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Autore: Fast    20/07/2007    1 recensioni
Cosa succederebbe se un misterioso mago riuscisse a cambiare tutto il passato? Se Kikyo fosse rimasta in vita, se Naraku non fosse riuscito a ingannare lei e Inuyasha, se lui, Miroku Kagome e Sango non si fossero mai incontrati? E se a qualcuno fosse rimasta per caso la “memoria” e cercasse di risistemare le cose?
Genere: Commedia, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Il mago

 

Ciao a tutti! Questa è la mia primissima ff, quindi siate clementi!! All’inizio doveva essere una cosa seria e morigerata, ma poi ho pensato che se l’avessi messa un po’ (anzi no, diciamo pure parecchio) sul comico sarebbe stata più leggibile!

Buon divertimento a tutti e… che l’ “incantesimo” cominci…

 

I miei passi sono lenti e cadenzati sulla fredda terra, e  gli zoori (1) producono un suono ovattato, piacevole.

Il vento soffia con una brezza gentile e tiepida per queste lande desolate, e mi scompiglia leggermente i capelli.

Guardo il paesaggio davanti a me: una stesa di terra bruciata, alberi secchi e spogli, sassi di piccole e medie dimensioni che rotolano sospinti dal vento.

Fine.

Non un animale, o un insetto.

Il nulla.

Io stessa non mi capacito di dove sono finita.

Un rumore improvviso alle mie spalle.

Tengo stretto il mio arco e afferro rapida una freccia per poi girarmi con lentezza estrema.

Abbasso leggermente la guardia.

La persona che ho davanti non sembra pericolosa.

Una bambina.

Deve essere sui dieci anni, magra, con indosso una veste che non è di foggia orientale.

Sembra una tunica, rosso scarlatto, trattenuta in vita da una fascia di un rosso più scuro. I lunghi capelli neri sono divisi in due trecce trattenute in fondo da delle perle colorate, in netto contrasto con la pelle olivastra.

Anche il viso non è orientale, e i suoi occhi nerissimi mi guardano con  una strana luce divertita.

Fa un piccolo inchino di rispetto  alla vista del mio abito sacerdotale, poi però si rialza subito, come se considerasse  quel gesto una cosa insulsa.

Abbasso definitivamente l’arco, e ripongo la freccia.

E’ un’umana.

-Chi sei?- domando.

-Il mio nome è Freya (2), e il vostro, divina sacerdotessa?-

-Kikyo-

-Il mio maestro vi ha vista arrivare, e  mi ha chiesto di venire per invitarvi alla sua dimora-

Mi guarda, e aspetta in silenzio la mia risposta. 

Una forza che non riesco ad identificare prende come possesso di me.

Non è una forza demoniaca, non so che cosa sia.

-Si- rispondo.

La bambina fa un sorriso, e mi fa cenno di seguirla.

La seguo, mentre mi conduce lungo un sentiero roccioso che ci porta sulla cima di una montagna.

Infine, dopo poco, giungiamo a una  enorme costruzione di pietra, ben fatta, con delle specie di torri, che non ho mai visto qui.

Ripenso al volto della ragazzina.

Lei e il suo maestro non sono certamente orientali, sono sicuramente degli europei che hanno deciso di stabilirsi qui (3)

Mi concentro bene sull’aura del posto.

Come per la bambina, qui non c’è niente di demoniaco, solo mi riprende quella strana sensazione di poco fa.

-Magia- dice ad un tratto la ragazzina mentre apre la pesante porta di quel palazzo.

Mi blocco –Che cosa hai detto?-

Mi tiene aperta la porta –Ho detto magia. E’ quello che stavate pensando no? Cos’è quella sensazione che senti… è una cosa che si chiedono tutti quelli che vengono qui-

Mi fa cenno di entrare.

In tutta la mia vita non mi sono mai imbattuta in una forza tale.

Anche se non c’è niente di demoniaco, devo stare all’erta.

L’interno mi è ignoto come la facciata di quella costruzione.

Per terra un tappeto di strana, ma sicuramente pregiata fattura, su dei mobili altissimi vi sono degli oggetti tanto strani quanto affascinanti, libri imponenti, aperti, candele dalla strana linea.

-Venga Kikyo, mi segua-

Dopo una lunga scalinata, attraversiamo un corridoio ove si trovano delle porte, che freya non guarda minimamente.

Infine, si arresta proprio all’ultima porta.

Dice qualcosa in una lingua a me sconosciuta, poi mi dice –Venite, il mio maestro vi vuole parlare-

Apre il portone, che cigola, e si fa da parte per farmi passare.

Entro in una stanza semibuia, illuminata da una luce verdastra che scaturisce da una enorme pentola posta sul pavimento vicino ad un fuoco ormai spento.

Seduto su una specie di panca, c’è un uomo.

-Sacerdotessa Kikyo. Avete accettato il mio invito, infine- dice

Faccio ancora qualche passo

-Non avevo altra scelta- rispondo

Lo sento ridere leggermente, poi si alza per venirmi incontro.

Lo osservo bene.

E’ un uomo alto, vestito con una tunica simile a quella della bambina, solo che è blu. Ha la pelle pallida, gli occhi leggermente cerchiati di nero, i lunghissimi capelli castani, chiarissimi, che scendono sulle spalle, al collo porta una strana collana con un triangolo.

I suoi occhi celesti, quasi bianchi, mi guardano ridenti.

Non saprei dargli un’età.

Può essere sia un ragazzo, che un uomo centenario.

-So chi sei- mi dice

-sei il bagliore di un ricordo ormai perso, e vaghi su questo Mondo alla ricerca di quel che resta, semmai ci sia, di quel ricordo-

Lo guardo senza reagire.

Quest’uomo ha il potere di leggermi dentro, nei più profondi recessi del mio animo.

-Si- continua avvicinandosi sempre di più –So tutto di te, sacerdotessa sventurata, da quando sei entrata nelle mie terre. Ho letto nel profondo del tuo cuore, e sono a conoscenza di cose che tu stessa non sai. Ho letto tutto del tuo ricordo, so che la tua vita spirituale è stata

interrotta quando non era tempo, conosco la tua triste storia personale, e so che tu stessa cammini su questa Terra cercando disperatamente di ricostruirla, ma non ci riesci, perché sei solo e soltanto il riflesso di quella vita che vorresti tanto far rivivere, quella vita che avresti vissuto se la vita non ti fosse stata strappata al momento più inopportuno, quella vita che sarebbe stata senza dubbio felice-

Fa ancora qualche passo verso di me, per poi fermarsi a pochi passi della mia figura

-quella vita che io posso farti rivivere-

Stringo gli occhi.

-Chi sei?-

- Ferkes Al Yan-

Lo guardo ancora.

-E sono un mago-

Senza volerlo, strabuzzo gli occhi.

I maghi.

Si, ne ho sentito parlare, vivono a occidente, e praticano le arti magiche, ma molto diversamente da noi.

-E come faresti, sentiamo-

-Io conosco l’anima delle cose, e so come utilizzarla. Io posso fare cose che anche il demone cui tu dai la caccia è in grado di fare-

Mi guarda per un attimo che mi sembra interminabile, e sembra che quegli occhi possano davvero spiare i più reconditi recessi della mia anima.

 

-Io ti farò tornare indietro nel tempo- dice infine.

-Che cosa?- domando dopo un attimo di silenzio.

 

Questo mago, non so se posso davvero fidarmi si lui.

 

Ma quella proposta…

La vita che non ho vissuto…

Lui può ridarmela…

E io potrò essere finalmente quello che non ho potuto essere cinquant’anni fa…

Potrò essere una donna…

Potrò vivere con l’uomo che amo come un semplice essere umano…

 

-E cosa vorresti in cambio?- chiedo.

Non si fa  mai niente per niente.

Il mago torna al suo posto.

-Assolutamente niente-

Si interrompe un attimo.

-Io ti ridarò esattamente tutto quello che hai perso, sarà modificato anche il futuro ovviamente, le persone che avrai intorno non sapranno niente del mio incantesimo, e tutto scorrerà normalmente… però…-

-Però cosa?-

-Non dovrai usare metodi sporchi per vincere, altrimenti, l’incantesimo si romperà- conclude.

-Solo questo?-

-Solo questo-

-Che cosa devo fare?- chiedo.

-Niente. Penserò a tutto io. Vai a dormire, e domani mattina, quando ti sveglierai, ti troverai esattamente nel giorno in cui la tua vita terminò, solo che questa volta, io impedirò che tu muoia-

 

Quando sono fuori da quelle mura, sento qualcosa che balza nel petto.

E’ il mio cuore, che è finalmente felice  dopo tanto tempo.

 

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

 

-Ferkes! Perché diavolo vorresti fare una cosa del genere!?!-

 

La bambina entrò nella stanza come una furia.

 

-Freya! I tuoi saluti sono sempre più calorosi!-

-Bando alle ciance!- sbraitò la bambina avvicinandosi di più all’uomo e mettendosi seduta al suo fianco.

- Perché vuoi cambiare il passato? Il presente sarà stravolto!!-

L’uomo sorrise – Esatto! Ma, come tu certamente saprai mia giovane Dea, se una cosa deve accadere, accadrà-

-non parlarmi di quello stupido destino! Sai bene che non esiste!!-

-Oh, ma io non sto parlando affatto di destino, mia cara-

Protese una mano in avanti, pronunciando delle strane parole, e da un fumo denso e biancastro si formò pian piano uno specchio che rifletteva l’immagine della sacerdotessa

-Con questo, mia cara, possiamo osservare la faccenda, e…- fece un sorriso.

-E cosa?!-

-Vedere se la sacerdotessa manterrà la parola data-

-Maledizione Ferkes, perché hai fatto una cosa del genere?!-

-Niente, voglio solo appurare una mia ipotesi…- le spiegò alzandosi.

Freya scosse la testa. Certe volte quell’uomo era incomprensibile…

-Su, adesso vai a riposare, domani inizierà la storia-

- Oh, Dio…- - Tesoro, sbaglio o una Dea deve essere politeista?-

-Insomma!!!!-

- Avanti, Freya, se le mie supposizioni sono giuste, vedrai che tutto si risolverà nel migliore dei modi…-

-E se non lo sono?-

Ferkes si fermò a pochi passi dalla porta.

-In tal caso, rimetterò le cose al loro posto. Buonanotte, Freya-

Dopo che il mago se ne fu andato, la bambina scosse la testa.

-Accidenti a Ferkes- sussurrò.

 

Intanto, nella stanza accanto, un mago stava trafficando con libri, polveri e liquidi, mentre una sacerdotessa dormiva con il sorriso sulle labbra, e a chilometri di distanza un mezzodemone, un’umana, una sterminatrice e un monaco dormivano ignari di tutto.

 

 

Allora??!!! Che ve pare del primo capitolo?!  Bè, so che non è gran che, ma il pezzo forte deve ancora arrivare!

Al prossimo appuntamento!!!

Fast

 

1: sono i tipici sandali indossati dai giapponese, quelli a infradito

2: Freya è il nome di una Dea nordica, che si dice abbia dato origine al continente di Atlantide

3: durante il periodo Sengoku i portoghesi arrivarono in Giappone, che era rimasto chiuso a tutti fino a quel periodo, ed importarono anche la polvere da sparo. Kikyo rimane sconvolta, diciamo, quando vede il castello del Mago perché in giappone esistevano solo le case e i castelli di legno all’epoca!

 

 

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