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Autore: Ema Penniman    23/12/2012    1 recensioni
Dalla storia:
“Dove stai andando di bello?” chiese Nick indicando lo zaino del ragazzo.
Il sorriso di Jeff si spense immediatamente e distolse lo sguardo abbassandolo “In realtà da nessuna parte- fece un sospiro –due giorni fa mi hanno sfrattato dall'appartamento in cui vivevo, e qui- indicò lo zaino sulle sue spalle –ci sono tutte le cose che sono riuscito a portarmi appresso” era parecchio imbarazzato mentre parlava e continuava a torturarsi le dita e a tenere lo sguardo basso.
“Ma- non hai nessuno che può ospitarti per qualche giorno?” chiese allibito Nick. Il biondo scosse la testa in segno di diniego.
Nick non pensò nemmeno a quello che stava per fare, aprì la bocca e diede voce ai suoi pensieri “Puoi venire a stare da me”
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval | Coppie: Nick/Jeff
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2

Happy Birthday

 
 
 
 
Nel suo ufficio, durante tutta la mattinata, Nick non riuscì a portare a termine nemmeno una pratica. La sua mente era impegnata a visualizzare Jeff che dormiva rannicchiato su se stesso o il suo sguardo.

I suoi occhi emanavano una dolcezza disarmante.

Nick era sempre stato bravo a capire le persone soltanto guardandole. Fin da piccolo non era mai stato un bambino molto socievole, e così si limitava ad osservare gli altri.

Aveva capito che Jeff, sotto tutta quella gentilezza, nascondeva un segreto terrificante. Lo aveva appurato quando, la sera precedente, aveva chiesto al biondo se voleva la porta chiusa. Aveva visto il terrore comparire nei suoi occhi.

A distoglierlo da quelle paranoie ci pensò il suo cellulare che iniziò a squillare. Non fece nemmeno in tempo a rispondere che una voce dall’altro capo della linea gli perforò il timpano

“AUGURI DUVAL”

“Thad- sospirò Nick –perché continui a ricordarmelo ogni anno?” l’altro rise di gusto “Perché venticinque anni si compiono una volta sola” continuò il ragazzo su di giri.

“Si, Thad. Me lo ricordi tutti gli anni, e grazie al cielo che li compio una volta sola” rispose Nick leggermente infastidito.

“Comunque Duval, non ti ho chiamato solo per farti gli auguri, ma per dirti che stasera sei impegnato”

“Cosa?” chiese Nick stranito

“Io e te andiamo fuori e ci spariamo un paio di birre” spiegò Harwood.

“E Smythe? Che fine ha fatto?”

“Sai com’è! Si sente in trappola, lui è Sebastian Smythe, senza di lui i bar gay di San Francisco sono finiti e bla bla bla. Verso le sette sarà di nuovo qui con un mazzo di fiori dicendo che mi ama. Pff. Sebastian Smythe un corno. Comunque a che ora ti passo a prendere?”

“Thad, questa sera non posso proprio”

“No! Non m’interessano tutte le pippe mentali che ti sei fatto. Ti vengo a prendere alle sei e vestiti bene che ho i biglietti per un posto molto speciale” Nick non ebbe nemmeno modo di controbattere che Thad gli aveva già staccato il telefono in faccia.

Sospirò e posò il cellulare.

Quando finalmente uscì dall’ufficio non riusciva a smettere di sorridere. Stava per rivedere Jeff.

Aperta la porta d’ingresso rimase sorpreso dell’aria fresca e profumata che emanava l’appartamento “Jeff?” chiamò ad alta voce.

Il biondo sbucò fuori dalla cucina con indosso un grembiule rosa con i fiorellini Ma è mio?! Si chiese Nick stranito.

“Hey, bentornato- lo salutò il più alto –mi sono svegliato e non sapevo cosa fare, quindi ho deciso di sistemare un po’, spero non ti dispiaccia”

Nick sorrise “Ah, e ho portato Luna a fare una passeggiata- continuò Jeff -Dovresti farlo più spesso. Era così felice quando le ho messo il guinzaglio” il ragazzo era diverso. Sembrava un’altra persona.

La sera precedente era terrorizzato da qualsiasi cosa, ed ora… negli occhi gli brillava un altro tipo di luce, totalmente differente da quello precedente. Sembrava felice.

“Che fai?” chiese Nick seguendolo in cucina. Jeff gli sorrise genuinamente “Cucino. Ho trovato un sacco di ingredienti ed ho pensato che potesse farti piacere mangiare appena tornato” disse arrossendo leggermente.

“Io… wow. Non avevo mai usato la cucina, se non per scaldare l’acqua”

Jeff rise “Lo vedo, è praticamente lucente”

“Grazie-disse Nick -ma non c’era bisogno che tu facessi nulla” ribadì Nick imbarazzato. Si appoggiò alla cucina dove Jeff armeggiava con pentole e padelle.

“No. Ho passato un po’ di tempo. Sai, senza andare per le strade a suonare ho notato che il tempo passa più lentamente” dichiarò con un sorriso sulle labbra.

Dopo mangiato si sedettero entrambi sul divano con un po’ di quotidiani aperti sulle pagine degli annunci “Bene- iniziò Nick –vediamo di cosa ha bisogno San Francisco” prese il primo giornale ed iniziò a leggere le varie offerte di lavoro “Consegnare pizze a domicilio?”

“Non ho né una moto né una macchina”

“Qui c’è qualcuno che cerca un becchino”

Jeff scosse la testa divertito “Ho paura dei cimiteri, non metto piedi in uno da anni”

“Vediamo che c’è di altro, taglialegna saltuario”

“Non posso fare il taglialegna!”

“E perché mai?”

“Beh, primo dovrei avere la barba e un cappello davvero orrendo, secondo sono troppo esile per fare il taglialegna. Mi servirebbero muscoli che nemmeno ho” disse sollevando il braccio e alzandosi la manica. Aveva un braccio esile e delicato.

“Concordo con te. Qui c’è scritto ‘restauratore di nani da giardino’ ”

“Prendi in giro? A San Francisco chi è che ha un nano da giardino?!”

Nick rise “Bene, vediamo cos’altro c’è… no. Questo non lo leggo nemmeno”

Jeff si sporse incuriosito e si mise a ridere di gusto “Oddio. Il gestore di un sito porno no. Ti prego, ma non ne sarei mai capace. Credo che morirei dalle risate”

Entrambi iniziarono a ridere come pazzi “Okay, basta. Facciamo i seri- disse Nick trattenendosi dallo scoppiare di nuovo a ridere –insegna vivente? Ma sono seri? Chi mai potrebbe fare lavori del genere?”

“Posso vederne alcuni io? Sicuramente sono più fortunato di te” affermò il biondo prendendo il giornale. “Okay, come non detto. Solo dei pazzi farebbero queste cose. Eiaculatore di tori, prete? Non posso farmi prete, sono gay. Addetto alle pulizie di locali per adulti?! Ma sono pazzi- disse chiudendo il giornale –non troverò mai un lavoro e mi ritroverò a dormire sotto i ponti”

“Che follia, rimarrai qui finchè non troverai un lavoro e potrai permetterti un appartamento- ripetè Nick per l’ennesima volta –e poi ho trovato una cosa che fa per te, guarda” e avvicinò il giornale al biondo.

Jeff si sporse per leggere “Wow… ho fatto il gelataio per un paio d’anni nel negozio sotto casa mia quando ero piccolo. Grazie Nick” disse soffocando il moro con un abbraccio. Nick rimase in un primo momento immobile, per poi sciogliersi e stringere Jeff a sua volta “Beh, ho fatto quello che ritenevo giusto” sorrise.

Si staccarono e rimasero entrambi in silenzio molto vicini, fin troppo vicini “Sai- iniziò Jeff guardando Nick negli occhi –non capisco perché tu stia facendo tutto questo per un estraneo”

“Te l’ho già detto- continuò l’altro ragazzo –tu non sei più un estraneo, possiamo considerarci amici, no?” chiese non interrompendo il contatto visivo.

“Si, siamo amici” disse il biondo che distrattamente fece cadere lo sguardo sulle labbra di Nick.

Iniziarono entrambi ad avvicinarsi lentamente, quasi avessero paura di rovinare quel momento meraviglioso.

Tra le loro labbra ormai c’era solo qualche centimetro a dividerle…

TOC TOC.

Si congelarono entrambi sul posto e rimasero immobili per un tempo indefinito finchè il rumore non si ripetè. Allora Nick si allontanò di scatto imbarazzatissimo ed
andò ad aprire la porta.

Jeff nel frattempo rimase sul divano cercando di respirare regolarmente e far diminuire i suoi battiti cardiaci.

Il moro aprì la porta parecchio scocciato pronto a fare una cazziata a chiunque avesse interrotto quel meraviglioso momento con Jeff ma venne travolto da due braccia che si avvinghiarono attorno al collo

“AUGURI” Thad gli aveva perforato il timpano per la seconda volta quel giorno.

Nick spalancò gli occhi vedendo l’amico. Questo non si curò minimamente di lui ed entrò in casa “Spero tu abbia una buona ragione così puoi spiegarmi perché sei ancora vestito come un pinguino” disse rivolto all’abbigliamento poco informale dell’amico. Non si era ancora cambiato dal lavoro.

Thad non si curò nemmeno di ascoltare cosa aveva da dire Nick che si catapultò in cucina seguito dal moro, passando per il soggiorno e quindi anche davanti a Jeff, che era immobile come una statua, senza però accorgersi della sua presenza.

Nick incrociò lo sguardo del biondo e si strinse nelle spalle non sapendo cosa dire.

“Ma non hai nemmeno una birra, che palle” si lamentò Thad aprendo il frigorifero e trovandolo totalmente ed inesorabilmente vuoto.

“Thad, puoi venire qui” lo chiamò il moro dal soggiorno “No- iniziò l’ispanico –non m’interessa. Questa sera usciamo, perché non esiste che rimanga solo per il tuo compleanno e poi…hey, tu chi sei?” finalmente Thad aveva fatto caso a Jeff.

“Si, Thad. Questo è Jeff- poi rivolto al biondo –Jeff, questo è Thad”

“Io tolgo il disturbo” disse timidamente il più alto facendo per alzarsi dal divano “No. Tranquillo. Non ce n’è affatto bisogno” lo bloccò Nick.

“Ehm… Duval posso parlarti un momento di là?- chiese Thad guardando la cucina. Nick annuì e l’ispanico sorrise a Jeff –scusaci solo un momento” e trascinò il suo amico nell’altra stanza.

“Perché non mi hai detto che eri in compagnia?” lo assalì Thad.

Nick roteò gli occhi “Se mi avessi dato il tempo l’avrei fatto”

“Oh- disse l’altro sentendosi un po’ in colpa –beh, non posso farci nulla. Comunque lui chi è?” chiese l’ispanico con sguardo eloquente

“È un amico. Lo sto ospitando per qualche giorno perché l’hanno buttato fuori di casa e non sa come fare” disse Nick.

Thad gli rivolse uno sguardo sbigottito “Wow… e tu inviti un tizio random a casa tua, così?”

“Perché mi fate tutti la stessa domanda?” chiese l’altro sbuffando sonoramente.

“Beh, perché forse è un po’ strano quello che hai fatto?”

“Ma io mi fido di Jeff. Non so il motivo, ma sento qualcosa di buono in lui, l’ho notato fin dal primo momento” disse Nick con aria sognante.

“Ti piace” affermò Thad sorridendo.

“Io… cosa. No. Ma che stai dicendo?” Nick iniziò leggermente a sclerare arrossendo imbarazzato.

“Ooooh, che carino. A Nick piace un ragazzo” Thad si mise a canticchiare saltellando in giro e fangirlizzando come una quindicenne

“Shhh- cercò di calmarlo Nick –ti ricordo che è lì dentro e può sentirti, e poi non è affatto vero che mi piace” Thad si fermò sempre sorridendo e lo guardò scettico “Ma
l’hai visto? È un bel ragazzo!” affermò convinto.

Nick sospirò “Non ho mai detto il contrario ma-”

“Niente ma. Perché per una fottuta volta che ti piace qualcuno devi sempre tirarti indietro? Vivi la tua vita, Nick”

Il moro scosse la testa “Non so nemmeno se io gli piaccio”

“Beh, puoi sempre scoprirlo, no? Perché non ci provi?”

Nick spalancò la bocca indignato “Certo che ti fa male vivere con Sebastian. Ti sei scordato che io non sono come Smythe? Io non ci provo con la gente, a limite aspetto che siano gli altri a provarci con me e poi io-” fu interrotto dalla testa del biondo che sbucava timidamente dalla porta “Scu-scusate se vi disturbo, ma c’è qualcuno che sta bussando insistentemente e se, testuali parole, qualcuno non viene ad aprire giura che la rinoplastica a Duval la farà gratis e senza anestesia”

“A volte non hai idea di quanto io detesti il tuo ragazzo, Thad” Nick si avviò verso l’ingresso sbuffando. Aprì la porta e si ritrovò davanti il ghigno malefico di Sebastian Smythe “Wow, Duval. Sei più felice di vedermi del solito! Che ti è successo? Ti sono mancato per caso?” Nick ignorò la battuta pungente del ragazzo e ruotando gli occhi al cielo tornò in soggiorno “Tanto lo so che sei segretamente innamorato di me, come chiunque altro d’altronde. Peccato che in questo momento io si leggermente impegnato” disse Smythe dando un’altra volta prova del suo egocentrismo smisurato con una frase dall’utilità davvero discutibile.

“Thad, ora che l’hai ritrovata, portati la tua mangusta a casa, così non sarò costretto a sentire tutte le boiate che riesce a sparare in un petosecondo” disse Nick spazientito dalla presenza di Smythe.

“Carissimo, carissimo Duval- iniziò Sebastian con tono calmo –non riesco proprio a capacitarmi di come tu possa fare a meno della mia straordinaria presenza il giorno del tuo compleanno?”

Nick sbuffò e fece per rispondergli a tono, ma una voce lo distrasse “Allora, oggi è il tuo compleanno?” Jeff aveva seguito in disparte tutta la scena cercando di capire ciò che poteva da quel discorso. Quando era arrivato il primo ragazzo, quello bassino dalla carnagione scura, per come lui e Nick si erano stretti in un abbraccio, aveva subito pensato fosse il suo ragazzo. Poi però si era presentato questo Sebastian Smythe che per essere bello era veramente bello, ma tutto il suo charm si disperdeva quando mostrava la sua un po’ troppo alta autostima.

Nick si girò verso Jeff e gli sorrise dolcemente annuendo. Il biondo spalancò gli occhi “Ma-ma io non lo sapevo, non me l’avevi detto” il viso di Nick si tinse leggermente di rosso “Io non amo molto festeggiare il mio compleanno, lo trovo stupido” ammise stringendosi nelle spalle.

“Oh, quindi non-” ma fu interrotto dal geniale intervento di Smythe “Caro Duval, non sapevo che fossi sessualmente attivo” Nick si girò di scatto verso Sebastian cercando di comprendere quali oscenità avesse programmato la sua mente diabolica. Ed infatti sul viso del più alto comparve uno dei suoi amatissimi ghigni malefici “So che me ne pentirò- continuò Sebastian –ma, Thad io e te ora andiamo” disse rivolto al suo ragazzo.

“Cosa? Dobbiamo portare Duval fuori di qui, potrebbe morire di noia in questa casa, oggi è l’unico giorno dell’anno in cui posso trascinarlo in un bar senza doverlo pregare più di tanto” si lamentò il moro. Smythe scosse la testa sempre con la sua espressione malvagia dipinta sul volto “Mio carissimo Thad. Non so se hai notato, ma Nick è in compagnia della versione più alta e grande di Justin Bieber- si fermò a riflettere -Questo non so se sia più un bene che un male, ma è sempre meglio che solo? No?” Thad gli sorrise prendendogli la mano e Sebastian ricambiò il sorriso.

Era strano vedere Smythe dolce e gentile. Okay, magari non proprio dolce e gentile, ma da quando stava con Thad si era ammorbidito all’inverosimile. Certo, ogni tanto qualche battuta con doppi sensi c’era ancora e riguardo alla sua gentilezza aveva ancora molto su cui lavorare, ma quantomeno era diventato sopportabile per Duval.
Nick e Jeff durante lo scambio di battute tra i due fidanzati erano rimasti in un silenzio attonito. Jeff da quando si era sentito menzionare aveva spalancato la bocca ed era rimasta aperta.

“Beh, noi andiamo- disse Sebastian sorridendo maleficamente –ci vediamo biondina e auguri ancora Dante” si frugò nella tasca e ne estrasse una bustina “Se ti dovesse servire” disse a Nick posandogliela in mano ed uscendo insieme a Thad.

Nick e Jeff rimasero di sasso. Immobili a fissare la porta di casa.

Il primo che riuscì a svegliarsi da quello stato di trans fu Duval che sospirò pesantemente “Credo che un giorno o l’altro finirò per ucciderlo ed occultare il cadavere in qualche bosco in Francia”

“Perché in Francia?”

“Perché ogni volta dice che quando morirà vuole che il suo corpo venga rispedito in Francia perché non vuole morire tra gli Yankees. Io penso che ha paura che qualcuno che conosce vada a regalargli dei fiori anche da deceduto” ridacchiò il ragazzo.

Entrambi tornarono a scherzare come se nulla fosse. Cenarono sul divano con un pasto cucinato da Jeff, che fece sfoggio di tutte le sue doti culinarie, non abbandonando mai il sorriso. Parlarono dei vecchi compleanni di Nick, quando stava ancora con i suoi genitori, e di come a volte nemmeno ricordavano quella data. Poi Jeff raccontò a sua volta del primo compleanno di suo fratello quando il biondo aveva appena dieci anni. Risero per tutta la sera, finchè Jeff non prese la chitarra.

“Hey, ti va di sentire qualcosa?”

Nick rimase allibito per qualche secondo. Jeff gli aveva rivolto uno sguardo carico di aspettativa, con un sorriso così bello che avrebbe fatto sciogliere il cuore anche al più cattivo dei supercattivi  “Certo” rispose felice che il biondo volesse condividere un momento così intimo con lui.

Jeff prese lo strumento e iniziò a suonare qualche accordo. Prima di iniziare a cantare gli rivolse un sguardo, fu un millisecondo, ma Duval notò che le sue guance si erano tinte leggermente di rosso.

Quando la sua voce si fece sentire, Nick si abbandonò totalmente a quella musica.


It's a little bit funny, this feeling inside
I'm not one of those, who can easily hide
I don't have much money, but boy if I did
I'd buy a big house where we both could live.

 

Era la voce più bella che avesse mai sentito


If I was a sculptor, but then again no,
Or a man who makes potions in a travelling show
I know it's not much, but it's the best I can do
My gift is my song and this one's for you.

 

Nick non riusciva a credere a quello che stava sentendo. Aveva un paio di opzioni; la prima era che Jeff fosse totalmente svalvolato


And you can tell everybody, this is your song
It may be quite simple but now that it's done,
I hope you don't mind, I hope you don't mind
That I put down in words
How wonderful life is while you're in the world.

 

Nella seconda il biondo si era preso una sbandata per Nick e glielo stava dicendo attraverso una canzone.


I sat on the roof and kicked off the moss
Well a few of the verses, well they've got me quite cross
But the sun's been quite kind while I wrote this song,
It's for people like you, that keep it turned on.

 

La terza, ovvero quella più plausibile, che Jeff avesse scelto la prima canzone che gli era venuta in mente e ora la stava suonando senza un significato ben preciso da attribuirle.


So excuse me forgetting, but these things I do
You see I've forgotten, if they're green or they're blue
Anyway, the thing is, what I really mean
Yours are the sweetest eyes I've ever seen.

 

A canzone finita Nick si accorse che stava ancora trattenendo il fiato per l’emozione. Aveva osservato ogni singola posizione che avevano assunto le mani di Jeff mentre suonava. Era stato… non esistevano parole per descriverlo. Sterling era il ragazzo più meraviglioso che avesse mai incontrato.

Jeff alzò lo sguardo verso l’altro. Era rosso in volto per l’imbarazzo. Gli sorrise come solo lui sapeva fare ed entrambi rimasero in silenzio. Non un fiato, non una parola. Semplicemente rimasero a cercare chissà cosa negli occhi l’uno dell’altro.

Nick si avvicinò lentamente al biondo quasi avesse paura che potesse dissolversi. Anche Jeff dal canto suo accostò un po’ di più a Duval, finchè il ginocchio di quest’ultimo non impattò contro la chitarra che era ancora sulle gambe di Jeff.

“Io- ehm… penso, penso si sia fatto un po’ tardi, no?” balbettò Jeff che, accortosi della situazione, spalancò gli occhi terrorizzato e si alzò di scatto. Nick si riscosse scuotendo la testa “Si-si… hai ragione. Devo svegliarmi piuttosto presto domani” disse anche lui alzandosi e tenendosi a debita distanza da Jeff.

“Bella, comunque” disse poi.

Sterling si girò verso di lui inarcando un sopracciglio con fare interrogativo “La canzone. Cioè, la tua voce, cioè-no tu. No, intendevo dire che canti bene” cercò di dire Nick tra un balbettio e l’altro.

“Ehm, grazie suppongo” rispose Jeff arrossendo.

Tra i due calò un silenzio davvero imbarazzante, nel quale il biondo metteva la chitarra nella custodia “Beh, io credo che andrò a dormire- disse Nick avviandosi verso la sua stanza –buonanotte” si chiuse la porta alle spalle sospirando pesantemente.

Idiota. Idiota. Idiota.

Iniziò a farsi mille pare mentali su come avesse preso Jeff tutta quella faccenda. Non voleva approfittarsi di lui in nessun modo. Quel ragazzo però gli faceva uno strano effetto. Sentiva che se ora fosse sparito dalla sua vita niente sarebbe tornato come prima.

Si stese sul letto e iniziò a contare da quante ore conoscesse Jeff.

26.

In ventisei ore non è possibile innamorarsi di una persona, o no?

Si voltò dalla parte opposta del materasso cercando di dormire, ma esattamente come la notte precedente non riuscì. Si addormentò verso le tre per poi svegliarsi alle sei a causa di un rumore improvviso.

Si alzò dal letto un po’ spaventato ed andò a controllare in soggiorno la causa di quel suono molesto. Trovò Jeff che ballava?!

Stava ballando. Era girato di spalle con le cuffie alle orecchie. Si muoveva con movimenti fluidi e sciolti, come se stesse nuotando. Nick rimase incantato a fissarlo, finchè questo non smise, sedendosi sulle ginocchia con una mano premuta sullo stomaco e cercando di respirare nel modo più regolare possibile.

Nick si fiondò nuovamente in camera sua sperando che il biondo non lo notasse. Si risistemò nel letto ed aspettò che la sveglia suonasse. A quel punto si alzò e si vestì. Passò per la porta di Jeff che era sempre aperta per metà e lo vide dormire nella stessa posizione del giorno prima. Chiuso a riccio in se stesso.

Scese nuovamente per prendergli delle brioches e le poggiò sul tavolo della cucina con sempre abbinato un post-it.

Sono di nuovo io xD
Non credo che ci incontreremo mai
prima che io vada a lavoro, comunque
buon giorno.
Ti ho portato la colazione, spero
che il cioccolato ti piaccia.
Ci vediamo sempre alle tre.
Nick C=





Spazzietto di Ema C=

Lo so, sono in ritardo, ma non ho avuto un minuto libero per scrivere ed inoltre non ho una beta, quindi ho dovuto correggerlo da sola...
Che dire, penso che durerà al massimo altri tre capitoli, non voglio scrivere una cosa lunga ed annoiarvi tutti.
La canzone è your song di Elton John.  Avrei voluto mettere qualcosa degli R5, ma i testi non mi davano l'ispirazione giusta xD
Beh, grazie a chi ha letto questo obriobrio e fatemi sapere cosa ne pensate C= al prossimo...

   
 
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