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Autore: frodina178    15/07/2004    2 recensioni
Ampiamente ispirato al libro e al film "I Diari della Motocicletta"di Che Guevara.Due amici,un continente,una motocicletta e tanto tempo per pensare.
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Elijah Wood, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: è mai stato così triste, per me, dover terminare una storia. Mi ero affezionata molto al viaggio africano e ai vari personaggi che avrebbero potuto incontrare. Purtroppo sarebbe risultato troppo pesante e, anche, abbastanza improbabile, così, sin dall'inizio, mi sono ripromessa di far terminare il tutto abbastanza presto, cercando comunque di lascire qualche cosa ai due protagonisti.

Los Angeles, un anno dopo; premiere di "Troy"

-Grazie!- Orlando strinse l'ennesima mano, sorridendo ed annuendo con la testa. "Troy" si era rivelato un successo oltre le più rosee previsioni, fatto che aveva stupito, per primo, l'attore, convinto di non aver dato il massimo di se stesso. Invece era un continuo ricevere di complimenti che, all'apparenza, sembravano sinceri. Quella premiere si era rivelata anche un'occasione per rivedere vecchi amici che, per una scusa o per l'altra, non incontrava da più di un anno, ormai. Precisamente dal funerale di sua madre, a cui avevano partecipato numerose persone, che addirittura lui si era dimenticato di invitare. Stranamente quel giorno, che ormai sembrava lontanissimo, Dominic non si era presentato. Inizialmente aveva pensato che fosse adirato con lui, e gli dava tutte le ragioni del mondo, così non se ne era particolarmente preoccupato. Questo successe, invece, quando per i mesi successivi ogni tentativo di rintracciarlo si era rivelato inutile. Era addirittura arrivato a telefonare alla sua famiglia, ma, anche li, non aveva ricevuto indizi importanti; sembrava, in ogni modo, che i suoi genitori avessero remore a rivelargli qualsiasi informazione riguardo al figlio. Con il passare dei mesi, il bisogno di sentirlo, e di scusarsi, si era notevolmente attenuato, fino quasi a scomparire del tutto. Era stato un anno duro e pieno di impegni, che lo avevano portato a compiere delle importanti svolte nella sua vita, dal trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti al portare sua sorella con se, dove aveva ripetuto l'ultimo anno di liceo. Ora si era presa un anno di pausa, viziata e coccolata dal fratello o, per meglio dire, dai suoi soldi. Contava di iscriversi presto al college, ma solo ed esclusivamente dopo essersi riposata e aver messo chiarezza nelle sue idee. Non che Orlando non pensasse a Dominic, ma si era convinto del fatto che, l'amico, avesse deciso di chiudere definitivamente ogni contatto con lui e, forse, anche con il suo lavoro. Si era rassegnato, non senza una punta di rammarico e malinconia.
-Complimenti!- un'altra voce rivolta a lui, l'ennesimo elogio alla sua performance. Si premurò di ringraziare anche quella volta, mente cercava con lo sguardo Kate, che aveva perso nella folla. Appena la scorse, poco lontano, sollevò un braccio sorridendo, nel tentativo di richiamarla. Lei lo notò, e, con un cenno della testa, gli fece cenno di aspettare. Sbuffando Orlando ritornò verso il buffet, osservando poco convinto la sfilata di tartine.
-Se posso consigliarle…- s'inchinò un cameriere, porgendogli un vassoio. Titubante il ragazzo strinse un salatino tra le dita, indeciso se mangiarlo o meno; in fondo aveva impegnato molto tempo a riprendere la linea, dopo essersi gonfiato a varie feste e cerimonie. Alla fine cedette al fascino della pietanza. Kate, finalmente, lo avvicinò, sorseggiando soddisfatta un bicchiere di spumante.
-Concluso qualche cosa?- domandò lui, notando il sorrisetto che le incurvava le labbra.
-Ne dubitavi, forse?- sussurrò maliziosa, sfiorandogli la bocca con un dito.
-Non dubito mai di te…- disse prima di stringerla tra le sue braccia e stamparle un sonoro bacio sul collo. Trascorsero numerose prima che, finalmente, la proiezione del film ebbe inizio. Il silenzio in sala era totale, e Orlando ebbe i brividi: nonostante la maggior parte delle persone presenti avessero già visto il film, si sentiva ad ogni "prima" come ad un esame. Per fortuna Kate, seduta accanto a lui, gli strinse la mano, gesto che lo rassicurò alquanto.
Appena la pellicola terminò, l'intera platea si alzò, e un assordante scrosciare di mani investì la sala. Petersen aveva quasi le lacrime agli occhi, Brad e Erik stringevano mani a destra e a manca; invece Orlando continuava imperterrito a stampare baci ovunque, senza evitare, un po' volutamente, le belle ragazze.
Elijah, facendosi largo tra la folla, lo raggiunse, abbracciandolo fortissimo.
-E bravo il nostri inglese…- mormorò.
-Grazie, veramente, detto da te è un onore!- gli occhi di Orlando brillavano d'entusiasmo; sia per il successo appena ricevuto sia per aver rivisto l'amico. Dopo le solite pacche sulle spalle, insulti bonari e felici auspici ognuno ritornò al proprio posto: era il momento dei ringraziamenti. Il primo a salire sul palco e a posizionarsi dietro il microfono fu, naturalmente, il regista. Si prolissò in complimenti non solo verso gli attori, ma rivolti a tutta la troupe, elencando l'innumerevole numero di persone che avevano partecipato alla realizzazione dell'opera cinematografica. Quando fu il turno di Orlando, questo si sentì i palmi impregnarsi di sudore, e pregò con tutto se stesso di trovare le parole giuste, una volta salito sul palco. Si schiarì la voce, e questo suono, attraverso il microfono, si propagò attraverso tutta la sala; qualche risata soffocata non fece altro che aumentare in lui l'agitazione.
-Bè…- esordì infine, grattandosi la nuca- Ero agitato, perché mi domandavo se sarei stato capace di dire le cose giuste, nel modo giusto e nella giusta intonazione. Ma mi accorgo solo ora che non ci sarebbero le parole adatte a descrivere quello che provo, per ringraziare tutti voi qui presenti o tutte quelle persone che, indirettamente, hanno contribuito a fare di questo film un successo! Vorrei poter elencare uno ad uno i nomi di coloro che hanno pagato il biglietto d'ingresso e sono andati al cinema, perché è a loro in particolare che vanno i miei ringraziamenti. Purtroppo, o per fortuna- risate generali- Questo, per vari motivi che immagino intuiate, non mi è concesso, quindi mando un grosso bacio a tutti voi, e a quelli che ci stanno seguendo comodamente spaparanzati sulle loro poltrone…- applausi e fischi dalla folla- Però…- li bloccò lui- Ci sono anche tre persone in particolare di cui voglio fare i nomi e ringraziare, dal profondo del cuore. Innanzitutto mia sorella Samantha, che è riuscita a farmi capire molte cose in un momento anche per lei estremamente difficile. Sappi che oggi sarei disposto a rinunciare a tutto, per te. Kate, ormai non è più segreto nazionale che sei la mia ragazza… -di nuovo risate- Ma sappi che questo non ha importanza. Non so se passerò il resto della mia vita con te, ma ora come ora è quello che desidero, e voglio dirti che ti amo. Infine vorrei nominare una persona, anche se non credo che mi sentirà; Dominic Monaghan. Probabilmente molti di voi lo avranno sentito nominare per aver interpretato l'hobbit più deficiente della storia -risate- …invece io lo vorrei ricordare per come solo pochi lo hanno veramente conosciuto: un amico, un amico vero… -prese un profondo respiro- Chi tra di voi ha avuto l'occasione, e azzarderei l'onore, di conoscerlo, saprà certamente quanto sia pieno di energia e vitalità, spesso contagiosi. A volte sembra che la sua demenza superi i limiti dell'inverosimile -fischi e applausi- Però non è così, perché dietro a quella corazza da giullare si nasconde un ragazzo fantastico, sensibile e disponibile. Mi ha spesso tirato fuori dai guai, anche fisicamente, ma sono sempre stato troppo orgoglioso per ammetterlo e per ringraziarlo. Non credo di esagerare a dire che, forse, gli devo la vita -silenzio nella sala- Ora non so dove sia, e questo mi rattrista molto, perché avrei voluto averlo al mio fianco in questo momento. Mi immagino già la scena, lui che sale sul palco e comincia a sparare a raffica cazzate sul mio conto. Però, alla fine del suo discorso, sono sicuro che si sarebbe fatto serio, avrebbe guardato negli occhi, uno ad uno, i suoi amici e avrebbe detto "vi voglio bene, luridi figli di…" e la mia buona educazione inglese mi impedisce di proseguire! -se avessero potuto vederlo da vicino, avrebbero notato un lacrima che tentava in ogni modo di reprimere, ma senza risultati- Quindi, ora la smetto perchè non vorrei trovarmi sommerso da verdure marce, desidero solamente ringraziarlo, qui, di fronte a tutti voi; ringraziarlo con tutto il cuore. -applausi mastodontici.
Seguito da pacche sulle spalle, complimenti e altre varie ed eventuali, Orlando riuscì a scendere dal palco e rimettersi al suo posto. Kate aveva gli occhi che brillavano dall'emozione, non si sarebbe aspettata di essere nominata nel suo discorso.
-Anche io ti amo…- gli aveva sussurrato in un orecchio, mentre si risedeva. Lui, in risposta, le aveva sfiorato la fronte con le labbra, sorridendole.
-Bene!- pronunciò l'occasionale presentatore- La serata è così giunta al termine! Spero vi siate divertiti, o, almeno, ingozzati -risate- Ma se non siete ancora abbastanza stanchi o annoiati, all'hotel "Golden Bird", a pochi chilometri da qui, si terrà un after-party! Siete tutti invitati e…-.
-Un momento! Un momento!- un ragazzo cercava di farsi largo tra le sedie, seguito da sbuffi e lamentele -Prima di finire vorrei dire una cosa io!- corse, con il fiatone sul palco, spingendo letteralmente il presentatore di lato, appropriandosi del microfono. Orlando ebbe un tuffo al cuore.
-Okay! -tentò un istante di regolarizzare il respiro -Sono proprio io, quello che Orlando ha presentato come un perfetto deficiente! Ti ringrazio per questo… -si prostrò in un inchino nella sua direzione- Però, fortunatamente, ha ritrattato le sue parole! -rise tra se e se- Non ho ricevuto inviti per questa premiere, quindi pregherei la sicurezza di non venire sul palco a pestarmi -risate generali- Come mio solito ho dovuto interrompere qualcosa e rompere i cosiddetti, però, purtroppo per voi, non sono riuscito a starmene buono buono chiuso nei sevizi, dove sono stato fino ad ora…vorrei scusarmi con tutte le signore e signorine che, entrando nel bagno, si sono prese un bello spavento…ma…come mio solito divago! Sono qui per un solo e semplice motivo! Sono sparito senza dire niente dalla vita di molte persone e vorrei dire che mi dispiace, ma non è così. Sono stato molto bene da solo, anche se ho sentito la mancanza di molta gente. In primis di quel deficiente-faccia-da-schiaffi che scatena una guerra per la sua stupidità! -quasi tutti si voltarono verso Orlando; questo, dal canto suo, non ci badò nemmeno, rapito com'era dall'enorme sorpresa e dall'emozione che lo aveva travolto come un treno in corsa.
-Sono qui solamente per lui, a dirvi la verità, bel film e tutto quello che volete, ma me lo sono già visto in portoghese, spagnolo, inglese e italiano, quindi, ormai, lo conosco praticamente a memoria! Bè…ora vi lascio al vostro party o ai vostri letti, dipende, dico solo un'ultima cosa: Se non fosse successo quello che è successo, tu sai di cosa parlo, non avrei scoperto molte cose importanti, e non sarei cresciuto come invece è successo, anche se non si vede… -risate- Quindi, alla fine, sono io quello che ti deve ringraziare! Lo sai che dimentico in fretta…sono come i gatti io! Non porto rancore troppo a lungo! Un abbraccio a tutti quanti!- si baciò le mani e le allungò verso la folla, che applaudiva, anche se, del suo discorso, aveva capito poco o niente.
-Aspetta, amore…dove vai?- Kate urlava dietro ad Orlando, che aveva preso a correre verso il palco. Dominic non aveva ancora sceso tutti gli scalini che l'inglese gli saltò addosso, stringendogli il collo con le braccia e attirandolo a se. Il tedesco fu assalito dalla stessa emozione, e, a sua volta, lo strinse fortissimo. Solamente quando ad entrambi mancò il fiato si separarono. Gli occhi di Orlando erano velati dalle lacrime, mentre Dominic sembrava in preda ad una paresi facciale, non riusciva proprio a smettere di sorridere.
-Dove cazzo sei stato, lurido figlio di puttana!?!- questa volta il ragazzo scoppiò veramente in lacrime, unendo queste a risate e altri abbracci.
-Mha… -fece il vago l'altro- Un po' di qua un po' di la…tra mucche,moto,carri e donne posso dire di essermela spassata!-.
-Ti sei fatto tutta l'Africa?!?-
-Oh! -scoppiò a ridere Dominic, prendendo a contare sulle dita -Africa, Russia, metà Europa e anche tappa in Antartide!-.
-Schifoso!- lo strinse di nuovo a se Orlando- Ma lo sai quanto ci hai fatto preoccupare?-.
-Non sparare cazzate adesso! Lo so che vi eravate tutti quanti dimenticati di me! Ah! Voglio presentarti una persona…- lo afferrò per la camicia, trascinandolo.
-Lei è Mannie, non credo che te la ricordi…è quella ragazza che ci aveva invitati al party sulla spiaggia! Alla fine! -allargò le braccia Dominic, scherzosamente arreso- Ci sono cascato anche io!-.
Orlando si ricordava vagamente, le strinse la mano e le diede due baci sulle guance.
-Dopo mi devi raccontare tutto quanto…- mormorò Orlando, assalito da un gruppo di persone, che ancora non erano stante che stringergli la mano e fargli i complimenti.

Hotel "Golden Bird"

Attorno all'enorme tavolo stavano seduti un gruppo di ragazzi che, se guardavi bene, potevi riconoscerli in molti componenti della "Compagnia dell'Anello". Orlando, molti di loro, non li vedeva da un anno, così rimase insieme fino a tardi, a raccontarsi i fatti dell'uno e i fatto dell'altro. A dir la verità, il discorso fu quasi interamente in mano a Dominic, perché tutti erano curiosi di sapere cosa fosse successo e cosa l'avesse spinto a prendere la decisione di girare il mondo, così, all'improvviso. Dopo aver narrato le varie vicissitudini, guai e pasticci in cui si era cacciato, giunse alla parte in cui spiegava come aveva rivisto Mannie. Appena Orlando se ne era andato, lui aveva fatto marcia indietro, con l'intenzione di riprendere il viaggio sin dall'inizio e, invece che costeggiare la sponda orientale, viaggiare lungo quella occidentale. Arrivato a Beira, gli era ritornato in mente il fantastico scorcio di spiaggia che aveva visto durante quella festa, avvenuta non troppi giorni prima. Si era fermato in un albergo e la sera aveva deciso di recarsi sul litorale, per fare due passi e schiarirsi le idee, ancora decisamente confuse. Mannie era li, seduta sotto l'albero doveva avevano avuto il primo rapporto. Inizialmente Dominic non l'aveva riconosciuta, ma quando lei lo aveva chiamato non aveva impiegato troppo tempo a capire di chi si trattasse. Il resto era venuto da se, aveva chiacchierato a lungo, spaziando dagli argomenti più banali ai più disparati; il ragazzo aveva deciso di fermarsi a Beira ancora qualche giorno, perché lei gli aveva promesso di portarlo a visitare luoghi veramente suggestivi che, se non eri del posto, non potevi trovare. Chi ha detto che l'innamoramento è un processo graduale doveva essersi sbagliato. Fatto stà che, alla fine, dopo quasi tre settimane di permanenza, il tedesco le aveva chiesto di andare con lui. Ancora, spigò, non riusciva a capacitarsi di come i casi della vita ti portino a situazione che paiono, all'apparenza, assurde.
Era ormai quasi mattina quando smise di parlare, ma il tempo non sembrava essere trascorso: i suoi racconti erano emozionanti. Una volta, addirittura, era stato coinvolto, in Russia, in una sparatoria. Fortunatamente nessuno era rimasto ferito, ma comunque, i suoi ascoltatori, vollero conoscere ogni particolare dell'evento.

La sera seguente…

-Oddio che freddo!- piagnucolava in continuazione Billy, incrociando le gambe tentando di coprire il pene all'aria.
-Ma che lamentone!- Viggo si stava ancora spogliando, sotto gli sguardi attoniti e sconvolti dei passanti.
-Prova a saltellare!- esordì Sean, mentre danzava da un piede all'altro.
-Dio…se mi vedesse mia madre!- scoppiò a ridere Elijah.
-No! Pensa se ci vedesse un giornalista!- prese parola Dominic -Immagino già i titoli sui giornali "Grande orgia tra i componenti della Compagnia dell'Anello! A pagina trenta il sondaggio: chi tra di loro ce l'ha più lungo?-
-E naturalmente -ridacchiò John- Il vincitore saresti stato sicuramente tu, non è vero?-
-E basta dire cazzate! Vogliamo farlo o no? Se c'è qualcuno che si vuole tirare indietro lo faccia ora, perché poi non ci sarà scampo…- Viggo guardò nelle palle degli occhi tutti i presenti, non ricevendo risposte negative -Bene!-
Senza bisogno di ulteriori esortazioni, si presero per mano, formando una fila orizzontale. Il lago di fronte a loro aveva l'aria di essere gelido,ma…in fondo…anche se avevano perso la scommessa, quello che Dominic aveva fatto successivamente ripagava di gran lunga il patto iniziale. Purtroppo nessuna delle due parti aveva vinto la posta in gioco, quindi…bisognava accordare le due parti…
Presero la rincorsa e si gettarono.
L'immagine si ferma; nove uomini, completamente nudi, a mezz'aria, pronti all'impatto con l'acqua gelata di un lago. Nove uomini, nove amici; tra questi puoi notare lo sguardo di due, che sembrano volersi dire: "Questa è per te, amico".



Ringraziamenti:
Grazie Chu,grazie Roy,grazie Moon e grazie Mandy!Siete state sincere nei vostri commenti,e per questo vi ringrazio tantissimo.Mi fa un immenso piacere sapere che questa storia vi sia piaciuta,e che vi siate premurate di commentarla quasi ad ogni nuovo capitolo!Purtroppo sono consapevole che la fine non sia delle migliori,ma spero l'apprezzerete lo stesso.Grazie di cuore,veramente ragazze,GRAZIE!Un bacione a tutte quante,se potessi fare di più lo farei,ma più che dirvi questo non posso!Siete fantastiche!Ciao e alla prossima!
  
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