Capitolo
13
Veins
of Glass
These
Ghosts I keep inside
Shards
of
glass on my veins*
I tacchi di Masha risuonavano sull’ asfalto del
marciapiede mentre la ragazza camminava a
passo svelto lungo la via, voltandosi indietro di tanto in tanto per
controllare
che nessuno la stesse seguendo.
Non appena
vide l’insegna familiare del bar di
Emma accelerò l’andatura ed
entrò con impazienza;
finalmente era in un luogo accogliente, familiare…
La
proprietaria era intenta a servire a due
ragazzine delle cioccolate calde
quando, il rumore della porta che si riapriva la spinse ad
alzare lo
sguardo. Da quanto Mauri
aveva portavo via Masha, infatti, non aveva
potuto fare a meno di controllare chiunque entrasse nel
locale…in attesa di
vedere l’amica ritornare.
Un sorriso
spontaneo fiorì sulle sue labbra nel vedere
che finalmente la ragazza era tornata; sorriso che però
svanì nel vedere il
volto della ragazza. Tanto angosciato da farle male al cuore…
Emma
ritirò velocemente il vassoio e si diresse a lunghi
passi verso la ragazza – Aspettami nel retro…- Le
disse afferrandola saldamente
per un braccio
- Non ti
preoccupare, sto bene e poi c’è molta
gente…non
puoi farcela da sola- La tranquillizzò
la ragazza,
sforzandosi di far suonare la sua voce normale e piatta come sempre.
Eppure il
suo cuore non voleva smettere di battere a ritmo accelerato
“
Vorrei anche solo
starti vicino…” le
aveva detto…
La barista
la squadrò a lungo, prima di annuire
lievemente – Dopo…parliamo – Aggiunse
lasciando la presa
e tornando a lavoro
***
Erano le tre
del pomeriggio quando
, con il bar vuoto, le due riuscirono ad avere un attimo di
tranquillità.
- Allora,
posso sapere…come
è
andata? Cosa voleva?- Iniziò Emma prendedo posto di fronte a
lei, le mani
poggiate sotto il mento, in
attesa.
Masha socchiuse
gli occhi e si chinò
in avanti – Come vuoi
che sia andata…- Iniziò. Che
le diceva? Che non
voleva
niente di particolare se non scoparsela in un sudicio, ripugnante
vicolo?
- Santo
Cielo!- Sospirò l’altra alzando gli occhi al
cielo,
spazientita. – Anche
questo è un argomento top secret?
Va bene, mi dirai ma…non
ce la faccio Masha.
Devo sapere il motivo per cui—
- Per cui
cosa? Perché tutti volete
aiutarmi? Cos’è vi faccio talmente compassione che
dovete aiutarmi?- Ribatté
dura lei ed Emma scattò
in avanti
- Masha tu non permetti a
nessuno di avvicinarti a te vero? Neanche se uno lo fa
perché ti vuole
aiutare…perché ti vuole
bene…- Sputò il rospo
fissandola, ostinatamente negli occhi.
La donna la
fissò con gli occhi verdi insondabili, poi
abbassò lo sguardo sulle sue mani
, e tirò indietro la
sedia, alzandosi con calma – Ci vediamo domani…-
Si limitò a dire, voltandole
le spalle e uscendo dal locale
-
Accidenti…- Sospirò sonoramente
la ragazza passandosi, stancamente, una mano sulla fronte. Forse non
doveva dirglielo,
forse…sicuramente…c’era un motivo per
quel suo comportamento
“Hai
un carattere che fa schifo!” Si rimproverò Masha mentre
camminava diretta a casa “Riesci benissimo a far soffrire chi
ti vuole bene….”
Sorrise amaramente
-
Complimenti, sei davvero la degna figlia di tuo padre… -
***
Per fortuna
quel giorno Mauri
non tornò a casa così Masha
poté avere un attimo di
pace, anche se restava sempre la paura di vederlo tornare da un momento
all’altro…
“Non
permetti a nessuno di avvicinarti, vero?” Le parole di Emma le rimbombavano nella
mente mentre si girava e
rigirava nel letto
“Cazzo, perché non ti
entra in
testa che voglio solo darti una mano?”La voce di Ville si
unì la coro.
Quelle due
persone volevano solo aiutarla, Emma…la cosa
più vicina che avesse
ad una amica. E
Ville quel tignoso sconosciuto che era disposto ad aiutarla
chissà per quale
motivo….che
l’aveva già fatto, togliendola più di
una
volta dalle grinfie di suo padre
-
Perdonatemi…- Sussurrò
nell’oscurità – Perdonatemi
ma devo vivere così…-
Mormorò asciugandosi una
lacrima e fissando il soffitto della sua camera – non posso
vivere senza
fuggire dalla realtà, senza nascondermi dietro a
qualcosa… -
***
Il giorno
seguente Masha
uscì di buon ora
da casa. Un sorriso sulle labbra, Mauri
non si era ancora fatto vedere, magari per una volta
tanto aveva intenzione di fare realmente
, quello che
aveva detto: scomparire dalla sua vita.
“Non
è possibile!” Si disse scuotendo la testa, non
doveva farsi illusioni…era troppo bello per esser
vero.
La donna si guardò intorno, la strada
era ancora deserta. Controllò
l’orologio: era ancora presto Così
sospirando si appoggiò contro il muro grigio vicino al
cancello che dava sul
cortile dell’edificio che ospitava la scuola elementare e
l’asilo di quel
quartiere.
“Eevj” Pensò mentre
fissava il cielo nuvoloso “ mio piccolo
sole…”Così la chiamava ed era
ciò che
la bambina rappresentava per lei. Così dolce e sincera ,
così tenera…era un raggio di vero sole che
illuminava la sua oscurità, che
scioglieva – con la sua presenza – il ghiaccio del
suo cuore.
- Masha…-La voce pacata e cortese di Carol la
salutò e la giovane fissò la quarantenne bionda
che la stava guardando con
dolcezza, un sorriso incurvava le sue
labbra rosse
-
Buongiorno- Salutò lei, poi il suo sguardo si
spostò
sulla bambina al suo fianco e immediatamente la donna si inginocchiò
per portare i loro visi alla stessa altezza
- Ciao
– Disse sorridendo
Ville strascicava, irrequieto i
piedi lungo il marciapiede che costeggiava l’asilo. Cosa
voleva fare ? Cosa
sperata di ottenere girovagando, là, senza meta?.... Di incontrarla
così per caso?
- Scemo- Si disse mentre
immergeva la mano nella tasca dei jeans in cerca del pacchetto di
sigarette e
proprio in quel momento i suoi occhi verdi si accorsero della ragazza
inginocchiata a terra ed intenta a parlare con una bambina dai corti
capelli
castani e il viso paffuto.
Il cantante inclinò leggermente la
testa, c’era qualcosa di diverso in Mahsa….Dopo
un attimo si rese conto di cosa fosse: il suo sorriso! Quando quella
ragazza
sorrideva non lo faceva mai realmente con il cuore, e il suo
più che un sorriso
era un semplice incurvarsi di labbra,
freddo ed indifferente;
quella volta invece….il
sorriso che stava rivolgendo a
quella bambina mentre le parlava a gesti…era qualcosa di
completamente diverso:
caldo tenero e con una punta di sofferenza in esso.
-
E’ ora di andare- Carol
infranse a malincuore l’idillio delle due
Mahsa
alzò gli occhi verso di lei e
annuì tristemente, rialzandosi in piedi. Sorrise un ultima
volta a Eevj
e salutandola con la mano si
allontanò dalle due, voltandogli le spalle.
La ragazza
si strinse nel giacchetto,
trattenendo a stento una lacrima e fu in quel momento che
sentì una frenata
stridula e poi…un grido straziante che la raggelò
fino alle ossa. Il suo cuore
si fermò per un attimo, Masha
girò, di scatto, la
testa all’ indietro,
un orribile presentimento aveva
invaso ogni sua singola cellula e il suo cuore le sembrava
improvvisamente
diventato più pesante di un ma ciglio
- Eevj- Mormorò ad
occhi
sgranati
*(Veins
of
Glass – Lacuna Coil)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e vi invito a commentare numerosi!
Alla prossima
-diabolikalRapture-
@Angel:amora spero che se leggerai al tuo ritorno..beh che il capitolo sia stato di tuo gradimento
@Silvia: ehm hai già letto e commentato e grazie per l'aiuto che mi hai dato per la correzzione. Oh chiamato il telefono azzurro?
@musicaddict:ehm complicata la cosa, entrmai hanno il loro torto e ragione, entrambi hanno le loro motivazioni. (non dico di più). a presto e ..sono proprio curiosa di sapere il tuo parere su questa fic!