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Autore: MissdontMissaWord    23/12/2012    1 recensioni
Kurtbastian; AU
Dal prologo: “Il Dottore: vacanze speciali per tutti i gusti.”
Così recitava il volantino che Kurt aveva trovato sul parabrezza della propria auto uscendo dal suo amato lavoro alla Vogue.com
E perché no? Aveva subito pensato. Rachel sarebbe partita il giorno seguente per una crociera con i suoi padri, e lui sarebbe rimasto nella loro casa di Bushwick, in completa solitudine. E aveva il brutto presentimento si sarebbe annoiato a morte. Decise quindi di recarsi all'indirizzo indicato sul pezzo di carta.
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Sebastian, Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
nessun personaggio di questa fanfic mi appartiene,
ma vi ricordo che siete ancora in tempo per regalarmi Sebastian.

 




Premier chapitre



 

 

Non era mai stata davvero attratta da un uomo.
I suoi genitori, nonostante non l'avessero mai obbligata ad impegnarsi con nessuno, le avevano presentato molti uomini. Naturale, per una ragazza in età da marito.

Sebbene ne avesse rifiutati molti, da qualche tempo nella vita di Noelle ne era entrato uno che le aveva fatto perdere la testa. Egli era lo scapolo più ambito della città, oltre che il cugino di secondo grado di Aristide Briand, l'attuale primo ministro. Era una personalità decisamente influente nell'alta società.
Per ragione ignote a tutti, non aveva mai espresso il desiderio di ammogliarsi.
Noelle l'aveva incontrato per la prima volta due mesi prima, ad un ricevimento. Aveva scoperto che alle sue dipendenze lavorava una vecchia conoscenza, Rachelle. Aveva così ripreso i contatti con lei, sperando di poterne approfittare per avvicinarsi all'uomo dei suoi sogni. Con il passare del tempo tuttavia, l'amicizia tra le due era cresciuta e diventata sincera, ma la ragazza non era ancora riuscita a farsi notare dal 'padrone'.
“Oh, Rachelle cara, come farò?” si lamentava spesso. “Il mio amore è così grande, mi duole il cuore. Sento che sta per scoppiare, non posso reprimere i miei sentimenti ancora a lungo.”
La donna cercava di consolare l'altra, confortandola con parole affettuose. Ma lei non riusciva a capire gli inghippi nei quali un cuore poteva cadere, almeno a quanto si diceva. Lei non si era mai innamorata, e non riusciva ad immaginarsi quella dolce meraviglia. Il suo padrone era certamente un uomo di bell'aspetto, agiato economicamente, ma non suscitava in lei lo stupore descritto dall'amica. E come lui, nessun altro uomo che avesse mai incontrato.


“Rachelle, portami una nuova bottiglia di Courvoisier. E' terminato, e sai che ai miei ospiti piace berlo nel caffè.”
La donna annuì silenziosamente. Sapeva che il suo signore si riferiva ad un ospite ben preciso, solito intrattenersi per ore ed ore in quella casa... E durante questo arco di tempo nessuno doveva osare disturbare i due. A Rachelle non era mai stato simpatico il Conte -così veniva comunemente chiamato l'ospite-. Contrariamente a come appariva, era un uomo rude e maleducato in maniera ineccepibile. Lei non lo sopportava, e altrettanto faceva il resto della servitù. Eppure, sembrava essere così intimo con il padrone, e nessuno si permetteva quindi di aprir bocca.
 

***


“1912...” balbettò per l'ennesima volta, osservandosi intorno.
“Guarda che non sono scemo, Sebastian.” lo rimproverò Kurt. “Siamo cent'anni nel passato, va bene. Cerchiamo di trovare un modo di tornare al nostro tempo, invece di stare qui a compiangerci.”
Sebastian si riscosse. “Per quanto mi secchi ammetterlo, hai ragione.”
I due si incamminarono per le strade semi-deserte.
“Ehi!” esclamò Sebastian ad un certo punto, rivolgendosi ad un nuovo che correva nella loro direzione stretto nel suo cappotto. Questo non rispose, passò loro di fianco urtando anche la spalla del ragazzo che l'aveva richiamato.
“E' uscito da lì.” affermò Kurt, indicando un palazzo di dimensioni modeste. “Proviamo a bussare, magari siamo fortunati e troviamo un posto per dormire questa notte... E forse sapranno aiutarci.”
“Certo, Hummel.” lo criticò duramente. “Cosa pensi di fare? Bussare e presentarti come il ragazzo del futuro che non sa come tornare a casa? Sarai sicuramente accolto a braccia aperte... In manicomio.”
“Fingiamoci due turisti.” propose allora, e prima che l'altro potesse replicare era di fronte al portone, con la mano sul battente.
“Non pensavo che avrei mai fatto questo in vita mia.” sbuffò sdegnato Sebastian raggiungendo a sua volta la soglia.
“Signor Conte.” disse una ragazzina dai capelli biondi in direzione del più alto dei due. “Ha scordato qualcosa? Le vado subito a chiamare il padrone, entri... Lei e il suo amico.”
“Conte?” rise divertito Kurt. “C'è per caso qualcosa che non mi hai detto?”
Io...” mormorò stupito l'altro. “Non capisco.”
“Il padrone si domanda perché è tornato, signor Conte.” lo informò la ragazza corsa via qualche minuto prima, ora di ritorno. “Tuttavia l'attende nelle sue stanze per poter conferire in privato.”
Di ritorno? pensò Sebastian. Ma se era la prima volta che si trovava in quel posto in vita sua!
“Faccia strada.” disse nascondendo il suo stupore.
Kurt si apprestò subito a seguirli, ma la ragazza gli rivolse un'occhiataccia.
“In privato.” ripeté puntualmente.
Il ragazzo guardò l'altro come supplicando aiuto.
“E' con me.” affermò Sebastian.
La cameriera abbassò lo sguardo colpevole.
“Certamente.” asserì.
Il palazzo era molto più grande di come appariva dall'esterno. Le pareti erano affrescate da vari dipinti, oppure vi erano appesi dei quadri. Il soffitto era altissimo, e da esso pendeva un lampadario dall'aspetto molto prezioso. Tutto, in quella villa, faceva presagire la ricchezza del proprietario.
Sebastian si soffermò a pensare che, se davvero credevano fosse un amico del proprietario di quella reggia, avrebbe avuto difficoltà a spiegare il perché, improvvisamente, si ritrovava a non avere un posto dove passare la notte. E perché poi la ragazza l'aveva chiamato conte? Sembrava che questo avesse una certa familiarità con quella casa, ma allora com'era possibile che la cameriera avesse sbagliato persona? A meno che non avesse un fratello gemello di cui non conosceva l'esistenza, nessuno con la sua faccia avrebbe potuto trovarsi a Parigi in quel momento. E poi erano cent'anni nel passato, per Dio!
Terminata l'immensa scalinata, i tre proseguirono per ancora qualche metro, fino a quando la ragazza si fermò.
“Eccoci.” sentenziò.
Sebastian le rivolse un breve cenno e questa si congedò in fretta.
“Pensi che dovremmo entrare?” chiese incerto Kurt.
“Sembrano conoscermi, qui...”
“Non è possibile, e lo sai.” affermò con decisione.
“Appunto per questo.” ovviò alzando le spalle. “Ma abbiamo bisogno di passare la notte al caldo, tu soprattutto. Non credere che non abbia visto come tremavi, prima. E qui mi chiamano conte, e visto questo posto credo non sia un semplice appellativo. Quindi, denuncerò per furto di copyright chiunque mi abbia rubato la faccia, ma intanto vediamo chi è il mio caro amico che vive qui.”
Tirò un lungo sospiro e bussò alla porta della stanza del 'padrone'.
“Avanti!” esclamò una voce dall'interno.
Aprì lentamente la porta, timoroso di ciò che si celava dietro di essa.
Sébastien, mon cher!

***

Chi era quel bellissimo ragazzo che era arrivato con quell'antipatico del conte? Rachelle aveva spiato Anne-Marie aprire la porta agli ospiti e, quando li aveva lasciati soli qualche istante, era stata tentata di recarsi da loro. Ad impedirla era stato il cuoco che le aveva rifilato una cassa intera di patate da pelare.
Erano bastati pochi istanti a far crollare tutte le sue convinzioni. Tutto ciò che aveva sempre affermato era crollato come un castello di carte con un soffio di vento. Quel ragazzo dalla pelle candida come la neve e gli occhi azzurri come l'acqua più limpida l'aveva letteralmente incantata. Il suo cuore si sarebbe volentieri tuffato in quelle meravigliose pozze azzurrine. Quasi non riusciva a crederci, ma per un attimo le era parso di intendere tutto ciò di cui Noelle le aveva parlato per ore e ore, per giorni e giorni, mesi e mesi... In quel momento, aveva sentito il cuore in festa, aveva sussultato come se questo si fosse dilettato in un triplo salto mortale. Poteva esistere tanta bellezza in una sola creatura?
Appena Anne-Marie tornò in cucina, affibbiò a lei il compito di pelare le patate. Per quanto la riguardava, aveva certamente di meglio da fare. Corse per la casa fino alle stanze del padrone, sperando di raggiungere quell'uomo. Se era un amico del conte non l'avrebbe mai considerata, non era di certo al suo livello. Ma in cuor suo, coltivava la speranza che magari, forse, era un suo dipendente. Un suo servo. O forse un lontano parente a cui non interessava la posizione sociale. O... Chissà.
Ma Rachelle arrivò troppo tardi. Vide il conte aprire la porta ed entrare, seguito dall'altro.
Ora avrebbe soltanto potuto aspettare che i tre terminassero il colloquio, e poi forse avrebbe potuto rivolgersi a tanto angelica creatura. Sospirò tristemente, appoggiandosi al muro.

 




Angolo della ragazza che ha ancora tutta la vita davanti e non vuole morire, quindi risparmiatela autrice
Salveee :D
Okay, spero ci siate ancora tutti.
Scommetto che leggendo le prime righe vi siete chiesti se era la stessa storia, vero? Ebbene, sì: lo è.
Questo primo capitolo è più corto del prologo, scusatemi. Si tratta di una piccola introduzione per introdurre Sebastian e Kurt nel contesto, ma dal prossimo capitolo tutto sarà più movimentato. Spero comunque che l'abbiate apprezzato e non ne siate rimasti delusi.
I più attenti di voi avranno certamente notato che tra i vari paragrafi c'è una differenza nel registro linguistico. Questo è ovviamente dovuto al fatto che Kurt e Sebastian pensano e parlano come due ragazzi del nostro tempo, al contrario di tutti gli altri.
Gli altri. Beh, per introdurli: Anne-Marie, la comparsa inutile. Il nome viene dalla ragazza che stanno cercando (o l'hanno già trovata?) per interpretare la nemica di Rachel alla NYADA (sto facendo spoiler? >.<), ma ovviamente non ha niente a che vedere con lei.
Poi ci sono Rachelle e Noelle, che forse potrete immaginare, ma rimandiamo le presentazioni ufficiali alla prossima volta.
Poi c'è il padrone. Mi sa troppo da figo chiamarlo così, boh. Lui è un personaggio abbastanza importante nella storia, direi, ma per la sua identità dovrete ovviamente attendere il prossimo capitolo. (non azzardate ipotesi, che se poi ci azzeccate mi sento una sfigata!)
Okay, c'è altro da dire? Uhm, anche se io sono il Grinch in persona, buon Natale a tutti.
Aggiornamento massimo domenica prossima, come al solito.
Un bacio,

_doodle

PS: Recensite, è un'ordine! :D

  
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