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Autore: sayuri_88    05/01/2013    5 recensioni
Edward si è appena trasferito in una nuova città e durante una fuga si scontra con due occhi marroni come il cioccolato e....LEGGETE^^
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Eccomi! Buon Natale e Buon capodanno in ritardo ma almeno per la Befana arrivo puntuale XD
Sono in ritardo, ma che dico RITARDISSIMO!!! chiedo umilmente perdono a tutte voi. 
Non vi faccio più perdere tempo e vi lascio al capito, se c'è ancora qualcuno che pazientemnete ha aspettatato questa befana. 
Buona lettura!


…: Quella chiacchierata :…

 
 

È passato un mese che aveva visto crescere e rafforzarsi del mio legame con Bella. Per tutti ora Bella è la mia ragazza e se la cosa aveva creato un certo scalpore all'inizio, ora non fa più notizia, siamo stati assorbiti dalla normalità.
È bello poterla stringere in pubblico scambiarci qualche effusione senza che lei mi scacci perché teme l’arrivo di qualcuno.
In questo lasso di tempo, erano successe un po' di cose: c’era stata la cena a casa di Bella.
Onestamente temevo di essere messo sotto interrogatorio da Charlie e dai Black, che vedevano nella mia ragazza una figlia acquisita, invece mi avevano trattato come se frequentassi quelle cene da sempre. Mi ero sentito accettato e certamente quella sarebbe stata la serata più bella della mia vita se poi non fosse arrivato il ballo. Ero così orgoglioso quando varcammo assieme la porta della palestra addobbata in stile casinò e mi sentivo il ragazzo più fortunato di tutti gli Stati Uniti.  Avevamo ballato, c’eravamo divertiti con i nostri amici e la serata era volata in allegria.
 
—Sono indecisa... —la voce di Bella mi distrae dai ricordi riportandomi alla dura realtà e sbuffo. Siamo in giro da ore, questo è il decimo negozio che passiamo in rassegna e lei non ha ancora preso nulla, o meglio di roba ne ha presa ma non quella per cui siamo venuti. Tutta colpa di Alice che l’ha condizionata con l’ossessione dello shopping.
Sono arrivato alla conclusione che Alice è un virus molto pericoloso e contagioso che potrebbe dare il via alla più tremenda epidemia che il sesso maschile abbia mai visto. Jasper potrebbe ridursi come l’uomo della pubblicità di quel sito di acquisti online che ho visto ieri, Zalando. Questo ragazzo era quasi impazzito a causa della mania della fidanzata.
—Bella, Emmet, apprezzerà tutto quello che gli regalerai.
La mia ragazza alza gli occhi al cielo, roteandoli in modo teatrale, e sbuffa.
Avremmo festeggiato il compleanno di Emmet la domenica successiva con un pranzo, dove avrebbero partecipato anche Bella, Rose e i loro genitori. Alice, grazie alla sua innata capacità persuasiva, aveva convinto Charlie a far rimanere Bella a dormire il sabato sera. Lo sceriffo non era un fesso e non si fidava a lasciare sua figlia a dormire nella stessa casa del suo ragazzo, così mi aveva riferito Bella dopo aver ascoltato i borbottii del padre, quando le aveva accennato l’idea. Poi era arrivata la mia sorellina e puff… Bella avrebbe dormito a casa nostra.
—Lo so, ma questo non vuol dire che gli devo prendere la prima cosa che mi capita sotto gli occhi. È il primo regalo che gli faccio, voglio che sia bello.
Così continuammo il giro per i vari negozi fino a che, un’ora dopo finalmente trova il regalo che considera adatto.
È incredibile come Emmet sia entrato nel cuore di Bella, si vogliono bene come fratelli e devo dire che qualche volta ne sono stato geloso. Non per Bella ma per quel legame che fino a quel momento Emmet aveva mostrato solo a me e a mia sorella. Ora c’erano Bella e Rosalie che vantavano parte di quell’affetto. Mi sento un idiota a provare questa gelosia, alla fine è quello che ho sempre voluto per lui, voglio vederlo circondato da persone che gli vogliono bene che non lo commiserano e che lo trattano come una persona normale.
Finalmente, alle sei e trenta sistemo le borse piene di vestiti di Bella nel baule assieme al sacchetto regalo. Salì in macchina al posto di guida.
— Cintura, Bella — le ricordo con un’occhiata di rimprovero.
— Sembri mio padre — borbotta per poi fare come le ho chiesto. Sarà la figlia di uno sceriffo ma il codice della strada sembra non averlo mai letto…
Ci mettemmo un’ora buona a tornare a casa, per cercare il regalo mi aveva portato fino a Port Angeles e mano a mano che ci avviciniamo a Forks il cielo da grigio diventa nero. Da quanto non vedo un tramonto o un’alba?
Non ho nessun rimpianto per essermi trasferito nello Stato di Washington ma qualche volta mi piacerebbe rivedere il cielo azzurro, il Sole e le stelle.
— Qualcosa non va? — la voce di Bella mi riporta nell’abitacolo e dopo averle lanciato una veloce occhiata fisso la strada e le luci arancioni che ci sfrecciano accanto.
— Nulla, non vedo l’ora di sdraiarmi sul divano e riprendermi dalle fatiche di questo pomeriggio. Devo farti uscire di meno con Alice…
Bella ridacchia e poggia la sua mano sopra la mia che pigramente tiene il cambio. Faccio scivolare le mie dita e racchiudo quelle di lei tra le mie. Non ci stacchiamo fino a che parcheggio davanti a casa.
— Sono a casa, famiglia — urlo, appena metto piede nell’ingresso, — Bella è con me.
— Buona sera, Esme — salutò mia madre indaffarata tra i fornelli.
— Ciao, cara. Tutto bene?
— Benissimo. Serve una mano? — le chiede. Mia madre mi lancia uno sguardo allarmato. Le avevo raccontato delle disavventure in cucina della ragazza ed era già agitata per fare in modo che tutto fosse perfetto per dover anche controllare Bella.
— No, Bella, ho tutto sotto controllo ma grazie — rifiutò il suo aiuto con gentilezza. Non voleva certo offenderla.
— Isabella è una piromane in cucina — disse il vocione di Emmet entrando in cucina, lasciandoci a bocca aperta. Mio fratello si avvicina al frigorifero, lo apre, prende il succo su cui fa bella mostra il suo nome, apre la dispensa e recupera una tazza con i puffi e vi versa dentro la bevanda e beve.
— Grazie, Emmet…
— Ringrazia, Edward, è lui che lo dice.
La saliva mi va di traverso quando la mia ragazza mi alza platealmente un sopracciglio nella mia direzione.
— Rose è già arrivata? — chiedo sperando in questo modo di spostare l’attenzione di tutti altrove.
— È in camera mia
— In camera tua? Vedo che sei già arrivato in casa base… — lo prendo in giro ricevendo in cambio un colpo sul braccio da parte di mia madre seguito da uno sguardo di ammonimento.
— Non stiamo giocando a baseball… non c’è spazio abbastanza in camera mia per giocare a baseball — mi risponde Emmet con sguardo serio. Si piazza di fianco a mamma e continua con la sua arringa facendoci piegare in due dalle risate — Mamma, mamma. Edward ha preso un colpo di sole? No, qui non c’è il sole… quindi, quindi ha preso un colpo alla testa… forte, foooorte — terminò scomparendo dietro la porta. Lo scricchiolio dei gradini ci avvisa che sta tornando in camera sua.
— Sono una piromane? — mormora mettendo su un finto broncio.
— Beh, la cucina non è proprio il tuo elemento, lo devi ammettere — affermo in mia difesa e alzando un angolo della bocca in un sorriso che so piacerle molto.
Di sottofondo la leggere risata di mia madre, cui si uniscono la mia e quella di Bella.
— E oggi non deve succedere nulla. I genitori di Rose saranno qui a minuti e non farei una bella impressione con la cucina in fiamme. Ora andate il salotto a vedere se tutto è in ordine e, Edward, chiama tua sorella che ci sta impiegando una vita a vestirsi — aggiunse mia madre spingendoci fuori dalla stanza.
— Signorsì, signora.
— No, Ed, vado io a chiamare Alice. Tu controlla il salotto — mi blocca Bella appena inizio a salire le scale.
— Mia madre mi da ordini come un generale dell’esercito, Alice pure e ora anche tu? Che ho fatto di male? — mi lagno, cercando di darmi un tono melodrammatico.
— Fila e non fare la vittima — dice sorridendo. Mi prende sotto braccio e mi obbliga ad abbassarmi e mi bacia sulle labbra. Come sempre nel mio stomaco ha luogo il solito sfarfallio che mi manda in brodo di giuggiole. Nessun ragazzo ammetterebbe mai di sentirsi come una femminuccia ma è universalmente riconosciuto che un ragazzo innamorato è proprio così che si sente. Sto bene in sua compagnia, mi fa sentire vivo e ultrafelice. Bella è intelligente, simpatica, un po' stronza ma è anche per questo che la amo. Sì, io Edward Cullen sono irrimediabilmente e incondizionatamente innamorato di Bella Swan.
La guardo salire le scale e l’occhio mi cade sul suo lato “B” e deglutisco a vuoto. Tutto di lei mi attrae, il suo sorriso, i suoi occhi, la sua bocca, il suo profumo, le sue mani,… insomma tutto. Ho l’istinto di seguirla e spingerla nella mia stanza e chiuderci dentro per tutto il giorno ma fortunatamente o sfortunatamente, il campanello suona e vado all’ingresso per aprire ma Emmet mi precede, fiondando giù dalle scale e per poco non mi viene addosso.
— Emmet, non correre! — gracchia mia madre comparendo sull’uscio della porta.
Dietro di me i passi leggeri di Rosalie mi fanno girare verso di lei. È nervosa e si tortura le mani tra di loro e dopo un sorriso esitante nella mia direzione mi superò e raggiunse mio fratello alla porta, assieme a mia madre.
Subito dopo arrivarono Alice e Bella, la seconda è divertita mentre mia sorella è imbarazzata. Lancio uno sguardo interrogativo a entrambe ma nessuna delle due sembra intenzionata a delucidare i miei dubbi. Anzi una ridacchia di più e l’altra diventa ancora più rossa.
— Non si possono portare fiori in casa. Le piante portano insetti… mamma! Dobbiamo chiamare la disinfestazione… — la voce tonante di Emmet mi ricorda degli ospiti che erano appena arrivati. Come avrebbero reagito? Rose aveva più volte espresso la sua preoccupazione a mia madre nei giorni precedenti.
Do un’occhiata veloce al salotto. Tutto sembra a posto e così raggiungo gli altri all’ingresso.
I signori Hale fanno il loro ingresso tutti impettiti. Sguardo alto, occhi freddi e distaccati, il tutto nascosto sotto a una patina di finta cortesia.
— Benvenuti, siete i primi — li saluta mia madre sinceramente felice di averli in casa. Ama Rose ed è così felice per mio fratello. Aveva pregato ogni giorno perché Emmet trovasse la persona per lui e quando è arrivata Rose, tutti i suoi sogni si sono realizzati.
— Buon giorno Signora Cullen, avete davvero una bella casa — commenta la madre di Rose guardandosi attorno, senza trascurare nemmeno un centimetro di muro.
— Molto gentile, Signora Hale ma mi chiami pure Esme — risponde, cordiale come sempre, mia madre. L’altra donna annuisce, si toglie il cappotto che è prontamente recuperato dalla figlia che coglie l’occasione per salutare i genitori con un veloce bacio sulla guancia, e non ricambia la cortesia. Già mi sta antipatica e anche Bella deve pensarla come me.
— Trovato molto traffico? — s’informa Rose.
— Non molto — commenta atono il padre, prendendo la parola per la prima volta. Serio e autoritario come la moglie. Entrambi con la puzza sotto il naso.
Quindi mi sorge spontanea una domanda: da dove diavolo è saltata fuori Rosalie?
— Mio marito sarà qui a breve.
— Oh sì, Rosalie Lillian ci ha detto che è il primario del ospedale.
— Sì, ci siamo trasferiti qui da Chicago. Prego il salotto è da quella parte accomodatevi — li invitò a seguirla con la sua solita cordialità. Emmet invece è deciso a fare come dice.
— No, mamma. Prima si devono disinfettare. Hanno portato dei fiori e i fiori, hanno portato gli insetti! Devono disinfettarsi!
Rose alterna lo sguardo tra mamma e i suoi genitori, dalla faccia posso capire che è preoccupata tanto quanto me. Noi siamo abituati a Emmet ma gli altri fanno fatica ad accettarlo, così come i genitori di Rose che nascondono dietro a un sorriso di circostanza, l’ennesimo, il loro fastidio.
— Giusto caro, vado a prendere il disinfettante.
Non so se mamma se ne è accorta, forse sì, è sempre stata molto perspicace, e va a recuperare un vasetto di Amuchina e lo porge ai signori Hale i quali rimangono basiti in un primo momento.
— Su mamma, papà. Non vogliamo che gli insetti o altro ci rovinino la festa — interviene Rose che riserva un’occhiata allegra e complice a Emmet e una supplichevolmente nervosa ai suoi.
Non sarebbe stato facile aveva detto a mia madre una sera, so che non si dovrebbe origliare ma che potevo farci? Passavo lì per caso e non ho potuto non ascoltare… certo poi ho scelto di rimanere anche quando avrei potuto andarmene ma c’è da tenere conto che parlavano di Emmet e noi siamo sempre stati molto legati. Avevo il diritto di sapere quello che gli succedeva.
La coppia accetta di pulirsi le mani e mio fratello soddisfatto trotterellò in salotto.
—Quante storie… già non li sopporto —è il commento poco positivo di Bella.
—Dai, Bella, sono appena arrivati dagli una possibilità —anche se devo ammettere che pure i faccio fatica a pensare a qualcosa di carino su di loro in questo momento.
—Sei tu quello che vede sempre il buono nelle persone, Ed, io sono quella più realista. Quelli non faranno altro che creare problemi.
Meno male che i miei e gli Hale ci hanno già preceduto in salotto, anche se, conoscendo Bella non gli mancano peli sulla lingua per dire loro in faccia quello che pensa. Sospiro e mentre cerco qualcosa da dire per cambiare discorso mi viene in mente la faccia di mia sorella quando è scesa.
—Di che parlavate tu e mia sorella? Sembrava leggermente traumatizzata —bisbiglio al suo orecchio. Siamo in salotto e mamma ci riempie le mani con un piatto ricco di prelibatezze.
In risposta ridacchia e lancia uno sguardo malizioso a mia sorella che proprio in questo momento ci sta guardando. La vedo arrossire. Arrossire! Lei non è così facile da far imbarazzare.
—Cose tra donne —la sua risposta criptica mi lascia con un enorme punto di domanda sulla testa e la curiosità alle stelle. Chi ha detto che la curiosità è donna?
 
Mamma papà, ora basta… ridicolo… no…
La voce acuta di Rose si sente al piano superiore nonostante la porta chiusa.
—Non sembra andare bene —mormora Bella per poi sorridere a qualcosa che le ha fatto vedere mio fratello sul cellulare.
Sospiro e sistemo il cuscino sotto la mia testa. Siamo in camera di Emmet e cerchiamo di far passare il tempo cercando di non ascoltare quello che succede al piano di sotto.
Fatto quasi impossibile visto i toni che hanno gli Hale e la loro figlia. Se solo potessi scenderei e darei man forte a Rose ma al posto mio ci sono i miei che cercano di mediare in questa situazione spinosa.
Come siamo arrivati a questa situazione?
Una pacca sulla spalla troppo forte.
 
La casa, poco dopo l’arrivo degli Hale, si era riempita di chiacchiere e musica piena di brio. Erano arrivati tutti gli amici dell’ospedale di mio fratello e Ben e Angela erano stati felicissimi di accettare il mio invito.
Ci stavamo divertendo, anche Bella per una volta aveva lasciato a casa il solito broncio per sorridere a destra e sinistra. Rideva anche alle battute, pure a quelle pessime, lo devo ammettere, di mio padre.
L’unica sbavatura in questo quadro di colori erano i genitori di Rose. Il signor Hale con la sua voce bari tonante non faceva che parlare di politica come se lui fosse il massimo esperto in materia e sembrava non gradire opinioni diverse dalle sue. La signora Hale invece sorrideva, ma era quel sorriso falso e superiore che mi dava sui nervi. Ma tutto filava liscio e perche rovinare una festa inutilmente visto che il festeggiato se la stava spassando alla grande?
Emmet si era avvicinato a mio padre, non so cosa gli stesse chiedendo ma il signor Hale era proprio lì di fianco e con una grassa risata aveva colpito con forza mio fratello. Una pacca sulla spalla è normale, quale ragazzo non ne ha mai ricevuta una? Emmet però è differente.
In un primo momento si era irrigidito, poi aveva iniziato a strillare e nella confusione aveva colpito il padre di Rose con un pugno.
Urlò e si dimenò. Io e mio padre ci impiegammo mezz’ora buona per calmarlo e l’intervento di Rose lo calmò definitivamente.
 
È autistico… lui è speciale… non puoi comportarti come se fosse un ragazzo normale…
 
 
Speciale… si Emmet era speciale.
—Vado un attimo in bagno — dico alzandomi dal letto. Non ce la faccio a stare qui, chiuso con le mani in mano.
Emmet mi sorride ma poi torna ad armeggiare con il cellulare di Bella. Snake l’ha proprio preso…
La mia ragazza mi guarda interrogativa, le sorrido per rassicurarla ma il mio atteggiamento non fa che insospettirla. Non sono mai stato un bravo attore…
Apro la porta ed esco, chiedendomela subito alle spalle.
 
Vi prego, calmatevi… sediamoci davanti a una buona tazza di te.
 
Mamma pensa che tutto si possa risolvere davanti a una buona tazza di te.
Cercando di non fare rumore arrivo all’inizio delle scale e per poco non mi metto a urlare quando sento qualcosa poggiarsi sulla mia spalla.
Alice è più veloce e mi tappa la bocca con una mano. Dietro di lei Jasper e al suo fianco Bella.
—Che ci fate qui? —bisbiglio.
—Dovevo andare in bagno anch’io —afferma la mia ragazza con uan scrollata di spalle.
—Io e Jasper vogliamo sentire meglio. Ora fate piano.
È una scena comica. Riderei se non fosse stato inappropriato. Tutti e quattro siamo seduti sugli scalini in assoluto silenzio a origliare. Non ci azzardiamo a scendere di più per avere una via di fuga nel caso dovessero uscire dalla cucina.
 
Rosalie, non puoi essere seria! Non puoi buttare il tuo futuro alle ortiche. Vuoi aiutare la gente? Va bene, ma ci sono tanti altri modi…
 
Non è difficile riconoscere la voce della signora Hale e quello che sentiamo subito dopo ci lascia tutti senza parole.
 
È un problema!
 
Lui non è un problema, lui è una persona!
 
Subito dopo, qualcuno esce come una furia dalla cucina e sale le scale a passo pesante.
—Via, via, via —esclama a mezza voce Alice facendoci alzare tutti e correre nelle nostre stanze.
Alice e Jasper nella stanza di mia sorella mentre io trascino Bella nella mia.
Chiudo la porta nello stesso momento in cui un’altra viene aperta.
Rose? Perché piangi?
 
—Io lo avevo detto che la Signora Hale era una str…
—Bella —sibilo bloccandola. Lei mi guarda accigliata.
—Che c’è? È vero!? Ma l’hai sentita!
Si che l’avevo sentita… mi lamentai mentalmente guardando la porta chiusa come a voler vedere al di la, fino alla camera di Emmet e poi giù dove le voci concitate dei nostri poco graditi ospiti scomparivano dietro lo sbattere energico della porta d’ingresso.
—E il marito non è da meno. Rose la devono aver adottata perché non si spiega da dove è venuta fuori.
E si sdraia sul mio letto, si gira su un fianco e accende le casse subito le note di Beethoven aleggiano nella stanza.
Mi sistemo al mio fianco e chiudo gli occhi rivivendo la giornata. Era iniziata bene per poi degenerare. Se ripenso alle parole della signora Hale mi sale una tale rabbia… ha definito Emmet un problema, lui non è un problema. È un ragazzo speciale e merita di essere amato più di quella donna e suo marito. Mio fratello certo richiede impegno da parte nostra e da chi gli sta vicino, ma con uno sguardo o una parola, riesce a darti mille volte tanto quello che gli dai.
Lui è un problema? No loro sono il problema, loro e quella falsa aria di perbenismo, quel loro credersi superiori, quasi perfetti. Loro…
—Non ne vale la pena —la voce di Bella mi arriva bassa e dolce. Giro la testa e la trovo girata verso di me, una mano sulla mia guancia. —Non vale la pena stare male per colpa di gente come quella.
Ed è incredibile come tutta la rabbia scivola via come l’acqua sulla roccia.
 
La cena è più silenziosa del solito, i discorsi rapidi e concisi non fanno altro che mostrare la tensione che ancora aleggia in casa dopo la discussione. Emmet è l’unico che parla ininterrottamente senza aspettarsi che qualcuno gli risponda.  Ed era un bene.
 
Bella è rimasta da noi per la notte, ospite di Alice ed era con lei, che si era chiusa in camera un paio di ore fa. Sarebbe bello poter passare la notte con lei. Detto così può sembrare che voglia fare qualcosa di decisamente fisico e in fondo è una cosa che non mi dispiacerebbe ma non solo quello.
Finora ci siamo limitati ai baci e carezze, stiamo assieme da quasi tre mesi ed è presto per pensare di andare un po' oltre, o no? Per queste cose non c’è una tabella. Almeno ho letto così su un articolo di Cosmopolitan, era di mia sorella e lei lo aveva lasciato aperto sul divano. Chiunque lo avrebbe potuto vedere.
Spesso mi ritrovo a pensare a come sarebbe andare oltre. Bella è quella giusta, forse non è la donna della mia vita ma in questo momento è la ragazza con cui vorrei avere la mia prima volta.
Non trovo nemmeno le parole per spiegare come mi fa sentire, può suonare patetico, da femminuccia ma ho diciassette anni ho il diritto di esserlo.
Con questa determinazione mi ero perso nelle immagini di me e Bella quando la porta della mia stanza emette un basso cigolio.
Infastidito mi alzo sui gomiti e fulmino l’ombra che entra e si richiude la porta alle spalle. Perché mi devono disturbare in certi momenti?
— Edward, sei sveglio?
Magari per questa volta non mi arrabbio.
— Bella?
Assottiglio lo sguardo e riconosco la sua figura magra avvicinarsi al letto fino a salirci sopra, scosta le coperte e s’infila al mio fianco.
— Bella, se i miei ci scoprono…
— Non stiamo facendo nulla di male e poi i tuoi sono profondamente addormentati. Non smetterò di ripeterlo ma non avrei mai detto che tua madre, tutta fine e perfettina, russasse come un ghiro.
— Mai giudicare un libro dalla copertina — dico mentre mi sdraio e prendendola tra le braccia. — Giornata particolarmente ricca di eventi, vero?
— Già — concorda, sistemandosi meglio tra le mie braccia. Poggia il capo sul mio petto e aderisce completamente al mio corpo. Mi ritrovo a deglutire e a sudare freddo. Solo due secondi prima stavo facendo certi pensieri con me e lei nel mio letto e ora mi è plasmata addosso! Non posso certo controllare le reazioni naturali del mio corpo mi devo allontanare leggermente e con disinvoltura per non darle sospetti. Purtroppo mi sono dimenticato con chi ho a che fare.
— Vuoi sapere che ci siamo dette io e Alice?
— Qualsiasi cosa metta in imbarazzo mia sorella la devo assolutamente sapere — non fanno mai male una o due frecce in più al mio arco.
— Preliminari prima del sesso.
Ammutolisco e avvampo, letteralmente, come una femminuccia. Non ero preparato a questo.
Il destino, il fato, il caso o chiunque ci sia la sopra mi sta giocando un brutto tiro, decisamente brutto. Prima mi metto a pensare a noi mentre lo facciamo e poi arriva lei, si sdraia contro di me e mi parla di preliminari. Io non ce la faccio! Il mio amico dei paesi bassi non ce la fa!
— Tu lo hai mai fatto? — mi chiede di punto in bianco.
Ed io che le dico? Sì, soprattutto nelle ultime settimane? Le apparirò come un allupato.
— E tu lo hai mai fatto? — non si dovrebbe rispondere a una domanda con un'altra…
— Sì, qualche volta — mi confessa con disinvoltura. Deglutisco a vuoto mentre immagini a luci rosse, con lei come protagonista, affollano la mia mente.
— E... E chi immaginavi? — chiedo con voce roca per l'eccitazione. Lei sorride maliziosa.
— Vedi per colpa di un certo ragazzo… la notte faccio certi sogni su di lui e mi sveglio con delle necessità... — ma non la lascio finire che le tappo la bocca con un bacio pieno di desiderio e la stringo a me per farle capire le condizioni in cui mi ha ridotto. L’ansia è sparita e ora siamo solo due ragazzi alle prime armi che si vogliono conoscere.
— Anche tu hai popolato molto i miei sogni — soffio a un palmo dalle sue labbra. Questa sera sono particolarmente invitanti e l’unica cosa che voglio fare è intrappolarle tra le mie e tenerle prigioniere fino a domani mattina, poi il discorso non aiuta a tenere i miei ormoni sotto controllo.
— E chi ti dice che sei tu? — la guardo stranito. Chi ha osato sognare?
Bella scoppia a ridere — Dovresti vedere la tua faccia! È impagabile — esclama tra una risata e l’altra. Sta a vedere che mi sta prendendo il giro.
— Tu piccola malandrina — sibilo mentre inizio a farle il solletico, ma lei mi guarda seria.
— Non soffri il solletico? — lei diniega e si stampa in faccia un sorriso sbarazzino.
— Io no, ma tu si — e senza preavviso mi salta sopra a cavalcioni iniziando a muovere le sue manine nei punti nevralgici. Mi contorco sotto il suo tocco.
— Sm… smettila — bisbiglio afferrandola per le mani. Lei stringe le labbra tra loro per contenere le risate.
— Mi piaci tanto, Bella Swan.
— Anche tu mi piaci, Edward Cullen.
 

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Il prossimo sarà l'ultimo capitolo e questa storia sarà finina :(

questo è lo spot a cui mi riferisco.

http://www.youtube.com/watch?v=p9Bu8Yccw4E

   
 
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