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Autore: dragon_queen    24/12/2012    2 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Se anche un solo bambino crede in loro, i guardiani continueranno a combattere e a vincere. Ma se la stessa cosa valesse anche per Pitch? Se esistesse qualcuno che prova una paura talmente profonda da risvegliare l'Uomo Nero?
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO II

 

Kim si svegliò, convinta che quello che le era capitato fosse unicamente frutto di un sogno. Poi, quando mise a fuoco la stanza nella quale si trovava, ma soprattutto l'enorme montagna di pelo che le voltava le spalle, si convinse di non star sognando.

Si alzò piano a sedere, massaggiandosi la fronte, mentre la testa le martellava. Cosa era successo esattamente?

Ricordava di essersi svegliata e aver sentito dei rumori dal piano di sotto. Era scesa per vedere, ma quasi immediatamente si era ritrovata circondata da una coltre nera che pareva avesse intenzione di inghiottirla.

Poi, quando ormai cominciava a mancarle l'aria, si sentì spingere e finire sul pavimento. Si era voltata, vedendo la nonna che veniva inghiottita al suo posto. Poi ricordava anche una massa di capelli bianchi e profondi occhi viola che la fissavano.

Quando riaprì gli occhi, tornando alla realtà, si trovò davanti la faccia simpatica e paffuta di quello che doveva essere uno yeti. Adesso aveva visto davvero tutto.

Spiazzata dalla presenza della leggendaria creatura, nonostante comparisse più volte nei racconti di suo nonno, Kim arretrò, sino a ritrovarsi schiacciata contro il muro.

-Buono cucciolone, non ti avvicinare...- disse, fissandolo intensamente.

-Tu, stupida palla di pelo, allontanati da ragazza. Già spaventata abbastanza direi. Noi non avere bisogno di altra paura-

Una voce profonda e cavernosa si propagò nella stanza. Lo yeti si allontanò da lei, mostrando una figura altrettanto imponente che a Kim toccò strizzare gli occhi per riconoscerne i contorni.

-Non è possibile...- disse poi.

Davanti ai suoi occhi stava niente popo di meno che Babbo Natale, anche se era una versione un po' diversa da come ci si aspettava o come lo ritraevano. A cominciare dalle due braccia tatuate piene di nomi e cognomi dei bambini buoni e cattivi.

-Allora ragazza, tu stare bene?- chiese l'omone, avvicinandosi e porgendole la sua grossa mano.

Lei, che ancora doveva rendersi conto se quello che stava vivendo fosse reale, spostò lo sguardo dalla mano al viso dell'uomo, il quale gli sorrideva sinceramente.

Così, senza stare altro a pensarci, prese la mano che le veniva porta e si alzò da quello che notò essere davvero un grande letto.

Per fortuna, quando era ancora a casa, alzandosi, si era messa degli stivaletti muniti di pelliccia che gli teneva molto caldo e una felpa pesante, un paio di taglie più grande e che quindi le arrivava quasi alle ginocchia. Pantaloni della tuta e sotto una maglia a maniche corte.

Una volta in piedi si guardò intorno, incredula.

-Come sono arrivata qui?- chiese poi.

-Jack ha portato tu qui. Lui aspettare te in altra stanza-

Kim ricordò di aver provato una sensazione di gelo poco prima di perdere i sensi, ma allo stesso tempo non aveva avvertito l'impatto con il pavimento. Inaspettatamente arrossì.

-Ho bisogno di qualche spiegazione- continuò poi, fissando con un sorriso il grande uomo.

-No problema. Noi ora aspettiamo altri guardiani, poi dare a te spiegazioni su ogni cosa- rispose quello di rimando.

Aveva un buffo modo di parlare, esattamente consono al suo eccentrico aspetto. Trovandosi a gongolare come una bambina di cinque anni, si dette subito un contegno.

Seguì Babbo Natale attraverso un'enorme sala, ricca di ogni tipo di fantasticheria, osservando durante il passaggio gli yeti che fabbricavano i giocattoli.

-Pensavo fossero gli elfi a fabbricare i giocattoli- disse lei.

-E' quello che facciamo credere loro- rispose l'altro, scoppiando in una sonora risata.

Kim non lo sapeva, ma quella stessa domanda era stata posta anni prima proprio da Jack.

Uscirono dalla stanza delle meraviglie per ritrovarsi in un'altra sala, anche quella molto grande, al centro della quale stava un enorme mappamondo percorso da tanti puntini luminosi.

-Che cos'è?- chiese Kim.

-Quello è grande globo, attraverso il quale noi guardiani proteggiamo bambini. Ogni luce è bambino che crede in noi. Ognuno di loro da a noi forza per combattere tenebre-

Di colpo la ragazza rivide davanti agli occhi sua nonna inghiottita da quella nube di buio, la quale le raccomandava di non cedere mai alla paura, ma vedere la luce in ogni cosa e in ogni luogo, anche dove sembrava che non esistesse.

Un brivido le percorse la schiena, facendola tremare.

-Nord, andiamo, non mi sembra il caso di rammentare il buio proprio con lei- disse una voce.

Sia l'uomo che Kim si voltarono, trovando un ragazzo, forse di qualche anno più grande di lei, dai capelli color della neve e gli occhi di un singolare viola, appollaiato sul parapetto di una strana postazione, proprio di fronte al globo. In mano, un bastone ricurvo, molto simile a quello che aveva suo nonno. Indosso un pesante maglione blu e attorno al collo una sciarpona color dell'avorio. I pantaloni erano marroni come i tronchi degli alberi della foresta, mentre i piedi erano nudi.

-Suvvia Jack, signorina ha chiesto spiegazione-

-Aspettiamo anche gli altri che è meglio. Così anche io racconterò una volta sola-

Kim non riusciva a staccare gli occhi di dosso dal ragazzo. Così quello era il famoso Jack Frost, colui che popolava le storie che suo nonno le raccontava, il guardiano dell'inverno.

Senza rendersene conto aveva già mosso qualche passo verso di lui, guardandolo fisso e avendo in cambio lo stesso sguardo.

-Che succede?- chiese, quando ormai i loro volti erano a poca distanza l'uno dall'altro.

Kim notò un pallido rossore comparirgli sulle guance candide e avvertì la stessa reazione anche sulle sue.

-Così è colpa tua...- disse a mezza voce.

-Come?- chiese stupito lui, ma non ebbe tempo di aggiungere altro, in quanto, accompagnati dai loro suoni caratteristici, giunsero anche gli ultimi tre guardiani.

Kim si allontanò da Jack, il quale era rimasto impalato dove era. Cosa significavano quelle parole? Cosa era colpa sua?

-Bene Nord, perchè ci hai chiamati? Cosa sente stavolta la tua pancia?- rise il Calmoniglio.

Quello però non gli rispose, spostandosi per dare modo agli altri di vedere la ragazza alle sue spalle, le mani nascoste dietro la schiena, i lunghi capelli mori morbidi lasciati slegati sulle spalle ad eccezione di un'arrangiata mezzacoda.

-E questa sarebbe...- riprese Calmoniglio.

-Ricordate il piccolo Jamie? Questa è sua nipote- rispose Jack, saltellando di fronte agli altri e poggiandosi al suo bastone.

-Oh si, Jamie. Che caro bambino. Come sta?- chiese stavolta Dentolina con la sua solita aria eccentrica.

Sia Kim che Jack abbassarono lo sguardo, affranti.

-Oh, capisco- rispose la fatina dei denti in quanto quella reazione da parte di entrambi era stato più esauriente di mille parole.

-Dunque Jack, vuoi spiegare noi come mai lei qui?- chiese Nord, incrociando le braccia sul petto.

-Non so come, ma Pitch è riuscito a tornare e ha preso di mira Kimberly-

-Pitch? Tornato? Come?-

-Dice che è stata la paura di lei a farlo tornare e che non ne ha mai sentite di così potenti. Ha detto che le basterebbe solo quella per diventare più forte di tutti noi-

Calmoniglio si avvicinò a Kim, piegandosi per raggiungere la sua altezza e fissarla nei suoi occhi ghiaccio.

-E sentiamo ragazzina, quale sarebbe la tua paura?-

-Non credo che sia importante- rispose lei, distogliendo lo sguardo.

-Deve essere potente e radicata se Pitch l'ha sfruttata per tornare-

Kim abbassò lo sguardo, imbarazzata. Da quello che aveva capito la nube nera che aveva inghiottito la nonna aveva un nome e che era stata lei a liberarla.

-Dunque questo...Pitch...sfrutta la paura come fosse una forza? Ma cosa vuole esattamente da me?-

-Ancora non lo sappiamo, ma quando si convince di qualcosa è quasi inarrestabile. Per il momento è meglio se rimani qua- intervenne Jack.

-Si, Polo posto per il momento più sicuro. Rimane pure qui- rispose Nord, entusiasta.

Kim pensò che l'uomo non fosse abituato ad avere compagnia.







NdA
Mi scuso se non sono riuscita a dare molto l'idea del linguaggio di Nord, ma ammetto che non è affatto facile. Comunque ringrazio chi ha recensito fino ad ora e spero che anche questo capitolo piaccia e meriti qualche commento. Un saluto Marty.







                                ***KIMBERLY***



  
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