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Autore: Daisy Potter    22/07/2007    3 recensioni
Un alto giorno come tanti in una piccola isola del Mediterraneo. Per quattro ragazzi di una rock-band tedesca all’apice del loro successo è il primo giorno di meritato riposo. Per una ragazza normale, fan di una rock-band tedesca di massimo successo, è invece un giorno speciale … mi dispiace, ragazzi, ma l'ispirazione per questa storia si è momentaneamente esaurita, perciò rimarrà incompiuta a tempo indeterminato... spero di riprenderla! nel frattempo, lavoro ad un'altra storia sui tokio hotel, che pubblicherò appena sentirò di poterla concludere! ciau
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 3

Capitolo 3.

 

Una settimana è trascorsa veloce e serena. I cinque ragazzi hanno stretto una buona amicizia, si sono visti ogni giorno, un po’ sulla spiaggia, un po’ a casa della band, divertendosi insieme.

Durante uno dei tanti pomeriggi trascorsi nella grande villa, Gustav e Tom erano seduti davanti allo schermo della tv, rapiti da un accanito duello virtuale, mentre Georg si era addormentato su un lettino al sole a bordo piscina.

Bill e Isabel avevano preso possesso di altre due sdraio, e uno si era immerso nella lettura di qualche rivista, mentre l’altra si godeva i raggi del sole sorseggiando ogni tanto una bibita ghiacciata.

«Eccone un altro …» sbuffa improvvisamente Bill, rassegnato, alzando gli occhi al cielo e mettendo da parte la rivista con fare un po’ scocciato. Isabel gli lancia uno sguardo interrogativo.

«Cosa?» chiede.

«Nulla, il solito pettegolezzo sul mio conto …» dice lui, e all’alzata di un sopracciglio da parte della ragazza spiega con un sospiro:

«Come al solito, si chiedono se sono gay.»

«Oh.» è l’unico commento della ragazza. Bill la fissa per qualche istante, poi si mette a sedere, e studiando attentamente la sua espressione, trae un profondo respiro prima di chiederle:

«E se … se ti dicessi che è vero? Se dovessi confermare quelle voci … tu cosa diresti?»

Fissa con intensità lo sguardo nel suo, cercando la risposta, e la ragazza, dopo qualche istante di silenzio, poiché spiazzata dalla domanda, alla fine fa spallucce e replica:

«Be’, cosa dovrei dire? Nulla. Certo, forse infrangeresti il cuore di qualche migliaio di fan …» aggiunge con un timido sorriso. «Ma non vedo dove sarebbe il vero problema. Saresti sempre Bill Kaulitz, no? Quello che scrive i testi di canzoni dolcissime, che esprime i suoi sentimenti nella musica, che fa emozionare i fan … almeno, io la penserei così.» conclude, ricambiando lo sguardo con uguale intensità e sincerità.

Bill sente un sorriso comparirgli sulle labbra, così dolce da sciogliere il cuore della ragazza. Lentamente, si alza dal lettino e si avvicina a quello di Isabel, poggiando le mani ai due braccioli e piegandosi in avanti.

«Ne sono felice.» dice a voce bassa, guardandola negli occhi. «In ogni caso, si sbagliano. E posso dimostrarlo …» sussurra, avvicinandosi sempre di più, finché la sua bocca non sfiora quella di Isabel, dischiusa per lo stupore. La ragazza sente il suo cuore accelerare i battiti quando avverte il freddo metallo del piercing di Bill venire a contatto con le sue labbra, e dopo una breve esitazione gli permette di incontrare la sua lingua, saggiandone il dolce sapore con timidezza. Chiude gli occhi, lasciandosi rapire da quel bacio. Quante volte l’ha sognato ad occhi aperti, o la notte? Ma mai, mai uno di quei sogni si è avvicinato alla realtà. È qualcosa di indescrivibile, una sensazione di dolcezza e un’emozione più grande di qualsiasi immagine abbia mai potuto averne avuto.

Quando il cantante si allontana da lei, i suoi occhi nocciola non si staccano dallo smeraldo di quelli di Isabel, sorridendole con un battito di ciglia, mentre una tenue sfumatura di rosso le colora le guance.

Il grido di vittoria di Tom li riscuote, e quando il gemello fa la sua comparsa in giardino con alle spalle un Gustav decisamente contrariato, Bill ha già ripreso il suo posto sulla sua sdraio, un sorriso soddisfatto dipinto sulle labbra nascosto dietro una nuova rivista.

I due ragazzi prendono posto a bordo piscina, immergendo i piedi in acqua, e iniziano a discutere della loro sfida.

«Ehi, fa così caldo, qui fuori?» chiede Tom, notando il colorito di Isabel. Lei abbozza un sorriso, imbarazzata ed esclama all’improvviso:

«Ehm … ragazzi, oggi devo rientrare prima!»

Si alza, lanciando un’occhiata nervosa a Bill.

«Ti accompagno?» le chiede lui, posando la rivista che stava solo fingendo di leggere.

«Se vuoi …» acconsente lei, mentre si infila la canotta e la gonna. Saluta con la mano gli altri, raccomandandoli di dire ‘ciao’ anche a Georg da parte sua quando si fosse svegliato, ed esce, affiancata da Bill che ha già indossato i suoi jeans e una t-shirt.

Passeggiano in silenzio per qualche metro, addentrandosi sempre di più nella pineta, finché Bill non afferra la mano di Isabel e la ferma, attirandola dolcemente a sé e dandole un altro bacio.

«Mi piace stare con te.» le mormora all’orecchio una volta che si sono divisi. Lei lo guarda imbarazzata e un po’ sorpresa, poi le sue labbra si tendono in un sorriso.

«Anche a me.»

Facendosi coraggio, si alza in punta di piedi e avvicina il viso a quello del ragazzo, che assecondandola alza una mano a sfiorare i suoi capelli e fa incontrare di nuovo le loro bocche.

 

Quando arrivano in paese, si stanno tenendo per mano. Sciolgono di malavoglia la presa, e Isabel recupera le chiavi. Mentre sta aprendo, a Bill viene in mente una cosa.

«Ma domani è già sabato?» le chiede, pensieroso.

«Sì, perché?»

«Indovina … mio fratello non vede l’ora di andare in discoteca! Ti va di venire con noi?» le propone.

Isabel lo fissa sorridente.

«Pass vip e alcolici gratis?» scherza.

«Certo, siamo star, noi!» ridacchia lui, poi torna serio. «Allora, ci sarai?»

«Sicuro! Ci vediamo domani mattina?» chiede poi.

«Ovvio.» sorride Bill, e le dà un ultimo, leggero, bacio a fior di labbra. «Ciao.»

«Ciao.» mormora lei, e lo guarda allontanarsi, mentre sente il suo cuore fare lo stesso, volando verso l’alto con un paio di ali appena nate.

 

hbag

 

La mattina seguente, quando raggiunge la spiaggia, Isabel ha quasi l’istinto di provare a darsi un altro pizzicotto vedendo Bill venirle incontro sorridendo e baciarla sulle labbra. Viene però distratta dal suo intento dal grido di Tom, che si è pietrificato a metà di un passo, rimanendo con una gamba ancora alzata in maniera buffa.

«Ehi, ehi, ehi! Fermi tutti, che nessuno si muova!» esclama, gli occhi sgranati e un’espressione sbalordita sul viso, esattamente come quella degli altri due ragazzi. «Scusate, potreste ripetere quello che è appena successo?? Non vorrei avere le allucinazioni …»

Bill scoppia a ridere, mentre Isabel sorride timidamente, imbarazzata, ma anche divertita. Il ragazzo la prende per mano e si avvicinano al gruppo.

«Dobbiamo ripetere?» chiede Bill, guardando prima la ragazza, poi i tre amici. Tutti annuiscono, gli occhi ben aperti, e lui si limita ad alzare le spalle, posare le mani sui fianchi di Isabel e darle un altro bacio, più profondo di quello di prima. Gli sembra quasi di sentire le mascelle dei loro amici toccare terra, e non riesce a trattenere un sorriso. Quando si separano, leccandosi le labbra e guardandosi negli occhi, Tom, Georg e Gustav iniziano a urlare versi e fischi di approvazione, battendo le mani, agitandosi e facendo casino come bambini.

«E basta!» esclama Bill, ridendo a sua volta e buttandosi nella mischia, iniziando una delle loro tante battaglie, che Isabel rimane a guardare divertita. Sono proprio quattro bambinoni, altro che “ragazzi maturi”, come li descrivono i giornali!

Ovviamente, i quattro musicisti non la risparmiano, e Bill torna a prenderla in braccio e, senza stare a sentire le sue proteste, la butta in mare, tuffandosi subito dopo.

«Ora ti faccio vedere io …» si ribella Isabel, e cerca di affogarlo, ma il suo tentativo è bloccato da uno schizzo d’acqua di Tom, arrivato in soccorso del gemello.

Solo quando si sono stancati tornano a riva ad asciugarsi sotto i raggi del sole, sdraiati sui loro asciugamani uniti a formare un unico, grande telo.

Quando è poi ora di pranzo, si separano.

«Ci vediamo stasera, allora.» si danno appuntamento, e ognuno torna alla sua residenza.

 

hbag

 

Sono da poco passate le dieci quando Bill citofona a casa di Isabel. Dopo qualche istante, la ragazza risponde:

«Ciao. Scusate, non sono ancora pronta! Volete salire, così non aspettate lì?»

«Come vuoi, non è un problema …»

«Dai, venite su!» li incita lei, aprendo il portone, e così i quattro ragazzi entrano in casa. Salutano la madre di Isabel, che hanno già incontrato un paio di volte nei giorni precedenti, e questa indica loro la camera della figlia. Bill bussa alla porta, e in un attimo Isabel gli apre, lasciandoli entrare nella piccola stanza.

«Ci metto due minuti, promesso! Devo solo trovare il mio orecchino …» avvisa, andando a rovistare in un portagioie sul comodino. Intanto i quattro ragazzi si accomodano, sedendosi qualcuno sul letto e qualcuno su un pouf blu abbandonato sul pavimento.

«Stai benissimo.» sussurra Bill avvicinandosi alla ragazza e ammirando i suoi pantaloncini di raso neri e dorati e il top che lascia scoperta la schiena. Le avvolge la vita incrociando le mani poco sotto il suo piercing e le bacia dolcemente il collo, strappandole un brivido e un risolino.

«Ehi, quelli siamo noi!» esclama Tom, saltando giù dal letto e avvicinandosi alla parete dove è appeso uno dei poster della band. «Caspita, qui sì che sono venuto bene!» aggiunge modestamente, beccandosi uno scappellotto da Georg.

«Te lo autografiamo?» propone Gustav, guardandosi attorno in cerca di qualcosa con cui scrivere.

«Non serve, non importa …» cerca di dire Isabel, ma viene interrotta da Bill:

«E dai, lasciaci fare le star almeno una volta!» l’ammonisce scherzosamente, poi si unisce agli altri, che hanno finalmente trovato un pennarello, e mette la sua firma in uno spazio vuoto accanto alla sua foto, guardandola poi soddisfatto.

«Fatto!» esclama, fiero di sé, e Isabel non trattiene una risata di fronte a quel suo lato un po’ narcisista.

«Ehi, trovato!» esclama poi, tirando fuori dal portagioie un orecchino con tre pendenti terminanti ognuno in una stella. Lo assicura all’orecchio sinistro, cosicché finalmente sono entrambi al loro posto, poi si volta, afferra la giacchetta bianca che ha lasciato su una sedia e calza i sandali neri vicino alla porta.

«Pronta!» annuncia, e insieme ai ragazzi va nell’ingresso. «Ciao, ‘ma. Non aspettarmi in piedi, faremo tardi. E non preoccuparti, sono in buone mani!» rassicura la madre con un sorriso; infine escono.

L’auto della band con i finestrini oscurati li sta attendendo poco distante. Salgono tutti e cinque a bordo e si dirigono verso la discoteca subito fuori dal paese.

Una volta qui, Isabel rimane a bocca aperta: il piazzale fuori dal locale è pieno di fotografi e giornalisti, che non appena scorgono la macchina iniziano a far rimbalzare i flash sulla carrozzeria lucida dell’auto e a strepitare, chiamando i Tokio Hotel con la speranza di qualche dichiarazione.

«Scheisse!» impreca Bill tra i denti, poi si toglie la giacca di pelle e la passa a Isabel. Lei lo guarda confusa.

«Copriti con questa; tieni nascosto il viso dagli obiettivi, altrimenti domani ti ritroverai un’orda di giornalisti sotto casa …» spiega lui contrariato. Intanto la macchina ha posteggiato di fronte all’ingresso, dove un paio di guardie del corpo sta attendendo i ragazzi per scortarli dentro e almeno una decina è già impegnato a tenere a bada la folla di giornalisti e fans scatenate. Isabel è sempre più impressionata da tutto ciò.

«Sei pronta?» le chiede Bill, prendendole una mano. Lei deglutisce a fatica, fissando inorridita il mare di flash impazziti.

«No.» confessa. «Ma andiamo.»

Appena le porte dell’auto vengono aperte, i click delle macchine fotografiche si fanno più insistenti, i flash sono accecanti, le grida delle fan e dei giornalisti si fanno più forti. Ma non è niente in confronto a quando si rendono conto della presenza di Isabel. L’odore di uno scoop è inebriante, per i reporter, che si affannano a cercare di immortalare la ragazza, o di chiedere a Bill chi sia la nuova fiamma che sta tenendo per mano, trattenuti a fatica dai bodyguard.

Isabel, leggermente intimorita da tanto clamore, segue il consiglio di Bill e si rifugia sotto la sua giacca, coprendosi la testa, mentre quasi di corsa raggiunge l’ingresso al suo fianco, la mano sempre stretta in quella di lui, i loro amici a loro fianco. Una volta dentro, tira un sospiro di sollievo. Fa per restituire il giubbotto a Bill, ma lui la ferma prima che possa toglierlo, indicandole il gruppo di fan che già si è affacciato dalla sala da ballo.

«Tranquilla, noi andiamo nel privée al piano di sopra.» la rassicura, e sempre scortati dalle due guardie, iniziano a salire una rampa di scale.

Giunti sul pianerottolo, una delle guardie estrae una carta magnetica dalla giacca e la fa passare in una fessura accanto alla porta di fronte alla quale si sono fermati.

Finalmente sono liberi di gustarsi la serata.

Entrano in una sala illuminata solo dai fari colorati della pista da ballo, che si estende per diversi metri al centro, circondata da decine di comodi divanetti rossi e tavolini. Il lungo bancone del bar in fondo è già affollato di clienti, tutte persone distinte e indubbiamente ricche, e probabilmente di una certa fama, anche se Isabel non riconosce nessuno. Le età sono le più varie, dagli adolescenti, a chi ha già raggiunto e superato la trentina.

I cinque ragazzi della band si dirigono verso uno dei tavolini, e si lasciano cadere sui divanetti, mentalmente spossati per il precedente ‘bagno di folla’.

«Wow.» sospira Isabel, lasciandosi cadere con un tonfo sordo accanto a Bill e posando sullo schienale la sua giacchetta insieme al giubbotto del ragazzo.

«Mi dispiace.» si scusa lui. «Non pensavo ci avrebbero trovati anche qui, perlomeno non così in tanti!»

Si legge nei suoi occhi una scintilla di irritazione, e Isabel gli accarezza teneramente una guancia.

«Non preoccuparti, siamo dentro sani e salvi.»

Gli sorride, per poi perdersi sulla sua bocca.

«Ehi, ma ci sentite?!» è la voce di Georg, che li riporta alla realtà dopo pochi istanti … o forse di più?

«Alleluja, è un’ora che vi chiamiamo! Allora, che volete da bere?» chiede loro il bassista.

«Uhm … gin lemon.» dicono insieme. Si scambiano uno sguardo.

«Piace anche a te? Questo non l’avevo trovato sulle riviste …» ride Isabel. Una volta liquidati i loro amici, tornano a coccolarsi sul divanetto, finché una melodia non distrae la ragazza, che si raddrizza ascoltando le note che escono dalle casse.

«David Guetta!?» esclama, sorridendo. «Oh, devo assolutamente ballarla, questa! Dai, andiamo!» lo prega, prendendo Bill per mano e provando a trascinarlo in pista.

«Nononono! Io non ballo … non ne sono capace …» si ribella lui, rimanendo piantato sul divano.«Uffi, pensavo che quel giornale scherzasse quando l’ha detto! Ma nemmeno un po’? Sicuro sicuro??» lo implora lei allargando gli occhi verdi e rivolgendogli uno sguardo da cucciolo. Vedendo però che il ragazzo non sembra intenzionato ad assecondarla, gli fa una linguaccia e si allontana sulla pista da sola.

«Be’, la lasci ballare da sola?» indaga la voce di suo fratello, alle sue spalle. Gli passa il suo bicchiere di gin e rimane a guardare Isabel muoversi a ritmo di musica sulla pista.

«Sai che non so ballare.» sospira Bill, dando un sorso alla bevanda e sistemandosi sul divanetto. Tom alza le spalle.

«Vabbè, le tengo compagnia io. Pistaaaa!» esclama allegro, mandando giù in una volta sola il bicchierino di rum che aveva portato al tavolo - dimenticandosi completamente di quello con la pera - e immergendosi nella folla con in mano il gin lemon di Isabel.

«Ehi, bella.» la saluta, porgendoglielo e iniziando a ballare accanto a lei. Isabel gli sorride e trae un sorso dal suo bicchiere.

«Mmmh, fantastico! Meglio di come lo fanno al pub dove vado di solito!» apprezza, e continua a ballare. Poco dopo, anche Georg e Gustav li raggiungono, tuffandosi in un buffo ballo di gruppo, ma poi sia il bassista che il batterista adocchiano un paio di ragazze che scuotono lentamente i fianchi poco più in là, e si allontanano con dei sorrisetti maliziosi sulle labbra.

«E tu, donnaiolo? Che ci fai ancora qui?» scherza Isabel. Tom le prende il bicchiere, bevendo un po’ di quello che è rimasto, incurante delle sue proteste.

«Aspetto la donna che mi ispiri.» sorride. Poi sposta lo sguardo alle sue spalle e sembra illuminarsi. «E credo di averla trovata! A dopo!» le strizza l’occhio, dopodichè si allontana, puntando verso una bionda che balla a qualche metro da loro. Isabel scuote la testa divertita, prima di finire il poco gin che le ha lasciato il ragazzo. D’improvviso si sente stringere da dietro, e si volta trovandosi davanti al viso di Bill, ormai stufo di starsene da solo a guardare suo fratello ballare con la sua ragazza. Sorride.

«Che ci fai qui?»

«Pensavo che magari potresti insegnarmi tu, a ballare.» le sussurra lui all’orecchio, avvicinandosi al suo viso, e cogliendo l’occasione per baciarla.

«È facile.» sorride maliziosa lei, poi si volta, dandogli la schiena. Gli prende le mani, posandosele sui fianchi, poi inizia ad ondeggiare lentamente il bacino, seguita dal ragazzo.

«Visto? Sei capace.»

«Così?» chiede a bassa voce lui, avvicinandosi ancora di più, stringendola a sé e posando le labbra sul suo collo. Isabel si sente sciogliere, quasi non si regge più in piedi. Fortuna che c’è la presa di Bill sui suoi fianchi a sostenerla, e le ali del suo cuore che battono sempre più forte, spingendola verso l’alto.

Ballano insieme per quelle che sembrano ore, prima di abbandonarsi sul divanetto e baciarsi tutta la notte, intrecciando le mani, accarezzando le labbra, scontrando le lingue. Carezze, baci, morsi. In quel momento non pensa più che a tenerla tra le braccia sia proprio Bill Kaulitz, la famosa rock-star che sogna ogni notte. È solo il ragazzo più dolce che abbia mai conosciuto, un adolescente pieno di energia, sensibilità, e gentilezza. Proprio come l’idolo delle sue visioni, ma più reale di quanto avrebbe mai immaginato, e finalmente, almeno in quegli attimi, davvero suo.

 

*

 

«BIILLL!»

Una voce esplode nell’orecchio del ragazzo, facendolo sobbalzare e allontanare dalle labbra di Isabel.

«Tom, ma che diamine …?»

Suo fratello crolla sul divanetto ridendo come un ossesso, afferrando il primo bicchiere che trova sul tavolino, senza rendersi conto che è vuoto.

«Che bella feshtaaaa!» ridacchia, cercando invano di bere qualcosa dalle ultime gocce del gin di Bill.

«Oh no …» mugugna il ragazzo, roteando gli occhi e abbandonandosi contro lo schienale del divano.

«È un po’ brillo?» chiede Isabel con un sopracciglio alzato, osservando divertita la faccia stralunata del giovane.

«È un eufemismo …» commenta Bill, lanciando un’occhiataccia al gemello. «Ma perché finisce sempre così?!» si lamenta.

«Non sarebbe meglio se lo portassimo a casa?» si preoccupa la ragazza, mentre lo vede tentare di rialzarsi e inciampare nei suoi stessi piedi, ricadendo con un tonfo sul divano proprio addosso al fratello. «Tanto sono già le tre passate.» aggiunge, controllando l’orologio.

«Va bene.» sbuffa lui. «Dobbiamo cercare gli altri due, però.»

Mentre Bill rimane con il fratello, a controllare che non crolli addormentato sul divano o che non gli venga la brillante idea di andare a spasso per il locale, magari a scolarsi qualche altra bottiglia di birra, vodka, whisky o cos’altro abbia bevuto, Isabel fa un giro della pista da ballo cercando Georg e Gustav. Trova il primo impegnato in un bacio degno di un polipo con una brunetta i cui tacchi le regalano almeno dieci centimetri della sua altezza, e si guadagna un’occhiataccia da parte di quest’ultima quando si intromette per ‘rubarle’ il ragazzo. Gustav invece è da solo al bancone del bar, così recuperarlo risulta più facile. Infine tutti e cinque si dirigono verso l’uscita, Bill e Georg trattenendo Tom per le braccia, le guardie del corpo nuovamente al loro fianco.

Per fortuna riescono ad evitare l’orda di giornalisti, che non si aspettava di vederli uscire dal retro e a quell’ora, e dopo una ventina di minuti sono a casa sani e salvi. Con non poca fatica, riescono a trascinare Tom fino nella sua camera da letto, e non appena il suo corpo sfiora il materasso si addormenta di botto.

Bill trae un ennesimo sospiro esasperato, guardando la figura del fratello che russa beato, sdraiato a pancia in giù con un braccio penzoloni e il cappellino storto. Glielo leva, insieme alla fascia, poi esce dalla stanza. Dà la buonanotte a Georg e Gustav, che già si stanno trascinando nelle loro camere, poi rivolge la sua attenzione a Isabel.

«E così, hai visto anche i retroscena dei Tokio Hotel, eh?»

Isabel ride.

«Be’, dai, è stata comunque una bella serata, no?» sorride, vagamente maliziosa.

«Stupenda.» commenta lui, incatenando gli occhi della ragazza con il suo sguardo intenso. Si avvicina di più, le accarezza il viso, poi si piega a baciare le sue labbra. Lo fa con tenerezza, le sfiora appena, poi vi indugia un istante, dischiude la bocca, lascia che il suo piercing accarezzi la lingua di Isabel, stuzzicandola con il suo sapore metallico e la sua freddezza. Le sue mani scorrono lungo le spalle della ragazza, scendono lungo le braccia, arrivano ai fianchi morbidi, avvolgendoli. Stringendola a sé, senza lasciare nemmeno per un istante le sue labbra, inizia a muoversi, raggiungendo lentamente la porta della sua camera, riuscendo ad aprirla di schiena. Entra, si volta, la chiude con un calcio e vi si appoggia, tirando con sé Isabel e continuando a baciarla con passione. Quando ormai sembra che non ci sia più aria per respirare si separano, ma subito Bill si tuffa sul collo della ragazza, baciandolo leggero, lasciando scorrere la lingua sulla sua pelle, assaggiandola con piccoli morsi.

«Resti con me stanotte?» le sussurra rocamente avvicinandosi al suo orecchio, torturandone dolcemente il lobo. Isabel si morde un labbro, quasi indecisa, ma l’ombra del dubbio svanisce in un attimo, come una nuvola spazzata via da una raffica di vento, e con un debole sì si lascia andare completamente.

Le mani di Bill, che finora hanno accarezzato i suoi fianchi, scendono sempre di più, fermandosi poco prima delle cosce e stringendo la presa, sollevando la ragazza da terra. Isabel incrocia le gambe dietro la sua schiena, e si lascia trasportare attraverso la stanza, fino ad arrivare al letto, dove lui la fa sdraiare, sovrastandola poi con il suo corpo. Si sfila rapidamente il giubbotto di pelle, mentre le mani di Isabel pensano a sollevare la stretta t-shirt, facendola scivolare oltre la sua acconciatura ormai disordinata e gettandola di lato, per concentrarsi ad accarezzare la pelle liscia del suo petto.

Bill passa una mano sulla sua schiena seminuda, iniziando a sciogliere i lacci del top, mentre con la lingua traccia disegni immaginari sul suo collo, scendendo lentamente sul seno, liberandolo dalla stoffa dell’indumento e avvolgendolo con le labbra.

Le sue carezze portano Isabel in Paradiso, e allo stesso tempo si sente avvampare come nelle fiamme dell’Inferno. Per un brevissimo istante, prima che la sua mente vada in blackout, le torna in mente una frase di una canzone che ha scritto Bill … “Lass mich wenigstens der Engel in der Hölle sein”  … è proprio così, quel ragazzo è davvero un Angelo dell’Inferno …

Non riesce  a pensare ad altro perché la lingua di Bill si sta facendo lentamente strada lungo il suo ventre, fino a fermarsi e girare in piccoli cerchi attorno al suo ombelico, sfiorando e a volte tirando con delicatezza il suo piercing, lasciandole sfuggire dei piccoli gemiti di piacere.

Continua a stuzzicarla a lungo, le sue carezze si perdono nella notte, mentre gli abiti finiscono disordinatamente a terra, finché non scivola in lei e la fa sua, con dolcezza e lentezza, passione e forza, un’altalena di emozioni che si ferma solo poche ore prima del mattino, quando le fiamme sembrano spegnersi e lasciare spazio al velo della stanchezza, che li culla nel silenzio dell’oscurità.

 

 

 

 

 

Spero sia piaciuto!

Ora parto per una settimana in vacanza con gli amici, chissà che non porti un po’ di ispirazione??^_^

Baci

FedyKaulitz

 

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