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Autore: MadAka    01/01/2013    1 recensioni
"Hei no! E' solo il mio coinquilino..."
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cosa bella del mio negozio era che distava solo cinque minuti a piedi dall’appartamento. Ovviamente era tutto calcolato, il negozio prima di diventare  di mia proprietà era di mio padre e quando lui decise di passare i suoi anni di vecchiaia in Ohio, da dove proveniva la mia famiglia, la sua attività era passata a me.
Per colpa sua avevo sempre avuto il pallino della fotografia fin da piccola, tuttavia crescendo scoprii la musica, i concerti, gli skater e i tatuaggi, e le cose si unirono in un’unica gigantesca passione. Io e i miei due collaboratori, Chris e Tess, avevamo trasformato il suo vecchio e tradizionale studio in qualcosa di più grande instaurando collaborazioni con magazine, siti web, testate di fama internazionale, tatuatori e atri privati, mettendo in piedi un vero e proprio business. Non fotografavamo matrimoni, battesimi, feste di compleanno o altro, no, noi fotografavamo concerti, moto, skater e tatuaggi e non avrei potuto chiedere di meglio. Innanzitutto perché gli affari andavano alla grande, ma soprattutto perché era la cosa che amavo di più fare e non avrei potuto avere colleghi migliori di quelli che ero riuscita a trovarmi e che erano, inoltre, i miei due migliori amici.
Mentre camminavo verso lo studio mi fermai a vedere la vetrina del negozio di abiti da sposa lungo la via. Avevano cambiato tutti i vestiti dei manichini. Ne avevano messi due bianchi classici, pieni di fronzoli e con grandi gonne vaporose che mi davano l’idea di essere orrendamente scomodi. Quello centrale invece mi colpì, era rosso porpora, dalla stoffa luminosa stretto in vita che seguiva meravigliosamente i fianchi, allargandosi  a metà delle cosce. Una vera bellezza. Anche se era una bellezza indosso a quel manichino taglia 38. Avrei voluto proprio vederlo sui miei fianchi 42/44. Non che fossi grassa, per mia fortuna mangiavo un sacco di porcherie e non mettevo su un kg, tuttavia mi infastidiva che gli abiti veramente belli stessero bene solo alle anoressiche top model e alle bambole di legno che li tenevano per presentazione.
Sospirai e mi voltai estraendo dalla tasca le chiavi del negozio. Poi vidi venire verso di me una faccia conosciutissima. Mi fermai sorridendo ed esclamai:
-Josh!!- spalancai le braccia e la borsa mi scivolò fino al gomito.
L’uomo rispose con un: -Oh Jane!- e mi fece un cenno con la mano come a dirmi di essere felice di vedermi.
Lo raggiunsi con finto passo cadenzato e lo guardai in faccia.
Joshua, per gli amici Josh, era il mio vicino di negozio. Mi ero sempre divertita molto a chiamarlo così perché suonava in maniera strana. Era un tatuatore, lo si capiva anche dal fatto che i tatuaggi ricoprivano quasi interamente il suo corpo. Aveva lettere gotiche sulle dita, tatuaggi in stile giapponese sulle braccia e le sue iniziali sul collo. Un uomo molto colorato, non c’era che dire! Era anche simpatico e in un certo senso affascinante. Una volta aveva meravigliosi capelli rossicci che ora si rasava in continuazione per via della fronte notevolmente stempiata che si ritrovava, aveva occhi azzurri leggermente appannati e il naso storto dovuto ad una rissa in cui era rimasto coinvolto anni prima. Ma era una splendida persona e lavoravamo spesso insieme. Tutte le fotografie dei suoi lavori sui giornali erano opera mia, mentre il mio tatuaggio era un suo lavoro.
-Cosa ci fai qui a quest’ora? Non arrivi dopo al martedì?- mi chiese
-Lasciamo perdere…- sbuffai. Lui scoppiò a ridere intuendo subito che centrava lo zampino di Taylor:
-Ho capito, ho capito. Bè, avevo giusto bisogno di parlare con te. Ho un ottima notizia, ma soprattutto ho del lavoro per te!- sorrise amabilmente.
-Fantastico!- esclamai: -Dimmi pure-
-No, non ora. Devo sistemarmi e aprire lo studio. Riesci a passare verso le 10.00? Altrimenti mangiamo qualcosa insieme, che mi dici?-
-Passo verso le 10.00. Tanto stamattina ci saranno fin dalle 9.00 sia Chris che Tess, quindi ho tempo-
Mi sistemai la felpa e cercai di riordinare i miei scombinati capelli mogano scoloriti dalla tinta mentre Joshua annuiva con la testa e faceva segno di ok.
-A più tardi allora!- disse salutandomi.
Io ricambiai e poi mi incamminai. Pochi passi dopo arrivai finalmente al mio negozio.
Girai la chiave per disattivare l’allarme, alzai la saracinesca e poi aprì la porta di ingresso con l’altra chiave del mazzo.
Il suono del campanello mi accolse e i mobili lentamente presero forma.
Il bancone in fondo alla stanza, gli scaffali con le foto scattate pronte per i clienti, le pareti piene di fotografie incorniciate che raffiguravano snowboarder, skater, rider e musicisti, il treppiede della reflex di Tess…che lì non dovrebbe esserci…
Sbuffai e andai a chiuderlo posandolo contro il muro. Odiavo il caos che quei due lasciavano in giro quando, la sera, erano gli ultimi ad uscire dal negozio.
Andai dietro al bancone e posai la mia borsa. Estrassi il cellulare e controllai l’ora, prima guardando il suo schermo, poi l’orologio posto sulla parete di destra. Mancavano cinque minuti alle nove. Chissà se Taylor aveva raggiunto l’ufficio per il suo colloquio in tempo. Ero tentata di mandargli un messaggio ma decisi di evitare di toccare tasti dolenti. Ero certa che avesse tardato ma lo avrei consolato quella sera.
Accessi il mio portatile, che era da sempre sul tavolo a destra del bancone e accanto alla prima porta della camera oscura, per sistemare alcune fotografie del contest di skate di pochi giorni prima chiedendomi che tipo di lavoro aveva in serbo per me Josh questa volta.

 
 
Ebbene, rieccomi!
Vorrei ringraziare chi ha seguito il primo capitolo  e mi ha fatto sapere che la storia le/lo sta interessando, anche se ovviamente siamo solo all’inizio.
Ho deciso di pubblicare capitoli brevi, in questo modo li riesco a scrivere in poco tempo e potrò pubblicarli con una certa frequenza (o almeno, farò il possibile).
Spero che continuiate a seguirla.
Alla prossima ;)

MadAka
  
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