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Autore: ElPsyCongroo    30/12/2012    5 recensioni
Nel grande Regno del Giallo vivono due giovani ragazzi, anzi, una ragazza e un ragazzo, dai capelli del colore dell'oro e gli occhi del colore del cielo. Hanno un carattere un po' strano, malato per certi versi. Inoltre sono di una bellezza regale, a soli 14 anni entrambi hanno un grandissimo fascino. A questo punto si potrebbe pensare che siano fratelli, addirittura gemelli, e che siano i regnanti del Regno del Giallo no?
E invece lei è principessa del Regno, mentre lui è solo suo servo.
Lei è una regina arrogante, malvagia.
Lui è un servo fedele, malvagio.
Lei ama il suo servo, ma non come amante, ma come una sorella ama un fratello.
Lui ama la sua principessa, come un fratello ama una sorella.
Perché è questo che sono, fratelli, gemelli, anche se lei non lo sa.
Oltre a loro però ci sono altre persone che nascondono segreti, come la popolana dai capelli rossi, la serva dai lunghi capelli color smeraldo e il principe dagli occhi color zaffiro.
Un Regno intero finirà a causa di questi segreti.
Essi porteranno alla più grande tragedia.
(Si tratta della storia completa di Aku no Musume, anche se questa è solo la prima parte ^^).
Genere: Drammatico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 2: Non mi pentirò mai.

Era quasi mezzogiorno quando Len raggiunse la città: non c’era bisogno che arrivasse così presto, ma doveva andare a trovare una persona, ed era meglio che sua sorella non sapesse di chi si trattasse; non voleva farla soffrire, e comunque non le aveva mentito del tutto.

Cominciò ad avviarsi verso la parte povera della città. Dopo una mezz’oretta di cammino si ritrovò davanti ad una casa diroccata, che somigliava più ad una stalla che ad un’abitazione. Non era nemmeno provvista di porta: al suo posto, per riparare il  varco che portava all’interno dell’abitazione, c’era un sacco di iuta a brandelli, neanche fosse stato usato da una bestia per farsi le unghie. Prima di entrare prese un grosso respiro, rischiando di rimanere soffocato dal puzzo che aleggiava in quel luogo, e poi scostò la iuta, per ritrovarsi all’interno di un luogo buio e pieno di sporcizia, di bisogni animali e umani e di muffa. Si addentrò in quel luogo buio e con sguardo e passo famigliare si diresse verso l’angolo dove c’era un mucchietto di paglia che fungeva da letto, sul quale vi era sdraiato un uomo sulla sessantina coperto di macchie nere e rughe. Si avvicinò piano per non svegliare l’uomo, scoprendo però che era già sveglio, e che lo guardava con occhi velati.

«Scusami, ti ho svegliato?»

«No…. Sapevo che saresti venuto… me lo sentiv-» fu bloccato al termine della frase da un attacco di tosse, che gli fece sputare sangue.

«Attento! Non devi sforzarti! Tieni, bevi un po’ di questa medicina. L’ho presa dalla riserva privata del castello, ti farà stare sicuramente meglio, calma la tosse per un po’ di giorni.»

«Grazie…» il vecchio bevve avidamente dalla boccetta e subito si rilassò, tornando a sdraiarsi con un sorriso.

«Cosa sei venuto a fare qui, figlio mio? Lo sai che se lei ti trova ti uccide» non potè continuare, e questa volta non a causa della tosse, ma perché il suo interlocutore fu sbattuto violentemente a terra e sovrastato da una figura dei capelli color rubino e gli occhi dello stesso colore iniettati di sangue.

«Cosa diavolo ci fai qui?!?! Come osi presentarti in questa casa dopo ciò che hai fatto?!?! E tu papà, non osare chiamarlo mai più figlio, perché questo qui si è venduto l’anima alla Figlia del Male!» gridò quella che si era rivelata essere una ragazza mentre gli puntava un coltello alla gola.

«Meiko! Lascia subito andare tuo fratello!»

«Non osare definirlo tale! Dopo ciò che ha fatto al castello per me potrebbe anche morire!»

«Meiko…»

«No, padre, ha ragione,» mormorò Len, tra le lacrime «ha perfettamente ragione.» disse con un filo di voce.

 

“La prego principessa! Abbiamo bisogno di denaro! Mio padre, e non solo lui, ha bisogno di medicine, senza le quali potrebbe morire! La supplico!”

Era da almeno mezz’ora che Meiko tentava di convincere Rin a donare un po’ di soldi al popolo più povero, senza successo. Non che fosse cattiva di natura, ma purtroppo la sua giovane mente della principessa era stata deviata da quel pazzo di suo padre prima che morisse, un tiranno, che credeva che tutto dovesse essere gestito con la cattiveria e la violenza. Era un despota, e alla sua morte tutto il popolo aveva sperato in un nuovo regno gestito da quella piccola principessa, che sembrava tanto dolce con i suoi occhioni blu come il mare e i capelli che parevano oro. Purtroppo però ben presto si dovettero ricredere: la principessa era addirittura peggio del padre, per questo prese il nome di Figlia del Male


“Perché mai mi dovrei interessare della morte di qualche feccia della popolazione? Una regina non deve sporcarsi le mani con feccia simile e se morite tanto meglio, almeno dovrò sborsare meno soldi. Magari potrei cominciare eliminando te e tuo padre” mormorò infine, con un ghigno agghiacciante in volto.
“Ho ragione, Len?”

Lui rimase impietrito. Aveva sperato con tutto se stesso che non lo mettesse in mezzo. Rin non lo poteva e non lo doveva sapere, ma lui e Meiko erano molto legati: erano fratelli, per quanto adottivi e non di sangue, ma comunque fratelli. Lui era stato affidato al padre di lei dopo la separazione da Rin, un artigiano della città, un uomo povero in canna ma di buon animo. Lo aveva cresciuto come se fosse figlio suo, e anche se inizialmente Meiko non l’aveva presa bene ben presto si ritrovò a fare da sorellona al piccolo e triste Len.

Dopo tanti anni passati assieme Meiko non aveva preso bene la decisione di Len di andare al castello per lavorare per la sorella gemella, ma gli voleva troppo bene, quindi accettava di buon grado le visite che lui faceva a lei e al padre malato di tanto in tanto.

“Io, veramente…”

No, per quanto amasse Rin non ce la faceva. Non poteva condannare a morte coloro che l’avevano cresciuto con tanto amore quando lui ne aveva più bisogno.
“Credo che non sia la scelta più adatta.”
“E perché?”
“Uccidendoli attirerà solo le ire del popolo, e non vorrà di certo avere problemi con loro.”
“Hai ragione… Allora cosa proponi?”

Aveva trovato una soluzione, che per quanto fosse comunque triste e ingiusta era meglio della morte.
“Penso che… penso che l’idea migliore sia di incarcerarla, in modo da tenerla buona per un po’ e metterle la testa apposto.”
“E sia, portatela nelle segrete, e tenetela lì fino a nuovo ordine.”
“No! NO! Lasciatemi! Lasciatemi! Non posso lasciare mio padre da solo! Len, maledetto, mi fai schifo! Non osare mostrarti mai più davanti a me! Che siete maledetti, schifosi, tu Servo del Male e quella maledetta Figlia del Male! Il diavolo in persona vi ha creati, vi ha accoppiati bene! Ma non la passerete liscia, la pagherete!!!”

Si era condannata da sola. A quelle parole tutti nella sala del trono erano rimasti impietriti. Tutti conoscevano quegli appellativi che erano stati affibbiati al servo e alla principessa, ma nessuno aveva mai osato pronunciarli in presenza di lei. Era quella che era rimasta più impietrita di tutti, ma la rabbia ben presto cominciò a farsi vedere. Len tentò di calmarla, invano; la rabbia che provava non era tanto per essere stata insultata lei personalmente, ma per il fatto che Meiko avesse insultato il suo adorato Len.

“Sbattetela nella sala delle torture!!! Strappatele quella lingua schifosa, frustatela a sangue e cavatele gli occhi! Dovete farla soffrire il più possibile! Ha osato insultarmi, e per questo pagherà con la tortura e la morte pubblica per decapitazione! Ma prima dovrà veder morire il padre di stenti, quindi andate immediatamente a cercarlo! E ora allontanatela dalla mia vista!!!”

“Miss Rin, no! Non si ricorda cosa le ho detto? Questo è il peggio che può fare!”
“Stai zitto Len! Per quanto io ritenga importante la tua opinione questa sgualdrina ha superato il limite! Non deve passarla così liscia!”
“Ma-”
“Niente ma! Sono io la regina qui! E ora portatela via!”

Len guardò impotente Meiko che veniva trascinata via, mentre lo guardava con odio, rabbia, tristezza, disperazione e terrore.
“Len! LEN! Che tu sia maledetto! Hai messo di mezzo pure nostro padre, non te lo perdonerò mai! Sei diventato un maledettissimo demone!”


“Tu sei la mia dama,

io sono il tuo servo.

Se anche il mondo intero ti sarà contro,

anche a costo di diventare malvagio,

io ti proteggerò per sempre.”

Mormorò infine Len, con lo sguardo perso nel vuoto, come una cantilena di morte.

 

«E non fare quella faccia! Lo sai come mi sono sentita male quando ti ho visto dar retta alla Figlia del Male e non a me? Conoscevi la situazione, ne avevamo parlato, eppure non hai fatto niente!» gridò Meiko .

«Lo so, lo so. Hai tutto il diritto di odiarmi.» Len sapeva che più che per le ferite provocate dalla tortura Meiko aveva sofferto per il tradimento di lui. Per fortuna Len era riuscito a convincere Rin a ridurre la pena, ma era stata comunque pesante: pur essendo riuscito a risparmiarla dall’accecamento, dal taglio della lingua e dalla morte sua e del padre, era stata frustata per un giorno intero e rinchiusa senza cure, cibo e acqua per un mese, per “solo” un mese, sempre grazie alle suppliche di Len. E per “fortuna” Rin era troppo in collera per ripensare o far caso al fatto che i due si conoscessero, ma Len era disposto a tutto pur di salvare Meiko e il padre, anche a costo di rivelarle tutto.

In ogni caso, qualunque cosa fosse successa, sapeva che Meiko non l’avrebbe mai perdonato. Ne avevano parlato, Meiko aveva chiesto a Len di parlare con la principessa e convincerla ad essere più buona, anche a costo di rivelarle quale legame univa il ragazzo ad una povera famiglia, eppure lui non aveva detto niente a Rin, non poteva, aveva paura della sua reazione. Temeva che lei, per qualche assurda ragione, lo allontanasse. Che pensiero egoistico.

«Scusami. Volevo solo venire a trovare nostro padre per portargli una medicina dal castello, che per qualche giorno lo farà stare meglio.»

Solo allora Meiko si accorse delle condizioni migliorate del padre e della boccetta che ora era tornata tra le mani di Len. Si alzò dal corpo di Len liberandolo dalla sua presa di ferro e dal coltello, cosicché lui potesse salutare il padre con un lieve bacio sulla guancia prima di avviarsi verso la porta.

«Len!» lui si fermò sul ciglio della porta, senza voltarsi.

«Lo sai che restando con lei soffrirai? So che le vuoi bene, ma se torni da noi non te ne pentirai, se resti con lei sì.»

Len non rispose. Si limitò a rivolgerle un sorriso mesto, sapendo in cuor suo che non si sarebbero più rivisti. Si diresse in città, e mentre le lacrime gli riempivano gli occhi e i volti delle sorelle si sovrapponevano nella sua mente pensò:

“Su una cosa hai torto, Meiko. Io non mi pentirò mai di stare con Rin, nemmeno quando morirò. Nemmeno se la mia morte avverrà a causa sua.”

 

______

Nota d’autrice: oddio, è ufficialmente cominciata la mia e la vostra condanna a morte la storia completa di Aku No Musume! Ho sperato con tutta me stessa che qualcuno, anche una sola persona, mi chiedesse di continuare, e così è stato ^^ Infatti non smetterò mai di ringraziare Hikari Megami, o Hicchan, come preferisco chiamarla ^^  Senza il suo appoggio infatti non so se l’avrei continuata, non così presto almeno ^^ Un ringraziamento lo voglio fare anche a Ayukiko_Watarai che ha messo la mia storia tra le ricordate, quindi ho ben due persone che seguono la mia storia! Grazie mille!

Ma parlando della storia: con questo capitolo siamo entrati nel vivo della mia visione di Aku No Musume. Moltissime cose che racconterò non accadono nelle canzoni, sono pure invenzioni mie o insieme di cose lette qua e là, ma in ogni caso la storia resterà quella, la drammatica storia che tutti conosciamo. Ora come ora non credo ci sia molto da spiegare, quindi darò solo alcuni chiarimenti riguardo all’impostazione della storia, ovvero: in corsivo ci sono i pensieri, centrali e in corsivo i ricordi e laterali le strofe della canzone che ogni tanto metterò. Inoltre ogni tanto ci saranno riferimenti ad altre canzoni, chissà se riuscirete a trovarli? Per quanto riguarda la frequenza di pubblicazione dei capitoli sarà puntuale, ogni domenica un capitolo nuovo, a meno che non sorgano eventi imprevisti.

Per ora è tutto, spero di ricevere recensioni e di appassionarvi con la mia storia,

See ya, ElPsyCongroo

  
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