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Autore: milly92    15/07/2007    1 recensioni
Poi… Nello stesso istante, pronunciarono “Expelliarmus!” puntandosi le bacchette contro e qualcosa accadde. La terra iniziò a tremare, l’aria si fece gelida, come se ci fossero in giro dei Dissennatori, e…. “Aaaaaaahhhhhhhh!”. Si guardarono. E scoprirono l’orribile verità. Hermione aveva urlato con la voce di Pansy e Pansy con la sua. Hermione indossava un vestito nero, e Pansy un vestito rosa sgargiante. Hermione aveva le unghie dipinte di nero e verde, Pansy di rosa. Hermione aveva i capelli lisci, Pansy li aveva ricci… Hermione aveva davanti a sé una sua copia ed anche Pansy. E l’orribile verità venne a galla. Si erano scambiate di corpo. Poco lontano, si udì un fruscio tra i cespugli e l’ultima ciocca di capelli biondi che aveva visto l’accaduto se ne ritornò alla festa. Questa è la mia prima fan fic! Immaginate cosa potrebbe succedere se Hermione e Pansy Parkinson si scambiassero di corpo con tutte le conseguenze, tra cui una Hermione innamorata di Draco? Riusciranno a resistere nel corpo dell'altra? Lo scoprirete solo leggendo!
Genere: Romantico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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capitolo tre

Capitolo tre- L’incantesimo

Ancora sotto shock,Pansy ed Hermione si guardarono strabiliate e con la bocca semi aperta. La prima ad urlare fu Pansy. “Ahhhhrrrrgggh! Oh Dio…. Granger, sono nei tuoi panni di sporca Mezza Babbana….  Ma…. Ma cosa…?” Hermione dal canto suo, dopo la prima espressione di orrore, se ne stava con la mano sotto il mento ed aveva assunto un’espressione pensosa. Pansy continuava a gemere, incontrollata.”Piantala, Parkinson! Sto cercando di ricordare che incantesimo abbiamo appena effettuato! Mi sembra di averlo letto pochi giorni fa su “Incantesimi di ogni genere”. Ora lo vado a prendere!” disse, e iniziò a marciare dritta spedita verso la Tana. Poi, dopo aver percorso dieci metri, vide l’orlo della sua veste e si ricordò di avere le sembianze di Pansy. “No!Uffa… Senti, devi andarci tu! Io non posso entrare con le tue sembianze…” Pansy la guardò come se fosse matta. “Che? Ma stai male? Io entrare lì? Nella baracca dei Weasley…?” Hermione perse la pazienza e non riuscì a controllarsi. “Senti, idiota, se non entri dovrai passarci tutta l’estate lì!” ma Pansy ebbe un lampo di genio. “Non c’è ne bisogno!” esclamò, pronunciò: “Accio incantesimi di ogni genere!” e il libro apparve, svolazzando. Hermione non riuscì a nascondere una piccola lode nel suo sguardo. “Bene” mormorò, lo prese tra le mani e iniziò a consultarlo con molta padronanza, come se conoscesse il volume pagina per pagina. Dopo qualche minuto lo trovò, e lesse tutto l’articolo riguardante per i seguenti dieci minuti. Poi gemette. Pansy la guardò, consapevole che di sicuro non c’erano buone notizie. “Cosa dice?”  “Beh… qui dice che siamo soggette allo “Scambius corporis”, un incantesimo che colpisce le persone che pronunciano lo stesso incantesimo nello stesso istante provando lo stesso sentimento di rabbia reciproca… E….” Inghiottì. “E termina dopo cinque mesi…. Qui dice che serve per far provare alle persone che hanno provato la rabbia cosa si prova a vivere nei panni dell’altro… Non c’è nessun contro incantesimo  e soprattutto nessuno lo deve sapere perché glielo abbiamo detto noi altrimenti l’incantesimo durerà per sempre…”  si guardarono attonite per qualche secondo, poi Pansy esplose. “Vuoi dire che dovrò vivere nel tuo corpo fino al….” contò sulle mani “ Trentuno dicembre?” Hermione annuì. “Si!Oh, no, ma come si fa? Vivere nel tuo corpo, frequentare i Serpeverde, essere la ragazza di Malfoy… ma soprattutto dover vivere con la tua famiglia e non dover più frequentare i miei amici….>” L’altra cacciò gli occhi fuori dalle orbite, come se solo in quel momento si fosse accorta di quello a cui andava incontro e batté un piede a terra per la frustrazione. “No, no, non può essere! Ma ci sarà pure un contro incantesimo!” disse, e prese tra le mani il grande libro per controllare. Quando vide che Hermione aveva ragione, si buttò sul prato. “Su, Pansy”  disse Hermione chiamandola per la prima volta per nome  “Dobbiamo farcela, e soprattutto non dobbiamo cadere nella tentazione di dirlo a nessuno… ok?” Pansy fece un verso scettico. “Si, tanto a te che te ne frega??? Sarai nei panni della migliore Serpeverde di Hogwarts… Invece sono io che dovrò essere per cinque mesi la sfigata….”ma si interruppe. “Ok” aggiunse “Dobbiamo farcela. Allora, dobbiamo solo comportarci come l’altra. Dobbiamo dirci le cose che ci serviranno per parlare con gli altri, e magari anche qualche segreto…. Oddio, quindi dovrò rimanere qui con Potter e gli altri….” si guardarono, sconvolte, e iniziarono a raccontarsi tutto ciò che sarebbe stato utile all’altra per “sopravvivere”.

Dall’altra parte del prato, Harry e Ginny camminavano mano nella mano, rendendo noto il fatto che si fossero messi insieme. Tante delle ammiratrici di Harry e degli ammiratori di Ginny si guardarono risentiti, addirittura Dean se ne andò senza salutare. I primi ad intravederli della famiglia Weasley erano stati Fred e George, che si erano guardati strabiliati ed erano accorsi vicino la nuova coppietta. “Ginny, ma cosa ci fai… così… con Harry?” chiese Fred, puntando l’indice contro le loro mani congiunte come se fossero delle armi letali. Ginny, che aveva già previsto questo lato della cosa, staccò la sua mano da quella di Harry e se la parò davanti. “Calma! Io e Harry stiamo insieme… Precisamente da un’ora, undici minuti e ventidue secondi, ok?”  “Ma… ma… Harry è nostra sorella!” Harry li guardò preoccupato. “Lo so ragazzi! Ma, insomma, mi conoscete, sapete che tratterò vostra sorella con i guanti… Potete fidarvi!!!”  esclamò cercando di convincerli; George, dopo qualche secondo esclamò: “Va bene, ma, Harry ti avverto… La mamma ne sarà contentissima, hai passato i guai…” Si sorrisero e i gemelli si allontanarono, parlottando concitati. Ginny e Harry si sorrisero e si avviarono verso una delle tante panchine vuote, ma purtroppo si imbatterono in Ron, che non li vide subito dato che era occupato ad adocchiare Lola che parlava con Susan Bones. Tuttavia, si girò e…. “Harry!Ginny! Ma cosa diavolo…? Harry, è mia sorella!” Così ai due toccò ripetere la predica e Ron sembrò un po’ meno tranquillo dei gemelli. Dopo un po’, i due migliori amici si accorsero che erano secoli che non vedevano la loro migliore amica. “Ehi, ma dov’è Hermione?”  chiese Ron, guardandosi intorno. Vero… Dov’era Hermione???

“Allora, la tua camera è quella in fondo al corridoio del secondo piano e dormi con Ginny, ad Hogwarts il tuo dormitorio è al primo, invece, la quarta porta a destra e dormi con Lavanda e Calì… Attualmente non ti piace nessuno e se mi chiedono di Krum non vi sentite più ma litighi ogni secondo con Weasley e dai consigli d’amore a Potter…” Disse Pansy; lei ed Hermione avevano passato gli ultimi quaranta minuti a dirsi le cose essenziali che facevano di solito. Hermione annuì. “Invece tu dormi al quarto piano della sala comune di Serpeverde con Millicent , Julie, Anne e Amanda; Malfoy  detesta essere chiamato Dracuccio, i tuoi genitori si chiamano Christine e Jack e dormi al secondo piano delle tua villa…. E soprattutto tu stasera eri qui per rovinare la festa ad Harry…” Si guardarono, decise ma ancora spaventate. Ma, chissà perché, quel momento di crisi, anzi, quei futuri cinque mesi, le avevano unite a tal punto di non insultarsi più a vicenda, almeno per il momento. “Ohhh! Sono le undici e mezzo! Hermione devi andare, ho detto a Draco che per le undici e un quarto sarei tornata!” disse Pansy, molto allarmata perché si avvicinava il momento di separarsi e iniziare a recitare il ruolo della secchiona sfigata. Hermione sembrava della stessa idea. “Oh, ok… quindi gli dico che…?”  “Che sei riuscita a stregare un panino di Paciock… Poi inventa sul momento l’effetto che ha sortito… E dici che non ti sei fatta vedere”  si guardarono, tremanti. Da quel momento in poi non sarebbero state più se stesse per i prossimi cinque mesi. Come avrebbero fatto? Con questa domanda, si spararono, ognuna verso i propri destini.

Draco Malfoy era a una decina di metri dalla Tana, appoggiato con le spalle ad un muretto. Non ce l’aveva fatta ad entrare in quella casa, e poi era rimasto a controllare che tutto filasse liscio. Quando Hermione lo vide, iniziò a sudare. Lì iniziava il “Gioco”. Doveva solo recitare. Tutto qui. Ma se l’avesse baciata?!? Insomma, lui era sempre il suo, di Pansy, ragazzo. E quindi di conseguenza ora che aveva le sembianze di Pansy si sarebbe dovuta comportare come lei… il solo pensiero la fece tremare. Quando Malfoy la vide, le andò incontro. “Pansy! Era ora! Allora, che hai fatto?” Hermione deglutì. Ecco arrivato il momento. La voce non le usciva. “Oh, non ho potuto fare granchè dato che non sei venuto…” e tentò di fare una faccia da Serpeverde per il rimprovero. “Ho solo stregato il panino a Ne…  a Paciock, voglio dire! Ehmm…  così le patatine hanno preso vita e hanno inziato… a rincorrerlo… e a parlare con la voce della… nonna!” si sentì compiaciuta per la bugia fenomenale inventata su due piedi e anche Malfoy ne sembrò entusiasto. Purtroppo per lei, disse: “Bravissima, amore!” e la abbracciò. Hermione rimase folgorata: non si immaginava un Malfoy così premuroso se lo immaginava versione fidanzato, e non aveva mai avuto modo di saperlo, dato che in pubblico non lo aveva mai visto abbracciato o roba del genere con Pansy. Ma quell’abbraccio fu la cosa che la rimase ancora più colpita, un vero abbraccio colmo d’amore e non freddo e distaccato come avrebbe immaginato. Quando la lasciò andare, sorrideva. “Davvero, angelo mio, sei davvero in gamba! Non ti cambierei per nessuno al mondo… Per te perderei il mio sangue puro…” le accarezzò il viso e poi… Poi, come c’era d’aspettarselo in un momento così dolce, tentò di baciarla. “No… no, non può essere!!!” pensò Hermione, sconvolta: baciare Malfoy non era nei suo programmi! Fortunatamente, l’astuzia non l’abbandonò. “Oh, grazie… Dracuccio!” disse, trionfante per l’idea geniale. Malfoy si ritirò all’istante, assumendo un’espressione gelida. “Quante volte ti ho detto che non devi chiamarmi così, eh??”  sbottò, allontanandosi all’istante. Se l’era scampata! Ma non poteva evitarlo a lungo… e poi, vederlo incazzato così le incuteva timore. “Scusami, Draco, solo che stavamo così bene… Me lo ero dimenticato… Non è colpa mia se mi mandi in tilt!” Disse Hermione, cercando di fare la dolce senza correre il rischio di vederlo ancora arrabbiato. Il fatto era che la faceva paura… E se per la rabbia le avesse fatto qualcosa, tipo scagliato una maledizione Cruciatus? O peggio, l’Avada Kedavra? A mali estremi, estremi rimedi. Malfoy sembrò rincuorato da  quell’affermazione. “Scusa, Pansy, non volevo essere così crudele… Ma mi conosci…” Le si avvicinò di nuovo, questa volta costringendola a stare con le spalle contro quel muro di pietra. Il cuore della ragazza batteva a mille. Ma ormai, si era rassegnata… doveva. Doveva farlo. O Malfoy si sarebbe insospettito. E  se l’avesse lasciata? Chi l’avrebbe sentita Pansy? Doveva, doveva. Malfoy non si accorse di questa sua battaglia interna, e le sorrise passandole una mano tra i capelli. “Facciamo pace?” chiese, con una voce così sensuale che non sembrava affatto lui. Hermione, suo malgrado, fu costretta a sorridere come se la cosa le interessasse, riuscendo a nascondere quella paura che provava. “Bene” approvò il ragazzo, e prima che Hermione potesse prepararsi meglio psicologicamente, prese il suo capo tra le mani e la baciò dolcemente ma allo stesso tempo con passione, e a lungo. Hermione non ci credeva. Stava baciando il ragazzo che da sette anni le rendeva la vita impossibile! E la cosa più terrificante era che quel bacio le piaceva! Era il secondo bacio che riceveva nella sua vita; il primo lo aveva ricevuto da Viktor Krum, ma non era stato niente di sensazionale, un semplice bacio a stampo di cinque secondi, invece ora… Un vero e proprio bacio, come li aveva visti solo nei film Babbani, e che le procurava un lunghissimo brivido lungo la schiena. E il lato peggiore della cosa fu che dopo i primi secondi anche lei iniziò  a partecipare. Malfoy le accarezzava il viso, e lei dopo un po’ attorcigliò le braccia attorno al suo collo, stringendolo forte… Tutto questo durò a lungo, molto a lungo, e quando si separarono, si guardarono negli occhi. “Pansy, non mi avevi mai baciato così… Per la prima volta mi sono sentito davvero in paradiso! Cosa ti è successo?”  le chiese con aria di introspezione. Hermione abbassò lo sguardo, era ancora sotto-shock. “Oh… ohh… Beh, sai, solo oggi ho capito quanto è difficile cavarsela senza di te!” Malfoy parve convinto. “Ok, andiamo. Ho posato la scopa a un centinaio di metri da qui. Ti porto a casa” la prese per mano e iniziarono a camminare nella notte appena giunta. Troppe cose in poco tempo, per Hermione! Era stordita da quel bacio, cosa le era successo??? Non aveva capito più niente, non si rendeva conto di quel che stava facendo… E soprattutto il fatto che Malfoy non fosse come sembrava le dava molto a pensare.

Alla Tana, Pansy si dava da fare. Era appena uscita allo scoperto e tanta gente che non aveva mai frequentato le chiedeva di avvicinarsi e le invitava alle loro subdole conversazioni da sciocchi Grifondoro. Chissà come se la stava cavando la Granger, pensava, e per fortuna non poteva saperlo. Riuscì ad evitare alcune paperette dei primi anni, ma poi non poté scampare alle grinfie di Lavanda Brown. Le corse incontro, tutta agghindata nel suo vestito di seta nero aderentissimo e con i capelli legati, e le rivolse un enorme sorriso da concorso di bellezza. “Hermione, cara!” sghignazzò “Come va? Ho notato con piacere che prima eri in dolce compagnia…” Pansy non poté tirare indietro il suo carattere da piccola serpe. “Ma che vuole questa? Ora do un po’ di onore alla Granger, questa risposta rimarrà nella storia” pensò, e disse, con finta voce affettuosa e sognante: “Oh, si chiamava Chris, è il mio ex ragazzo, ma l’ho piantato pochi giorni fa perché non mi meritava… Tuttavia,l’hai visto, mi sbava ancora dietro… Comunque, noto che invece a te non ti sbava ancora nessuno dietro dopo We… ehm, Ron! Come mai?” Lavanda era colpita: lei ed Hermione, dopo tutte quelle catastrofi che si erano succedute l’ano prima, non parlavano mai di Ron. “Beh, sai, sono io che non mi faccio gironzolare dietro! Ho una reputazione…”     “Davvero? E da quando? Non mi sembrava ce l’avessi qualche mese fa, quando andavi in giro a far vedere a tutti che eri capace di sbaciucchiarti!” la zittì Pansy, perfida, e dopo un’occhiata sfacciata le girò le spalle e se ne andò, rimanendo Lavanda a bocca aperta come una stupida. Pansy era soddisfatta: dopotutto con le sembianze di Hermione era sempre a contatto con le Grifondoro e poteva prenderle in giro quanto voleva. E poi, forse sarebbe riuscita a farle acquisire una posizione sociale più alta e ad essere almeno un po’ più popolare….  Questi pensieri furono interrotti dalla voce di Harry. “Hermione! Hermione! Finalmente! Ma che fine avevi fatto?” Pansy si girò: davanti a lei c’era l’ostacolo più grande, uno dei pochi che si sarebbe potuto accorgere che lei non era lei. “Pansy, fai la brava! Sii gentile e adorabile e non se ne accorgerà!”. “Ciao Harry! Scusa, ma ero di là a parlare con alcune amiche… Tu che fai?”  domandò, sentendosi sollevata per la naturalezza di quelle parole appena pronunciate. Harry sorrise,e disse tutto concitato: “Mi sono messo con Ginny! Ti rendi conto?”  “Oh, mi fa piacere, molto piacere!”  Il loro discorso fu interrotto da Ron. “Hermione! Ma dov’eri? Comunque, senti, devi darmi un consiglio…. Hai capito in che campo, no?”  Pansy lo guardò interrogativa. Oh no! E che consigli poteva mai dargli? In che campo? Hermione gli aveva detto che di solito litigavano solamente….Per fortuna, Harry disse. “Chi è la fortunata?” così la ragazza capì che parlava di sentimenti. Ron arrossì.” Ehm… Lola Grant quella del quinto di Grifondoro… Bionda, alta, stupenda, dolce, sensibile….” e mentre si disperdeva in questo elenco, il suo viso era illuminato da una luce che solo il vero amore poteva conferirgli. I due risero. “Dimmi”  lo invitò Pansy, e lui iniziò a raccontargli del loro incontro e le chiese come poteva fare per conquistarla. Pansy non sapeva che fare: insomma,parlare di sentimenti con una Serpeverde! Era uno scandalo! Ma intanto doveva rispondergli, e decise di dirgli la cosa più ovvia. “Beh, fai il carino e se lei ci sta invitala ad uscire” Ron sorrise. “Grazie, Hermione,sei una vera amica!” esclamò, e se ne andò quasi saltellando.

Mezzanotte. Hermione era seduta sul “suo” letto con indosso la camicia da notte viola di Pansy. La casa era bellissima, anche se si vedeva che i proprietari erano Serpeverde, ma era così stordita da tutti gli avvenimenti che erano successi nelle ultime tre ore… aveva il corpo di Pansy Parkinson! Pansy, la ragazza che ha sempre detestato! E invece, ora… non sapeva che pensare di lei: e soprattutto, del suo ragazzo. Draco! Possibile che quel romanticone fosse davvero Draco Malfoy? Il ragazzo conosceva già i genitori, ed erano anche in confidenza, avevano preso una tazza di caffè tutti e quattro insieme poi Draco l’aveva accompagnata nella sua camera e le aveva dato la buonanotte. Ora era lì, confusa, disorientata… chissà come procedeva la festa. Intanto, Harry e gli altri già le mancavano. Chissà se si erano accorti che non era lei. Aveva paura, però, che il carattere di Pansy, specialmente una volta giunti a scuola, avrebbe portato a qualche litigio…. O, peggio, l’avrebbero trovata meglio di lei dato che non passava le giornate sui libri ed era molto più disposta alle perdite di tempo? Il solo pensiero le fece venire il mal di stomaco. Così decise di andare a dormire.

Tre del mattino. La festa era finita da poco, e Pansy era nella stanza che divideva con Ginny. Aveva il mal di testa, quest’ultima non aveva fatto altro che riempirle la testa raccontandolo tutto quello che era successo tra lei ed Harry. Ma soprattutto stava male. Voleva la sua casa, i suoi genitori, il suo amato Draco… Il solo pensiero che Hermione l’avrebbe dovuto baciare le faceva venire un’enorme rabbia. Ma soprattutto, era strabiliata dal fatto che una parte di sé trovava simpatici Ron ed Harry… Anzi, più che simpatici! Avevano riso, scherzato insieme, e aveva conosciuto tanta gente nuova…. Tutte le sue credenze di sette lunghi anni erano scomparse in meno di tre ore! Ma rimaneva sempre il fatto che casa Weasley era una baracca e che non avrebbe saputo come dormirci dentro. Era preoccupatissima… Una volta ad Hogwarts, cosa sarebbe successo? Ovviamente, Hermione avrebbe studiato, e avrebbe reso pubblica la sua immagine da secchiona! Il solo pensiero la fece rabbrividire. Immaginava già le serpeverdi più popolari dire: “Guardate, Pansy Parkinson è una secchiona! E noi che la invitavamo ai nostri pigiama party!”. Si rigirò tra le coperte, ansiosa. Come aveva fatto a cacciarsi in un guaio del genere?! Il brutto era che non lo poteva dire a nessuno… ce l’avrebbe fatta? Ce la doveva fare altrimenti, per tutta la vita sarebbe stata Hermione Granger.

  
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