CAPITOLO
3:La prova di coraggio
Dopo la
conversazione con Monkey…o forse sarebbe meglio
dire, con Rufy, decisi di andare subito a segnare il mio nome sulla lista di
partecipazione alla prova di coraggio, volevo farlo, questa volta sentivo
davvero che ce l’avrei fatta a fare qualcosa di buono per gli altri.
Corsi per
arrivare in classe, aprii la porta e fui sorpresa nel trovare ancora in classe
qualcuno; era Nami Cocoyashi. Chissà cosa
stava facendo ancora qui
“Ah
Nico!! Giusto a te stavo pensando!!” mi disse lei non appena si accorse
della mia presenza in classe.
Rimasi
sorpresa da quest’affermazione…stava
pensando a me?! Perché?!
“senti
un po’ la mia idea…che ne dici di fare il
fantasma nella prova di coraggio? Secondo me saresti perfetta! Hai la giusta
quantità di aria cupa che serve…ti metti
un vestito bianco, ti nascondi nel bosco e il gioco è fatto! La prova di
coraggio sarà uno spasso!” mi venne incontro e disse queste parole
prendendo le mie mani nelle sue. Che strana sensazione…
“ehm…io…” non sapevo cosa dire, anche se
l’idea di fare ciò mi esaltava
“dai,
con le tue capacità sono sicura che metterai paura a tutti”
insistette lei
“ehm…ma io non ho nessuna capacità…sono
solo un’appassionata di storia…”
“eeeeeeh?!? Davvero?! Ah vabbè!
Sono sicura che sarai comunque capacissima di spaventare tutti” si
sorprese lei come se il fatto che io possa avere poteri soprannaturali è
una cosa ovvia
“uhm…va bene, lo farò” detto questo
scrissi il mio nome sulla lista e fui felice di notare il sorriso stampato sul
volto di Cocoyashi
“ci
sarà da divertirsi! Ci vediamo allora Nico!” mi salutò lei
e uscì dalla classe.
Che strana
cosa, non m’era mai capitata una situazione del genere, però
ciò mi rendeva immensamente felice.
Arrivò
il giorno della prova e tutta la classe era riunita in un boschetto poco fuori
città. Era sera e l’atmosfera era più tetra del normale a
causa dell’assenza della luna. Decisi che per la buona riuscita del mio
travestimento mi sarei dovuta andare a nascondere subito, senza farmi vedere
dagli altri, possibilmente in un posto accessibile a tutti; e così feci.
Avevo il
vestito bianco che mi aveva consigliato Cocoyashi,
portavo i miei lunghi capelli neri sciolti e quasi completamente a coprirmi il
volto, per rendermi più spettrale; e l’effetto riuscì
benissimo.
Uno dopo
l’altro i miei compagni venivano terrorizzati dal mio aspetto, convinti
fossi un vero fantasma; ogni tanto Cocoyashi veniva a
controllare come stava la situazione, e intanto se la rideva sotto i baffi al
pensiero di tutti quei creduloni che si spaventano per un non nulla.
Ad un certo
punto però dalla radura spuntò una figura famigliare, io
però feci comunque la mia solita recita
“AAAARGH!!!”
urlò il mal capitato e cadde a terra
“Monkey!”
mi accorsi che era proprio lui
“oddio
mi hai fatto prendere un colpo” disse con la faccia inebetita ancora a
terra
“ehm…io…sono qui per questo”
“si,
si giusto, giusto…sai, non pensavo saresti
venuta. Sono contento” mi sorrise
“sentivo
che era la cosa giusta da fare” dissi con sincerità
“ma
non hai paura a stare qui da sola?” mi chiese lui inclinando la testa da
una lato; sembrava un cane, che buffo!
“no…sono abituata a stare sola, anzi preferisco
restare sola, ascoltare i suoni della natura, annusare i suoi profumi…”
“allora
non posso rimanere qui con te per un po’?” mi chiese lui con una
faccia da cucciolo
“…ma…la prova di coraggio?!” chiesi io non
sapendo come comportarmi
“fa
niente, per ora mi va di stare qui con te!” disse lui sbattendo una mano
sul terreno, invitandomi a sedere accanto a lui; e io seguii il suo consiglio,
ma rimasi in silenzio…a guardarlo…
I suoi occhi
scuri, quella strana cicatrice sotto l’occhio sinistro, chissà
come se l’era procurata…i suoi capelli
mori che cadono quasi sugli occhi…il tutto gli
dava un’aria da bambino ma anche molto affascinante…non
riuscivo proprio a capire cosa ci trovassi in lui di diverso dagli altri.
Eppure di ragazzi ne ho conosciuti tanti, ma nessuno di loro si era mai
comportato come lui con me ora…
Si
girò a guardarmi, io arrossii e distolsi lo sguardo da lui; quando mi
rigirai vidi che anche lui era arrossito e aveva distolto lo sguardo
“oooohi piccolo moooostro!”
era la voce di Cocoyashi, per fortuna era arrivata
lei “oh ci sei anche tu Rufy”
“ah
quindi tu sapevi che sarebbe venuta Robin…perché
non me l’hai detto?” si arrabbiò con lei
Rufy e Nami
si conoscevano dalle medie, erano stati compagni di classe. Anche lei ammiravo
come ragazza; amata da tutti, capace di legare con chiunque, alta, bella, coi
capelli corti rossi, che le davano un’aria da sbarazzina ma al contempo
da donna di mondo. All’apparenza sembravo la più adulta di tutti
io in quel contesto; molto alta, capelli lisci neri, occhi azzurro cielo e
quell’aria vissuta che mi faceva invecchiare di dieci anni. In fondo
però ne aveva passate tante…mio padre
non l’ebbi mai conosciuto, mia madre mi abbandonò da piccola per i
suoi studi, lasciandomi a vivere coi miei zii, che certo erano tutto meno che
apprensivi nei miei confronti, anzi per loro la mia esistenza era solo un peso.
Non essere mai stata accettata dalla mia famiglia forse mi aveva profondamente
segnata in passato e questo mi aveva portata ad emarginarmi dal mondo.
“ti avevo
portato questo!” disse Cocoyashi lanciandomi
una bottiglia d’acqua e facendomi tornare coi piedi per terra “stai
facendo un ottimo lavoro, continua così” mi fece vedere il pollice
in su, poi salutò con la mano e tornò insieme al resto del
gruppo, lasciando nuovamente soli me e Monkey.
“vedo
che finalmente hai fatto amicizia con qualcuno!” mi disse Monkey
“visto che ne sei capace?” rise
“amicizia?”
mi stupii della sua affermazione e comincia a fissarlo
“sei
una apposto dopotutto” arrossì guardandomi. Era così carino
da impacciato.
Distolse lo
sguardo e cominciò a guardare il cielo “è strano parlare di
queste cose…non trovi?!” rise ancora.
“uh!”
Mi sentivo
strana, con lui stavo bene, tutto era così naturale; essere lì
assieme non mi sembrava una cosa dell’altro mondo, sembrava una cosa che facevo
sempre, una cosa normale! Questo ragazzo in così poco tempo era stato
capace di farmi cambiare, di cambiare il mio punto di vista, ero finalmente
riuscita a capire l’importanza di avere degli amici.
Il giorno
dopo la prova, a scuola, i miei compagni di classe decisero la punizione per
chi non era riuscito a superarla, e il povero malcapitato era proprio Monkey.
Essendo stato con me tutto il tempo non aveva partecipato attivamente alla
prova.
“Rufy
abbiamo deciso quale sarò la penitenza per chi non ha superato la
prova”
“gia! E tu sei l’unico che non ha totalizzato
punti”
“mi sa
che stavolta tocca a te Rufy”
“e va
bene ragazzi, avanti cosa devo fare?” si rassegnò lui
“dovrai
uscire per una settimana col piccolo mostro!” quest’affermazione da
parte dei miei compagni mi spiazzò profondamente
“NO!”
rispose fermamente Monkey, cosa che mi spiazzò ancor di più della
penitenza. “non posso fare una cosa del genere, non mi sembra
giusto” quasi si arrabbiò.
“ma
ieri sei stato tutto il tempo con lei, è come se l’avessi
già fatto” disse un mio compagno di classe
“no!
Non dare peso a queste cose Robin” disse riferendosi direttamente a me.
Non sapevo
che dire, ma era ovvio che lui non voleva una cosa del genere, quindi era mio
dovere impedire che si creassero situazioni spiacevoli…non
volevo assolutamente che lui potesse soffrire in qualche modo a causa mia
“non
è successo niente ieri, quindi va bene così!” dissi
fermamente a tutta la classe, dopo di che presi la mia cartella e me ne andai a
casa.
Sapevo di
aver fatto la cosa giusta, gli ero stata d’aiuto, eppure mi sentivo
così male…stando con lui, provando cose
mai provate prima, mi ero resa conto che forse non mi ricordavo più cosa
significava essere sola, essere abbandonata…e
questo era quello che era successo…di nuovo.
La mattina
dopo anche se erano iniziate le vacanze io mi incamminai verso scuola, dovevo
aiutare il professore. Lungo la strada mi resi improvvisamente conto che con
l’inizio delle vacanze, non l’avrei più rivisto, che ero
tornata ad essere da sola. Mi ero così abituata alla sua presenza che
l’idea della sua assenza creava un vuoto dentro di me, come forse non
l’avevo mai provato prima. Ero quasi arrivata a scuola quando lo vidi,
era lì seduto su un muretto. Eppure erano le vacanze estive, non poteva
essere vero.
Si
alzò silenziosamente dal muretto e con espressione seria mi diede un sacchetto
di cioccolatini con un biglietto, c’era scritto “Ci dispiace piccolo
mostro!”
“questo
è da parte di tutti per scusarsi per ieri” disse lui accennando un
sorriso imbarazzato e grattandosi la testa
Strinsi il
sacchetto forte tra le mani e dentro di me nacque un sentimento di gioia mai
provato prima.
“ehm…mi chiedevo se ti va di vederci anche durante le vacanze…” fece lui, guardando ovunque tranne
che verso di me, continuandosi a grattarsi la testa, con aria da “non
sono stato io!”
Quelle
parole mi resero ancora più felice; annuii e gli sorrisi, un sorriso
sincero; lui mi fissò felice e ricambiò il sorriso, con uno
ancora più sfavillante.
“Ecco…è
proprio dopo aver visto questo suo sorriso, la prima volta che l’ho
incontrata, vicino la scuola, che ho cominciato a provare qualcosa per lei,
qualcosa che non so descrivere a parole…qualcosa
di forte…chissà se mai arriverà a
te…”
Ecco qui!!
Un capitolo un po’ più lungo del solito, perché è
Natale e siamo tutti più buoni U_U xD
Finalmente si
calcolano un po’ di più…ma cosa
succederà più in là? Sarà davvero solo ammirazione
nei confronti di Monkey-kun?? :P
Beh lascio a
voi la parola! :D
Buon
Natale!! :D
Alla prossima
NicoRobin92