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Autore: cami_sanders    30/12/2012    3 recensioni
Ok, Sabrina, stai calma, è solo il concerto dei Sevenfold, QUEI Sevenfold; dopotutto li aspetti solo da diciannove anni.
Va bene: inspira ed espira lentamente....no cazzo. Che vada a quel paese la calma, domani c'è il concerto dei Sevenfold QUEI Sevenfold.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 ok, questo è il secondo capitolo (ma noooo! ) ce ne saranno altri ovviamente :3 mi scuso per averlo pubblicato così in ritardo :(
vorrei sempre ringraziare tutte le persone che mi danno sempre dei consigli su come continuare il tutto :3 senza di loro starei ancora a cecare il titolo di questa ff LOL spero che vi piaccia e che recensirete in tanti :)
angolo pubblicità LALALA: se volete, leggete la ff di una mia grande amica, non che quella che mi da sempre tanti bei consigli per questa storia :) la ff si chiama: " una normale amicizia speciale" e....tutto qui, buona lettura :)

E' mattina, anzi, notte fonda. Sono precisamente le quattro di notte o del mattino, dipende dai punti di vista.

La sveglia di plastica azzurrina che si trova sul piccolo comodino nero di fianco al mio letto suona. Quella sgradevole suoneria ripetitiva e decisamente assordante, quel classico “driiin driiin” tanto odiato, suppongo, da tutta la popolazione mondiale, mi fa letteralmente sobbalzare dal letto, tanto che sento il materasso quasi spezzarsi in due anche se sono pienamente consapevole che non è fisicamente possibile. Dopo interminabili secondi trascorsi con un martello picchiante direttamente sulle tempie riesco finalmente a far terminare il sgradevole suono.

Devi svegliarti Sabrina, fra mezz'ora Helena sarà sotto casa tua e dovrete partire per andare al concerto.

Mi alzo faticosamente dal letto e, con addosso un adorabile pigiamone di flanella rosa con sopra dei gattini che vanno felicemente a scuola ed un paio di ciabatte mega imbottite a forma di pinguino, mi dirigo verso il piccolo ed unico bagno del mio appartamento. Uscita dal bagno, dopo quindici minuti perché sono rimasta a specchiarmi come una morta nello specchio sopra al lavandino, prendo velocemente i vestiti posizionati sopra alla sedia nell'angolo della stanza e mi vesto con altrettanta fretta. Bene. Ora manca solo il trucco. Ho dieci minuti per trasformarmi da zombie rimasto sottoterra per millenni, mi mancano solo dei piccoli vermetti che spuntano un po' ovunque per fare competizione a qualsiasi film horror, ad essere un umano presentabile ed esteticamente decente. Meno male che con il trucco ci so proprio fare. Il “make up” è sempre stata una delle mie grandi passioni; ho pennelli, pennellini, spugnette, ombretti, matite ecc ecc...potrei fare competizione a Clio make up. In meno di dieci minuti sono riuscita nel mio intento; la carnagione è sempre pallida come mezz'ora fa, solo più luminosa e priva di imperfezioni, gli occhi ho deciso di renderli più grandi ed intensi grazie ad un, modestamente molto ben fatto, smoky eyes sui toni del nero, per finire il tutto è completato da un leggero burro di cacao colorato sui toni del rosso.

Suonano alla porta con insistenza, è sicuramente Helena, sempre puntuale come un orologio svizzero. Prendo dei soldi ed un documento per poi nasconderli all'interno del reggiseno dato che non ho di tasche e non ho intenzione di portarmi borse, sono troppo scomode. Ah! Dimenticavo, le chiavi di casa. Le prendo e mi avvio velocemente alla porta di ingresso ma, alla vista della mia amica sorridente davanti a me, mi viene in mente di essermi dimenticata una cosa, la più importante di tutte, il biglietto. Corro di corsa in camera lasciando la ragazza davanti alla porta e con una faccia decisamente perplessa.

-Solo te rischi quasi di compromettere il nostro viaggio verso il concerto dimenticandoti il biglietto.

Mi urla Helena. Come ha fatto a capire che mi sono dimenticata il biglietto? O mio Dio, ci manca solo che diventi una veggente. No, ma che veggente, ormai mi conosce fin troppo bene, è questo il problema.

Ritorno da lei sventolando fieramente il biglietto e finalmente entriamo in auto e, con Helena alla guida partiamo.

Dopo un' ora di viaggio in auto passato a parlare di strumenti musicali e su quanto Phil Anselmo ai giorni d'oggi sia il gemello tatuato di Buddy, quello del boss delle torte, mi ritrovo davanti all'entrata della palazzina dove fra molte ore ci sarà l'attesissimo concerto. Forse abbiamo esagerato sul fatto di arrivare prima...è ancora buio, ma poco importa, siamo fra le prime in coda.

Ci sono solo sei ragazzi prima di noi che si erano accampati tutta la notte; un po' di giorni prima avevamo pensato pure noi di accamparci per tutta la notte, ma poi abbiamo optato per il viaggio in macchina al mattino presto. Ritornando ai sei ragazzi, ho parlato con alcuni di loro e devo ammettere che sono simpatici, seguono gli Avenged da molti anni ed anche per loro è il primo concerto. Sono agitati quasi quanto noi e si vede: non la smettono di saltellare sul posto, dopotutto pure io sto iniziando ad averci i brividi al solo pensiero di vedere dal vivo i membri della band.

Helena, che è di fianco a me, mi fissa in modo strano. Chissà che le passa per la testa a quella psicopatica nota anche come la mia migliore amica.

Decido di chiederle il perché del suo sguardo così inusuale.

-Perché mi stai fissando così?

Scuote la testa di scatto, come se avessi appena interrotto uno dei suoi soliti monologhi interiori, solitamente incentrati sul dover comprare un nuovo dilatatore o sul dover cambiare una corda alla sua chitarra.

-eh? ah. No, niente, osservavo solo i tuoi occhi. Hai già lo sguardo da pazza e questo mi preoccupa. Vedi di non comportarti da malata di mente appena, e sempre se, ti ritroverai a stretta distanza da quell'uomo faccione/vocione conosciuto come Matt Shadows. Ah! Dimenticavo, tieni lo sguardo alto. Capito? S-g-u-a-r-d-o a-l-t-o.

-Ma che ti passa per la testa?

-S-g-u-a-r-d-o a-l-t-o.

Ora i suoi occhi mi fissano insistentemente come una qualsiasi mamma nel bel pieno dei discorsi sul perché non usare qualsiasi tipo di droga o sull'usare il preservativo.

-M...ma sei insensibile. Sarà il concerto più bello della mia vita, me lo sento nelle ossa, nella pelle, nelle arterie, nelle vene, nei capillari, nelle unghie, nei denti, nei capelli, nelle cellule in generale...

-Stoppati, hai reso l'idea.

-Comunque. Dicevo che sarà il concerto più bello della mia vita. Tutto quello che voglio è sentire il gruppo cantare e suonare le mie canzoni preferite dal vivo. faccioni/vocioni, muscoli e peni vari passano decisamente all'ultimo posto.

-Sese... va bene Sabri. Ma, una cosa, le altre dove sono finite? Dovreb...

-Anche se devo ammettere che le sue fossette sono adorabili. Il suo sorriso smagliante e quei dilatatori che fanno risaltare ancora di più il suo viso farebbero sciogliere ogni donna su questo pianeta. Poi i suoi muscoli, le sue mani così curate, la sua voce, i suoi tatuaggi, i suoi capelli, il suo sed...

-Sabrina!

Helena mi interrompe urlando scocciata.

-sbloccati e lasciami finire la frase cazzo.

Mi tira uno schiaffo che, devo dolorosamente ammettere, mi fa riprendere da questo stato di bimbominchiosità acuta. Continuo a ripetermi che non è colpa mia se ogni tanto cado in queste situazioni dal mio punto di vista abbastanza, anzi, molto tristi. È colpa di Matt. Punto. Ok, poveretto, è tutta colpa mia ma probabilmente anni ed anni di musica non proprio “soft” sentita ad alto volume mi ha ridotto il cervello ad un'ameba.

-Ora che ti sei ripresa Sabri, lascia che continui la frase.

La mia amica si calma improvvisamente, come una milady inglese, che, dopo averti preso a pugni, ritorna con tutta tranquillità a bere il suo tè ed a mangiare quei buonissimi biscottini.

-Va bene, dimmi.

Le dico ancora con la faccia dolorante.

-Le altre dove sono finite? Dovrebbero essere già qui o sbaglio?

Ottima osservazione. Io ed Helena non dovremmo essere da sole, per quanto ci si possa sentire sole con migliaia di persone intorno, ad assistere il concerto; con noi ci dovrebbero essere delle nostre amiche: Joan, Sidney e Cherry. Loro abitano ad un po' più di un'ora di distanza da casa mia quindi hanno deciso di arrivare separatamente a noi, con il fine di riunirci tutte proprio qui davanti all'entrata dello stadio dove si terrà il concerto.

-Ora che ci penso hai ragione, chissà dove si sono cacciate quelle tre. Sta pure iniziando a formarsi un po' di coda.

Si sente la suoneria di un cellulare e, dopo alcuni secondi concepisco che è il mio. Lo prendo, guardo lo schermo e leggo: “chiamata in arrivo da Sidney”.

Meglio che risponda subito.

-Pronto? Hahaha! Si. Ok. Ora. Ciao.

Chiudo la chiamata con aria tranquilla e serena mentre Helena si stava notevolmente esasperando.

-Chi era?

-Sidney.

-Ok, ma dimmi anche cos'ha detto, sta arrivando? È vicina? È in ritardo?

-No, ha detto che stiamo bene vestite così, ah! Mi dimenticavo. Sono qui.

Io ed Helena ci giriamo di scatto e vediamo Sidney e Cherry a pochi metri di distanza correre verso di noi.

La prima è una ragazza con i capelli scuri, tagliati alla “the REV style”, come piace dire a lei, gli occhi azzurri sempre circondati da abbondante matita nera e non molto alta; sicuramente sono io che, a mio parere, sono esageratamente alta, nel mio metro ed ottanta faccio sembrate tutti, o quasi, bassi. Anche Helena non scherza con l'altezza, è di pochi centimetri più bassa di me.

Cherry ha sempre i capelli scuri, ma tagliati come Frank dei MCR ed ha degli occhi grandi e castani.

Sidney si avvicina a me ed inizia a parlarmi.

-Ciao! Scusa per il ritardo ma c'era traffico in autostrada. Che bello, siamo praticamente le prime! Riusciremo finalmente a prendere i nostri posti sotto al palco e cosa più importante: sarò più vicina a Zacky. Al solo pensiero mi esce un sorriso da ebete tremendo.

-Povera! Non sai quanto ti capisco. Ma Helena e Cherry di che cosa stanno parlando?

Ci giriamo verso le dirette interessate che erano tutte prese dai loro discorsi; così prese da non accorgersi di gesticolare in modo al quanto esagerato.

-Non lo so, probabilmente o parlano dei My Chemical Romance in generale o di Jimmy e “Francolino” gli argomenti sono sempre quei due.

Sidney ha ragione, la signorina Helena, che tanto mi prende in giro su Matt Shadows, impazzisce completamente appena gli nomino Frank o, come le piace chiamarlo, “Francolino”. Lei mi prende in giro ma io almeno non ho dato nomignoli strani a nessuno. Non vado mica in giro ad urlare nomi come “Matteino”, “Matteuccio”, “Synystrino” ecc...

-Mi duole ammetterlo, ma quelle due ormai sono delle cause perse.

-Hai ragione.

Mi guardo intorno, si stava aggiungendo sempre più gente dato che non erano più le cinque e mezza ma le otto del mattino. Successivamente mi accorgo che è sempre mancata una delle tre ragazze.

-Sai mica dov'è finita Joan? Non doveva arrivare con voi due?

-Non preoccuparti, è andata a comprarci qualcosa da mangiare per dopo.

-Ah. Ha fatto bene. Eccola! La vedo arrivare.

Una ragazza alta, con i capelli castani molto corti e due grandissimi occhi scuri si avvicina a noi con passo svelto, tenendo in mano dei sacchetti stracolmi di cibo.

-Ciao ragazze.

-Ciao Joan!

Diciamo tutte in coro.

-Ho comprato un po' di roba da mangiare, per chi vuole fare colazione qui ci sono delle ciambelle e dei biscotti, poi per bere ci sono pure dei cappuccini belli caldi.

Efficiente la ragazza. Prendo con estrema velocità una ciambella tutta ricoperta di glassa rosa ripiena di marmellata ed un cappuccino contenuto in un grande bicchiere di cartone sigillato. Ci voleva proprio una bella colazione.

Dopo che tutte ci siamo ingozzate di dolciumi e cappucci Joan riprende a parlare.

-ho comprato pure tutto il cibo necessario per il pranzo e qualche snack proprio per darci la carica finale prima che inizi il concerto.

Rimaniamo tutte felicemente sorprese, meglio di un ristorante.

Almeno non moriremo di fame, è sicuro e non rischieremo di cadere senza forze tra le braccia di qualche metallaro mal intenzionato o, peggio, tra le braccia del pogo.

-Sei la migliore Joan. Non mi stancherò mai di dirtelo.

Rispondo sorridente alla ragazza che ricambia con un altro sorriso per poi rispondere.

-Ovvio. So benissimo di essere la migliore.

-Ora non montarti troppo la testa però.

Entrambe scoppiamo a ridere per poi ritornare a parlare con le altre.

Le ore passano e pian piano inizia ad aggiungersi gente alla coda. L'ansia sale sempre di più; anche se mancano ancora un po' di ore anzi, troppe, all'apertura dei cancelli. Sono le cinque del pomeriggio e la tensione si può percepire benissimo quasi se si potesse tagliare con un coltello.

Improvvisamente un gruppo di ragazze abbastanza lontane da noi si mette a strillare, nemmeno fossero scimmie urlatrici, ma noto che tutta la folla si sta agitando e le persone stanno iniziando ad urlare “Avenged! Avenged!”. Oddio. Non ci credo, stanno arrivando per fare il soundcheck.

Si ferma una grande macchina nera con i vetri oscurati proprio vicino all'entrata dove ci siamo posizionate tutte. Le portiere dell'auto si aprono. Esce per primo Jimmy facendo roteare le sue classiche bacchette in una mano, poi Johnny seguito da Zacky ed infine Syn e Matt. Brian esce col suo solito fare da spaccone incitando il pubblico e mettendosi in una posa diversa ogni passo che compie, che maniaco del protagonismo. Matt è coperto da un cappuccio e degli occhiali da sole; chissà se ha passato tutta la notte a bere ed ora ha il viso così distrutto che preferisce coprirlo prima che le truccatrici per il concerto facciano il loro lavoro. Si avvicina a dove stiamo tutte noi per farsi fare foto, autografi ed accontentare le persone che di fianco a me stanno urlando, piangendo ecc...

Io manco me ne accorgo di essere rimasta ferma in piedi e con in mano una bottiglietta di Coca-Cola, sono rimasta completamente imbambolata, pietrificata.

Un spiacevole evento mi fa riprendere conoscenza: tutta la bottiglietta mi si è rovesciata addosso. Mi guardo scioccata la maglietta ormai zuppa ma una voce mi distrae dalla mia imminente incazzatura.

-Pink is the new black baby!

È quella primadonna di un chitarrista che, in un suo solenne atto di alzare le braccia al cielo per far vedere meglio i suoi bicipiti a tutte le ragazzine urlanti, con grande finezza aveva urtato la bottiglietta che tenevo in mano. Fatto sta che Synyster Gates si avvicina a me ancora traballante dalla sicurissima sbronza presa molto probabilmente non molte ore fa.

-Scusa cara, la prossima volta stai più attenta.

Cosa? Io devo stare più attenta?

Che cafone, è tutta colpa sua e del suo narcisismo se ora sono tutta bagnata.

Ok, detta così suona male...ma avete capito cosa intendo no?

Ritornando a noi: mi faccio coraggio e gli rispondo.

-E tu la prossima volta usa una mentina per l'alito.

Gli urlo la frase con tutta l'aria che ho nei polmoni mentre lui era già lontano, ma fortunatamente si gira per guardarmi in cagnesco. Di fianco a lui Jimmy, che era stato partecipe a tutto, scoppia a ridere sonorosamente.

Le mie amiche sono rimaste scioccate di fronte a questa scena, mi fissano come se avessi bestemiato in faccia al Papa.

Joan è rimasta a bocca aperta, probabilmente non riesce a crederci che la sua amica si sia appena battibeccata con il chitarrista.

-Tutto bene Joan?

-S-Si è che....oddio...Sabri...l-lui...

-Fai un bel respiro e cerca di formulare una frase di senso compiuto per favore.

-Non ho parole...lui è proprio....

-Un cafone. Si, lo so. Guarda come mi ha ridotto la maglia, non credevo fosse tonto anche dal vivo. Meno male che è bravo con la chitarra, seno' non riesco ad immaginarmi che altro lavoro potrebbe fare.

-Si. Volevo proprio dire cafone...

-Davvero?

Ci credo poco al fatto che non difenda il chitarrista. È sempre stato il suo “sogno erotico per eccellenza”, come le piace sempre dire.

Sicuramente ha confuso la parola “cafone” con “bellissimo”, “da stupro” o “da manette e panna montata”.

La fisso con un'aria interrogatoria mista al divertito in attesa di una sua risposta.

-Lo sai l'effetto che mi fa quel'uomo, non ci riesco proprio ad insultarlo, non sono come te cavolo.

Finalmente ha detto ciò che veramente pensava.

Sento picchiare leggermente una mano sulla mia spalla, è Helena che insieme a Sidney e Cherry ci guardano scocciate del fatto che sia io che Joan non le stiamo minimamente considerando. Ok, meglio ritornare a parlare con tutte le altre.

I membri della band, dopo la loro recente e breve apparizione si dileguano all'interno della struttura e finalmente l'atmosfera inizia pian piano a calmarsi. Niente più spintoni da parte delle persone dietro di noi, almeno fino all'inizio del concerto.

Sono passate quattro ore e la mia maglia, oltre ad essere tremendamente appiccicosa, emana ancora odore di Coca-Cola...maledetto Synyster Gates.

I buttafuori iniziano a posizionarsi più numerosi davanti all'entrata. Uno di loro si avvicina a dove ci troviamo tutte noi e, guardandoci con molta paura malgrado la sua stazza, toglie il piccolo cancelletto mobile di metallo proprio davanti a noi, quello che separa la coda dall'entrata dello stadio. Tiriamo prontamente fuori i biglietti, ci fanno entrare all'interno del palazzo. Che il concerto abbia inizio.

WOOOW *_* siete arrivati fino a qua :3 vi ringrazio per aver dedicato un po' del vostro tempo a leggere questa piccola storiella, anche se non è quel gran che ovvio XD *cenca di evitare pomodori marci* ovviamente la storia continuerà e, per vostra sfortuna, pubblicherò altri capitoli...si...lo so....fa pena. LOL ma vi assicuro che negli altri capitoli migliora! lo giuro! *mette mano sul cuore* :)
LALALA...altro angolo pubblicità LOL leggete se avete tempo " I've got a bulletproof heart (I hope)" però è sui My Chemical Romance, è di una mia amica :)
se vi è piaciuto questo capitolo recensite. *minaccia* LOL

 

  
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