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Autore: Lelaiah    29/12/2012    14 recensioni
Se Ryan fosse costretto a riprendere gli studi a causa di un nuovo nemico?
E se questo nemico fosse, strano ma vero, un Gangrel?
Un vampiro in grado di trasformarsi in animale è diffilce da scovare, ancor di più quando sembra che si nasconda nella scuola frequentata proprio da Strawberry.
Tra situazioni imbarazzanti, missioni sotto copertura e dure battaglie, riusciranno le nostre eroine a sconfiggere anche questa nuova minaccia?
E cosa accadrà tra Ryan e Strawberry, uniti nella comune lotta e in qualcosa che ha a che fare con sentimenti mai sospettati?
Inutile dire che il racconto è incentrato sulla coppia sopracitata e che, ahimè, Mark sarà presto smollato...
Buona lettura, spero vi piaccia! :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo Siamo arrivati alla fine di questa fantastica avventura.
Grazie a tutte le persone che mi hanno tenuto compagnia, che hanno commentato, preferito, ricordato e seguito.
Questo viaggio è terminato e per ora non ne ho in programma altri, con questi personaggi. Forse dei missing... ok, in effetti uno sarebbe d'obbligo (lo capirete alla fine ^^').
Be', che dire... buona lettura! :)




Epilogo


  Rimase a fissarlo, in silenzio.
Mille pensieri si susseguivano nella sua mente, ma nessuno sembrava avere senso. Aveva la vista annebbiata, anche se stava in tutti i modi cercando di trattenere le lacrime.
Sapeva che i suoi compagni d’avventura stavano cercando di concedergli un minimo di privacy, ma non riusciva a capire se apprezzava il gesto o meno.
Se gli avessero chiesto quanto dolore provava, in quel momento, avrebbe detto nessuno.   Nemmeno la ferita gli doleva più.
  Era strano sentirsi vuoti dopo aver perso una persona di cui non si aveva avuto notizie per anni, che addirittura non aveva mai provato ad incontrare suo figlio.
“Addio…”, pensò, osservando il corpo di Revenge diventare cenere. Esattamente com’era successo agli alieni: erano tutte creature che non appartenevano a quel mondo, per un motivo o per l’altro.
-Lucas…- mormorò qualcuno. Forse Ryan, non avrebbe saputo dirlo. Nella sua testa c’era una strana eco.
Non si voltò nemmeno, aspettando di essere raggiunto. Quando sentì una mano calda sulla spalla, sobbalzò. La pelle dei suoi indumenti era così inerte, a confronto.
-So che le parole non valgono nulla, ora, ma…- iniziò l’americano.
-Non importa. Apprezzo il gesto, ma non importa. Sul serio.- tentò di costringere gli angoli della bocca a sollevarsi.
Il biondo non disse nulla, limitandosi a comprendere il dolore dell’amico. Era pienamente consapevole di quello che stava provando in quel momento, perché ci era passato anche lui.
Sospirò e si allontanò, tornando verso le ragazze e cercando d’ignorare il sangue che gli colava dai segni che aveva sulla gola.

-Cosa farete, ora?- domandò Paddy, osservando Tart. Il ragazzino galleggiava lentamente a mezz’aria, visibilmente provato dallo scontro.
-Giusto, dove andrete? Non potete rimanere qui…- intervenne Lory.
Quiche sbuffò. –Torneremo nel nostro pianeta.- rispose invece suo fratello Pie.
-Cosa?! Sul serio?- domandò il ragazzo dagli occhi d’oro.
-Sì. Ti sembra così strano? Quella è casa nostra, ora.- replicò, calmo. Avrebbero dovuto spiegare a tutti quanti quello che era successo e ricominciare da capo, tentando di costruirsi delle nuove vite. In modo diverso, senza la violenza.
-Vi accetteranno? In fondo eravate i servitori di Profondo Blu.- domandò Pam, pensierosa. Il più grande dei fratelli Ikisatashi la guardò, soppesando le sue parole.
-Abbiamo sbagliato ad appoggiare Profondo. Dovremo farglielo capire.- disse solo.
-Quindi non torneremo più sulla Terra?- s’intromise Quiche. Tart si avvicinò, allarmato.
-Eccole!
Si voltarono tutti insieme e videro, in lontananza, diverse compagnie televisive avanzare verso di loro, le telecamere in bella vista.
-Oh, no. La stampa no!- brontolò Mina.
-Dovete andarvene.- Ryan li raggiunse di corsa. Lanciò un’occhiata ai tre alieni e, vedendoli esitare, aggiunse:-Potrete ripassare a salutare quando vorrete.
-Andiamo.- Pie afferrò i fratelli e scomparvero. Come se fossero stati semplici refoli di fumo.
-Immagino che Kyle abbia esaurito gli assi nella manica. Questa volta si è superato.- commentò l’ideatore del progetto.
-Cioè?- chiese Strawberry, avvicinandoglisi.
-Doveva tenere a bada le forze dell’ordine e i giornalisti.- spiegò con un sorriso. –Ha fatto un buon lavoro.
-Quindi ora… dobbiamo andarcene?- domandò Paddy, osservando la folla avanzare verso di loro.
-Sì, sarebbe meglio.- confermò il ragazzo. –Ci vediamo al Cafè, d’accordo?
Annuirono e si divisero.
Strawberry lo fermò, posandogli una mano sul braccio. -Lucas?  
La guardò e poi si voltò nella direzione da cui era venuto. Il dampyr era sparito e il corpo del vampiro si era sparso nel vento.
-Tornerà. Ha solo bisogno di tempo.- le disse, serio. Lei annuì lentamente. –Sbrighiamoci, su.


-Ci siamo tutti?- domandò, riassumendo sembianze umane.
Lui e Strawberry avevano raggiunto il Cafè di corsa. Ovviamente Ryan si era trasformato in Art.
-State tutti bene?- Kyle venne loro incontro con una valigetta del pronto soccorso.
Diede loro un’occhiata veloce e si mise a curare una delle ferite di Mina, dato che era la più vicina all’auto.
Gli altri ridacchiarono, divertiti dall’espressione imbarazzata della ragazza, che continuava a ripetere:-Non è necessario, davvero!
Improvvisamente, mentre si godevano quel momento di svago, tutte le trasformazioni si annullarono e le ragazze tornarono normali.
-Ehi, che succede?- domandò Lory, osservandosi le mani, perplessa. Si voltarono tutte verso Ryan, in cerca di spiegazioni.
-I geni degli animali non sono più necessari. Ora siete di nuovo delle ragazze ordinarie.- rispose.
-Sul serio?- domandò Paddy, incredula.
Strawberry gli si avvicinò e sollevò lo sguardo per incontrare il suo. –Posso?- domandò, indicando con un cenno il suo collarino.
Lui annuì e si piegò leggermente in avanti, docile. Lentamente la ragazza glielo sfilò, svelando il collo. Entrambi trattennero il fiato, in attesa.
Si alzò in punta di piedi per controllare. –E’ sparito.- disse in un soffio.
-Quindi è tutto… finito?- Mina chiese conferma.
Il biondo annuì, poi abbassò gli occhi sulla ragazza che amava. Ora avrebbero potuto stare insieme come una coppia normale.
Non vedeva l’ora!
-Come ti senti?- le chiese, avvolgendole la vita con le braccia.
-Confusa, ma anche sollevata.- ammise, sorridendogli.
-Vedrai, sarà facile riabituarsi alla normalità.- le assicurò, stringendola a sé. Sarebbe rimasto in quella posizione per giorni. Era con l’unica persona veramente importante.
-Ragazze, che ne dite di fare un salto all’interno e sistemare queste ferite?- propose Kyle. Aveva capito che a Ryan serviva un momento da solo con Strawberry.
Le quattro si scambiarono un’occhiata, complice, poi annuirono, avviandosi verso la porta d’ingresso.

-Non ci trasformeremo più? Mai più?- domandò la rossa, guardandosi una mano.
Ancora non riusciva a crederci: era tornata ad essere una normale quindicenne goffa e ritardataria.
“No, qualcosa è cambiato. Ora ho Ryan.”, si disse, osservandolo da sotto la frangetta.
Lui sembrò notarlo e le chiese:-Ehi, che c’è?
Scosse la testa, sorridendo. –Pensavo a quello che succederà in futuro…- rivelò. Era stato il progetto ad unirli e ora che non esisteva più aveva paura di scoprire che tutto quello che avevano costruito non esisteva. Che fosse tutto finto.
-Be’, non so cosa succederà. Io e Kyle rimarremo qui, ovviamente, ma per il resto non so.- ammise il biondo, giocherellando distrattamente con la sua mano.
La sfilò dalla sua presa, allarmata. –Cosa significa?
-Che dobbiamo decidere se tenere aperto il Cafè o meno.- spiegò, confuso dalla sua reazione.
“Stupida, non parlava di te!”, si disse. –E… e noi…?- chiese, esitante.
-Be’… continueremo a vederci. Come una coppia normale…- mormorò, incerto. Il dubbio negli occhi della giovane l’aveva messo a disagio. Fino ad un attimo prima era così sicuro di quello che avrebbe fatto, ma ora non lo era più. –Ho detto qualcosa di male?
-N-no… no!
-E allora perché hai quell’espressione?- indagò.
Arrossì, abbassando il capo. –Perché ho paura che le cose possano cambiare, ora che il progetto non esiste più. Ho paura che tu fossi interessato a me in quanto Mew Mew.- confessò, sentendosi immensamente stupida.
A quelle parole l’americano si lasciò sfuggire un sorriso. Era tutto a posto, dunque.
Le mise due dita sotto il mento e la costrinse a guardarlo negli occhi. Terra e cielo a contatto, di nuovo. Era una sensazione di una bellezza devastante.
-Ascoltami bene, perché non lo ripeterò due volte. A me piaci tu, come persona. Mi piaci per quello che sei, per quello che fai e per come lo fai. Mi piaci perché tiri fuori il meglio di me, quando siamo insieme.- ammise, serio.
Lei sbatté le palpebre qualche volta, stordita da quella inaspettata rivelazione. Ryan temette di aver esagerato e sentì il rossore tingergli le guance.
Si schiarì la voce e si allontanò, distogliendo lo sguardo.
-Ehi… no… era… mi ha fatto piacere. Era molto sincero.- lo fermò Strawberry.
-Non lo ripeterò.- mise in chiaro lui.
-Lo so.- sorrise.
Rimasero a fissarsi per qualche istante, poi si avvicinarono, stringendosi l’uno all’altra. I loro cuori battevano in sincronia, innamorati.
-Non è cambiato niente, tra di noi. A parte il fatto che a nessuno dei due spunta più la coda.- la fece ridere, divertita.
-Non voglio che le cose cambino.- mormorò la rossa, alzandosi in punta di piedi. Ryan era fantastico, ma era troppo alto.
“Dovrò imparare a portare i tacchi.”, si disse, abbassando un attimo gli occhi.
Quando li rialzò si ritrovò il viso dell’americano a pochi centimetri di distanza, così vicino che i loro nasi si sfiorarono. Sorrise, contenta ed annullò la distanza che li separava.


  Qualcuno si schiarì la voce, a disagio.
I due ragazzi si staccarono, stupiti e si ritrovarono a fissare Lucas.
-Ehi, Lucas!- esclamò Strawberry. –Come stai? Sei ferito?- gli si avvicinò, preoccupata.
Il dampyr scosse la testa, minimizzando con un sorriso. –Sono quasi guarito.
-Stiamo per andare a festeggiare. Sicuramente Kyle avrà preparato qualcosa. Ti unisci a noi?- domandò Ryan.
L’europeo alzò gli occhi e li puntò in quelli color del cielo del ragazzo di cui era innamorato.   Valutò la proposta.
  Avrebbe tanto voluto passare del tempo con lui e col resto della compagnia, ma ora più che mai aveva bisogno di starsene da solo. Lontano da Tokyo e lontano dal ricordo di suo padre.
Scosse lentamente la testa. –Credo che passerò.
-Vai a casa?- s’informò la ragazza.
-Sì… in Europa.- rispose.
Ryan si accigliò. –In Europa? Vuoi tornare all’accademia?- chiese.
-No, no, per carità. Ho solo bisogno di tornare alle cose che mi sono familiari… mi serve del tempo.- spiegò, provando a mantenere un tono leggero.
Senza pensarci due volte, Strawberry gli si avvicinò e lo strinse forte. –Ricordati che, per qualunque cosa, noi ci saremo.- gli disse.
Lui sorrise, grato. –Ti ringrazio.
Il biondo si fece avanti. –Noi dobbiamo parlare di quella cosa…- gli ricordò. Lucas si bloccò: gli era completamente passato di mente. Eppure si era dichiarato al ragazzo di cui era innamorato, non avrebbe dovuto dimenticarsene.
-Non ti preoccupare. Fingi che non sia mai successo.- fece una smorfia che avrebbe dovuto essere un sorriso.
-Ma…
-Quando sarò tornato ne riparleremo. Ma ora devo proprio andare.- mise fine alle proteste.
Il ragazzo annuì. –D’accordo. Fa’ buon viaggio.
Lucas esitò un attimo, poi lo abbracciò. Tentò di godersi quel contatto più che poté, di mandare a memoria l’odore dell’americano e la sensazione del suo corpo.
Restarono così per qualche istante, poi si separarono.
Prima di andarsene, però, il dampyr pensò bene di informare Strawberry circa quello che era successo. Le si avvicinò e si chinò in avanti per poterle sussurrare all’orecchio.
-Goditelo finché puoi. Io ho una dichiarazione in sospeso e non me lo lascerò sfuggire.- le disse. Lei sgranò gli occhi e lo fissò basita.
Per tutta risposta lui sorrise, malizioso e poi scomparve.
-Ryan?!
Il biondo sentì un brivido percorrergli la schiena. –Dimmi.
-Cos’è questa storia che Lucas si è dichiarato e che… che non ti lascerà scappare?- chiese, completamente bordeaux.
Arrossì. –Ecco… prima della battaglia…- non sapeva proprio come dirglielo.
-Lucas è innamorato di te?- gli puntò contro il dito. “E’ uno scherzo, vero?”, si chiese. Il suo fidanzato, però, fu costretto ad annuire. –Oh, Kami!- si portò le mani alla bocca.
-Non ne sapevo nulla, almeno fino a quando non mi ha ba…- si bloccò.
All’udire quelle parole, l’ex Mew Mew divenne di tutte le sfumature del rosso. Lo fissò senza parole e poi corse verso il Cafè, chiamando a gran voce le ragazze.
-Grazie, Lucas. Giuro che, quando ritornerai, ti concerò per le feste.- promise Ryan, fissando la strada che portava al locale.
Esitò un attimo e poi si avviò. Doveva mettere in chiaro la sua sessualità: chissà come il suo nome veniva sempre associato a pensieri poco ortodossi.
 Aveva capito che, ormai, quella era diventata la prassi.
  
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