario. Non ne poteva piu', aveva gli occhi come due palle rosse del biliardo e la testa piu' confusa e contorta di un cubo di rubik. Voleva solo spaccare il mondo, schiaffeggiarsi fino alla morte, far uscire tutta la collerra e l'ira repressa dentro il suo corpo. Cosa poteva farci se non era abbastanza? Se preferiva il football al cheerleader, il celeste al rosa e un paio di supra a delle Chanel? Non era colpa sua se era bruna e non bionda, se spendeva i suoi soldi in CD musicali della sua fonte di ispirazione, piercing e non in trucchi e abiti? Era la mentalita' della gente ad essere sbagliata perche' lei era piu' che giusta; eppure la sua politica era totalmente diversa, si sentiva in colpa per quello che era, per chi era. Non aveva motivo per essere presa in giro, nessuno ce l'ha. Era una ragazza perfetta, nella giusta taglia e con la giusta mentalita', eppure le voci che giravano erano cosi' diffuse da farle credere il contrario.
Dimagri' 5 kg in una settimana, non toccava cibo, almenoche' non fosse insalata senza nemmeno un filo d'olio, odiava mangiare, non voleva farlo, voleva smettere; lascio' il suo ragazzo, il suo primo amore, quello vero, solo perche' la convinsero che fosse una puttana. A tante cose rinuncio', eppure continuava ad essere vittima di etichettature che non le si addicevano, cos' altro poteva fare? Era pronta a tutto, tranne a rinunciare ad ascoltare il suo idolo. Era l'unico che le dava forza, l'unico che riusciva a farla sorridere, l'unico che la colmava di apprezzamenti, di attenzioni, di emozioni. Non sarebbe riuscita ad andare avanti senza la sua voce, perche' ci si rifugiava, ci trovava speranza e tanta, troppa felicita'.


Sapeva che c'era qualcuno a guardarla da un bel po', ma non aveva voglia di alzare gli occhi, era super intimorita, non voleva incontrare lo sguardo divertito di qualcuno che godeva nel vederla ridotta in quello stato, non sarebbe stato d'aiuto.
Continuava a guardarla atterrato, non voleva intromettersi, e se si sarebbe trovato nel bel mezzo di un casino? No, non lo voleva; eppure i suoi piedi iniziarono a muoversi nella direzione tanto dubitata.
 
  
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