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Autore: Emera96    27/12/2012    8 recensioni
Sono passati dieci anni dalla guerra che rivoluzionò Panem.
Katniss e Peeta vivono insieme, ma a Peeta questo non basta.
Per questo, chiederà a Katniss di sposarlo in un modo tutto suo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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7. In bilico


piccolo spazio autrice:

Farò finta di non vedere le 6 misere recensioni al capitolo precedente.
Per una volta, voglio scrivere un bel capitolo, senza pensare a chi leggerà.
Questo è per tutte le persone che leggono, commentano e mettono nei preferiti/seguite.











Pov Katniss.


Ci sono momenti in cui vorresti solo urlare.
Urlare per far capire al mondo che c'è qualcosa che non va, che qualcosa in quel preciso istante ti sta urtando i nervi fino all'inverosimile, fino a farti scoppiare il sangue nelle vene.
Quei momenti in cui parlare, discuterne...sarebbe troppo poco, ti lascerebbe un vuoto dentro che col passare del tempo non farebbe altro che allargarsi, fino a sfondarti il cuore.
Nel momento esatto in cui riapro gli occhi, il primo impulso sarebbe proprio quello di urlare. Di tornare in salotto di urlare contro mio madre. Dirle tutto quello che in dieci anni si è depositato dentro di me, senza che io potessi dare sfogo alla mia rabbia repressa. Quello che adesso vorrei fare, e che farò, sarebbe far capire a mia madre quanto io ora la odi.
Ma Peeta, che conosce le mie intenzioni al riguardo meglio di chiunque altro, cerca subito di trattenermi


" Peeta, lasciami andare. LASCIAMI ANDARE! " , urlo senza curarmi del motivo o di chi mi sta davanti.
" Non posso, Kat. Ti prego, non peggiorare la situazione, per f.. " cerca di dirmi, prima che io lo interrompa bruscamente.
" Ho aspettato dieci anni. Dieci fottuti anni in cui ogni notte vedevo mia sorella morire.  E' colpa sua, Peeta, e io voglio che lei lo sappia. " , continuo, ferma nella mia decisione.
" Katniss, ci sono Effie e Haymitch, per favore, non qui. ",  mi esorta Peeta, cercando di dissuadermi dal mio obbiettivo cieco e pieno di frustrazione.
" Non mi interessa. Ho aspettato fin troppo,  Peeta.  Sono stanca! ", dico , prima di scappare dalle sue braccia per raggiungere il salotto, in cui la tensione tocca il soffitto.

Sento ancora la testa girare, quando mi alzo di scatto.
Un moto di nausea e odio mi attanaglia lo stomaco, in una stretta che mi ricorda quanto avventato è quello che sto per fare.  Ma al diavolo l'stinto.  Al diavolo il senso di colpa, le frustrazioni, i dubbi e tutta quella robaccia che sembra bloccare tutte quelle parole che per anni e anni non hanno fatto altro che divorarmi.  Adesso basta.   Date il bentornato alla ragazza in fiamme.

" Katniss, stai bene? ", mi chiede Effie,  premurosa come suo solito.
" Mai stata meglio Effie.  Solo un calo di zuccheri, niente di che. " , rispondo fredda, senza lasciar trasparire nessuna emozione, come ai tempi dei Giochi.
" Sei davvero sicur..." ,  chiede, prima che io,  con un solo passo, prenda in mano la situazione,  avvicinandomi pericolosamente a mia madre.
" Sì,  sto bene. Ma credo che starò ancora meglio dopo che avrò detto alcune cose a questa donna che mi sta davanti. " , inizio decisa.
Proprio nel momento in cui vedo Peeta arrivare sulla soglia sento tutta la mia credibilità e la mia rabbia crollare ancora, e un nuovo giramento di testa pervadermi.
" Sono tua madre, Katniss.  Non fingere di non saperlo. " , continua lei.  E' incredibile come il tempo,  la solitudine e il dolore non siano riusciti a scalfirla ancora.  Stessa pelle rosea,  magari con qualche ruga in più sparsa sul viso.  Stessi capelli biondastri, che ricadono piatti e senza alcun tono sulle spalle, senza alcuna personalità che la renda un minimo viva.
" COME PUOI PARLARMI DI FAMIGLIA?! ",  sbraito,  senza curarmi delle lacrime che iniziano a scendere,  inesorabili.

Una bomba.
Le trecce che, in un rombo,  prendono fuoco.
Gli occhi cerulei che mi guardano per l'ultima volta.
Prim, che non è stata protetta.
Prim , che non ha avuto una famiglia in grado di proteggerla. 


La mia forza non fa che vacillare al ricordo di una Prim in preda alle fiamme.
Una Prim che mia madre, la donna che l'ha data al mondo,  aveva il compito di proteggere.
Una Prim che avrebbe potuto essere ancora viva,  se non fosse stato per lei.

" Katniss,  calmati.  Non sai quello che sta dicendo. " , risponde lei,  serafica.  Irritante nella sua calma,  senza scomporsi di un millimetro.
" Se c'è qualcosa di cui sono sicura è quello che sto per dire,  mamma.  Ho passato anni e anni a chiedermi se davvero fosse colpa tua,  se invece era mia se Prim è... " 
" Morta,  Katniss.  Prim è morta.  Continua. " , continua lei,  come se tutta la faccenda non la riguardasse affatto. 
" E' questo che mi fa imbestialire,  mamma.  Io è da dieci anni che cerco di andare avanti,  di non pensare al fatto che vorrei averla accanto,  che vorrei stringerla forte a me,  come quando eravamo piccole.  Io,  che quando vedo le primule nel mio giardino mi devo trattenere,  sento che sto sopravvivendo,  solo perchè lei è sempre accanto a me.  A te invece non importa!  Te ne stai qui,  davanti a me,  come se non fosse passato nemmeno un giorno,  come se la guerra non ci fosse mai stata e come se io e te fossimo ancora una famiglia!  SONO STUFA, MAMMA! STUFA! Sono stufa di starti dietro,  stufa di sentirmi in colpa a causa tua,  sono stufa di dover vivere ripensando a come sarebbe stato se lei fosse ancora qui.  E vederti qui,  è la goccia che fa traboccare il vaso.  Basta,  basta trattenermi e basta pensare che le cose in questi anni siano cambiate. Basta, non c'è più niente da dire o da fare. Abituati all'idea che anche io,  per te,  sono morta. Tanto,  per quanto te ne frega,  penso che sopravviverai benissimo anche a questo,  no?  Non voglio più fingere che mi importi di averti accanto. Basta. ", dico sfinita dal peso delle mie parole. 

Parole che per troppo tempo erano riuscite a intrappolarmi,  adesso sono state dette.
Parole che non sapevo nemmeno di pensare o di credere, adesso sono nell'aria,  in attesa di una risposta.
Parole che sono sospese,  parole che non saprei neanche ripetere,  parole tenute a marcire per dieci anni.

E' come se fosse tutto al rallentatore.
Peeta che mi guarda e trattiene delle lacrime che non riesco a capire.
Effie che,  sgomenta,  mi guarda senza sapere cosa dire.
Haymitch e il suo sguardo di approvazione.
E poi,  protagonista assoluta della scena,  mia madre. 

" Se sono qui,  non è per dare fastidio a nessuno.  Non pretendo di esserci quando ti sposerai,  anche se mi avrebbe fatto piacere.  Capisco quel che provi e sono consapevole di non poterlo cambiare,  perchè l'amore per tua sorella,  e il dolore per la sua morte è troppo forte per poter ripartire daccapo.  Non avresti neanche dovuto vedermi, e anche se non serve a niente, voglio dirlo:  Scusa.  Non per quello che ho fatto,  ma per quello che non ho mai fatto e che ormai non posso più fare.  " ,  ammette, cercando di mostrarsi sicura di quel che dice. 

Ma non regge  molto.
E quando mia madre,  la donna che per anni mi ha insegnato a fingere di stare bene,  scoppia a piangere,  capisco davvero.
Capisco che anche lei,  a modo suo,  ha sofferto e continua a soffrire come me.
Ma capisco anche che questo non sarà mai abbastanza perchè io possa perdonarla.
Ma nel ricordo di Prim,  della sua dolcezza incondizionata,  del suo cuore grande e del suo amore per nostra madre,  mi avvicino e la abbraccio per un istante.
E prima che qualcosa di più possa succedere,  mi scanso e trascino Peeta sulla strada di casa.
Ed è quando mi volto indietro per un secondo,  che vedo mia madre sorridere tra le lacrime. 





spazio autrice:

Ho cambiato un pochino, sì.
Mi avevano chiesto più introspezione e ho cercato di accontetarvi.
Un bacio a tutti i miei lettori. 

   
 
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