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Autore: floricienta    05/01/2013    6 recensioni
Ib e Garry sono saltati insieme fuori dal quadro e la loro speranza in un ritorno nella vita reale è più vivida che mai, ma non hanno ancora fatto i conti con lo spregevole mondo di Guertena e delle sue opere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti. Per la prima volta mi cimento in una storia quasi horror (anche se di horror mi sa che ha poco o niente, ahah). E' solamente una prova, inoltre ho poco tempo per scrivere, quindi credo che si dovrà aspettare molto per i capitoli nuovi, anche a causa della scuola (e della maturità -.-). Spero comunque di trovare qualche attimo per continuare a scrivere e per mandare avanti questa storia che non credo sarà lunghissima! Non ho ancora le idee molto chiare! xD
Detto ciò, spero di mantenere i personaggi IC e che a qualcuno piaccia questa idea un po' malata uscita dalla mia testa altrettanto malata! Ringrazio in anticipo tutti quelli che commenteranno, aggiungeranno tra i preferiti, seguiti, ecc...
Flor :)

 

Guertena's Doll

 

Capitolo 1

 

 

Ib si guardò intorno e non vide nient’altro che le pareti bianche della galleria.

La luce funzionava, ma in quella stanza era l’unica visitatrice del museo.

Si voltò di scatto e vide appeso al muro quel quadro dal quale tutto era iniziato: Fabricated World.

Era riuscita a scappare da quel mondo parallelo, popolato da quadri assassini, bambole inquietanti e manichini senza testa.

Un piccolo sorriso comparve sul suo viso, ma subito il suo pensiero andò verso il compagno di quel tumultuoso viaggio.

“Garry!?” esclamò guardandosi intorno, ma quella stanza era proprio deserta, neanche una minima traccia per terra.

Corse fuori, verso il corridoio che portava ad un’altra parte della galleria.

Lui si è salvato, ne sono sicura! Siamo usciti insieme dal quadro!

Entrò in un’ulteriore stanza bianca, ma questa volta le persone erano intente ad ammirare le opere di Guertena.

Scrutò attentamente intorno a sé, ma nessuno che sembrasse minimamente quel ragazzo dai capelli lilla e la giacca scura.

Passò oltre la scultura che sembrava un divano, poi tutti gli altri quadri scorsero rapidamente davanti ai suoi occhi rossi.

The Hunged Man.

Worry.

The Lady In Red…

Tutti quadri che avevano contribuito nella sua avventura con Garry e Mary e che, a guardarli così innocui, facevano provare allo stesso modo ansia e terrore.

Scese le scale in fretta e furia, noncurante di nessun altro, non fece neanche caso che le altre persone potessero guardarla male e pensare che fosse una maleducata.

Vide l’entrata del museo con la coda dell’occhio e si diresse dalla parte opposta.

Garry! Garry dove sei?

Improvvisamente si bloccò, proprio davanti all’ingresso di una sala e rimase a fissare il pavimento sul quale vi era Abyss Of The Deep, l’opera nel quale era caduta ed entrata nel mondo parallelo.

Scrollò la testa e riprese a correre verso la sua destra.

Lì scorse qualcuno steso a terra, a pancia in sotto.

“GARRY!”

Si buttò su di lui e cominciò a chiamarlo a gran voce.

“Svegliati Garry! Svegliati! Siamo salvi!”

Il ragazzo si trovava proprio davanti alla statua di un’enorme rosa rossa.

Rossa, proprio come la rosa che aveva accompagnato Ib in tutto il suo viaggio.

“Garry!” urlò, ancora in preda al delirio.

Il ragazzo mosse la mano e la bambina tirò un sospiro di sollievo.

Gli occhi pieni di lacrime le lasciavano intravedere il corpo emaciato dell’amico.

“I- Ib...” sussurrò, tenendo il viso contro il pavimento.

“Garry!” esclamò per l’ennesima volta.

“Siamo tornati nel mondo reale” continuò a parlare il maggiore, tirandosi su da terra, poggiandosi contro la parete per rimanere stabile.

“Non stai bene?” si preoccupò Ib.

“Mi sento solo un po’ debole, non preoccuparti” le rivolse uno dei suoi sorrisi, che avevano il potere di tranquillizzare la ragazzina.

Garry si guardò attorno e qualcosa gli parve strano.

“Ib?” chiese “C’è qualcosa che non va” affermò tenendosi il fianco con una mano e con quel gesto si rese conto che aveva ancora la mano fasciata dal fazzoletto offertogli dalla bambina a causa della ferita che si era procurato per via di Mary.

“Perché?” domandò ingenuamente Ib.

“O noi non siamo realmente qui o queste non sono vere persone”

Ib guardò davanti a sé e l’unica cosa che notò fu una folla di gente ferma ad ammirare i quadri.

“Nessuno si è accorto che ero svenuto, mi sembra impossibile e...” rimase qualche secondo in silenzio “Sono tutti immobili”

Ib sobbalzò e non seppe cosa pensare e cosa fare.

“Calma Ib, risolveremo tutto e torneremo a casa. Te l’ho già promesso e te lo prometto di nuovo” la prese per le spalle e la guardò dritta negli occhi per infonderle coraggio.

Lo sguardo del ragazzo si posò su un qualcosa che usciva dalla tasca della gonna della bambina.

“È la tua rosa!” esclamò sorpreso.

“Sì, è vero...” rispose semplicemente e la prese in mano.

“Se è così, non è ancora finita” iniziò a cercare nelle tasche della sua giacca con affanno, ma non vi trovò niente “Io non ho la mia rosa blu”

Ib spalancò gli occhi e ingoiò a vuoto.

Se davvero non erano ancora nella vita reale, questo significava un enorme problema: se qualcuno avesse distrutto la rosa, allora per Garry non ci sarebbe stato nient’altro che la morte.

“Dobbiamo assicurarci che questo non sia il vero mondo” continuò a spiegare il ragazzo e prese per mano Ib, tirandola dietro di sé.

Lei si aggrappò con tutta la sua forza alla giacca scura e stette al passo di Garry.

Si poteva notare una certa punta di spavento negli occhi del ragazzo, ma noncurante di questo continuava ad avanzare e a proteggere come meglio poteva Ib.

Passarono di fianco a diverse persone, ma nessuna si curò di loro.

Fortunatamente non prendono vita e ci inseguono come i manichini... Meglio non parlare però.

Si ritrovò a pensare Garry e pian piano raggiunse il secondo piano ed entrò in quella che era la stanza del quadro gigante Fabricated World.

La luce era meno nitida rispetto alle altre stanze e questo non piacque per niente ad entrambi.

I due si misero a scrutare ogni centimetro di quella stanza, ma neanche un petalo di rosa, una macchia di sangue o di qualsiasi altra cosa, neanche una scritta.

Fecero per andarsene, sconsolati, ma si resero conto che era apparsa una porta proprio dove prima vi era l’ingresso libero per quella sala ed era chiusa.

“Non è confortante...” disse Garry, andando ad aprire la porta, senza successo.

“Siamo bloccati?” chiese la bambina e lui annuì.

“Troveremo il modo per andarcene, abbiamo passato milioni di posti e questo è solamente un altro trucchetto di Guertena...”

Garry cominciò a dare delle spallate contro la porta, ma fu tutto inutile.

Anche Ib cercò di trovare una via d’uscita e si riavvicinò al quadro.

Lesse più volte il titolo dell’opera e pensò che adesso grazie a Garry riusciva a leggere delle parole delle quali non sapeva neanche l’esistenza qualche tempo prima.

Accostò il volto a pochi centimetri dalla targhetta e notò qualcosa di strano riflesso su di essa.

Fece per toccarlo, ma si rese conto che era davvero un’immagine proiettata.

Si voltò dietro di sé e corse verso la parete di fronte.

Tastò il muro, ma non trovò nulla.

Non capiva da dove potesse venire quell’immagine.

Sono sicura che ci sia una porta qua...la vedo specchiata.

“Cosa fai?” chiese Garry, guardandola curioso.

“Cerco una via d’uscita” rispose lei con un sorriso e continuò a tamponare la parete.

Le si avvicinò e si fece spiegare che dalla targhetta dell’opera si vedeva riflessa una porta viola e che quindi non poteva essere quella che li teneva rinchiusi nella stanza, dato che era rossa.

“Ferma Ib” disse il ragazzo “Non è da lì che si apre la porta...”

Ib rimase immobile e si mise a guardare Garry che si avvicinava alla targhetta e che cercava di rimuoverla.

“Non ce la faccio!” disse con i denti stretti per lo sforzo.

Ib gli prese il braccio e tirò con lui.

Ad un certo punto sentirono qualcosa scricchiolare: stava cedendo il vetro.

“Ma l’hanno appiccicato con la colla?!” esclamò Garry e improvvisamente il vetro si frantumò in mille pezzi che svanirono nel nulla, emanando una gran luce che li accecò per qualche istante.

Quando riaprirono gli occhi la stanza era quasi completamente al buio, illuminata solo da una flebile luce proveniente dalle loro spalle.

“La porta!” gridò Ib, aggrappandosi al braccio del maggiore e indicandola con il dito.

Garry fece un sospiro profondo e avanzò piano verso di essa, fermandosi proprio sull’uscio.

“Andiamo?” chiese alla ragazzina.

“Mh” annuì lei e gli strinse forte la mano.

Varcarono la soglia e si ritrovarono davanti ad un corridoio illuminato da una luce viola come la porta.

“Davvero molto inquietante...” dichiarò Garry, procedendo con estrema calma.

“Non più delle altre stanze che abbiamo passato”

Sui muri non vi erano dipinti, né sculture, né lanterne.

“Tutto questo vuoto non mi piace e c’è troppo silenzio” continuò il ragazzo.

In effetti l’unico suono percepibile era quello prodotto dai loro passi, i loro respiri e i loro battiti accelerati.

Quel corridoio sembrava infinito, stavano camminando da diversi minuti, sempre in linea retta e rimanendo al centro per non venire coinvolti in qualche scherzo della parete.

“Una scritta!” disse Ib e andò a leggere:

Giro giro tondo.

“Non vorrà dire che non ci porta a nulla, vero?” si preoccupò Garry.

“O qualcuno si sta divertendo a giocare con noi...” rispose lei tristemente.

“Su questo non ci sono dubbi”

La riprese per mano e continuarono ad andare avanti, anche perché non c’era molta scelta.

Poco dopo trovarono un’altra scritta sul muro:

Blu.

“Cosa vorrà dire?” domandò Ib, spalancando la bocca.

Improvvisamente Garry si accasciò per terra.

“Garry!”

“Tutto bene...” cercò di dire, sussurrando quasi senza voce.

Fece per alzarsi, ma non ci riuscì.

“Tieniti a me” la bambina gli offrì il braccio, ma fu inutile, non aveva le forze per tirarsi su “Non stai bene Garry!”

“Sì, ti ho detto di sì...” disse così per non farla preoccupare, ma non riusciva neanche a spostare un muscolo.

Ib sentì gli occhi pungerle dal pianto e non riuscì a trattenersi, infatti scoppiò in lacrime vedendo il suo compagno d’avventura ridotto in quello stato.

Respirava affannosamente e sentiva bruciargli i polmoni a ogni sospiro.

Mi sento malissimo... Che stia per morire?

Questo pensiero lo fece stare ancora peggio, sia perché non avrebbe voluto lasciar tutto così giovane, sia perché non voleva abbandonare Ib proprio adesso.

“Ib...te continua...io ti raggiungo appena recupero le forze”

“Stai scherzando?” urlò tra le lacrime “Io non ti lascio Garry, non voglio!”

Garry sorrise pensando che, nonostante quest’esperienza l’avesse fatta maturare molto, rimaneva pur sempre una bambina.

“Ma non possiamo rimanere fermi qua...” continuò il ragazzo.

“Senza di te non vado avanti!” esclamò testarda.

“Ib, devi cercare la mia rosa e portarmela. Io non riesco a proseguire in queste condizioni” le accarezzò la testa, tenendo tra le dita una ciocca castana.

Garry sentì che le forze lo stavano abbandonando quasi del tutto e anche parlare era diventato difficile.

Si sdraiò con la tesa sul pavimento e prese a boccheggiare ad occhi chiusi.

“Garry...”

Ib guardò davanti a sé, ma l’unica cosa che poteva osservare era l’infinito corridoio.

Rivolse nuovamente lo sguardo sul maggiore e si fece coraggio.

“Torno subito Garry, non lasciarmi!”

Cominciò a correre, con le lacrime che non cessavano di cadere.

Devo trovare la rosa blu!

Questo suo pensiero fisso si mescolava con l’immagine del ragazzo sofferente e con la voglia di uscire al più presto da quel mondo.

Dopo qualche minuto di corsa incessante, si fermò per riprendere fiato.

L’uscita ancora non si vedeva e intorno a lei solo pareti viola vuote.

Abbassò la testa, sconfortata, e camminò per un centinaio di metri ancora.

Improvvisamente, qualcosa a terra catturò la sua attenzione.

“La rosa!”

Aveva solo quattro petali ancora attaccati al gambo, doveva fare in fretta e tornare indietro, prima che potesse succedere qualcosa di brutto a Garry.

Si chinò per raccoglierla, ma sentì una sensazione di vuoto sotto i suoi piedi e delle mani sulla sua schiena che la spinsero giù, nel buio sconfinato.

Ib perse subito i sensi e solamente dopo qualche minuto riuscì a riaprire gli occhi.

Non sapeva dove si trovasse perché quella stanza era ancora più oscura della notte senza luna e senza stelle.

Rimase immobile, impaurita per quello che poteva esserci intorno a lei.

Avrebbe potuto toccare qualche teschio o delle mani che volevano catturarla.

Persino il suo respiro era impercettibile.

Sobbalzò quando si rese conto che non aveva più la rosa di Garry tra le mani e si inginocchiò per sentire se fosse ai suoi piedi, ma proprio in quel frangente di tempo, le luci si accesero, rivelando una camera dove quattro specchi fungevano da pareti.

Nell’angolo opposto al suo vi era una bambola dalla pelle bluastra e gli occhi iniettati di sangue con in mano proprio il fiore che stava cercando.

Ib sentì di nuovo il bisogno di piangere e si buttò contro la bambola per cercare di riprendersi ciò che le apparteneva.

“Ridammela!” urlò.

“Vuoi giocare con me? Ihih” ottenne semplicemente come risposta.

La sua voce era gracchiante, stridula e agghiacciante.

“C-cosa?” chiese la bambina.

“Portami con te. Sono sola in questo posto” il suo volto sembrava quasi rattristato.

Ib indietreggiò fino al centro della stanza, dove quasi inciampò in qualcosa.

Si voltò e vide la bambola di nuovo ai suoi piedi, guardò nuovamente dov’era prima e vide solamente la rosa con ancora i quattro petali attaccati.

“Stiamo insieme, ihih” la bambola parlava lentamente e si aggrappò alla gamba della bambina.

Lei, impaurita, cadde a terra e cercò di staccarla dal suo polpaccio.

“Non vuoi stare con me?” insistette ancora il fantoccio.

“Io voglio solo tornare da Garry!” urlò Ib.

Improvvisamente sugli specchi si vide la figura della bambola riflessa in ogni angolo, riempiva tutta la stanza.

Ib sentì un mancamento e boccheggiò.

Voleva raggiungere la rosa e andarsene da quel posto, anche se non sapeva come uscire.

Il pupazzo sembrò leggerle nel pensiero e andò verso il fiore, prendendolo in bocca dal gambo e tornò vicino alla bambina, saltando sul suo stomaco.

“Non distruggerlo!”

“Questo non è il vero fiore, ihih” rise ancora in quella maniera terribile.

L’immagine sugli specchi cambiò e adesso si vedeva Garry, disteso per terra, ancora privo di forze e con una mano sulla fronte.

“Non ce l’ho io...” continuò la bambola, con un sorriso inquietante “Io sono rimasta da sola in questo posto, ihih. Portami con te”

“No! Mi fai paura!”

Lo sguardo del fantoccio divenne cattivo.

“Ti faccio... PAURA!” strillò e Ib sentì un urlo provenire da qualche parte nella stanza.

Si rese conto che era Garry e lo guardò sofferente dallo specchio con gli occhi spalancati e ancora velati dal pianto.

 

Garry gridò con quanto fiato aveva in gola, sentiva un dolore lancinante provenire dal suo cuore.

Vi poggiò sopra la mano e lo strinse.

I battiti erano flebili, quasi impercettibili.

Sta arrivano la fine per me... Scusami Ib.

Serrò i denti e si girò di fianco, accucciandosi e cercando di regolare il respiro.

Ib vide tutta la scena dalla stanza vuota e scattò in piedi, facendo cadere così la bambola e si avvicinò ad uno specchio, picchiando sopra con i pugni.

“Garry! Garry! Non morire!”

Il pupazzo si rialzò da terra e barcollò fino alla bambina.

“Non preoccuparti” tornò a parlare con estrema calma “È ancora vivo...e se mi porterai con te sarà salvo”

Ib si trovava inginocchiata, presa da un tremore improvviso che non le permetteva di rimanere in piedi.

“Come posso fidarmi?” chiese, continuando a fissare la figura del ragazzo.

“Certo che ti puoi fidare” estrasse la rosa di prima da dietro la schiena “Vedi? Questa è di plastica, ma io so dov’è quella vera”

La bambina prese in mano il fiore e constatò che fosse davvero di quel materiale.

“Però, se prometti di portarmi con te, allevierò il dolore di quel Garry con questa”

“Ma hai appena detto che è finta” si asciugò gli occhi con la sua camicia bianca.

“Ma in parte possiede gli stessi poteri della rosa vera”

“...”

“E poi senza di me non potresti tornare indietro” un ulteriore sorriso si allargò sul volto della bambola.

Ho paura... Voglio tornare da Garry.

“Perché mi vuoi aiutare?” domandò Ib.

“Voglio giocare con qualcuno”

Un colpo di tosse distrasse Ib dalle parole del fantoccio e guardò il ragazzo nello specchio.

“Va bene”

La bambola si mise a saltellare per tutta la stanza e girò vorticosamente, facendo venire il mal di mare a Ib, che svenne poco dopo.

Nella sua testa solo la risata della bambola.

 

Si risvegliò che si trovava in piedi nel corridoio viola.

Davanti a lei c’era un tavolino con sopra un vaso colmo d’acqua.

Aveva la rosa di plastica in mano e la immerse nel liquido magico.

Proprio come accadeva per quelle vere, una luce verde e azzurra l’avvolse e il fiore tornò al suo vigore originale.

Gli occhi di Ib si illuminarono di speranza.

“Andiamo dal tuo amico”

Una voce stridula le ricordò che con lei c’era ancora quella bambola maligna.

“Sì...”

Cominciò a correre nel senso inverso, cercando di raggiungere al più presto Garry.

Il percorso sembrò molto più corto rispetto a quello di partenza, infatti dopo pochissimo vide la figura distesa del ragazzo.

“Gary!”

“I-Ib! Hai già trovato la rosa...”

“Più o meno”

“Eh?”

“Poi ti spiego”

Detto questo gli mise la finta rosa sul petto e questa si illuminò per un attimo, ridando forza al ragazzo dai capelli lilla.

Garry poggiò le mani sul pavimento e si tirò su come se niente fosse.

“Stai meglio ragazzo?” disse la bambola.

“Sì, certo. Gra-..” si bloccò a metà frase per capire chi avesse parlato.

Prese Ib per le spalle e la trasse a sé.

“Non siamo da soli”

“Certo che no! Ci sono anche io!” la testa del fantoccio sbucò fuori dal taschino di Ib.

Garry cacciò un urlo e indietreggiò, andando a sbattere contro il muro e crollando a terra.

“IB! HAI UN MOSTRICIATTOLO NELLA CAMICIA!” lo indicò con l’indice.

La bambina sospirò, ricordando che a Garry non erano mai andate a genio quelle bambole che avevano incontrato ogni tanto lungo il loro cammino.

“Non preoccuparti, lei è...la nostra nuova compagna” affermò Ib.

“M-ma? C-cosa?” fece ancora il maggiore.

Ib gli raccontò tutto quello che era successo durante la sua assenza e Garry sembrò capire.

“Quindi tu saresti una bambola buona”

“Sì, ihih”

“E ci vuoi aiutare ad uscire”

“Sì, ihih” rispose nuovamente.

“E sai dov’è la mia rosa”

“Sì e ancora sì, ihih”

“Non posso davvero sopportare tutto questo” Garry si mise una mano sulla faccia e scosse la testa “Andiamo Ib...” la prese per mano e continuarono a camminare.

Rimasero in silenzio per un po’ di tempo e arrivarono dove si trovava il vaso pieno.

“La tua rosa è a posto Ib?” chiese gentilmente Garry.

Lei annuì, mostrandogliela e ripresero la marcia.

“Senti, ma te hai un nome?” fece lui riferito al fantoccio.

“Nessuno me l’ha mai dato”

“Allora te lo daremo noi” rispose Ib con il sorriso e si mise a riflettere, guardando il soffitto, senza smettere di camminare “Amy!” esclamò infine.

“Amy... Amy....AMY! Mi piace, ihih!”

Garry la guardò di sbieco e sentì un senso d’angoscia risalire lungo la schiena.

Sarà una buona bambola, ma a me non ispira fiducia per niente...

Prese in mano la rosa finta e la scrutò attentamente.

Non vedeva l’ora di ritrovare quella vera.

Amy saltò fuori dalla tasca di Ib e si mise a saltellare davanti a loro.

Poco dopo giunsero davanti ad una porta.

“L’uscita!” fece la bambina e si mise a correre, portando con sé Garry.

“A-aspetta!”

Aprì e si ritrovarono nella galleria, ancora una volta.

Le persone erano immobili, quindi non erano fuori dal mondo parallelo.

“Ecco qui!” strillò la bambola.

“Che cosa?” chiese Garry.

“Qui si trova la tua rosa, ihih! IHIHIHIH!”

Garry e Ib si guardarono intorno, ma non videro nulla che potesse assomigliare minimamente a una rosa, però scorsero un vaso magico.

Ib si avvicinò a quello, ma al suo interno vi era solo acqua.

Si inginocchiò per terra e scrutò il pavimento.

“Ci stai prendendo in giro?” disse il ragazzo arrabbiato e fece per prenderla, ma lei gli sfuggì.

“Giro giro tondo, ihih”

Iniziò a saltare da una parte all’altra della mostra, da un quadro all’altro e da una persona all’altra.

Garry notò delle macchie sul pavimento che prima non c’erano.

Erano di colore blu, proprio come la sua rosa.

Questo sembra...sangue?

Nuovamente sentì una morsa nel petto e sentì come se quello fosse il suo sangue.

Si guardò la mano fasciata e tolse il fazzolettino, ma era tutto normale.

La ferita si stava cicatrizzando pian piano e il sangue aveva finito di uscire.

Si mise il panno nella tasca della giacca e seguì le tracce blu.

Lo portavano davanti a ogni opera e questo lo costrinse a guardare più da vicino quelle persone immobili.

Che siano statue?

“Ihihih” si sentì l’eco della risata di Amy nella stanza.

“Ib? Vieni, non rimanere da sola...” detto questo la bambina corse verso di lui e si aggrappò alla manica della giacca scura.

“Macchie blu. Sono della tua rosa?” chiese fissando il pavimento.

“Non lo so...”

Camminarono cauti, passando davanti ad altri quadri.

Marvelous Night.

Juggling.

Red eyes.

“Non mi sono nuovi...” sussurrò Garry.

Le tracce blu si interruppero all’improvviso.

Garry si guardò spaesato intorno, ma senza trovar nulla, anche la bambola era svanita nel nulla, solo la sua risata era distinguibile ogni tanto.

“Amy? Dov’è la rosa?” chiese Ib, urlando per farsi sentire.

“Ihihih! Guardate nelle tasche, ihih”

“Io non ho niente...” fece la bambina e lo stesso valeva per Garry “Non intenderà quelle delle persone...”

“Speriamo non accada niente” affermò il ragazzo e tornò al punto dove finivano le macchie.

Davanti a lui c’erano due persone, un uomo e una donna, che guardavano un’opera che ricorreva frequentemente in quel posto: The Lady In Blue.

Ib allungò una mano verso il cappotto della signora, ma fu bloccata subito da Garry.

“Attenzione, non vorrei fosse una trappola”

“Giocate con me, ihih” di nuovo la voce della bambola.

“Se questo è un tuo scherzo, non è affatto divertente!” si infuriò il ragazzo.

“Non dire così Garry” cercò di tranquillizzarlo Ib e poi aggiunse “Amy, te sei buona e dovresti aiutarci per uscire da qui... Ti porteremo nel mondo reale e giocheremo tutti i giorni, ma se fai così non farai altro che aumentare la nostra paura e ci farai credere che sei cattiva”

“Io NON sono cattiva” la sua figura sbucò fuori da una statua e si avvicinò ai due compagni.

Saltò in braccio a Ib e si posò sulla sua spalla.

“Dov’è la rosa?” inveì Garry.

“Io so solo che è in questa stanza” sembrò essere seria per un attimo, ma non mancò la sua risata alla fine della frase.

“Ce l’ha qualcuno di queste persone?” fece ancora il ragazzo e lei annuì.

“Ma non so chi! Non comando io in questo posto, ihih”

Garry sospirò esausto di tutta la situazione che ormai stava andando avanti da troppo tempo.

Voglio uscire da qui.

Non si accorse che Ib stava per infilare la mano in una delle tasche del soprabito della donna, per cercare la rosa, ma sentì un rumore non molto rassicurante.

La risata agghiacciante della bambola fu seguita da uno scricchiolio.

“IB!” la prese per il braccio e l’allontanò dalla figura della donna.

Questa si girò molto lentamente, scoprendo un volto senza sentimento, dagli occhi senza pupille, tutti neri e dalla bocca contorta in una smorfia di dolore.

Amy sparì nuovamente, forse rifugiatasi al sicuro.

Ib urlò dal terrore e indietreggiò, restando appiccicata al corpo di Garry.

La donna mosse un passo in avanti, quasi come un robot e aprì la bocca di scatto.

“La rosa!” esclamò la bambina, guardandone l’interno.

Infatti una piccola luce azzurra proveniva dalla gola di quell’essere inanimato.

“Come facciamo a prenderla?” chiese ancora.

“Non lo so... Adesso penserò a qualcosa”

Garry si guardò intorno, ma non trovava nulla con cui uccidere quell’affare.

D’un tratto la donna in blu dietro di loro spalancò gli occhi e prese vita.

Si staccò dal muro e ruggì selvaggiamente.

I due si impaurirono e cacciarono un urlo, iniziando a correre.

Garry si fermò davanti ad un’altra persona.

Speriamo non si animi anche questa.

Strappò con violenza un braccio, riscoprendolo fatto di ceramica e terracotta.

“Ib, usa questo per difenderti” glielo porse velocemente e tolse anche l’altro braccio, facendo leva con il piede e facendo cadere così il manichino a terra, distrutto.

La donna in blu si stava avvicinando con grande rapidità, al contrario della statua ferma immobile al suo posto.

Ib dimenò il braccio di ceramica davanti al quadro, che con le mani si aiutava ad avanzare.

La donna in blu lo prese e lo tirò verso di sé, facendo perdere l’equilibrio a Ib, ma Garry intervenne e la tenne per i fianchi.

“Lascia andare il braccio!”

Così fece e il quadro rimbalzò indietro, finendo con la testa rivolta al soffitto.

Non riusciva a rimettersi in piedi e continuava a fare strani versi intimidatori.

La voce gutturale, grave e quasi da zombie, terrorizzava sia Garry che Ib.

“Ib, chiudi gli occhi” il ragazzo si avvicinò al quadro con l’altro braccio.

“Che cosa vuoi fare?”

“Devo ucciderla... Vedi? Erano sue le macchie” indicò una striscia blu che andava dalla posizione del quadro a dov’era in quel momento “Mi ha preso lei la rosa e devo ucciderla prima che lei uccida me...”

“Mh...” annuì Ib e si voltò dall’altra parte per non guardare la scena.

Garry picchiò con veemenza sul viso della donna in blu, facendole così emettere grida di dolore.

Ib si tappò le orecchie per non sentire quei suoni.

Ad ogni colpo Garry si sentiva meglio e non solo per il fatto che il tutto riguardasse la sua rosa, ma anche per il fatto che la condizione in cui si trovavano lo stava facendo uscire di mente.

Il sangue blu schizzò fuori dal dipinto come macchie di vernice e impiastrò la ceramica.

Ancora poche percosse e la donna in blu smise di emettere alcun tipo di gemito.

Garry respirò con affanno e gettò lontano l’arto.

“Ib, non guardare” la prese per le spalle e le tenne una mano sugli occhi, facendole fare il giro intorno all’opera.

Garry sentì la mano bagnata da alcune lacrime e un leggero bruciore sulla ferita, causato da esse.

Tornarono davanti al manichino, rimasto a bocca aperta e con gli occhi diventati totalmente bianchi, come le pareti della galleria.

Ai suoi piedi c’era Amy.

“Sei scappata e ci hai abbandonati!” urlò Ib, in preda al panico.

“Calma” la rassicurò Garry, carezzandole la testa “Adesso è finito”

“Scusate” cercò di dire la bambola “Ma io sto infrangendo molte regole per stare con voi, ihih” si inchinò e rimase a capo basso.

“Sì, certo...” sussurrò Garry senza farsi sentire e spinse la statua di ceramica e terracotta a terra, così da farla incrinare.

Diede un calcio nel petto della donna e si ruppe del tutto.

“La mia rosa blu!” disse soddisfatto e la prese in mano.

Era ridotta davvero male, fortunatamente quella di plastica gli aveva alleviato il dolore.

Con un balzo, Amy saltò nel giaccone del ragazzo e gli prese il finto fiore, scappando a gambe levate in un angolo della sala.

Garry stramazzò a terra, in preda agli spasmi.

“Garry!” urlò Ib e prontamente prese la rosa e corse verso il vaso, la immerse e questa si rigenerò, spargendo luce.

La riportò al suo amico e gliela mise in tasca.

Subito si sentì meglio e si mise seduto.

“Quella bambola maledetta!” era furioso e la vide mangiare tutti i petali di plastica.

“Buoni. BUONISSIMI, IHIH!”

Ib era sconcertata e impaurita davanti a quella scena e per un attimo balenò nella sua mente il pensiero che forse si sarebbe mangiata anche le loro rose.

“Andiamo Ib, lasciamola qua” dichiarò Garry, prendendole la mano e cercando un’altra via d’uscita.

“Dove andate?” chiese Amy, allungando il suono delle vocali in maniera lugubre.

“Nel mondo reale”

“Non ci arriverete mai da soli, ihih”

“Neanche con te mi sembra...” strattonò la bambina e continuò a camminare davanti a sé.

“Ah sì?” la bambola piegò la testa, ritrovandosi con gli occhi al posto della bocca e viceversa.

Le pareti si tinsero improvvisamente di rosso e Ib nascose la testa nell’addome di Garry.

“Hai detto che non comandi te, ma mi pare il contrario” azzardò a dire il giovane, guardandosi intimorito attorno.

“Sono io che sono comandata dall’esterno, ihih”

“C-cosa?!”

Le pareti della stanza sembravano muoversi, così come tutte le persone che affollavano la galleria d’arte.

“Ib... Ib tieniti a me”

Nessuno dei due riusciva a capire cose stesse succedendo.

Non riuscivano a muoversi e sembravano entrati in uno stato di trans.

Non capivano neanche se quello che diceva la bambola era reale oppure no.

L’unica cosa che percepivano erano i sensi che li stavano abbandonando poco a poco.

Svennero entrambi, collassando sul pavimento.

 

 

 

Fine :)
Spero che questa storia abbia destato la curiosità di qualcuno di voi!
Inoltre non so ancora come sarà questa bambola! Buona o cattiva? Booh, ci penserò andando avanti!
Arrivederci chissà quando nel prossimo capitolo!!! Ciaaaooo!!!

 

  
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