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Autore: I_can_do_it_baby    23/12/2012    1 recensioni
-. Ogni anno cercava di essere adottata da qualche gentile famiglia, che sarebbe diventata la SUA nuova famiglia. Ma nessuno voleva una 17 enne depressa con una storia difficile alle spalle.
Non si sarebbe mai aspettata che qualcuno l’avrebbe scelta. Eppure si. Il suo momento era arrivato.-
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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chapter 1 (Nvu)
-You’ve gotta get up and try try try.-





Un taglio fitto. Fitto come il buio di notte. Come un pugno in piena pancia. Come una delusione. Il sangue scorreva limpido su tutto il braccio provocandole dolore e goduria contemporaneamente. Quel sangue che poco prima scorreva nelle vene del suo corpo, che scorreva da sempre. La morte dei genitori era stata la goccia traboccata dal vaso. Clara aveva una bella vita. Una vita piena di sorrisi e abbracci. Una vita da vivere, da vivere in tutto per tutto. La lama sporca di sangue cadde a terra, producendo un suono cristallino, come le lacrime che rigavano il suo viso. Se le asciugò di fretta guardandosi dritta allo specchio. Intravedeva un viso impallidito, pieno di lacrime lucide che scorrevano lasciando una scia limpida e continua. Le labbra tremavano, quasi a ritmo del suo cuore che in quel momento non smetteva di palpitare violento nel petto. Mise una mano sul vetro di fronte a lei lasciandola scorrere morbida su di esso. La strinse in un pugno abbassando la testa impassibile. Guardò fuori dalla finestra intravedendo piccoli fiocchi di neve cadere a terra, quasi a ritmo di una sola melodia, che lei sentiva nella testa. Questa canzone gliela cantava la mamma quando era ancora piccolina. Se la ricorda ancora. ‘ Piccola creatura, dormi, dormi , che la felicità è nella tua testa. Dormi, dormi , e felice tu sarai.’ Una lacrima le scese violenta lungo la gota, andandosi ad unire alla macchia rossa sul pavimento. Perché la vita era stata così ingiusta nei confronti dei suoi genitori. Infondo erano sempre state persone fantastiche, piene di vita, insomma da ammirare. Non lo capiva. Non lo accettava. Era impossibile. Si alzò di scatto, pulì lo schifo, raccolse il vetro, causa del suo dolore fisico, e uscì dal bagno. Lei voleva essere forte. Forte come una normale ragazza della sua età. Ma non ci riusciva. Era rinchiusa in quell’orfanotrofio da otto anni. Otto stupidi anni, in cui il grigio di quel posto si univa alla sua tristezza. Lo stesso giorno sarebbe uscita da quell’edificio grigio. Ogni anno cercava di essere adottata da qualche gentile famiglia, che sarebbe diventata la sua nuova famiglia. Ma nessuno voleva una 17 enne depressa con una storia difficile alle spalle. Sceglievano solo ragazzini di cinque e sei anni. Per lei ogni anno era la stessa storia. Non si sarebbe mai aspettata che qualcuno l’avrebbe scelta. Eppure si. Il suo momento era arrivato. La sua possibilità di avere di nuovo una vita perfetta, di ricominciare tutto da zero.. era arrivata. Era seduta nel letto della sua camera a contemplare ogni minimo dettaglio. Sullo stipite della porta c’erano ancora i segni che aveva fatto dal momento in cui era arrivata qui, per vedere quanto era cresciuta. Ma ormai quei segni non le sarebbero più appartenuti. La sua vita stava per avere una nuova svolta. Una svolta che solo a pensarci le piaceva di già. La distolse dai pensieri un battito sulla porta. – Avanti.- disse alzandosi in piedi di scatto,  scuotendo i lunghi capelli color rame che aveva sciolto due secondi prima. – Signorina Clara. Sono arrivati i signori Malik. Quando è pronta scenda.- le disse una signora sulla sessantina, capelli corvini legati rigorosamente in uno chignon ordinato, ed il viso appuntito. – C-certo. Devo, devo solamente mettere apposto le ultime cose e scendo signora.- rispose alla signora, prima che uscisse dalla stanza. Gli occhi le se inumidirono. Non poteva credere che quel momento stesse veramente arrivando. Corse verso il letto, tirandone fuori da sotto il suo borsone. Mise dentro le ultime cose e lo chiuse decisa. Aprì la porta di camera sua. Lì, avrebbe lasciato tanti momenti di dolore. Lì, aveva imparato a farsi il letto la sera, aveva capito il senso di responsabilità, ed era lì che piangeva tutte le notti silenziosa stringendo a sé le coperte per zittire i suoi pianti. Respirò quell’aria un’ultima volta, e ne uscì definitivamente.






HI ! questa è la mia nuova storia, che spero vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate tramite recensione!! E niente... se vedo che almeno due o tre recensiscono, e capisco che a qualcuno interessa, posto il prossimo. :)))) Mi scuso se ci sono stati degli errori e.. ci vediamo, o almeno spero, al prossimo. #you'vegottagetupandtrytrytry
  
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