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Autore: weasleywalrus93    23/12/2012    2 recensioni
Cosa può succedere se la Liverpool del 1958 e la Liverpool a noi contemporanea venissero a contatto tramite due ragazzi? Di uno il mondo conosce il suo nome, la sua vita e i suoi ideali. Dell'altra invece il mondo non fa nemmeno caso, mettendola in disparte e oscurando ciò che potrebbe offrire al mondo. Ma dall'esterno non si può sapere quanto una persona, anche la più famosa, può venire influenzata da qualcuno che il mondo nemmeno vede.
(mia primissima FF... mi sono letteralmente buttata a scrivere)
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I want you
I want you so bad
I want you,
I want you so bad
It’s driving me mad, it’s driving me mad.
{I want you (She's so heavy)}

 
Liverpool, 13 Novembre 1958.
 
Se dallo Strawberry Fields si vedeva tutta Liverpool, dalla villa vittoriana più bella di tutta la città la vista celeste era impagabile.
 
C'ero stato miliardi di volte li, quando i proprietari erano in vacanza in Galles a fare la caccia alla volpe con la regina. Da qualche anno si erano trasferiti stabilmente negli Stati Uniti. La solita coerenza della nobiltà inglese.
 
Il parco doveva essere grande quanto tutta la City londinese. Non mi sarei stupita se in quel momento fosse passato il proprietario su un elicottero per arrivare a casa, sgridando il maggiordomo perchè aveva messo il the troppo presto e ora era freddo.
 
C'erano alberi dappertutto. Sembrava di essere nel mezzo di una foresta piuttosto che al centro di Liverpool.
 
-Gente che vive in tutto questo spazio e magari nemmeno lo ha mai visto tutto dal vivo, mentre la maggior parte delle persone vive in case di fango...-
 
-Forse loro vogliono vivere così...-
 
-Sono costretti a vivere così-
 
-E da chi?-
 
-Dalle multinazionali.-
 
-Da... chi?-
 
Mi voltai verso di lui. Aveva un'espressione confusa. In effetti lui non poteva sapere.
 
-Ah si. Dimentico sempre che qui sono nel passato...-
 
-Presente prego-
 
-Sisi come dici tu...-
 
-Fa meno la scassa palle saccente e dimmi chi sono sti tizi-
 
-Ecco... Non sono proprio persone in carne e ossa. Sono delle grandi aziende che vanno in Africa e in Sud America per sfruttare le persone e i territori in cui vivono. Ovviamente senza pagarli e riducendoli alla fame.-
 
-E' come tornare all'epoca dei faraoni-
 
-Che cosa nei sai tu dei faraoni?-
 
Mi guardava sorpresa. Era sul punto di scoppiare a ridere. Sogghignai. E abbassai lo sguardo.
 
-Beh... Non sono così testardo a non imparare... E' solo che non imparo cose che non mi interessano. Tutto qui-
 
Fece spallucce. Adoravo questi momenti in cui lasciava cadere la dura corazza da Teddy boy per mostrare il vero John Lennon.
 
-Come ti è venuta la curiosità di sapere qualcosa sull'Antico Egitto?-
 
-Beh... Ho letto della tresca Cesare-Cleopatra-Marco Antonio!-
 
-Oddio no...-
 
-Ma davvero se li è scopati entrambi e ha avuto dei figli da loro?-
 
-Ma non riesci a distogliere la mente tu?-
 
-Che c'è di male? Insomma. Erano persone. Anche loro avevano bisogno di farlo-
 
-Eh si. Ma ti ho già detto mille volte che non tutto ruota intorno al sesso-
 
-E' un modo di vedere le cose-
 
-Perché?-
 
-Perché può essere che sia il sesso a girare attorno a tutto-
 
-Non ti rispondo più-
 
-Perché? Era una conversazione così piacevole...-
 
Non mi rispose più per davvero. L'enorme villa si presentò davanti a noi, bella e sontuosa come la ricordavo io.
 
Era assolutamente favolosa. Non l'avevo mai vista. Forse perchè il vecchio guardiano prendeva a fucilate chiunque tentasse di avvicinarsi alla cancellata.
 
-Mai vista?-
 
-Già. Il custode spara pallettoni a chiunque si avvicini alla cancellata esterna.-
 
Mi guardava imbarazzata, come se fosse una cosa di cui vergognarsi. Scossi la testa e aprii la grande porta in noce che portava dentro la casa. Restava fuori. Le feci segno con la mano di entrare.
 
-Sei sempre così galante con le dolci donzelle?-
 
-Solo con quelle che mi stanno simpatiche-
 
-Quindi devo dedurre che ti sto simpatica?-
 
-Dopo oggi non credo che tu sia proprio una donzella... Opterei piuttosto per uno scaricatore di porto dolce quanto l'olio di ricino-
 
Lo guardai truce. Nonostante tutto entrai, cercando di nascondere un sorrisetto che, purtroppo, venne subito intercettato e ricambiato.
 
Si guardava attorno, come fa un bambino in un negozio di giocattoli e dolciumi. Entrò in una stanza che conoscevo bene e avevo sempre evitato come la peste bubbonica.
 
-Ennò! Non rifugiarti anche qui in biblioteca!-
 
Era il posto più bello che avessi mai visto. Centinaia di migliaia di libri riempivano gli scaffali dei mobili incassati nei muri alti come una cattedrale.
 
-Cos'hai contro le biblioteche?-
 
-Sono polverose, inutili e senza senso-
 
-Sono belle proprio per questo.-
 
-Cosa?-
 
-Perché sono polverose, inutili e senza senso-
 
Aveva un'aria eccitata mentre si girava da una parte all'altra, cercando di leggere tutti i titoli dei libri che le capitavano sott'occhio. Arrivò fino alla grande vetrata alla fine della stanza, aprì le braccia,si voltò verso di me e poi si lasciò cadere all'indietro.
 
-Questo posto è il paradiso-
 
-Ti piace?-
 
-Ho appena detto che è il paradiso-
 
Sentii dei passi e poi un tonfo sordo accanto a me. Mi girai verso di lui e mi fermai a osservare il suo profilo illuminato dalla luce lunare che entrava dalla finestra. Più che osservare, potrei ben ammettere che lo stavo ammirando. Mi aveva sempre affascinato il suo profilo particolare. Quella luce lo rendeva ancora più unico.
 
-Chissà se becchiamo una stella cadente...-
 
-Lennon...-
 
-Eddai l'hai detto tu che ne puoi vedere una quando meno te l'aspetti e che non passano solo il 10 agosto-
 
Sbuffò. La sentii sistemarsi accanto a me.
 
-Come vuoi tu...-
 
-Bene. Mettiamo il caso che vedi una stella cadente... Cosa desidereresti?-
 
Avevo un solo pensiero fisso in testa. Mi ero ripromessa di agire da adulta in situazioni del genere ma, come sempre, quando ci si ritrova nelle situazioni che spesso si sono immaginate, non ci si comporta mai come si vorrebbe. E così si prendono le scorciatoie.
 
-Mmm... Credo un enorme cono gelato...-
 
-Fai schifo Granger...-
 
-Che c'è? Ho voglia di gelato-
 
-Fai schifo lo stesso...-
 
-E tu invece cosa desidereresti? Scommetto tutta la popolazione femminile Liverpooliana ai tuoi piedi...-
 
-Ma quella ce l'ho già...-
 
-Ah si?-
 
-Si. E comunque...-
 
-Comunque?-
 
-Non desidererei questo...-
 
-Cosa allora?-
 
Mi voltai verso di lei. Le mani dietro la testa, illuminata dalla luce esterna.
 
-Te-
 
 
 
 
 
Spazio autrice.
Buona domenica e buone feste carissimi :) ecco qui l’aggiornamento ^^ ammetto che non è uno dei miei capitoli migliori e il seguente a questo sarà il mio crollo definitivo come autrice. D:  Come ho già detto nello scorso capitolo ormai la fine della ff è vicina. Per rispondere a una domanda assai frequente:  a quando il primo vero bacio tra i due? Non manca molto ve lo prometto. Però non ho voluto far baciare subito questi due perché prima di farli avvicinare fisicamente ho scelto di farli avvicinare psicologicamente e intellettualmente. Vi starete chiedendo il perché. In giro si vedono fin troppe storie in cui i protagonisti bruciano in fretta le tappe fisiche e ormai si risulta banali nel volerli rendere subito un’unica cosa. Quindi non lapidatemi se ho voluto provare ad essere anti conformista ma ste coppiette che subito si dicono ti amo e così via le detesto XD mi stanno sullo stomaco proprio!  Anche perché credo fermamente che alla base di un qualsiasi rapporto debbano esserci amicizia e fiducia nell’altro per evitare di andare allo sbaraglio. Dopo questo mio sproloquio inutile che non interessa a nessuno *era ora!* Macca tu zitto. Prendi esempio da Ringo che è sempre carino e disponibile *TIE’* Ringo non esagerare. Sfottere va bene ma contegno u.u vi auguro di passare un felice Natale e ci sentiamo giovedì con l’aggiornamento :) che credo mooooooooooooooooolti di voi apprezzeranno largamente :D

 
  
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