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Autore: floricienta    28/01/2013    1 recensioni
Ib e Garry sono saltati insieme fuori dal quadro e la loro speranza in un ritorno nella vita reale è più vivida che mai, ma non hanno ancora fatto i conti con lo spregevole mondo di Guertena e delle sue opere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Garry, Ib
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciaaaao a tutti!!! :) Dopo un'infinità di tempo, ecco anche il secondo capitolo.
Prima di tutto volevo ringraziare le persone che hanno lasciato un commento e anche quelle che hanno semplicemente letto, mi rendete molto felici :)
Inoltre per quelli che hanno recensito, ho risposto personalmente a ognuno di voi!
Poooi ricordo a tutti gli altri che è sempre ben accetto un commento, ahah!
Detto ciò vi lascio al nuovo capitolo, sperando che vi soddisfi e che vi lasci anche con qualche dubbio o che vi spaventi (improbabile non sono capace ahaha)

 

 

Capitolo 2

 

Ib si sentiva come in trappola, intorno a lei solo il buio.

Senza sapere come, intuì che stava sognando e cercò di svegliarsi.

Urlò con quanto fiato aveva in gola, ma non riuscì.

Una mano sul suo piede la fece trasalire e cacciò, qualsiasi cosa fosse, via.

Una voce in lontananza la fece destare pian piano dal suo sonno.

“Ib?”

Sbatté le palpebre più volte e vide subito la figura di Garry davanti a sé e il suo sorriso rassicurante.

“Ben svegliata” la fece sedere con la schiena appoggiata a uno scaffale.

“Dove siamo?” chiese subito la bambina.

“Non ne ho la minima idea, ma di sicuro ancora nel mondo di Guertena”

Ib corrucciò il naso e si guardò intorno.

La prima cosa che notò fu Amy che sbatteva la testa contro il muro, ripetutamente.

“È da quando mi sono ripreso che fa così...”

Ib gattonò verso di lei e la sentì bisbigliare qualcosa.

“Forse è meglio se la lasci stare” suggerì il ragazzo, ma Ib non gli diede ascolto e si avvicinò ancora di più per capire quello che stava dicendo.

“Lasciami in pace, voglio giocare... Lasciami in pace, voglio giocare... Ihihih... Basta! IHIH!” si voltò con impeto verso Ib, urlando “BASTA IHIHIH”

Ib si impaurì e fece un balzo all’indietro.

Garry le corse subito in contro e le mise un braccio intorno al collo per proteggerla.

“È pazza...”

La bambina tremò, ma prese coraggio e si riavvicinò alla bambola, prendendola in braccio.

“Chi è che ti controlla?” chiese con voce ingenua.

“Io... Io non lo so, ihih”

“Sei stata te a fare quella cosa di prima?”

“Contro il... MIO volere, ihih”

Ib la riappoggiò per terra e questa riprese a dare delle botte contro la parete.

Non diede più ascolto a Amy e attraversò con lo sguardo la stanza dov’erano finiti: le pareti erano verdi ed era piena di scaffali con libri d’arte.

Davanti a loro c’erano due porte ai due lati della stessa parete.

“Da quale siamo entrati?” provò a chiedere alla bambola.

“Da nessuna di queste, ihih” rispose lei, piegando il corpo all’indietro, guardandoli sottosopra.

“Ma non ci sono altre porte...”

“Non sorprenderti Ib, ormai in questo posto non si capisce più niente” s’intromise Garry, prendendo un libro da una mensola “Qua ci sono solo illustrazioni...”

Anche Ib si mise alla ricerca di qualcosa, e prese il primo testo che gli capitò tra le mani.

Non era nulla di che, solamente un insieme di racconti, forse favole.

“Ib, se stai bene andiamo avanti”

“Sì” sorrise lei “Quale apriamo?”

Garry ci pensò su per un po’ e decise di sbirciare dalle serrature.

“Non si vede nulla... Decidi te Ib”

Prima di scegliere, tastò la sua rosa rossa e la ritrovò intatta e optò per la porta di destra.

Garry allungò la mano verso il pomello e tenne dietro di sé la bambina con l’altro braccio.

“Uno, due e...”

“TRE!” esclamò Amy, saltando sulla spalla di Ib.

Per poco non venne un infarto a Garry, che con un respiro profondo l’aprì.

Vi entrò deciso, trascinando con sé Ib.

“Ma cosa?” Ib sollevò lo sguardo e una goccia le cadde dritta sulla fronte “Sta piovendo” disse sbalordita.

“Una mia amica, ihih!” Amy, ancora una volta, saltò giù dalla spalla della bambina e corse via.

Ad un tratto scomparve alla vista dei due.

“Ma dov’è finita?” si chiese Garry.

In quella stanza stava piovigginando, ma, oltre a questo, non c’era nient’altro di strano.

Un quadro era appeso sulla parete davanti a loro ed era Lady With Her Umbrella.

“Speriamo non ci siano fumi tossici in giro...” disse sempre il ragazzo.

Due librerie erano poste agli angoli della camera e si diressero verso quella di sinistra.

Vi era una scritta sul legno:

Splash. Splat. Battaglia con i palloncini.

“Qualcuno si deve essere divertito molto... Peccato che non vale lo stesso per me” affermò Garry, prendendo un libro e sfogliandolo, accorgendosi che l’acqua non lo bagnava.

“Secondo te dov’è andata Amy?”

“Non lo so e non m’importa sinceramente, combina solo guai”

Guardò il quadro della donna con l’ombrello e ripensò a quando l’aveva ritrovato il suo amico e gliel’aveva riconsegnato.

Com’è strano. Fino a qualche ora fa non esisteva questa zona della galleria e questo dipinto si trovava in tutt’altra parte.

Girò il volto e ritrovò seduta per terra Amy, proprio dietro allo scaffale dove Garry stava analizzando i libri.

“Eccoti” le sorrise e la prese in braccio “L’ho trovata Garry”

Ma il ragazzo non le rispose.

“Garry?” insistette, alzando un sopracciglio, confusa “Garry!?” cominciò ad agitarsi.

Non mi sente!

“Non può sentirti, ihih” disse improvvisamente la bambola “Siamo dall’altra parte noi”

“Intendi il mondo reale?”

“Certo che no... Sciocchina, ihih”

Ib cercò di andare dall’amico, ma era come se qualcosa le bloccasse il passaggio, come un muro invisibile.

Picchiò più volte il pugno contro di esso, ma Garry non riusciva a sentirla.

“Garry! Non lasciarmi sola! Dobbiamo andarcene insieme da qui! Garry!”

 

Garry rimise a posto il libro e non vide più nella stanza la bambina.

“Ib? Dove sei? Sei uscita senza dirmi niente?”

Dicendo così, il ragazzo se ne andò dalla stanza, ma si rese conto che non si trovava neanche lì e l’altra porte era chiusa a chiave, per non parlare del fatto che non si sarebbe mai allontanata senza avvertirlo.

Ritornò nella stanza della donna con l’ombrello e gli venne in mente che anche Amy era sparita nel nulla.

“Se è ancora colpa tua non lo accetterò Amy!” urlò, sbattendo la mano contro uno scaffale.

Sono preoccupato, non posso averla persa... Però Amy è corsa di qua...magari c’è un’altra stanza nascosta qua dietro.

Avanzò fino a toccare con la punta del naso il quadro.

Respirò impercettibilmente per qualche secondo e poi si girò sconfortato e con gli occhi chiusi, ma subito sentì qualcuno buttarsi contro di lui, tenendolo forte.

“I-Ib!”

La bambina lo stava abbracciando stretto, impaurita.

“Pensavo che non ti fossi accorto della mia assenza!” scoppiò in lacrime.

“Scherzi? Non potrei mai...” le sussurrò e la tenne sotto la sua giacca, per riscaldarla, poi si inginocchiò e la guardò dritta negli occhi “Dobbiamo stare uniti e affrontare insieme questo viaggio”

Lei annuì, asciugandosi le lacrime.

“Ci sono anche io, ihih” Amy tirò i pantaloni del ragazzo per farsi notare.

“L’ho notato...” rispose semplicemente lui “Dove siamo?”

“Come faccio a saperlo IO? Ero rinchiusa in quel corridoio...” abbassò lo sguardo “Da sola” lo rialzò e si mise a ridere.

Mi incute sempre più terrore ad ogni minuto che passa...

“Beh allora torniamo indietro, tanto qua non c’è niente”

“Ne sei sicuro? Ihihih”

Detto ciò, Garry si voltò e notò un paesaggio di mare: sotto di loro si estendeva un tratto di spiaggia e in lontananza una scogliera, sulla quale stava una giovane donna dal vestito nero e con in mano un ombrellino rosso.

“Siamo dentro al quadro” gli occhi di Ib si illuminarono per un attimo davanti alla bellezza di quello scenario “Andiamo!” disse tutta contenta.

“Fai attenzione Ib, ricordati dove siamo...” l’ammonì Garry.

La prese in braccio e saltò senza pensarci due volte, ritrovandosi così a ruzzolare in mezzo alla sabbia, proteggendo l’amica con il suo giaccone.

Tossicchiò un paio di volte e si rimise in piedi.

“Questa sabbia, non è sabbia” affermò poi deciso, prendendone un po’ in mano “È pittura a olio, ma granulosa...”

Fortunatamente non si appiccicava ai loro vestiti, colorandoli.

“Ib, tutto bene?”

“Sì Garry” gli porse la mano e si misero in cammino, andando verso la scogliera.

Intorno a loro solo una grande quantità di beige e verde acqua.

Solo la scogliera grigia e il vestito nero della ragazza stonavano con quell’atmosfera accogliente e calda.

“Posso togliermi le scarpe?” chiese Ib.

“Certo, ma fai attenzione a dove metti i piedi” le tolse le scarpe e se le mise in tasca, dandole un piccolo bacio sulla fronte.

“Fa solletico” rise la bambina, guardando bene a terra.

La scogliera sembrava lontanissima e non avvicinarsi mai.

La donna teneva l’ombrello aperto anche se adesso non pioveva più e sembrava avere lo sguardo molto rattristato.

Arrivarono alla base di quella montagna di rocce e si sorpresero di quanto fosse molto più alta di quello che si aspettavano.

“Quella è una mia amica! Ihih” esclamò ad un tratto la bambola.

“Davvero rassicurante” ironizzò Garry.

Improvvisamente si mise a piovere molto forte.

“Cosa facciamo?” chiese Ib.

“Saliamo, non vedo altre vie d’uscita...” rispose il ragazzo.

Con fatica si aggrappò a uno scoglio e fece leva con la gamba per sollevarsi.

“Ib, dammi la mano ti tiro su” gliela porse e la bambina la prese.

L’innalzò di peso e le disse di aggrapparsi alla sua schiena, così da salire insieme

Scalò pian piano tutta la scogliera, arrivando fino in cima, dove il vento soffiava forte, facendo volteggiare l’abito nero della donna.

Questa era fissa a guardare le onde che si infrangevano sotto di lei e la pioggia si trasformò in un bell’acquazzone.

Garry rimise a terra l’amica e fece due passi verso la donna.

“Ci serve una qualcosa per poter proseguire, lei sa cosa e dove lo possiamo trovare?” disse quella frase sperando che non accadesse nulla di brutto.

Rimase tutto fermo per qualche minuto.

Lo scrosciare della pioggia non faceva che aumentare d’intensità e i due si ritrovarono con i vestiti fradici.

La ragazza sospirò malinconicamente e avanzò di un passo verso il mare.

Ib spalancò gli occhi, pensando che si volesse buttare di sotto.

“È pericoloso! Stai attenta!” urlò, correndo verso di lei e prendendole la mano libera.

“Ib!” Garry non riuscì a fermarla.

La ragazza non si scompose e si sporse ancora di più verso le onde minacciose.

“Ib! Lasciala!”

Garry corse verso di lei, ma la bambola si mise tra i suoi piedi, facendolo così inciampare per terra e quasi cadere al di sotto a causa della scivolosità creatasi dal misto di pioggia e pittura ad olio.

“Vieni signora” la bambina stava cercando di riportare indietro la donna con l’ombrello, ma era troppo forte per lei.

“IIIIB!” urlò ancora Garry, rimettendosi in piedi e fulminando con lo sguardo Amy.

“Ihih” la bambola lo guardò con gli occhi di un rosso accesso, illuminati al centro da una scintilla dorata e spaventosa.

“E tu saresti buona?” il ragazzo le diede un calcio, facendola rotolare lungo le rocce e sprofondare con la faccia nella sabbia.

La guardò per un istante e corse da Ib.

“Vieni!” la preso per la vita e la tenne stretta contro il suo petto “Volevi ucciderti Ib?!” gridò, come se fosse andato nel panico, contro la testa della bambina e lei si sentì stringere il cuore.

“Non volevo farti preoccupare Garry...” abbassò lo sguardo, lasciando che i capelli bagnati le ricoprissero parte del volto.

“È tutto a posto adesso...” le baciò la nuca e indietreggiò “Non voglio che tu veda la scena” fece riferendosi al fatto che la donna si sarebbe buttata nelle acque.

Invece non fu così, la donna con l’ombrello si girò verso di loro, guardandoli quasi con tenerezza.

Garry rimase incantato da quel viso così vero.

I capelli corvini che si confondevano con il vestito facevano da cornice ad un volto dalla pelle diafana e gli occhi addolorati, anch’essi di un nero intenso.

Allungò una mano verso i due, ma la ritirò subito dopo, colpita dalla pioggia.

Non sembra cattiva...

Si ritrovò a pensare Garry, ma sapeva benissimo che lì non era tutto come appariva.

La donna si mise una mano in tasca e vi tirò fuori una chiave rossa, tenendola davanti al suo viso.

I due sussultarono e capirono che quella sarebbe stata necessaria per continuare e raggiungere l’uscita per il mondo reale.

La rimise via e tenne con entrambe le mani l’ombrello, a causa del forte vento che tirava.

“Ib, dobbiamo prendere la chiave” sussurrò il ragazzo contro la testa della bambina.

“Forse se ci parliamo sarà disposta a consegnarcela” fece lei con un sorriso.

“Tentar non nuoce...”

La bambina si sciolse dalla stretta dell’altro e riandò vicino alla donna.

“Perché sei così triste?” chiese tenendo le mani unite dietro la schiena e con sempre il sorriso stampato in faccia.

Benedetta l’innocenza infantile...

Pensò Garry e rimase fermo dietro a Ib ad ascoltarla.

“Lo sai che se ridi la giornata migliora?”

La donna accennò un piccolo sorriso, ma tornò quasi subito alla sua espressione delusa e sconsolata.

“Avanti, riprovaci...” le si avvicinò e le prese un lembo del vestito tra le mani.

Attenta Ib...

Il ragazzo era evidentemente preoccupato per quella situazione.

Nella sua testa stavano passando i pensieri più brutti che potesse fare.

La donna con l’ombrello riprese tra le dita la chiave rossa e la mostrò a Ib.

“Me la dai?” chiese la bambina.

Un tuono la spaventò e la fece quasi cadere a terra.

Garry scattò verso di lei, ma non era successo niente di cui allarmarsi.

Altri tuoni e lampi seguirono il primo e qualcosa di una consistenza diversa cadde dal cielo.

Il volto della donna era tornato depresso e si poteva notare anche una punta di collera.

Cominciarono ad uscire dagli occhi della donna delle lacrime di sangue, rosso vivido.

Garry spalancò la bocca e prese per il braccio Ib, riparandola sotto la sua giacca.

Infatti anche dall’alto stava piovendo sangue.

“È da voltastomaco...”

Sentirono l’eco della risata della bambola e Garry la vide dietro di loro.

“Perché mi hai...fatto...CADERE!” gracchiò e rise nel suo solito modo.

“Siamo ai limiti della follia...” disse il ragazzo, tenendo stretto Ib.

La donna stava giocherellando con la chiave rossa, facendola rigirare tra le sue dita pallide.

Con un lancio deciso la scagliò tra i flutti, che l’accolsero nel loro stomaco.

“No!” esclamarono in coro i due compagni.

“Devo andare a recuperarla” affermò Garry e si tolse velocemente la giacca, porgendola a Ib per ricoprirsi dal sangue che pioveva dal cielo.

Sarà sicuro lasciare da sola Ib? Non ho altra scelta...

Guardò lo strapiombo sotto di lui.

Ingoiò a vuoto e cominciò a discendere lungo gli scogli, quando fu a pochi passi da terra, con un balzo si ritrovò con i piedi sulla spiaggia.

Ib lo guardò per tutto il tempo, tenendosi un pugno chiuso vicino al cuore.

“Perché l’hai fatto?” domandò ad Amy.

“Io non ho fatto niente, ihih”

Ib non capiva più quello che stava succedendo, se fino a poco fa era un insieme di enigmi e opere che li inseguivano, adesso era tutto più pericoloso e forse per colpa della presenza di quella bambola maligna.

La donna aveva lo sguardo fisso su Ib, mentre le lacrime rosse continuavano il loro percorso sul volto, il collo e il vestito, finendo il loro percorso sulla pietra grigia.

Garry corse come un forsennato in acqua e dopo pochi centimetri già si fece profonda.

Si immerse e cercò la chiave, tenendo ben gli occhi aperti.

Non comprendeva bene come potesse guardare il fondale se questo era fatto di pittura, ma non gli importava più di tanto in quel momento.

Tornò in superficie per riprendere fiato.

La bambina sperò che avesse ritrovato la chiave, ma così non era.

Strinse tra le mani entrambe le rose, proteggendole con cura.

Il fantoccio non aveva smesso un attimo di ridere e correva intorno per tutta la scogliera.

Garry fu sbattuto sott’acqua da un’onda potente, ma subito riemerse.

Si ributtò a capofitto in mare e perlustrò quanto poté la zona circostante.

Non possiamo aver perso la chiave!

Finalmente la vide e allungò tutto il suo corpo verso di essa.

Stava per afferrarla, ma una mano rossa attaccata a un esile braccio lo allontanò da essa.

Garry sobbalzò e sentì l’aria mancargli.

La mano lo agguantò per il collo e lo trascinò fuori dalle acque.

Lo innalzò vicino alla scogliera, tanto che Ib poté quasi sfiorarlo.

“GARRY!” urlò terrorizzata.

Il ragazzo faticava a respirare e fu sbattuto contro la sabbia da quella mano rosso sangue.

Questa gli stringeva forte il collo e temette di morire ancora una volta.

Tutto il mare si tinse di rosso, ormai non c’era più niente di tranquillo in quella tela.

Garry lottò contro la mano che voleva strangolarlo, ormai era senza respiro e le forze lo stavano abbandonando.

Un petalo blu si staccò dal gambo e Ib se ne accorse.

Guardò l’amico con gli occhi pieni di lacrime e poi si voltò verso la donna con l’ombrello.

“Basta!” gridò strizzando gli occhi.

La donna guardò verso il povero ragazzo sofferente e per un attimo sul suo volto comparve lo stesso sguardo malinconico di poco prima.

Garry staccò il mignolo dalla sua gola, ancora poco e sarebbe morto privo di ossigeno.

Con un urlo scosse il braccio, spezzandolo con le proprie dita e questo se ne andò, rifugiandosi nuovamente nei flutti del mare.

Rimase disteso sulla spiaggia, boccheggiando e riprendendo fiato.

La donna piegò la testa di lato, come se fosse contenta che il ragazzo si fosse salvato, poi si voltò verso il mare alla ricerca di qualcosa.

Picchiò il tacco della scarpa contro la roccia e si voltò di scatto verso Ib, che sobbalzò.

Il suo volto era deformato in un’espressione demoniaca, con i denti aguzzi che spuntavano fuori dalla bocca insanguinata e le lacrime che non cessavano di uscire.

Ib si spaventò come non mai, ma non riuscì a muovere un passo.

La donna tese un braccio e tutte le gocce che le colpivano il palmo si unirono in un’unica sfera di sangue viscoso.

La bambina cominciò a correre per allontanarsi il più possibile da lei.

La giacca però le era d’impiccio a causa della sua grandezza e, prima che se ne potesse render conto, inciampò in essa, rovinando così la sua rosa, dalla quale si staccò un petalo.

Poco dopo fu colpita al fianco da quella specie di palloncino e cacciò un urlo di dolore.

Mi brucia...la pelle...

La donna con l’ombrello si diresse verso Ib, sempre con la stessa espressione.

Amy continuava a cantare e ridere girando in cerchio e Garry si stava riprendendo, tenendosi una mano alla gola e massaggiandosela, senza sapere quello che stava succedendo sopra la sua testa.

Un altro petalo rosso si staccò dal gambo e Ib sentiva che non c’erano più speranze per uscire dal mondo di Guertena.

“Che qualcuno mi salvi...” sussurrò contro la pietra fredda, mentre alcune gocce di sangue le sfiorarono la gota.

Garry alzò lo sguardo e vide la sua amica a terra e la smorfia di perfidia sul volto della donna.

Si ritrovò a urlare più volte il nome della bambina e si sbrigò a risalire sulla scogliera.

“Dove vai?” chiese Amy, sbucando da una crepa della roccia, con la solita aria agghiacciante.

Il ragazzo non le diede ascolto e continuò a salire.

Aspettami Ib.

La donna con l’ombrello ricreò una sfera con quel liquido proveniente dal cielo, molto più grande di quella di prima.

All’improvviso questa fu scaraventata a terra da Garry, che la colpì di spalle.

“Ib, tutto bene?” le chiese preoccupato e la vista dei petali a terra non fece che aumentare la sua apprensione “Allontanati da qui...” disse poi vedendo che la donna si stava rialzando.

Emise un ruggito e cercò di colpire il ragazzo con la punta dell’ombrello, senza successo.

“Così però non è valido! Io non ho un’arma!” rise scherzosamente, per rompere il momento drammatico, e fece un salto all’indietro.

La donna generò un’ulteriore sfera di sangue e la gettò contro il ragazzo, che la schivò prontamente.

Ib non sapeva cosa fare e restava in disparte a guardare la scena.

Diede un’occhiata alle due rose per avere la conferma che Garry non stesse per morire e infatti fu così e continuò a sperarlo per tutta la durata della lotta.

Garry si lanciò contro la sua avversaria, cercando di rubarle l’ombrello e ci riuscì.

“Mi dispiace signorina, ma non mi lascia altra scelta”

Stava per arrivare un’altra sfera e il ragazzo aprì subito l’oggetto rubato e lo usò come scudo.

Non solo questo servì da protezione, ma rimandò anche indietro il colpo, facendo indietreggiare la donna fin quasi alla fine della scogliera.

Per un secondo parve che il viso tornasse umano, o meglio, come era stato dipinto originariamente.

Non farti ingannare Garry...

Pensò tra sé e sé e si voltò verso Ib per vedere se stesse bene.

Accanto a lei poté notare Amy, che lo guardava divertita.

Tornò concentrato sulla donna, che si stava macchiando tutto il vestito nero con la pioggia sanguinolenta.

Un lampo e un tuono scossero la situazione perché l’ombrello si trasformò in cenere nelle mani di Garry, che rimase stupito.

“M-ma...?”

La donna caricò tra le mani un’altra sfera e la gettò su Garry, ferendolo sulla guancia.

Questo urlò di dolore, tenendosi la parte lesa.

Un altro petalo blu cadde sulla pietra.

“La devi finire...” cominciò a parlare sussurrando e poi aumentò il tono di voce, scaraventandosi contro di lei “...di ferire le persone!”

In tutta la sua vita Garry non aveva mai dovuto comportarsi in quel modo, ma adesso tutto era diverso, quasi costretto a essere l’eroe della situazione per proteggere Ib da quel mondo oscuro e combattere contro dei quadri demoniaci.

La donna, ormai senza il suo ombrello, perse l’equilibrio e finì in acqua, sorridendo per la prima volta in maniera reale alla bambina che la stava guardando dall’altra parte della scogliera.

Ib si sorprese, non capendo ancora una volta il motivo di tutto quello che stava accadendo, ma le ricambiò il sorriso.

La donna si lasciò andare giù nel mare e scomparve lasciando un’immensa macchia di colore nero all’interno del mare insanguinato.

Garry si sporse per guardare e fu raggiunto da Ib, che lo abbracciò da dietro, ancora impaurita.

“E anche questa è finita...”

“Mh...” fece la bambina contro la maglietta verdognola dell’amico “E la chiave?”

“Non lo so...”

I loro discorsi furono interrotti dalla risata della bambola.

“Che bel gioco! Ihih”

“Questo non è giocare!” inveì Garry “Questo è andare diretti verso la morte!”

La pioggia smise subito e tutto tornò calmo in un istante, compreso il mare che riprese il suo colore.

“Andiamocene Ib” si inginocchiò e la fece aggrappare alla schiena, così da discendere la scogliera.

“Mi volete lasciare qui da sola?” disse con tono triste Amy, ma sempre con il sorriso sul volto bluastro.

“Esattamente!” rispose Garry “Non possiamo portare con noi un mostro che gioca con la nostra vita”

“Un...mostro?”

“Non parlarle così...” disse Ib, stringendo le braccia intorno al collo del ragazzo per non cadere.

“È colpa sua se hai perso alcuni petali e anche io”

“Non è vero, ihih. Non sono io che faccio quello che faccio”

“E allora chi è? Avanti, dacci una spiegazione!” Garry era evidentemente infuriato, aveva accumulato troppo stress in quelle poche ore da quando era entrato nel mondo di Guertena.

“Non lo so. Scopriamolo insieme! Ihih”

Garry scosse la testa, mettendo un piede in una fessura e cominciando a scendere.

Ib guardò la bambola con occhi tristi perché sentiva che non era del tutto cattiva, che diceva la verità: qualcuno la stava controllando perché in quel posto tutti dovevano comportarsi subdolamente e trarre in inganno.

“Portiamola con noi Garry”

“Cosa? Quell’essere ti ha fatto qualcosa mentre non ti controllavo?”

“Ma che dici. Non vedi che non ha che noi...”

Toccarono nuovamente la sabbia con i piedi e Ib si ritrovò a fissare Amy, sopra di loro.

Tese le braccia e questa si buttò a capofitto.

“ECCO AMY!!! IHIH” esclamò la bambola, ridendo contenta.

“I-Ib!” l’ammonì il ragazzo.

“Un’altra possibilità” Ib lo guardò con gli occhi velati di pianto e Garry non poté resisterle.

Scrollò la testa e pensò che forse un’ultima chance poteva anche concederla.

“L’ultima!” mise l’indice davanti al volto del fantoccio e questo di risposta gli addentò il dito.

Garry si spaventò e ritrasse subito la mano.

“Non si fa Amy!” la rimproverò la bambina.

Speriamo che vada tutto bene...

“Vieni a pulirti, siamo pieni di sangue...” disse il ragazzo a Ib e questa entrò in acqua con tutti i vestiti e così fece anche Garry.

Le macchie sparirono in meno di un secondo e si confusero con le onde.

“Piuttosto Ib, ti senti affaticata?” chiese riferendosi ai petali della rosa persi.

“No, sto bene” gli rivolse un grande sorriso e si ritrovò a pensare che aveva più forza d’animo di quanto credeva.

Tornarono sulla riva, Garry rimise le scarpe alla sua compagna di viaggio e si riprese il suo fiore blu.

Ancora una volta accadde qualcosa di strano: da bagnati fradici che erano, si ritrovarono asciutti come se non avessero mai toccato neanche una goccia d’acqua.

Amy era nel taschino della camicia di Ib, zitta, con la sua solita espressione sorridente.

Aveva promesso che si sarebbe comportata bene d’ora in poi perché non vedeva l’ora di andarsene anche lei dal mondo delle pazzie.

“Adesso dove andiamo?” chiese Ib.

“Torniamo indietro, ci sarà un modo per tornare su...”

“Ma non abbiamo la chiave”

“Lo so, non preoccuparti” le accarezzò la testa e proprio in quel momento vide qualcosa brillare tra i granuli di sabbia.

Anche Ib se ne accorse e infatti prese a correre verso quell’oggetto, che alzò trionfante verso il cielo.

“La chiave rossa!”

“Perfetto” sorrise Garry e all’improvviso tutto cominciò a scomparire.

Il mare si prosciugò e la sabbia se ne andò come se un vortice la stesse risucchiando, la scogliera invece si sgretolò sotto ai loro occhi.

Tutto si trasformò in una semplice stanza con due sedie, un tavolino e un vaso e una porta che lasciava intravedere la stanza dalla quale erano arrivati.

“Siamo usciti” affermò il ragazzo e si avvicinò al vaso “Purtroppo non c’è molta acqua, credo non basti per tutti e due... Metti la tua rosa Ib, non sappiamo quando ci sarà il prossimo”

“Ok...”

La bambina inserì all’interno del recipiente la sua rosa rossa e subito ricomparvero tutti i petali, come al solito, illuminando la stanza di una tenue luce verdina e azzurrognola.

“È finita l’acqua” constatò, ma Garry fece spallucce “Non vuoi neanche riposarti su una di quelle sedie?”

“Non c’è tempo, su andiamo” dicendo così, la prese per le spalle e tornarono nella stanza da dove erano entrati nel quadro, che non era cambiata di una virgola senza considerare il fatto che ci fosse una porta al posto del quadro Lady With Her Umbrella.

Rientrarono nella camera verde, con gli scaffali e si diressero verso l’altra porta.

Inserirono la chiave nella serratura e combaciarono perfettamente.

Garry fece un sospiro di sollievo e aprì, aspettandosi di tutto dall’altra parte.

Al contrario, era un normale studio da lavoro con una scrivania piena di fogli sia bianchi che pasticciati e pennelli ovunque.

Una parete ricoperta pienamente da mensole di libri e una finestra.

Davanti a loro un’altra porta, anch’essa chiusa e un display accanto ad essa.

Garry andò verso di esso, ma fu scosso da un brivido appena passò davanti alla finestra.

Si girò e notò un’ombra in lontananza.

“Odio gli specchi di questo posto...”

Provò ad aprire l’imposta, ma fu tutto inutile, era salda al muro.

Non si riusciva a vedere niente oltre quella.

Strizzò gli occhi per guardare meglio e passò la manica della giacca sopra al vetro, credendo che magari fosse sporco.

Appena tolse il braccio una figura tutta nera comparve, come un manichino e sia lui che Ib urlarono di paura.

Si allontanò subito da quella e notò che anche l’ombra se ne andava sempre più distante.

“Lasciamo stare quella finestra...” disse poi a sé stesso e si approssimò alla porta.

Si dovevano inserire quattro numeri e sicuramente era la combinazione per aprire il passaggio alla prossima stanza.

“Dobbiamo cercare degli indizi” fece rivolto a Ib, ma lei stava già curiosando in giro e non poté trattenere un piccolo sorriso.

Ib guardò la scrivania e notò degli schizzi fatti in matita.

“Amy, riconosci questi disegni?”

La testa della bambola spuntò fuori.

“Mmh...NO, ihih”

La bambina sbuffò e si mise a cercare qualsiasi cosa potesse avere dei numeri per una combinazione.

“Non sai neanche se è un’operazione matematica... O che altro?” domandò Garry.

“Mmh...NO, ihih”

Se risponde ancora così mi salteranno i nervi...

Garry andò a sbirciare tra gli scaffali, provando a cercare qualsiasi cosa fuori posto o anche una scritta come quelle che erano soliti trovare sui muri.

Sul ripiano più alto di una libreria c’era un libro che sporgeva fuori e il ragazzo decise che l’avrebbe dovuto afferrare.

Si mise in punta di piedi e lo sfiorò con le dita, era davvero posto in alto.

“Garry?”

Ib lo deconcentrò e si ritrovò a terra, con il libro aperto su una pagina a caso sul suo stomaco.

“Che botta...” fece massaggiandosi il fondoschiena “C-che c’è Ib?”

“Niente, volevo sapere cosa stavi facendo” rispose prendendo in mano il libro.

Garry si rialzò dal pavimento e si sedette sullo sgabello posto vicino alla scrivania, facendo segno a Ib di sedersi sulle sue gambe.

Lei si accomodò e insieme si misero a sfogliare le pagine un po’ ingiallite.

Parlava della notte e delle stelle e anche dell’universo in generale.

“Non mi sembra di molto aiuto...” disse il ragazzo quasi scoraggiato, continuando a girare pagina dopo pagina.

“Fermo!” esclamò Ib, mettendo la propria mano su quella dell’altro e tornando indietro “Questo simbolo l’ho visto prima” balzò giù dalle gambe del maggiore e si mise a rovistare tra le scartoffie.

Garry la guardò incuriosito, aspettandosi chissà che cosa per poter risolvere l’enigma.

Ib gli consegnò un foglio, rappresentante la stessa costellazione del libro.

“Brava Ib, hai un’ottima memoria fotografica” si congratulò Garry e sentì la risata di Amy proveniente dalla camicia della bambina.

Il ragazzo si chiese cosa avesse da ridere, ma ormai ci stava facendo l’abitudine, anche quando sbucò la sua testa per vedere di che cosa si trattasse, lui non le diede importanza.

“La costellazione del pittore...” lesse Garry ad alta voce “Nota anche come Cavalletto del Pittore è una costellazione minore...”

“Sicuramente è questa!” disse convinta Ib “Guertena è un pittore, quindi è giusto per forza!” fece tutta esaltata.

“Non saltiamo subito a conclusioni affrettate, anche perché dobbiamo trovare quattro numeri” diede una rapida occhiata alla pagina “Ma è pieno di numeri: ascensione, declinazione...magnitudine...” il suo tono andava sempre più scemando, non capendo mezza parola di quello che leggeva.

Ib gli prese il libro di mano e lo girò in tutti i sensi, non sapendo neanche leggere la maggior parte delle scritte.

“Dubito che arriveremo a qualcosa così...” disse Garry e si alzò dallo sgabello, osservando gli altri fogli sulla scrivania e cercando altre cose simili “Non è possibile che sia l’unico suo studio sulle stelle..Era un pazzo” concluse.

Dopo un po’ di tempo, dove rimase a riflettere fissando il pavimento, si rese conto che lo scrittoio era al contrario.

“Ib, aiutami a girare questa cosa...”

La bambina annuì e posò il libro per terra.

Prese la scrivania per gli spigoli, anche se non riusciva ad alzarla perché troppo pesante per lei.

Ib si sforzò talmente tanto, che divenne tutta rossa in faccia.

“Non ci riesco” sussurrò, per paura di far dispiacere a Garry.

Questo la guardò con tenerezza e le disse semplicemente di trascinare la scrivania.

La girarono e scoprirono subito tre cassetti.

Aprirono il primo, ma era vuoto; il secondo era pieno di fogli incolumi e qualche attrezzo del lavoro.

Il terzo sembrava bloccato, ma con un piccolo sforzo, fu spalancato.

Al suo interno c’era un libro nel quale vi erano alcune tecniche da disegno, scritte tutte a mano.

Solo dopo averlo sollevato, si resero conto che al di sotto c’era un pannello bucherellato.

“E questo?” si chiese la bambina.

 

 

Ooook e anche questo è andato! Sapete? Ancora non ho le idee chiare sia per quanto riguarda la lunghezza, sia per quanto riguarda Amy...baah! Ahah povera me!
Il prossimo capitolo arriverà prima o poi...scusa se parto con queste prospettive, ma davvero il tempo manca!
Speriamo a presto e, mi raccomando, lasciate un commento e fatemi sapere se vi piace o se vi disgusta altamente! :D
Ciaaaaooo a tuttiiii!!!
Flor ;)

  
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