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Autore: hjsdjmples    06/01/2013    7 recensioni
. Io non ero all’altezza di Harry. Se Harry stava con me era solo per pietà, per pena. Magari si vedeva con altre ragazze. Io di certo non potevo bastargli. Perché avrebbe dovuto stare con me? Non mi era mai balenata in testa questa idea, mi sembrava tutto così semplice. Io amavo Harry e lui amava me. Cosa c’era di più facile? E per sfortuna le cose facili non esistono. Tutto doveva essere dannatamente complicato. Perché non potevo essere felice per una volta? Andava tutto così bene. Ma la verità era che io non sarei mai stata abbastanza. Non ero abbastanza per me, come avrei potuto essere abbastanza per lui? Era praticamente impossibile.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"It's in your lips and  in your kiss
It's in you touch and your fingertips
And it's in all the things and other things
That make who you are 
And your eyes
 irresistable"



Ho sempre saputo che per lui non sarei stata mai abbastanza. Mi era sempre piaciuto, ne ero stata innamorata fin da piccola. Era stata la mia cotta lungo termine. Forse anche troppo lunga visto che era durata circa 10 anni. Già, a 5 anni mi ero infatuata di un bambino e a 15 avevo una cotta sempre del solito. Come si chiamava? Harry Styles. Era un bel nome. Ed oltre ad avere un bel nome quel ragazzo era proprio bello. Era perfetto, e non solo ai miei occhi, visto che piaceva a tutti. Aveva quegli occhi verdi che ti rapivano, se li guardavi bene non riuscivi a staccarti a meno che non fosse lui ad impedirti di guardarli, e non appena perdevi il contatto con quei due smeraldi eri rammaricato, e lo guardavi quasi a dire “Perché? Perché non posso più guardare? E dai, girati!”. La sua bocca di certo non era da meno. Era carnosa, bella. Sarei potuta rimanere a fissare quella bocca per ore. E i suoi capelli … sarebbero stati bene solo a lui. Era bello, da qualsiasi parte. Durante il pranzo a scuola passavo l’intera pausa ad un tavolino vicino al suo, a vederlo scherzare con gli amici. E le amiche. Non capivo perché loro che lo conoscevano da poco riuscivano a parlare e  ridere con lui, mentre io che lo conoscevo da una vita non ero in grado di pronunciare un semplice ciao senza impallarmi. A lezione era uguale. Quando interveniva, veniva interrogato, o semplicemente prendeva appunti era meraviglioso. Restavo a fissarlo tutta la lezione, e anche se i professori ogni tanto mi riprendevano per non essere attenta, a me piaceva stare li e concentrarmi su sui suoi sguardi al foglio. Già, ero invidiosa persino di un foglio, che sicuramente riceveva più attenzioni di me.
Poi un giorno, il giorno più bello della mia vita, lui mi rivolse la parola. Strano a dirsi, ma risposi. Senza svenire mentre parlavo.
 
- Ehi, ciao. – disse una voce alle mie spalle, una bella voce, roca, profonda. Conoscevo quella voce. Era la sua voce, non per niente.
Mi girai verso la persona che mia aveva parlato e mi ritrovai il bellissimo ragazzo su cui era basato ogni istante della mia vita davanti a me.
- Eh … c – ciao. – balbettai facendo una smorfia, che sarebbe dovuta sembrare un sorriso – cosa ti porta al mio armadietto? –
Harry rise. Ebbi, per qualche secondo la paura di sciogliermi, ci sarebbe benissimo stato. Io l’avevo fatto ridere. Forse perché ero ridicola.
- Sei simpatica, Mayer. Comunque la professoressa Kayland. Dice che non stai andando molto bene, e pensa che ti potrei dare una mano. –
Annuii intelligentemente, anche se francamente non avevo capito nulla.
- Quindi? – insistette lui, non ricevendo risposte da parte mia.
- Le ripetizioni. Dove e quando? -
- Quali ripetizioni? -
- La professoressa Kayland mi ha detto di darti delle ripetizioni. -
- Oh … ecco quali ripetizioni. Comunque quando e dove preferisci. – risposi sorridente.
Avevo fatto la figura della cretina, ma poco m’importava, avevo parlato con lui. Cavolo.
- Okay … vieni a casa mia alle 4, okay? – domandò.
Annui, forse troppo vivacemente e lui mi scrisse su una mano l’indirizzo di casa sua, e il suo numero, in caso mi fossi persa.
La verità era che sapevo dove abitava, ma avere il suo numero mi confortava. Era patetico, perché non l’avrei mai chiamato.

 
Stetti tutto il pomeriggio a ripassare fisica, non volevo fare una brutta figura. Prima di uscire mi preparai al meglio, ma quando arrivai a casa di Harry non rispose nessuno.
 
Ero agitata, forse troppo. Ma in fondo non mi ero mai ritrovata sola con Harry. Anzi, non avevo proprio mai parlato con Harry, escludendo stamattina.
Arrivai davanti al portone di casa sua. Era una villetta tutta bianca, circondata da un giardino ben curato. Era tutto perfetto quel posto, perfetto proprio come lui.
Suonai al campanello. Niente. Suonai nuovamente, e dopo 10 minuti arrivai alla conclusione che se n’era scordato. Mi aveva dato buca.
Delle lacrime presero possesso dei miei occhi. Si era scordato di me, mentre io di lui non mi scordavo mai, anche quando non c’era niente da ricordare. Se n’era scordato, o magari se n’era fregato. O entrambe.
 
Dovevo aspettarmelo. Infondo io ero solo la sfigata Kaylee Mayer.
Delusa uscii dal vialetto di casa Styles. Perché? Perché mi aveva dato buca? Non sembrava il tipo di ragazzo che si divertiva a far diventare le ragazze dei polaretti. Non sembrava, ma magari lo era.
 Camminai a testa bassa, guardandomi le scarpe, che diventavano sempre più zuppe,  finché non andai a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. Era Harry. Lo guardai delusa, come non mai. probabilmente non se l’aspettava, visto che non sapeva della mia ossessione per lui.
- Oh, Mayer. Scusami per il ritardo, vieni, su. Oddio, sei tutta bagnata. – disse e mi fece andare sotto l’ombrello insieme a lui.
Sorrisi, quando mi strinse a lui, per farmi stare riparata dalla pioggia. Probabilmente non se ne accorgeva, ma eravamo praticamente appiccicati.
Ritornammo davanti alla porta di casa sua e l’aprì, scostandosi per farmi entrare.
Non appena entrammo mise i giubbotti in un armadio e si girò verso di me.
- Aspetta, ti porto dei vestiti asciutti, di mia sorella. – .
Annuii e lui salì le scale. Dopo poco tornò con dei vestiti asciutti e me li porse.
- Puoi andare nel bagno a cambiarti. – mi indicò una stanza, e imbarazzata presi i vestiti per poi dirigermi nel bagno.
In un minuto mi cambiai e mi infilai il paio di jeans e la felpa che Harry mi aveva dato. Dovevano essere di Gemma, visto che di sorella ne avevo solo una. La conoscevo piuttosto bene. Era simpatica, c’avevo parlato diverse volte, ed al contrario di Harry lei non ti metteva mai in soggezione.
Uscii dalla stanza e mi avviai nell’ampia cucina di Harry. Era seduto su una sedia con il libro di fisica davanti.
- Eccomi. – sussurrai.
- Oh, hai fatto veloce. – disse mostrando quelle sue adorabili fossette e mi fece cenno di accomodarmi accanto a lui.
Mi sedetti nella sedia vicina, come mi aveva indicato e iniziammo a sfogliare il libro di fisica.
 

Dopo un’ora ero riuscita a comprendere tutto, o quasi, per lo meno.
- Dunque, che cos’è l’incertezza assoluta? – mi chiese Harry
- L’incertezza assoluta è il valore maggiore calcolato meno il valore minore, fratto due. Ti prego dimmi che è così. – sussurrai
- Ma … - .
- Ma … oh, se il risultato ottenuto è minore della sensibilità allora l’incertezza assoluta sarà la sensibilità. – ripeto convinta.
Harry sorride e annuisce. Finalmente.
- Bene, direi che sai tutto. -
- Fortunatamente. - .
Risi.
 
 
Grazie alla professoressa Kayland continuai a vedere Harry per 2 mesi, una volta a settimana.  Avevo bisogno di ripetizioni, ed Harry era felice di aiutarmi. Ed io ero felice di farmi aiutare da lui. Diventammo amici, e mi propose di vederci tre volte a settimana, anche per le altre materie, visto che io a scuola facevo … schifo.
Dopo 4 mesi mi convinsi che ero ancora più innamorata di lui. Ed al quinto mese successe una cosa, che mai avrei pensato.

- Ehi, ciao. – mi salutò Harry quando mi aprì la porta lasciandomi un sorriso.
- Ciao. – ricambiai il saluto.
Entrai e come sempre mi accomodai sulla sedia in cucina, che ormai era diventata la mia sedia.
- Allora, oggi letteratura, giusto? – dissi.
- Si. – annuì lui – Ma oggi non ho voglia di studiare.
Lo guardai stranita. Non era mai successo in 5 mesi che ci conoscevamo.
- Styles che non ha voglia di studiare? Mio dio, è surreale. – lo presi in giro, fingendomi strabiliata.
Rise, come sapeva fare solo lui. Quella risata mi faceva sciogliere dentro. Ma avevo imparato a gestirmi in sua presenza. Perciò adesso eravamo amici. Ero la sua migliore amica in realtà. Tutte le ragazze di sesso femminile erano in qualche modo interessate solo alla sua popolarità, o al sesso. Mentre io, anche essendo innamorata di lui, ci tenevo non perché era il quarterback Harry Styles. Ma solamente perché era Harry, il ragazzo che mi dava ripetizioni e mi faceva ridere come non mai. Ed era anche il ragazzo di cui ero innamorata, ma ovviamente questo lui non lo sapeva. Anche se la mia cotta era diversa da tutte quelle che avevano le altre. Io non l’avrei mai deluso.
 
- Dunque, cosa vuole fare, signor Styles? – domandai con fare altezzoso. 
- Non ne ho idea, signorina Mayer. Lei ne ha qualcuna? – stette al gioco. 
Non potei far a meno di scoppiare in una risate fragorosa. Quanto poteva essere stupido e meraviglioso allo stesso tempo? 
- Sei bellissima quando ridi. – sussurrò. 
Mi voltai verso di lui con uno scatto, forse non avevo capito bene. Anzi sicuramente non avevo capito bene. 
- Che cosa? – chiesi con un nodo in gola, diventando completamente rossa. 
- Niente, Kaylee. – scosse la testa, triste. 
Lo guardai negli occhi. Per una volta riuscivo a reggere il suo sguardo. 
- Che ne dici se ci guardiamo un bel film? – domandò.
- Dico che è una buona idea. A te la scelta. – annuii sorridente. 
Andai verso il divano e mi misi accucciata accanto a lui. 
Ma non seguii niente del film. Non ci riuscivo. Harry mi fissava. 
Dopo due ore il film finì, ma non ci spostammo, rimanemmo sul divano. 
Rimanemmo a guardarci negli occhi. Dopo poco Harry mi scostò una ciocca dal viso, accarezzandomi una guancia. Andai a fuoco, che stava facendo? Avvicinò il suo viso al mio e mi bacio. Era un bacio dolce, ma intenso. Della serie, non ti faccio male, stai tranquilla, ma tu sei mia. Non capivo perché Harry mi stesse baciando. E probabilmente mai avrei capito perché baciasse uno scherzo della natura come me. 
 
Passarono due giorni ed Harry non si fece più sentire. Finché una sera non mi venne a trovare sotto casa. Quella sera mi baciò, come la prima volta, o forse con più passione. Ci mettemmo insieme, anche se io non mi capacitavo del perché lui mi volesse.
Molti della scuola, poi, iniziarono a provarci con me. Ovvio che li respinsi.
Le cheerleader mi chiesero di unirmi a loro, almeno per pranzo. Accettai e iniziai a fare amicizia con alcune di loro, benché sapessi benissimo che la loro era un’amicizia falsa, con un profitto. L’unica ragazza con cui strinsi un’amicizia fu Savannah, l’ex fidanzata di Harry. Andavamo d’accordo, ma ovviamente qualcosa doveva pur andare storto. Iniziò ad odiarmi. Non perché le avessi rubato Harry, lei non teneva a lui. Ma perché adesso stavo acquistando più popolarità di lei, senza nemmeno cercarla, o sudarmela, come aveva fatto lei. Un giorno me la ritrovai  davanti con le braccia incrociate, eravamo sole. Ovvio che non mi picchiò, era una ragazza per niente violente, ma era una vipera. Poteva far crescere le tue insicurezze facendo nulla. E così fece con me.
 
- Ehi Kaylee. – sentii una voce dietro di me. 
Chiusi l’armadietto con uno scatto secco e mi girai verso la ragazza che aveva parlato, trovandomi davanti Savannah. 
- Ciao Savannah. – le sorrisi sincera - Che ne dici se stasera … 
- No. – mi interruppe – Non voglio fissar niente con te. Ma voglio dirti solo una cosa. Lascia Harry prima che sia lui a lasciare te. – disse. 
Spalancai gli occhi. Perché avrebbe dovuto lasciarmi? Non avevo fatto niente, e anzi le cose fra noi andavano più che bene. 
- Oh, non mi ha detto che ti avrebbe lasciata, tranquilla. – mi rassicurò. 
Feci per parlare, ma mi fermò. 
- Ma vedi, voglio solo avvertirti. Harry tornerà con me. Magari non sarà oggi, o domani, ma tornerà con me. Devi sapere che al mondo, purtroppo, le persone vengono divise. Sfigati e fighi. Ecco tu appartieni alla classe degli sfigati. Io ed Harry a quella dei fighi. Perché Harry dovrebbe stare con una come te? Pena? Forse. Ma credimi, io conosco Harry, entro un mese ti lascerà. Lui si stanca presto delle persone, specialmente quelle come te. Lui è popolare, io lo sono. Siamo fatti per stare insieme, capisci? Perché dovrebbe stare con una sfigata come te? Pensaci, prima che sia lui a lasciarti. Io lo faccio perché mi dispiacerebbe che tu rimanessi delusa e sola. In questo modo continuerai a frequentarci, no? – concluse.
Deglutii. Non era vero. Non poteva essere vero. Harry non mi avrebbe lasciata. 
- Ehm … okay. Ciao Savannah. – dissi incerta e mi avviai verso casa mia. 
Inviai un messaggio ad Harry, dicendogli che non mi sarei fermata con lui a scuola per pranzo e non sarei nemmeno andata da lui a studiare.
Appena arrivai in casa iniziai a pensare che forse Savannah non aveva tutti i torti.
 
Ben presto mo resi conto che Savannah aveva ragione. Io non ero all’altezza di Harry. Se Harry stava con me era solo per pietà, per pena. Magari si vedeva con altre ragazze. Io di certo non potevo bastargli. Perché avrebbe dovuto stare con me? Non mi era mai balenata in testa questa idea, mi sembrava tutto così semplice. Io amavo Harry e lui amava me. Cosa c’era di più facile? E per sfortuna le cose facili non esistono. Tutto doveva essere dannatamente complicato. Perché non potevo essere felice per una volta? Andava tutto così bene. Ma la verità era che io non sarei mai stata abbastanza. Non ero abbastanza per me, come avrei potuto essere abbastanza per lui? Era praticamente impossibile.
Lasciai Harry la sera stessa. Gli chiesi di vederci, venne a casa mia e lo lasciai. Non gli dissi il motivo, e lui ci rimase piuttosto male. Ma dovevo, per me e per lui. Perché magari non se n’era ancora reso conto, ma io per lui ero un danno, come per chiunque altro.
 
Il campanello suonò alle otto in punto. La puntualità non era mai stato il forte di Harry, ma evidentemente lo era quella sera. 
Andai ad aprire e mi ritrovai davanti il mio ragazzo sorridente, ma al tempo stesso preoccupato. 
- Ciao Harry. – lo salutai fredda, facendolo entrare. 
Fece per baciarmi, ma lo scansai. Mi guardò stranito. Non avevo mai rifiutato un suo bacio, ed anche farlo mi era stato molto difficile. 
- Kaylee che succede? – chiese Harry preoccupato. 
- Niente Harry. Succede che ti lascio. – dissi, trattenendo le lacrime. 
- Che cosa? Perché? – chiese. 
- Perché si, Harry. Scusami, non possiamo più stare insieme. - .


Dopo circa un mese non ci eravamo ancora parlati. Dopo circa un mese iniziai ad uscire con un altro ragazzo. Era nuovo, veniva nella mia scuola, si chiamava Jake. Ed Harry ne era totalmente geloso.
 
Suonò il campanello. Chi poteva essere? Non aspettavo nessuno.
- Mamma vai ad aprire! – urlai per far si che mi sentisse.
 

Solo qualche secondo dopo mi ricordai che mia madre era uscita per fare la spesa. Forse era Jake. 
Aprii la porta e mi ritrovai davanti Harry. Harry Styles. Il ragazzo di cui ero innamorata. Il ragazzo che non capiva che non volevo stare con lui perché neanche io mi sarei scelta, e lo amavo troppo per stare con lui, meritava di meglio. Io non ero abbastanza per lui. Ero stupida. Brutta. Antipatica. Nessuno avrebbe meritato meno di me. Nessuno. 
- Harry che ci fai qui? – domandai. 
- Voglio parlare. – disse duro. 
- Di cosa? -.

- Tu fammi entrare, e poi ti dico di cosa. -.
Annuii scostandomi e una volta entrato in casa Harry si sedette sul divano. La pensava come una cosa lunga a quanto pare. 
Mi sedetti a dovuta di stanza ed iniziammo a parlare. 
- Sono qui per parlarti, o meglio, per ascoltarti. Voglio sapere perché mi hai lasciato, Kaylee. Stavamo così bene. Hai rovinato tutto. Ma perché lo hai fatto? – iniziò Harry. 

Feci per rispondere, ma mi bloccò.
- Non voglio una cazzata, Kaylee. Dimmi la verità. - .
- Harry. Ti prego, non ho voglia di dirtelo. E non è qualcosa che non va in te. Ma in me. Sono io quella che non va, Harry. Sono io. Sono io che non portò mai competere con Savannah, Jasmine, Claire, Jenna. Sono io. Sono io quella fottutamente sbagliata. E mi dispiace Harry, ma non voglio stare con te. – risposi. 
Restò a bocca aperta, ma poi riprese la parola. 
- Dimmi che non mi ami. Dimmi che non mi ami ed io ti l
ascerò perdere, giuro. Ma dimmelo. Oppure dimmi che mi ami. Ma ti prego, non stare zitta. Adesso rispondi, mi ami? – domandò.
Avrei potuto rispondere si o no. Ma decisi di non rispondere. Ed era proprio ciò che Harry non voleva. Si alzò dal divano, con rabbia, e se ne andò. 
Gli corsi dietro, non volevo che se ne andasse così. 
- Harry aspetta. Io … - lo fermai.
Era sulla porta di casa, e si girò amaramente, avvicinandosi. 

- Tu? Tu cosa? Seriamente smettila. Non cercare di farmi restare, e chiedermi se sto bene, perché, sinceramente, non saprei come risponderti. Io non posso credere che tu mi stia dicendo addio, perché facendo così mi stai dicendo addio. Sai, questo momento non durerà per sempre. Non resterò a guardarti, senza fare niente. Non lo farò. Perché solo standoti vicino mi sento male. Ogni volta che vedo le tue labbra ho una voglia pazza di baciarti. Ogni volta che ti sfioro anche per sbaglio ho voglia di far toccare anche solo le nostre dita. I tuoi occhi mi fanno impazzire, seriamente. Sto male se ti vedo, sto male perché non ti posso baciare, perché non ti posso toccare. Sto male perché non sei mia. Sto male perché non ti posso resistere. Perché tu sei irresistibile. Sai, ho pensato di rimettermi con Savannah. Dopo un solo bacio l’ho lasciata. Come tutte le altre ragazze con cui ho provato ad avere qualcosa nell’ultimo mese. Perché adesso solo tu mi dai queste sensazioni. Non riesco a starti lontano, capisci? Io non … nei tuoi baci, nelle tue mani e nei tuoi occhi, non capisco perché mi fa quest’effetto. Tutto ciò è irresistibile. - .
Rimasi a bocca aperta. E li capii. Capii che nessuna sarebbe andata meglio per lui. Perché io lo amavo. L’avevo sempre amato. Nessuno poteva amarlo come me, e l’amore era la cosa che poteva renderlo più felice. 
Mi avvicinai a lui e rimasi a qualche centimetro di distanza. 
Lo baciai, ma subito dopo mi staccai. 

- Scusami Harry. Pensavo che non sarei mai stata abbastanza per te. Non sono abbastanza bella, simpatica, intelligente. Come lo sei tu. Ma ho capito che  nessuno ti può amare quanto ti amo io. Perché è così. Ti amo Harry Edward Styles. 
 
L’avevo capito. Avevo finalmente capito che anche io potevo bastare. Che io potevo colmare qualcuno. E che valevo. Avevo riacquistato la mia autostima. Harry mi aveva fatto capire che mi amava, ed ero perfetta così. Ed io la amavo con tutta me stessa. Per lui ero irresistibile, per gli altri no. Ed ogni ragazza è irresistibile. Deve solo trovare il ragazzo giusto. 




CIAO. 
i miei saluti innovativi. ammettetelo che sono fantastici. nsdgfdjdh 
ccccccomunque, questa è la mia one shot (?) 

no, seriamente, a me fa cagare. 
solo che sabrinah ha detto di postarla, quindi è colpa sua, ok?ok. 
eccccccco. se mi lasciate una recensione (lasciare recensione NON nuoce gravemente alla salute) sareei mmmmolto contenta. ok?ok. 
ok?ok. 
ok?ok. 

ok?ok.
va bene, basta. 
la one shot è ispirata a una canzone. una a caso. 
ve la dico perché altrimenti non ci arrivereste mai: irresistable (dei one direction). 
il titolo forse poteva lasciare intendere, ma no.
il personaggio di kaylee non è ispirato a nessuna ragazza in particolare, quindi ho messo una tizia di tumblr di schiena lol. 
deve essere mediamente cessa. ma con dei bei capelli. perché nel banner
 ha dei bei capelli. 
la smetto di sparare cazzate, immaginatevela come cazzo vi pare. 
anzi kaylee siete voi lol. 
adesso me ne vado perché domani torno a scuola e devo fare un esercizio di latino (si, 
mi organizzo a dir poco magnificamente). 
vi lascio i banner delle mie altre due OS recenti nddsfgfh
(cliccateci ed avverrà una magia (?))
cccciao bellezze.













 

   
 
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