Anime & Manga > Vampire Knight
Ricorda la storia  |       
Autore: Allyn    04/01/2013    9 recensioni
Quando Yuki si risvegliò Zero dormiva ancora. Un braccio sotto il cuscino, l’altro abbandonato sul materasso spoglio, la mano aperta, in cerca di lei, anche nell’incoscienza del sonno...
Dal capitolo amore e sangue [...]Afferrò il viso di Zero con tutte e due le mani, baciandolo con foga, , per poi buttarlo con il suo peso a terra, leccargli piano il collo, e prendendosi ciò che ormai era suo di diritto.
Affondò i canini con molta meno gentilezza di quanto aveva fatto il ragazzo, bevendo avida, ancora assetata per quei mesi passati senza di lui.
“Sei diventata una vampira veramente brava, Yuki” Le mormorò il ragazzo osservandola, gli occhi chiusi, le labbra impegnate, il viso arrossato. Chiuse gli occhi anche lui, felice per quel gesto, per quel loro scambio d’amore, ma triste allo stesso tempo, nell’immaginarsi ancora umano, nellnell’immaginare lei, ancora umana. Cosa avrebbero fatto, insieme in quel bagno? Di certo la loro passione non sarebbe esplosa in un reciproco dissanguarsi, mordersi, bersi...si sarebbero consumati a vicenda in un altro modo, possedendosi nell’altro modo che conoscevano, l’unico che lo Zero umano avrebbe potuto condividere con la sua Yuki umana...
Genere: Dark, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaname Kuran, Un po' tutti, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

Il risveglio

Quando Yuki si risvegliò Zero dormiva ancora. Un braccio sotto il cuscino, l’altro abbandonato sul materasso spoglio, la mano aperta, in cerca di lei, anche nell’incoscienza del sonno.

Un sorriso triste le affiorò sulle labbra graziose, ancora memori dei baci imperdonabili di quella notte.

Lo osservò in silenzio, non voleva svegliarlo, interrompere quel suo quieto sognare. Era bello, tanto da scatenarle una terribile fitta al cuore; il volto disteso, i capelli lisci gli ricadevano morbidi su quella pelle diafana, e poi il collo, macchiato da quei due piccoli segni lividi...testimoni del loro folle gesto, piccoli traditori...

Era suo.

Si avvicinò con prudenza, trattenendosi con una mano i lunghi capelli castani, che altrimenti sarebbero scivolati sul suo corpo nudo come sottili fili di seta, svegliandolo...

“Zero...” Sussurrò quel nome, piano, sicura di giungere in qualche sogno lontano, mentre le sue labbra si avvicinavano caute al bel collo già segnato. Si fermò a pochi centimetri da ciò che più desiderava, colpevole, ancora...

Riluttante si alzò dal letto, non era ancora l’alba, la notte dominava padrona sui colori del cielo, tingendolo di un blu precario, destinato a scomparire con l’arrivo del sole. In quella stanza senza tempo raccolse il suo vestito e lo indossò in un unico e rapido gesto, la stoffa fredda e pregiata le dette i brividi, a contatto con quella sua pelle ancora calda di lui, del suo folle e vorace amore.

Lasciò il collegio con una voragine nel petto, chiedendosi cosa sarebbe successo da quel momento in poi, se le loro vite sarebbero cambiate...se quella colpa tremenda di cui si erano macchiati li avrebbe portati verso un baratro nero...

Dovevano dimenticare, dovevano abbandonare tutta quella gioia all’oblio eterno, lasciare che rimanesse solo un vago e dolce ricordo, dolce come il suo sangue, dolce come il suo corpo.

Corse a perdifiato, ogni passo sull’asfalto l’allontanava da quel letto, da quelle lenzuola macchiate del loro rosso più vivido.

L’alba sbocciò prepotente, ridonando nuovi colori al mondo cupo, tetro e sanguinario della notte, il mondo dei vampiri.

Yuki giunse di fronte al grande portone di mogano solo quando il sole fu alto nel cielo. Le bruciavano gli occhi non tanto per il fastidio arrecatole da quella luce, da quei raggi troppo chiari, troppo candidi per la sua razza, gli occhi le bruciavano di lacrime...

Si asciugò il viso con la manica del vestito, pronta ad affrontare la sentenza più dura, lo sguardo gentile del nobile fratello, il purosangue Kaname Kuran.

Salì le scale, salutando Ruka e Kain con un gesto distratto della mano, tutto l’allarmismo che aveva colto nei loro occhi sembrò placarsi appena la videro.

“Nobile Yuki... vi abbiamo cercato per tutta la città, dove avete trascorso la notte?” Chiese la ragazza dai capelli color del miele.

La giovane purosangue posò lo sguardo verso il basso, verso la complessa e intricata trama del pavimento di marmo.

“Principes...” La richiamò Ruka, ma il rapido gesto di una mano snella, aggraziata e forte allo stesso tempo, la zittì ancor prima che potesse terminare di pronunciare quell’appellativo che Yuki odiava tanto.

Era giunto, in un lampo, con il passo svelto e calibrato, inondando l’aria con il suo profumo antico, buono. Aveva il volto stanco, la solita perfezione guastata da profonde occhiaie violacee che contornavano gli splendidi e inquietanti occhi amaranto. Kaname Kuran.

“Ruka, Kain...stanotte Yuki non è rientrata a casa, ma aveva il mio permesso...perciò non preoccupatevi, potete andare” Disse con gentilezza, spostandosi i capelli scuri dietro le orecchie.

Kain si allontanò sbuffando, apatico come sempre. La ragazza, invece, rimase immobile di fronte ai due purosangue, guardava lui, poi lei, poi ancora lui, chiedendosi perché fosse tanto indulgente con quella ragazzina ingrata, con quella giovane donna che di nobile non aveva niente, se non quel sangue prepotente che le scorreva nelle vene, lo stesso dei Kuran. Ruka si chiese perché non si arrabbiasse con lei, perché non le urlasse contro la sua rabbia. Si sentiva lontano un miglio l’odore del suo tradimento, lo sentiva anche lei, l’odore sporco del sangue di un altro vampiro. Pensò che se fosse stata al suo posto non l’avrebbe mai tradito, mai, se solo le avesse dato un’opportunità, lei che lo amava tanto, che lo venerava da sempre come il più bello, il più importante degli dei, il suo Kaname.

Ma lui voleva l’altra, voleva Yuki, da sempre, da quando era ancora una bambina, e adesso capiva, la voleva così tanto da esser disposto a sopportare, a chiudere gli occhi di fronte all’evidenza. Dopotutto non erano poi così diversi, lei e il purosangue che amava, entrambi disperati, entrambi disposti a scendere a compromessi pur di star vicino all’oggetto del loro desiderio.

Sospirò e si allontanò dai due fratelli, seguendo le orme di Kain, il fedele amico d’infanzia.

Rimasero soli, uno di fronte all’altra, senza dire una parola. Nonostante avesse mantenuto lo sguardo basso, Yuki lo sapeva, sapeva che quegli ipnotici occhi amaranto la fissavano, la scrutavano, velati da una gentilezza pronta a nascondere la rabbia, l’odio...il suo odio, a differenza di quello di Zero le faceva paura.

“Dovresti farti un bagno” Disse poi, afferrandole una ciocca di capelli per portarsela con un gesto fluido, reverenziale, alle labbra, e poi al naso. Inspirò profondamente l’odore di quei fili d’ebano, chiudendo gli occhi, apprezzandone il bouquet floreale, misto ad altro, misto ad un odore che non sentiva da tempo. Respirò profondamente, scacciando via dal suo olfatto quella “nota” sgradevole. Lasciò che i lisci capelli gli scivolassero via dalle dita, poi sempre gentilmente le afferrò la mano esile, tremava.

“Andiamo” Mormorò trascinandola al piano inferiore, nelle loro stanze senza finestre.

Yuki lo seguì senza proferir parola, placidamente attendeva la sua sentenza, e la punizione, che forse non sarebbe mai arrivata. Era sempre stato quello il suo modo di punirla, quell'incredibile e costante gentilezza. Ogni volta che i suoi occhi malinconici si posavano su di lei, ogni santa volta, lui la puniva, la costringeva a torturarsi.

Eppure, c’era stato un tempo, in cui l’aveva amato, tempi lontani, immersi in ricordi innevati. Era una ragazzina, eppure il piccolo cuore le palpitava nel petto, prepotente, smanioso di vederlo, di rivedere quel vampiro gentile che le aveva salvato la vita qualche anno prima.

Ricordava quei tempi con affetto, con dolcezza, ricordava il suo volto, quel giovane uomo era stato il sole della sua vita, l’inizio dei suoi ricordi.

Poi era arrivato l’altro.

Chiuso nel suo mutismo, ferito nell’anima, enigmatico, arrabbiato...Zero, anche lui era solo un ragazzo, il collo sporco di sangue, gli occhi sbarrati, tanto fragile, che quella sera lontana, la sera del suo arrivo, mentre lo ripuliva da quel liquido porpora, pensò che se non fosse stata delicata, quel ragazzo dai capelli candidi si sarebbe frantumato sotto le sue piccole dita.

Zero Kiryu, il ragazzo la cui famiglia era stata sterminata da dei vampiri “cattivi”.

Li odiava, i vampiri, Zero, li odiava con tutto se stesso, tanto da scalfirsi con le unghie la pelle del collo, il punto in cui quella donna, la purosangue che l’aveva trasformato, aveva poggiato le labbra e i canini perfetti, condannandolo per sempre. Li odiava così tanto da volersi togliere la vita, quando il “germe” in lui era cresciuto, facendo marcire tutto il resto, rendendolo uguale ai mostri dei suoi incubi. Si era puntato la pistola alla testa, le dita salde sul grilletto, quel giorno, in cui i canini appuntiti avevano trafitto la pelle di Yuki. Ma lei lo aveva fermato, lo aveva costretto a combattere, era diventata la sua alleata, la sua compagna, e lo aveva trascinato in un oblio fatto di sangue, l’aveva costretto a compiere l’imperdonabile. Forse, fu in quel momento che il suo cuore, scelse. Mentre i denti di Zero penetravano la sua pelle ancora umana, mentre quegli occhi viola viravano in un cremisi maledetto, lei lo amava, lei lo desiderava, lo voleva vivo, più di ogni altra cosa al mondo.

Fu in quel momento che il suo sole, Kaname Kuran smise di brillare come un tempo, c’era altro nella sua mente, nello stomaco, c’erano lui e i suoi tormenti, c’era quel ragazzo con cui aveva stretto un patto di sangue, quel ragazzo che le aveva macchiato l’anima in modo indelebile. C’era Zero, colui con cui aveva compiuto l’imperdonabile. Ma gli umani, la loro mente, è debole, superficiale, vacilla facilmente, ed era difficile ammetterlo, anche di fronte all’evidenza...

Persa tra tutti quei ricordi, tra tutti quei pensieri, Yuki lasciò che Kaname la spogliasse, la liberasse di quel vestito corrotto, aiutandola a immergersi nell’enorme vasca da bagno. Lo lasciò fare, come se fosse stata una bambina, lasciò che le insaponasse la schiena, i polsi, i piedi, i capelli, che spostò con cura, rivelando il collo candido. Sfiorò i segni lividi, dapprima con le dita, poi con la spugna, che gli cadde dalle mani tremanti.

“non guardarmi...non guardare i segni che Zero mi ha lasciato sul collo, ti prego...” Pensò la ragazza, mentre Kaname senza dire una parola rimaneva immobile, impietrito davanti a lei.

Poi accadde, si sporse sul suo piccolo corpo, le maniche della camicia arrotolate, i capelli lunghi, scompigliati, lo sguardo non più gentile...gli occhi cremisi, da vampiro...

Angolino dell'autore :3
E' la mia prima fic a capitoli su Vampire Knight, non so bene cosa ne verrà fuori, ma posso dire che ci metterò tutto il mio impegno, nella speranza che vi piaccia...ho immaginato un'evoluzione strana del triangolo Yuki-Kaname-Zero...perciò beh commentate e seguite per sapere gli sviluppi! sarò lieta di accettare consigli e RECENSIONI! Un morsino affettuoso VI ASPETTO NUMEROSI!!

Allyn

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Vampire Knight / Vai alla pagina dell'autore: Allyn