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Autore: goldfish    15/07/2007    9 recensioni
Perchè chiunque, anche la più posata delle streghe, può avere i suoi momenti no. Il problema è non farsi prendere troppo la mano, rischiando di compromettere quello che conta davvero. E allora potrebbe far comodo un piccolo aiuto 'extra'... decisamente inaspettato!
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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caso

 

3 – TEGOLE TRADITRICI

 

Casa. Mi sembra una vita che non metto più piede in questo banalissimo giardino, dove non ci sono folletti, fate o altre creature magiche. Solo un comunissimo giardino di una comunissima casa, in un comunissimo sobborgo. Il posto che mi ha vista crescere, piangere e ridere di gusto. Dove ho imparato ad andare in bicicletta, guardato le stelle cadenti e dove spesso mi sono chiesta che cosa avessi di diverso rispetto agli altri bambini, senza mai potermi rispondere veramente. Finché un giorno, una lettera recapitata da un gufo non mi ha svelato che il mio mondo era un altro, il mio destino lontano da quel giardino.

Ma questo posto, nonostante tutto, resterà sempre quello che io chiamo casa.

Rimango immobile a fissare la villetta da lontano, avrei una voglia immensa di entrare per abbracciare i miei genitori, e ringrazio il cielo che siano in vacanza, questa settimana. Perché anche se mia madre è una comunissima dentista babbana che non potrà mai comprendere totalmente quello che è la mia vita, resta pur sempre mia madre. Non si abituerà mai alla posta via gufo o al vedermi sbucare dal camino, forse, ma non ha bisogno della legimanzia per intuire al volo quello che mi passa per la testa. Per questo non voglio che mi veda così.

"Mi hai portato a casa tua?" mi chiede scettico Ron. Immersa nei miei pensieri, quasi mi ero scordata di lui.

"Non è bella?" dico senza guardarlo. Lui osserva incerto la villetta, una normalissima abitazione borghese poco distante da Londra. Quello da cui scappo, se vogliamo essere pignoli.

Gli afferro un braccio e indico con la sua mano una finestrella sul tetto.

"Quella era camera mia" spiego. "Lo sai che da piccola a volte mi avventuravo sul tetto? Se i miei lo avessero scoperto avrebbero perso diversi anni di vita, temo" ridacchio. "E ora… ho voglia di tornarci."

"Sul tetto?"

"Sì!"

"Ma…"

Ma io mi sono già smaterializzata, e in un attimo lo incito a raggiungermi urlando coma una pazza. Poi mi sdraio ad occhi chiusi sulle tegole e lo sento comparire al mio fianco con un crack.

"E se avessi sbagliato tutto?" domando dopo un po’, sempre con le palpebre abbassate.

"In che senso?"

"Insomma, tu sei un purosangue, per te è stato diverso. Ma io… a me è stata data la possibilità di scegliere. Ho scelto di abbracciare il mondo magico e abbandonare questo. E se avessi fatto male?"

Anche se non lo vedo, so benissimo che sta strabuzzando gli occhi. E infatti…

"Che cosa? Ma dico, sei matta? Sei la strega più brillante che conosca! Che abbia mai conosciuto!" esclama indignato.

"Beh, sarei stata un’altrettanto brillante studentessa di Oxford… un’università babbana molto prestigiosa" specifico, dopo un suo breve ma eloquente silenzio. "Magari sarei diventata dentista, come i miei. O magari qualunque altra cosa avessi voluto, il tutto senza rischiare di morire in una guerra magica."

A questo punto apro gli occhi e volto la testa verso di lui, che mi guarda perplesso.

"Hermione, non dire sciocchezze… questa è la tua vita. Sei una strega, perché voler vivere come una babbana ignorando i tuoi poteri? È da pazzi…"

Mi scappa un risolino sarcastico, che lo interrompe.

"La mia vita… intendi dire quella che ho mandato a puttane oggi pomeriggio?"

"Esagerata… sei solo un po’ stressata."

"No, Ron. No" dico seria. "Ho toccato il fondo. E non solo a lavoro…"

"Ti riferisci a me e Ginny?" domanda dopo un po’. "Senti, è logico che ci siamo rimasti di merda, ma… capitano a tutti le giornate no."

Scuoto leggermente la testa.

"Non si tratta di una giornata no. Oggi pomeriggio sono esplosa e sì, forse adesso mi sento in colpa perché non vi meritavate tutte quella cattiverie, ma non posso far finta che prendermela con voi non mi sia in qualche modo piaciuto. Mi sono sfogata come non ho mai fatto e, anche se non penso sul serio quello che ho detto, ero consapevole quando l’ho detto. Adesso non voglio più tornare quella di prima, mi sono stufata dell’Hermione che si fa troppi scrupoli."

Di nuovo restiamo in silenzio, osservo il cielo terso di giugno e cerco di rilassarmi.

"E noi? Io?" mi domanda.

"Tu che cosa, Ron?" chiedo, voltandomi di nuovo a guardarlo.

"Se tu… se non fossi venuta a Hogwarts, se invece fossi andata a quella Oscford…"

"Oxford."

"Quello che è!" sbuffa. "Insomma, stai dicendo che non ti importerebbe di non avere mai incontrato Harry? O… o me."

Arrossisce leggermente a queste parole; crescendo ha imparato a controllare un po’ il suo colorito, ma mai del tutto. Quello che dice, però, mi colpisce. Come sarebbe la mia vita, senza di loro? Probabilmente ci sarebbero un altro Harry e un altro Ron, al mo fianco. Probabilmente. O forse non saprei nemmeno cosa voglia dire avere due amici così sinceri e onesti, in un modo così assoluto. Una parte di me mi dice che Harry e Ron sono insostituibili, sfoghi personali e cattiverie a parte; mi sentirei persa senza di loro, smarrita. Ma… ma ora non sono più sicura di più nulla, mi sento come un libro a cui sono state strappate tutte le pagine e che devo riscrivere daccapo.

"Io non lo so."

"Ottimo" mi risponde seccato. Forse si aspettava dell’altro? Si aspettava che crollassi ai suoi piedi in lacrime implorandolo di perdonarlo, confessando quanto io sia persa senza di lui? Andiamo, ho ancora una dignità. E comunque sono una persona nuova, da oggi, nel bene o nel male.

"Non riattaccare, ok?" intervengo stizzita. Per un attimo temo il peggio, ma presto mi rendo conto che non ho voglia di litigare ancora: ho perso le forze a furia di sbraitare e arroccarmi in difesa, oggi.

"Ron, non sto dicendo che non mi importa nulla di voi… o dite" spiego un po’ più calma.

Mi accorgo di sottolineare quel te con una certa enfasi, a livello inconscio, e la cosa mi imbarazza leggermente. "Dico solo che in poche ore ho messo in discussione un sacco di cose, come non ho mai fatto in vita mia. Chi sono, cosa faccio, cosa sarò… sono un po’ scombussolata. Mi sono pure tagliata i capelli!"

Torno a guardarlo, e vedo che l’ombra di rabbia che gli attraversava il volto poca fa sta lentamente svanendo.

"Attenta a non perdere troppo il controllo, però. Rischieresti di sbandare."

Mi scappa da ridere per questa conversazione. Giuro.

"E da quando dispensi saggi consigli, Ronald ?" chiedo con sarcasmo.

"Da quando tu ti comporti in modo irrazionale,Hermione."

Adesso rido apertamente, è troppo assurdo. "Buona questa" ammetto. Poi mi volto piano e lo guardo di nuovo.

"Secondo te, perché tra di noi non è mai successo niente?"

Formulo questa domanda di punto in bianco, con una semplicità disarmante che non può non disarmare anche lui; non me ne capacito quasi. Lo vedo fare una faccia strana, spalancare gli occhi e boccheggiare per qualche secondo.

"Hermione… io non saprei."

"In fondo eri cotto di me, a scuola. È innegabile."

"Pure tu!"

"Magari un pochino…" sorrido. "Ma alla fine, niente. Gli adolescenti di solito non sanno tenere a bada i propri ormoni, e noi ci siamo sempre rifiutati di ammettere ciò che era palese. E adesso…"

"Adesso ci siamo ritrovati adulti in un baleno. O quasi adulti"

"Già. La guerra, la vita che cambia, le nuove esperienze e un futuro tanto sospirato che ci si spiana davanti. E così il passato finisce nel dimenticatoio."

"Ma è normale, no?"

"Oh, sì. Certo. Ma a volte penso a come sarebbe stata."

"Tra di noi?"

"Sì, come sarebbe stata tra di noi." Faccio una breve pausa. "Ma sono solo sciocche domande senza senso, la vita non è fatta di ‘ma’ e di ‘se’. Giusto?"

"Giusto" concorda, anche se mi è sembrato che esitasse un attimo.

Lo osservo in silenzio per qualche istante, ha uno sguardo strano, in un modo che non ho mai notato. "Oh, basta filosofeggiare, per stasera!"

Improvvisamente mi alzo un po’ e mi trascino più in alto, per guardare il panorama anche dall’altro lato della casa. Raggiungo la sommità del tetto, noncurante della sua espressione un po’ preoccupata per la nostra incolumità.

"Herm… sei sicura di non cascare? Tu odi le altezze…"

"Che palle, Ron! Sono perfettamente salda!" protesto. "Ti sarai mica rammollito?"

"Io? Scherzi, vero?!"

Ferito nell’orgoglio, mi raggiunge facilmente e mi si siede vicino.

"Ma insisto che sei impazzita" aggiunge. Poi, una tegola infame traballa sotto il mio piede, con un gridolino barcollo cercando di non perdere l’equilibrio e lui mi afferra prontamente un braccio. Restiamo qualche secondo così, immobili. Lui, sempre tenendomi stretta per un braccio, alza lo sguardo e lo posa su di me che, ricambiandolo, non posso non avvertire un leggero scossone attraversarmi la schiena. I suoi occhi blu mi fissano vicini, sempre di più e poi…

E poi accade tutto molto velocemente. Troppo, perché avrei voluto gustarmi il momento come si deve, dato che ci ho fantasticato sopra per anni. Senza pensarci troppo, né tergiversare correndo il rischio di perdere l’ennesimo treno, le mie labbra sono incollate alle sue. Non saprei dire se sono stata io oppure lui a fare la prima mossa, ma fatto sta che adesso, circa un paio di minuti dopo l’ennesima lite sfiorata, io e Ron ci baciamo sul tetto della mia vecchia casa. Ed è bellissimo.

Ma una simile situazione non può che sorprendermi e lui, ovviamente, approfitta bassamente di questa mia debolezza. Accenno un sorriso poggiata sulle sue labbra, lasciandogli cogliere al volo l’occasione per schiudermi totalmente la bocca in un bacio un po’ meno innocente e un po’ più deciso. Ok, molto meno innocente e molto più deciso, visto che presa dall’enfasi gli immergo le mani tra i capelli e mi appoggio ancora di più a lui, per sentirmelo completamente addosso, e viceversa. Dopotutto ho fantasticato su questo bacio per buona parte della mia adolescenza: ho desiderato per anni che le sue mani mi accarezzassero la schiena e i fianchi sollevandomi appena la maglietta come stanno facendo adesso, mi sono chiesta innumerevoli volte l’effetto che mi avrebbe fatto la sua lingua che mi scorre delicata sul palato, inseguendo la mia, quasi fosse nata per fare quello.

Che stupida, perché ho aspettato tanto?

Sempre la stessa tegola infame traballa di nuovo, interrompendo l’idillio.

"Ehi…" dico, staccandomi con gli occhi appena socchiusi. "Siamo su un tetto."

Mi guarda e accenna un sorrisetto.

"Già…" i nostri nasi si sfiorano appena. "Comunque credo di essere in debito con Harry."

"Cioè?"

"E’ lui che mi ha convinto a cercarti, questa sera."

Rido, poi la mia bocca è di nuovo sulla sua. Le sue mani di nuovo sotto la mia maglia, mentre le mie… beh le mie un po’ dappertutto. Poi non siamo neanche più su un pericoloso tetto…

~

Mi sveglio di colpo che saranno le otto. Imprecando per il mio atroce ritardo, mi alzo velocemente, afferrò al volo i vestiti dall’armadio e faccio per andare verso il bagno cercando di rendermi presentabile nel minor tempo possibile quando… quando ricordo che non sono in ritardo. Io non devo andare lavarmi in fretta e furia, non devo inventarmi nessuna scusa, non devo andare da nessuna parte. Ho mandato al diavolo il mio lavoro, non ho nulla da fare.

Ciondolante, ritorno sul mio letto e mi ci butto sopra a pesce, riportando alla mente tutto quello che ho combinato il giorno prima. Tutto, dal lavoro a Ginny e Ron, a… a Ron!

"Ron, credo che non… non sia saggio."

Mi fa una faccia un po’ interdetta.

"Cosa?" bofonchia. Sono sopra di lui sul mio vecchio letto di bambina a una piazza, in reggiseno, gli ho appena sfilato la maglia e mi accingevo con eleganza ad abbassargli la lampo dei pantaloni. Non lo biasimo di certo, anzi, devo essere sembrata un po’ un’assatanata.

Mi alzo di scatto a sedere.

"Il punto è che… che non cambierò mai se finisco a letto con te."

Devo dire che il ragionamento non fa una piega. Cosa? No fa una piega perché non esiste alcun ragionamento? Tsk.

"Eh?"

"Io e te… Hermione e Ron. Si tratta di un’accoppiata di nomi storica. Cioè, tutti hanno sempre pensato che… e anche se poi non… insomma è lo stesso. Io ho deciso di rimettere in discussione tutto, di me, e non posso farlo se finisco a fare quello che tutti si aspettano da sempre."

"Guarda che io non mi aspettavo un bel niente!" protesta. "Io pensavo di litigare tutta le sera… e comunque ormai non credevo neanche più che tra di noi sarebbe mai successo qualcosa. Ormai!"

"Ormai… ascoltami bene" mi rinfilo la maglia e mi lego i capelli in un piccolo codino. "Io non me la sento d’accordo?! Non è così che devono andare le cose, devo cambiare aria per un po’!"

Ancora lo scambio di qualche acida battuta e ce ne andiamo, ognuno per la sua strada. Per un attimo pare di sentire una terza voce, ma la ignoro.

Depressa, mi rialzo e mi dirigo verso la cucina per la colazione.

"Al diavolo le preoccupazioni!" mi dico, addentando un biscotto. Hermione Granger deve ricominciare da zero. E non posso ricominciare da zero andando a letto con la mia cotta adolescenziale, non è così che si volta pagina! Anche se mi sono fatta una violenza non indifferente per fermarmi… era una cosa che desideravo da tempo immemore… e poi il modo in cui…

"Oh, basta!" esclamo. In quel momento Ginny rientra a casa dal San Mungo, con la faccia comprensibilmente stravolta.

"Ciao."

"Ciao, Herm" risponde seria, guardandomi.

"Ginny… ho esagerato, ieri."

"Già. Non ti nascondo che ci sono rimasta male e che non penso proprio che ce lo meritassimo. Ma… lasciamo stare, d’accordo?"

"D’accordo."

Passa un minuto scarso di mutismo, poi cerco di nuovo il dialogo.

"Sai… per quel week-end con te, ecco, dovrò ritagliarmi un briciolo di tempo tra i miei innumerevoli impegni di lavoro, ma, se ti va ancora, avrei bisogno di staccare un po’."

In questo preciso momento, un gufo ministeriale sta casualmente planando sul balcone e picchietta con insistenza contro il vetro. Non oso nemmeno alzarmi per andare a prenderlo, gli lancio un’occhiata e poi torno a guardare lei.

"Innumerevoli, eh?" mi dice con scetticismo. Io faccio spallucce.

"Certo che tu non dai quasi mai di matto, Hermione, ma quando ti ci metti non lasci niente al caso" afferma sarcastica. "Comunque ti stanno bene i capelli."

Sorrido, e non posso negare di sentirmi un po’ meglio.

 

 

 

Che bello, avete tutti apprezzato gli sfoghi terapeutici ^^ sarà che sono incazzosa, in questo periodo e metto molto di me in questa Hermione… dunque, come vedete c’è la Ron/Herm, ma aspettate a cantar vittoria troppo presto (risolino perfido)! Già gli ho fatto fare pure troppo… ma non ho resistito, il tetto mi piaceva! *_*

I ringraziamenti speciali a robby, merryluna, hermron, pk82, Kapoch, Lauren Smith, Sara83, ImAya, KarmyGranger, soni67, funnynurse, SiJay (dici che le allucinazioni ti sembrano improbabili?! Eeheh…)

Un bacio a tutti, e spero che continuiate a leggere (anche chi non commenta!)

Beatrice.

PS: ho visto il film… imperfezioni di trama a parte, avete notato QUANTO flirtavano i due cicci *_*? Ok, io vedo flirt ovunque, ma vorrei far notare un commento non mio alla scena in cui Harry arriva a Grimmauld Place e irrompe in camera di Ron e Herm:

Tipo di Bea (che di HP non sa gran ché): "ma li ha interrotti sul più bello! Stavano chiaramente trombando… lei lo ha abbracciato per distrarlo. Poi c’è pure il letto sfatto e secondo me Ron ha sbuffato e si è sollevato la lampo, l'ho visto."

(Visto che ragazzo fine che ho?? U_U )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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