Capitolo 4°: Primo Giorno: Già
Problemi!
Il giorno dopo se la presero veramente comoda, tanto l’appuntamento con la guida era fissato per le 15:00.
L’uomo arrivò puntuale come un
orologio svizzero. Aveva un aspetto ordinato, un viso simpatico e gentile incorniciato
da ricci castani, indossava un paio di jeans blu scuro e una camicia a maniche
corte azzurra. Si presentò, si chiamava Alessandro, ed espose concisamente il
programma.
Alessandro:”Prenderemo la metro e per
oggi visiteremo il Duomo e dintorni. Con il tempo che abbiamo a disposizione
non penso che potremmo vedere altro. Bene, se siete pronti, andiamo!”
Scesero al primo sotto passaggio e in
breve si trovarono in Piazza Duomo.
La chiesa in stile gotico era
meravigliosa e Alessandro era una bravissima guida e un oratore eccezionale;
per ogni angolo, colonna o basso rilievo aveva una storia da raccontare.
La visitarono tutta, da cima a fondo,
ci misero tre ore, e alle 18:30 si ritrovarono di nuovo tra gli infiniti
piccioni della piazza.
Shura:”Figa, ma quanti piccioni ci
sono?!”
Esclamò, schivandone uno in planata.
Alessandro:”Beh, tanti! E’ una delle
caratteristiche di Piazza Duomo.”
Il cavaliere di Capricorno intanto si
era avvicinato ad Aphrodite, portando il braccio davanti al petto in posizione
di taglio, pronto ad usare Excalibur per difendersi dai “minacciosi” pennuti.
Aiolos:”Shura! Non ci provare
neanche!”
Gli intimò, accorrendo per fermarlo.
Nel frattempo anche Death Mask si era
accostato all’impassibile Aphrodite. Aveva armato l’indice con gli Strati di
Spirito e minacciava gli animali.
Death Mask:”Guai a voi se vi
avvicinate! Vi spedisco tutti all’altro mondo!”
Aphrodite:”Rilassi Deathy. Non ti
fanno niente.”
Death
Mask:”Ehy! Non chiamarmi Deathy!!!”
Esclamò, puntandogli l’indice armato
in faccia. Il Saint di Pesci non si scompose.
Aphrodite:”Oh, su Deathy non fare
così. Tranquillo.”
Gli parlò come ad un bambino. Gli
prese la mano e la chiuse a pugno per portarsela al petto.
Death Mask rimase pietrificato!
Più o meno nella stessa situazione di
Aphrodite si trovava Camus, che da una parte aveva Milo, la cui Cuspide
Scarlatta cresceva pian piano, e dall’altra Aiolia pronto con piccole scariche
di elettricità che avvolgevano la mano stretta a pugno.
Camus:”La volete piantare?! Avete
paura di qualche uccello?!”
Milo:”Questi non sono uccelli normali!
Ci stanno circondando!”
Aiolia:”Ci vogliono attaccare!”
Camus:”Si, certo. Come no.”
Affermò esausto, schiaffandosi una
mano in faccia.
Camus:”Ragazzi mettete immediatamente
via Cuspide e fulmini, altrimenti velo congelo!”
Minacciò con un sorriso angelico
dipinto sul volto.
Milo&Aiolia:”Ma…”
Camus:”Subito!”
Ordinò facendo rallentare il moto
degli atomi.
Milo&Aiolia:”Agli ordini!!!”
Esclamarono ritirando il Cosmo.
Kanon:”Fratello! Secondo me hanno
ragione Milo e Aiolia!”
Affermò veramente convinto
aggrappandosi inconsciamente alla camicia del gemello con una mano, mentre con
l’altra stava aprendo l’ Another Dimension.
Saga:”Ma che cosa ti sei fumato?”
Chiese allarmato.
Saga:”E chiudi subito quella Dimensione!”
Disse prendendo la mano armata di Kanon tra le
sue.
Intanto i perfidi pennuti si avvicinavano sempre
di più al povero Marine Shogun.
Kanon:”Ma… Saga…”
Piagnucolò, avvinghiandosi al braccio del
fratello.
Saga:”Dai, Kanon. Non ti fanno niente.”
Lo consolò, facendogli Pat Pat sulla testa.
Dohko:”Ehm… Ale! Non
è che sti così sono pericolosi?!“
Chiese, appoggiandosi con la schiena alla schiena
della guida, così da tener sempre sotto controllo i movimenti di quei
minacciosi animali.
Alessandro:”Ma no, figurati. Sono iniqui!”
Rispose candido, sorridendo tranquillamente.
Due metri più in là, intanto, anche il placido Mu
e l’austero Shaka erano pure loro schiena contro schiena.
Mu&Shaka:”Ma ne sei proprio sicuro?”
Chiesero ad Ale, fissando molto poco tranquilli i
piccioni.
Alessandro:”Certo che ne sono sicuro! Guardate
Aldebaran com’è tranquillo! Se li è già fatti amici!”
Una dozzina di teste si voltarono verso il
Cavaliere di Toro. Era attorniato dai
piccioni, e fino a qui tutto bene, il problema era che ce li aveva anche
addosso.
Mu:”Aldebaran, ma cosa stai facendo?”
Chiese un tantino preoccupato.
Aldebaran:”Sto dando loro da mangiare!”
Rispose con ovvietà.
Solo in quel momento i Saint avevano notato il
sacchetto di cibo che il loro compagno aveva in mano.
Aiolia&Milo:”Ma ti si sono posati addosso!”
Aldebaran:”Si, lo so! Ma non mi stanno mica
facendo del male! Sono solo uccelli!”
All’affermazione del Toro, quasi tutti i cavalieri
arrossirono lievemente.
In un istante, le centinaia di piccioni che
attorniavano i ragazzi si alzarono in volo con un assordante frullare di ali.
In mezzo a quel turbinio grigio tre scie, dai colori forti, sfrecciarono
dirette verso il lato del Duomo. Urtarono una Aiolia, una Milo e la terza
Camus; proseguirono per altri dieci metri e si bloccarono, si girarono e si
inchinarono alla maniera giapponese.
Ragazza:”Scusateci tanto! Non abbiamo fatto
apposta!”
Si voltarono di nuovo e ripresero a correre,
gridando ancora un paio di volte “Scusate”.
Il colpo d’occhio era impressionante. Erano
vestite decisamente originali.
Tutte e tre in stile metal. Una indossava dei
pantaloni rossi sopra al ginocchio, una maglietta nera e bianca, un cravattino
e due cinture incrociate con le borchie a piramide. La seconda dei pantaloni
lunghi neri con inserti bianchi, molte cerniere e corte catene che li univano,
una maglietta nera con stampe di teschi bianchi e una cintura a due file di
borchie killer. La terza portava una corta minigonna nera da cui spuntavano tre
o quattro strati di tulle viola, una camicia nera senza maniche che lasciava
scoperta quasi tutta la schiena, cravattino viola e una catena e una striscia
di pelle con le killer al fianco.
Completavano l’abbigliamento di tutte e tre
polsini e collari con le killer e stivaloni in pelle nera con le fibbie e le
suole altre 10 cm.
Il pensiero comune di tutti e tredici i cavalieri
fu il medesimo.
Tutti:-Ma come mischia fanno a correre con quelle
cose ai piedi?!?-
Mentre formulavano quel pensiero, altre sei
schegge passarono loro in mezzo. Una mezza dozzina di ragazzi.
Ragazzo1:”BASTARDE! FERMATEVI SUBITO!”
Ragazzo2:”PUTTANE! FATEVI PESTARE A DOVERE!”
Ragazzo3:”OLTRE CHE TROIE, PURE VIGLIACCHE!”
Ragazzo4:”SIETE DELLE ZOCCOLE E AVETE PAURA DI
QUALCHE MASCHIO?!”
Ragazzo5:”CAZZO, FERMATEVI CHE CI DIVERTIAMO UN
PO’!”
Ragazzo6:”SI! PRIMA VE LE SUONIAMO DI SANTA
RAGIONE E POI CHISSA’…”
Scoppiarono a ridere tutti e sei, mentre si
allontanavano dai tredici.
Aphrodite:”Deathy caro, cosa hanno detto?”
Death Mask:”Beh… le pollastre hanno chiesto scusa
per aver urtato quei tre. Le sei mammolette, invece hanno inveito contro le tre
gnocche e le hanno minacciate di menarle e, forse, qualcosa d’altro.”
Tradusse con tono indifferente.
Death Mask:”Ale, che programmi abbiamo adesso?”
Aggiunse voltandosi verso la guida.
Aldebaran:”Ma quali altri programmi?! Dobbiamo
andare ad aiutare quelle ragazze!”
Death Mask:”Macché!
Non sono affari nostri…”
Aphrodite:”Aldebaran ha ragione. Non possiamo
lasciare in mano a quei bruti dei sì bei boccioli di rose. Non possiamo
permettere che le il viso di quelle fanciulle indifese si rovini.”
Alessandro:”Ehm…”
Aiolia:”Giusto! Noi, siamo al servizio della
Giustizia!”
Alessandro:”Ehm… ragazzi…”
Aiolos:”Mio fratello ha ragione, per una volta!
Dobbiamo intervenire!”
Alessandro:”Ehm… ragazzi… scusate…”
Milo:”Bene! Allora andiamo!”
Camus:”Si.”
I Cavalieri si misero ad inseguire i sei. Shura e
Aphrodite, prendendolo sotto braccio, trascinarono anche Death Mask.
Death Mask:”ALE! TU
ASPETTACI QUI! TORNIAMO SUBITO!”
Disse, voltandosi, mentre cercava di correre con
le sue gambe.
Alessandro:”Ehm… ma… veramente…”
Alessandro:-Va beh! Capiranno da solia!-
Obbiettivamente avevano perso parecchio tempo e fu
per un colpo di fortuna che, in lontananza, riuscirono a vedere uno degli
inseguitori imboccare una stradina quasi invisibile. Più si avvicinavano, più
le grida di dolore aumentavano. Arrivati all’imboccatura del vicolo senza
uscita si bloccarono increduli. Un piede, che indossava uno stivale di pelle
con la suola da 10cm, si abbatté sulla testa dell’ultimo ragazzo ancora in
piedi. Lo stivale apparteneva alla ragazza con i pantaloni dalle mille cerniere
e catene. Le altre due avevano già finito e si stavano spolverando i vestiti.
Ragazza:”Nooo cazzo, sangue!”
Esclamò quella in gonna.
Ragazza2:”Che c’è? Ti sei fatta male?”
Chiese la tipa con i pantaloni rossi scozzesi.
Ragazza:”Macché fatta male! Uno di quegli stronzi
deve avermi sputato sangue addosso!”
Ragazza2:”Oh, porc… anche a me!”
Ragazza:”Smacchiatore universale n’altra volta!”
Ragazza3:”Ma vacca troia è la terza volta in due
giorni! I miei pantaloni preferiti!”
Esclamò lo schizzo di sangue, che imbrattava un
paio di catene.
Ragazza3:”Dannato bastardo!”
Imprecò, sferrando un calcio nello stomaco allo
stesso tipo, che aveva ricevuto il calcio a martello.
Ragazza2:”Brava! Infierisci! Devono precipitare
all’inferno questi maledetti bastardi!”
Ragazza3:”Sanzo forever!”
Esclamò, riferendosi alla frase presa in prestito
ad uno dei protagonisti di Saiyuki(Manga della Kazuya Minekura. N.d.A.).
Ragazza:”Dai sorelle, andiamo!”
Disse girandosi verso l’uscita. Ovviamente, si
accorse dei tredici intrusi.
Ragazza:”Ohoh, abbiamo altre visite!”
Commentò, con un sorriso sadico.
Ragazza2:”Ehy, bamboli! Volete essere pestati
anche voi?”
Ragazza3:”Fattevi pure sotto! Ce n’é per tutti!”
Concluse.
Tutte e tre li fissavano con espressioni sadiche,
facendo scrocchiare mani e collo.
Aldebaran:”No, no! Calma ragazze!”
Si fece avanti l’omone, aprendo i palmi in segno
di resa.
Aiolos:”Noi, veramente, eravamo venuti qua per
salvarvi!”
Precisò.
Ragazza:”Mhmm?”
Mugugnò poco convinta, come le altre del resto.
Saga:”Ma… ma noi diciamo la verità!”
Affermò, con aria involontariamente pucciosa.
Le espressioni delle tre ragazze non cambiarono
però abbassarono la guardia. Le tre giovani li fissarono ancora per qualche
secondo.
Ragazza2:”Ehy! Quei tre sono quelli che abbiamo
urtato in Piazza Duomo!”
Le compagna guardarono nella direzione indicata.
Ragazza3:”Cazzo, è vero!”
Ragazza:”Mischia, c’hai ragione!”
Ragazza3:”Mh, allora possiamo dire che non
centrano niente con le bande che ci scassano puntualmente?!”
Ragazza2:”Si! Concordo!”
Ragazza:”Allora possiamo fidarci! Piacere di
conoscervi, io mi chiamo Nemesi!”
L’espressione delle ragazze, era cambiata
radicalmente. Ora sorridevano bonarie.
Ragazza3:”Io sono Sizuku, piacere!”
Ragazza2:”Piacere, Sara!”
I Saints si presentarono a loro volta.
Nemesi:”Comunque grazie per essere accorsi in
nostro aiuto!”
Sara:”E’ vero! Neanche ci conoscevate!”
Sizuku:”E in più, vi siamo anche venute addosso!”
Milo:”Già! E con la delicatezza che ti ritrovi mi
sorprendo di non essermi trovato una spalla lussata!”
Sizuku:”Ehy! Non esagerare!”
Milo:”No, no, non esagero mica! Hai la delicatezza
di una scaricatrice di porto, per non parlare del modo di esprimersi! E la
grazia di un gorilla in calore!”
Camus:”Milo, non essere maleducato.”
Milo:”Ma è la verità!”
Sizuku:”Milo!”
Milo:”Si?!”
Sizuku:”SEI UNO STRONZO, CAFONE, DEFICIENTE! IO TI
PESTO A SANGUE!”
Milo:”EHY! CHE CAZZO TI URLI?!”
Sizuku:”COGLIONE! TI SEI MESSO AD URLARE PURE TU!”
Milo:”SI! MA HAI COMUINCIATO TE!”
Sizuku:”CERTO! TU MI OFFENDI COME SE NIENTE FOSSE,
E MANCO MI CONOSCI!”
Milo:”QUELLA CHE OFFENDE, QUI, SEI TU!”
Sizuku:”IO OFFENDO IN RISPOSTA ALLE TUE
OSSERVAZIONI POCO CARINE, CAFONE!”
Milo:”E NON CHIAMARMI CAFONE!”
Sizuku:”NON TI DEVO CHIAMARE CAFONE?! MA SAI
ALMENO COSA VUOL DIRE?”
Milo:”NO, SI, NON PROPRIO, PERO’…”
Nemesi:”Lasciate perdere quei due!”
Consigliò agli altri ragazzi.
Sara:”Si, giusto! Tanto non finiranno di certo
alle mani!”
Aiolos:”Ok!”
Acconsentì easyssimo, come al solito.
Camus:”Sono d’accordo. Tanto il mio migliore amico
è un pirla e tale rimane.”
Aiolia:”Vero! Meglio ignorarlo!”
Aldebaran:”Già, tanto ho la netta impressione, che
ci penserà la signorina a rimetterlo in riga!”
Concluse con un sorriso bonario. All’affermazione,
scoppiarono tutti a ridere.
Shura:”Figa! Certo che ci sapete proprio fare con
le botte!”
Aphrodite:”Shura caro, non usare certi termini con
delle dolci fanciulle.”
Le due ridacchiarono lievemente.
Sara:”Tranquillo! Con queste due la volgarità è di
casa! Io non mi scandalizzo più… e visto che Nemesi è più scaricatrice di porto
di voi tutti messi assieme non s’impressiona manco lei!”
Nemesi:”Mh… ha parlato eau de fines…”
Sara:”Ehy, guarda che io sono una ragazza
delicata, dolce e gentile.”
Nemesi:”Si, finché non ti inseguono per pestarti!”
Sara:”Mi dovrò pur difendere!”
Aiolia:”E direi che lo fai anche più che
egregiamente!”
Intervenne, indicando i corpi dei poveri ragazzi
ancora svenuti.
Sara:”Abbiamo avuto un’ottima maestra!”
Dohko:”Avete avuto tutte e tre la stessa sensei?”
Nemesi:”Si, esatto!”
Kanon:”Vi conoscete da tanto?”
Sara:”Beh, si!”
Nemesi:”Praticamente da quando abbiamo memoria!
Siamo sempre vissute assieme!”
Un coro di “cavoli” e “caspita”, si alzò dai
dodici.
Sara:”E voi? Vi conoscete da tanto?”
Aiolos:”Beh… alcuni di noi sono grandi e quindi,
si conoscono gli altri molto meglio, comunque si, ci conosciamo da tanto! Non
abbiamo mai vissuto insieme, a parte i fratelli ovviamente, però siamo sempre
stati vicini di casa.”
Sara:”Lol!”
Nemesi:”Che bello! E siete venuti in Italia per
una vacanza tutti insieme?”
Dohko:”Eh si! Una vacanza a mio avviso
meritatissima!”
Sara:”Si?! Avete lavorato sodo per venire qui?”
Aiolia:”Puoi dirlo forte! E’ da un po’ di anni che
non stavamo tranquilli!”
Nemesi:”Che lavoro fate?”
Alla domanda si pietrificarono tutti.
Nemesi:”Beh, che c’è? Che ho detto?”
Aiolos:”Ehm… perché questa domanda?”
Nemesi:”Avete detto che è da anni che non state un
po’ tranquilli, che avete lavorato tanto per venire qui, sono solo curiosa di
sapere che lavoro vi ha tenuti occupati per anni interi!”
Nel frattempo, Sara aveva buttato l’occhio sul suo
orologio.
Sara:-Le 8 meno 20… COSA?-
Sara:”NEM!”
Gridò. Nemesi si volse di scatto preoccupatissima.
Sara:”Sono le 8 meno 20! L’appuntamento è alle 8!”
Informò allarmata.
Nemesi:”Cazzo di Buddha! Sizu!”
Sizuku:”Zitto!”
Ordinò a Milo.
Sizuku:”Che c’è?”
Chiese rivolgendosi all’amica.
Nemesi:”Siamo in ritardo! Sono le 8 meno 20 e
dobbiamo ancora farci mezz’ora di metro!”
Sizuku:”Merda! Tutta colpa di quei sei ciglioni!”
Sara:”Andiamo!”
Sizuku&Nemesi:”SI!”
Sara:”Ciao ragazzi! Dobbiamo scappare!”
Sizuku:”Piacere di avervi conosciuto!”
Nemesi:”Ciao!”
Si misero a correre verso il sottopassaggio per la
metro, più vicino.
Nemesi si voltò di botto.
Nemesi:”Ah, ragazzi! Vi aspettiamo alle 15 in
punto dopodomani davanti al Duomo! Vi faremo visitare un’altra Milano! Mi
raccomando!”
Sara:”Andiamo Nem!”
Nemesi:”Si, arrivo!”
Sparirono dietro un angolo.
Saga:”Che si fa?”
Shura:”Si torna da Ale!”
Saga:”Mano! Non intendevo adesso… per dopodomani!”
Aiolos:"Si va ovviamente! Tutti!”
Precisò, riferito a Death Mask.
Death Mask:”Uff… lo sapevo!”
Milo:”Oh, andiamo e chi se lo perde un
appuntamento con quelle tre sventole?”
Camus:”Guarda che non hanno invitato solo te,
hanno invitato tutti e tredici! Non ti montare la testa!”
Milo:”Lo so, lo so…”
Ribatté, un po’ demoralizzato.
Scoppiarono tutti a ridere, chi più chi meno.
Intanto erano tornati in Piazza Duomo, dove
Alessandro li stava attendendo pazientemente.
Aiolos:”Scusaci! Ti abbi9amo fatto aspettare
tanto!”
Alessandro:”Fa nulla, figuratevi! Tanto ho trovato
da chiacchierare come mio solito. Piuttosto, le avete conosciute le tre pazze?”
Chiese mantenendo il suo immutabile sorriso
sincero e cordiale.
Milo:”Ehm… si!”
Alessandro:”Simpatiche, eh?!”
Aiolos:”Si! Ma, le conosci?”
Alessandro:”Mezza Milano sa chi sono! E per una
certa fascia d’età è praticamente impossibile non conoscerle!”
Kanon:”Perché? Come mai sono così famose?”
Alessandro:”Beh, tra una cosa, quell’altra e
quell’altra si fanno parecchi amici. Diciamo che è perché sono molto
interessanti!”
Kanon:”Oh, capisco…”
Rispose dubbioso.
Aiolos:”Ah, a proposito. E’ possibile spostare le
visite di dopodomani pomeriggio?”
Alessandro:”Va hanno invitati a fare un giro per
la loro Milano?”
Aiolia:”Beh non hanno usato proprio queste parole,
ma suppongo che il senso sia quello…”
Alessandro:”Comunque, ad ogni modo, non c’è
problema! E sposteremo anche le visite mattutine!”
Saga:”Come mai?”
Alessandro:”E’ il caso che dormiate fino a tardi e
che vi rilassiate a dovere. Dovrete essere molto riposati e freschi per
mantenere il loro ritmo, ve lo posso garantire!”
Pronunciando quelle parole, il suo sorriso aveva
avuto un improvviso cambio di sfumatura, era enigmatico, di uno che la sapeva
lunga.
Alessandro:”Bene! E’ ora di tornare in hotel!”
Per lui il discorso era concluso, difatti
qualsiasi domanda sulle tre misteriose ragazze che gli vennero rivolte durante
il tragitto, le dirottava abilmente su altri argomenti.