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Autore: itsJay_95    27/12/2012    6 recensioni
MOMENTANEAMENTE SOSPESA-
Dal testo:
“Sei l'unico che può sentirmi. Di conseguenza: l'unico che può aiutarmi” Justin spalancò gli occhi. L'unico che poteva sentirlo?
“Mi prenderanno per pazzo se mi vedono parlare con un cane”. Il cagnolino ridacchiò annuendo. Chi non gli avrebbe dato del pazzo?
“E poi? Una volta che ti avrò aiutato che succederà?” domanda più che lecita.
“Riposerò finalmente in pace.”
Justin si rattristò nuovamente. Ryan era morto e quella dentro al cucciolo era solo la sua anima. Sempre se non stava sognando. Era tutto molto discutibile.
Magari era ubriaco.
“Che devo fare?” sbuffò infine.
“Devi far innamorare di te Daphne.”
Che cosa?
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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1. Ryan?

 

Al funerale del giovane erano presenti tutti i suoi amici, oltre ai parenti e Daphne.
Se ne stava seduta in prima fila, di fianco a Karen, la madre di Ryan. Non smetteva di fissare il vuoto davanti a sé e a trattenere le lacrime, odiava piangere in pubblico.
E anche se era il funerale del suo ragazzo, non si sarebbe mostrata debole davanti a tutti, non avrebbe pianto davanti a tutti. Magari lo avrebbe fatto una volta rimasta sola davanti alla lapide, ma davanti a tutti proprio no. Era inaccettabile per lei.
Quando il rete annunciò che la cerimonia era finita e che potevano tornare a casa, Daphne non si mosse dalla sua sedia di plastica.
Salutò i suoi genitori dicendo che aveva bisogno di pensare, anche se pensare in quel momento fu solo atto di puro autolesionismo. Più pensava, più stava male. Era un dato di fatto ormai.
Rimase sola nel cimitero a fissare la fossa che conteneva il corpo del suo ragazzo e sospirò cercando di far uscire le lacrime, ma non le liberò, poiché la sedia che, prima occupava Karen, venne occupata da... Justin?
Il ragazzo aveva il volto distrutto dalla stanchezza. Evidentemente anche lui non se la passava bene.
Daphne non dormiva da tre giorni. Ovvero dal giorno dell'incidente. L'ultima dormita l'aveva fatta grazie al sonnifero che gli infermieri le avevano iniettato nel braccio con forza, per farla calmare.
Justin sospirò strofinandosi la mano sul viso e si voltò a fissarla.
Per una manciata di minuti Daphne cercò di ignorare il suo sguardo ma, notando che il ragazzo non smetteva di fissarla, si voltò e sbottò un falso “Sto bene.”.
Ma non ti ho chiesto come stai...
Oh..beh sto bene
Daphne...non ti ho chiesto niente.
Ok sto da schifo! Come credi che stia?! Lui è morto e io no!” lasciò che una lacrima solcasse la guancia e se l'asciugò cercando di non farsi vedere.
Ehi... in ogni caso non è colpa tua.” rispose lui anche se non ne era pienamente convinto.
Cioè, ovviamente non era lei quella alla guida del tir dopo una sbronza pomeridiana, ma comunque quella strada l'avevano fatta per andare a casa di Daphne... un po' di colpa ce l'aveva. O almeno era questo quello che pensava Justin.
Daphne alzò le spalle e si strofinò le mani sulla gonna nera, poi si alzò e si avvicinò al fosso lasciando cadere una fotografia che li ritraeva sorridenti durante la cena dello scorso Natale.
Ovviamente, aveva una copia di quella foto nell'album fotografico fucsia, che le aveva regalato sua zia Elena alla cresima.

Si voltò e, notando che Justin non aveva ancora smesso di fissarla, sbuffò.
Cosa c'è Bieber? Vuoi darmi fastidio anche oggi? Vuoi prendermi in giro per come mi stanno i capelli? O per come mi sta male questa gonna?
No. Stavo solo pensando.”rispose. Daphne alzò le spalle tornando a fissare la bara dentro al fosso. Lanciò un bacio e sussurrò un “Mi manchi amore.” e si allontanò definitivamente da Ryan.
Uscì dal cimitero e incominciò a vedere tutto offuscato, per colpa delle lacrime che non riusciva a trattenere.

 

Justin rimase lì seduto a fissare il vuoto.
Si sentiva terribilmente perso senza Ryan. Erano amici dall'asilo e non avrebbe mai immaginato di perderlo così presto.
Colpa di Daphne. Era solo colpa sua.
Sì, non poteva essere diversamente.
Se Ryan non avesse avuto l'abitudine di andare con lei in campagna nel week-end ora sarebbe vivo.
Se avesse accettato la sua proposta della partita di basket, a quest'ora sarebbe stato vivo.
Ma lui no. Lui doveva passare quei tre giorni con Daphne in campagna. Non gli bastava vederla durante la settimana a scuola e la sera a casa? No?
Tirò su col naso e roteò la testa verso destra dopo che la sua attenzione venne attirata da un cucciolo che abbaiava.
Un cucciolo di labrador.
Justin si alzò e si avvicinò al cucciolo per vedere se avesse un collare o una medaglietta.
Ma niente. Anche se indossava una medaglietta a forma di osso, su di esso non c'erano informazioni che potevano far pensare che il cane appartenesse a qualcuno. C'era inciso solo un “Ryan”, probabilmente era quello il suo nome.
Perfetto!
Proprio Ryan dovevano chiamarlo?
Ovviamente, sua madre Pattie, non gli avrebbe permesso di tenerlo a casa, o almeno, non prima di essersi accertato che fosse sano. Lo prese in braccio e si avviò verso la sua auto.
Una volta dentro poggiò il cucciolo sul sedile posteriore avviandosi verso casa, per recuperare da internet, l'indirizzo del veterinario più vicino. E sperò con tutto il cuore di non essere obbligato ad andare alla clinica degli Hays. Non voleva correre il rischio di vedere il bel visetto di Daphne.
Ma purtroppo le sue preghiere furono vane.
Persino la madre gli disse che se voleva evitare gli Hays, avrebbe dovuto guidare per più di due ore.
Portò il cucciolo in casa e attese la fine della mattinata, per poter mangiare qualcosa, poiché il suo stomaco lo stava supplicando. Probabilmente non mangiava dalla sera prima, visto che odiava con tutto se stesso fare colazione.
Afferrò dal frigo del prosciutto e lo spezzettò in un piatto per farlo mangiare al cucciolo che non smetteva di abbaiare.
Indovina mamma?” disse alzando un angolo della bocca.
Cosa?
Il nome del cucciolo. Indovinalo” continuò lui infilando nel microonde della pizza avanzata dal giorno prima. “Butsy? Come l'altro che è scappato?” Justin ridacchiò mentre scuoteva la testa. “Riprova, sarai più fortunata” la donna si appoggiò di schiena al piano cottura e pensò per qualche istante ai nomi che potevano essere intuibili, visto che Justin pensava che lo avrebbe indovinato con facilità. Doveva essere il nome di uno dei suoi vecchi cuccioli, sicuramente.
Sbuffò non riuscendo a ricordarne nessuno “Mi arrendo”.
Oh, di già?
” rispose la madre continuando a pensare.
Ryan” rispose amareggiato mentre il campanello dl microonde suonava. La madre rimase a bocca aperta incredula. “E sai dove l'ho trovato? Vicino alla fossa di Ryan. Divertente no?” continuò tirando su col naso. Pattie gli si avvicinò per abbracciarlo e lui non la respinse. Lei sapeva che Ryan era importante per Justin, e persino lei aveva speso qualche lacrima per il ragazzo, ma non si era presentata al funerale per colpa del suo lavoro.
Lo sai che è in un posto migliore? Dio l'ha voluto accanto a sé perché qui sulla Terra aveva finito il suo lavoro.” Pattie usava sempre questa frase per rincuorare chi perdeva un parente caro o un amico, come in questo caso.
Mamma aveva solo diciassette anni. Quale lavoro aveva finito? La sua vita stava incominciando adesso!” sbottò.
È vero. Ma se Dio l'ha voluto con sé ci sarà un motivo. Lo sai Justin. Nulla accade per caso”.
Dio è un egoista e basta. Io Ryan lo volevo qui.
Chi è ora l'egoista? Justin, mangia e vedi di portare quel cucciolo alla clinica o lo lasci in canile.” la madre si staccò dall'abbraccio e se ne andò nella sua stanza a riposare dopo il turno di otto ore in ospedale.
Il ragazzo sospirò iniziando a mangiare la sua pizza mentre fissava il cucciolo che si accucciava sui suoi piedi.
Nulla accade per caso. Poteva il cucciolo avere qualche collegamento con il suo migliore amico?
Una volta finita la pizza si sedette a terra ad accarezzare Ryan.
Sì!” sentì una voce, ma non capiva da dove potesse arrivare. Era una voce maschile, e suo padre non viveva in quella casa, lui non aveva parlato... quindi chi poteva essere stato?
Il cane? Lo sanno tutti che i cani non parlano!
Justin iniziò a ridere della sua stessa idea e prese il cucciolo tra le mani portandoselo davanti al viso.
Tu non parli! Vero?” rise ancora. Aspettava veramente una risposta?
Certo che lo faccio! E, amico, mettimi giù, hai le mani fredde.” Justin sbiancò, letteralmente, e fece cadere il cucciolo a terra.
Ok che dovevi mettermi giù, ma magari potevi essere più gentile!” borbottò il cucciolo sedendosi difronte al ragazzo.
Ma cosa cazzo..?
Il linguaggio. Se ti sentisse tua madre!” continuò il cane. Davvero stava parlando con un cane? E in più, non solo il cane parlava, ma aveva la voce simile a quella del suo migliore amico. Stava impazzendo.
Ryan?” chiese. Se proprio doveva essere pazzo almeno voleva esserne certo!
oh, dannazione, sì! Sono io amico! Sono Ryan!” disse il cane con enfasi.
Si... certo.
Te lo giuro!
Come faccio a sapere che non sto sognando o che non mi sono drogato?” chiese incrociando le braccia al petto.
Tu non ti droghi”...anche questo era vero. Ma il cane come lo sapeva?
E se sto dormendo?” il cucciolo si avvicinò alla sua gamba e gli lasciò un morso.
Justin iniziò ad urlare dal dolore, certo era un cucciolo, non faceva davvero male, ma doveva esagerare sempre, o non era Justin Bieber.
Ok, non sto dormendo, ma dannazione, com'è possibile?
Ti spiego. Sono morto, no? Ma Dio non era molto contento, avevo ancora qualche anno da vivere... poi sarei morto di cancro.. per questo non sono entrato in coma, ma non devo parlare di questo. Il punto è che non dovevo lasciare da solo Daphne. Ero qualcosa tipo il suo angelo custode sulla Terra e lei non sa che fare senza di me, lo so, sembra strano ma Daphne è davvero insicura e necessita qualcuno che la protegga. E qui subentri in gioco te.
il cane/Ryan fece una pausa e fissò i suoi occhi da cucciolo in quelli caramello di Justin.
Io?” il cucciolo, per quanto possibile, annuì e riprese a parlare.
Sei l'unico che può sentirmi. Di conseguenza: l'unico che può aiutarmi” Justin spalancò gli occhi. L'unico che poteva sentirlo?
Mi prenderanno per pazzo se mi vedono parlare con un cane”. Il cagnolino ridacchiò annuendo. Chi non gli avrebbe dato del pazzo?
E poi? Una volta che ti avrò aiutato che succederà?” domanda più che lecita.
Riposerò finalmente in pace.
Justin si rattristò nuovamente. Ryan era morto e quella dentro al cucciolo era solo la sua anima. Sempre se non stava sognando. Era tutto molto discutibile.
Magari era ubriaco.
Che devo fare?” sbuffò infine.
Devi far innamorare di te Daphne.
Che cosa?!





 


SWAG.
Ciao belle!
Ho tipo scritto il capitolo in un'ora. ero abbastanza ispirata oggi, lol.
Bene.. vi ringrazio per le recensioni!
E volevo spiegarvi un po' il capitolo precedente.
Non ho parlato molto dell'incidente perché in realtà non dovevo nemmeno metterlo, dovevo solo raccontarlo più avanti nella storia, ma volevo piangere allora l'ho scritto come prologo.
Questa storia sarà abbastanza triste, come avrete intuito e un po' vi chiedo scusa.
Mi dispiace farvi piangiucchiare o cose così.
E sarà anche un po' divertente, con qualche battutina pessima... il personaggio di Justin sarà abbastanza strano. Così come quello di Daphne.
Daphne Hays è già apparsa in una delle mie Longe sui One Direction, ma qui sarà un po' meno stronza. Prometto!
Ok, detto questo che ne dite di lasciarmi una recensione?
Un bacio, Manu

Twitter: @xCatchingfire_

ps. avete notato che il viola del discorso è leggermente più scuro? fateci l'occhio perchè il colore rispecchia l'umore di Daphne :)
   
 
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